Visualizza wikitesto di Luigi Freguglia

{{militare
|Nome = Luigi Freguglia
|Immagine =Maggiore Luigi Freguglia.jpg
|Didascalia =Il maggiore Luigi Freguglia, comandante del XXVII Reparto d'Assalto
|Soprannome = 
|Data_di_nascita = 1888
|Nato_a  = [[Cento (Italia)|Cento]]
|Data_di_morte = 1938
|Morto_a = 
|Cause_della_morte = 
|Luogo_di_sepoltura =
|Etnia =
|Religione =
|Nazione_servita ={{ITA 1861-1946}}
|Forza_armata =[[Regio Esercito]]
|Arma =[[Fanteria]]
|Corpo =[[Arditi]]
|Specialità = 
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio =1908-1920
|Grado = [[Colonnello]]
|Ferite =
|Comandanti =[[Asclepia Gandolfo]]
|Guerre =[[Guerra italo-turca]]<br />[[Prima guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie =[[Battaglia di Gorizia (1916)|Battaglia di Gorizia]]<br />[[Battaglia di Caporetto]]<br />[[Battaglia di Vittorio Veneto]]
|Comandante_di =XXVII Reparto d'assalto "Fiamme nere"
|Decorazioni =[[Luigi Freguglia#Onorificenze|vedi qui]]
|Studi_militari =[[Accademia Militare di Modena|Regia Accademia Militare]] di [[Modena]]
|Pubblicazioni =[[Luigi Freguglia#Pubblicazioni|vedi qui]]
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =dati tratti da ''Capi di Arditi: Baseggio, Vagliasindi, Freguglia''<ref name=G2p77>{{Cita|Gordini 1922|p. 77}}.</ref>
}}
{{Bio
|Nome = Luigi
|Cognome = Freguglia
|Sesso = M
|LuogoNascita = Cento
|LuogoNascitaLink = Cento (Italia)
|GiornoMeseNascita = 
|AnnoNascita = 1888
|LuogoMorte = 
|GiornoMeseMorte = 
|AnnoMorte = 1938
|Epoca = 1900
|Attività = militare
|Nazionalità = italiano
}}
Pluridecorato ufficiale del [[Regio Esercito]] durante la [[prima guerra mondiale]] fu tra i fondatori del corpo degli [[Arditi]], insieme a Pietro Paolo Vagliasindi<ref>[http://asb.midainformatica.it/eGallery/o/elemento.htm?id=20519515%7CSOVV%7C84&from= ''L'anagrafe dei sovversivi bergamaschi 1903-1943'', Archivio di Stato di Bergamo, ''ad vocem''].</ref>, [[Giovanni Messe]] e [[Cristoforo Baseggio]].

==Biografia==
Nacque a Cento ([[provincia di Ferrara]]) nel 1888, e si arruolò nel [[Regio Esercito]] frequentando la Regia [[Accademia Militare di Modena]]<ref name=G2p77/> da cui uscì, col grado di [[sottotenente]], nel [[1908]], assegnato al 50º [[Reggimento]] [[fanteria]].<ref name=G2p77/> Promosso al grado di [[tenente]] il 4 settembre del [[1911]]<ref>''Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia'' n.242 del 17 ottobre 1911.</ref> venne trasferito al 4º Reggimento fanteria in seno al quale partì per [[Guerra italo-turca|combattere in Libia]]<ref name=G2p77/> nell'ottobre del [[1911]]. Si distinse in [[Tripolitania]] e in [[Cirenaica]],<ref name=G2p77/> rientrando in Patria qualche tempo dopo per venire assegnato al 161º Reggimento della Milizia Mobile<ref name=G2p77/> di stanza a [[Torino]]. Nel corso del [[1914]] partecipò a un corso riservato agli [[Ufficiale (forze armate)|ufficiali]] presso la [[Scuola di guerra dell'esercito]].<ref name=G2p80>{{Cita|Gordini 1922|p. 80}}.</ref>

All'entrata in [[Prima guerra mondiale|guerra]] del [[regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], il 24 maggio [[1915]], il suo reggimento era di stanza sull'[[altopiano di Asiago]] precisamente tra Campo Posellaro e Passo del Trughele,<ref name=G2p78>{{Cita|Gordini 1922|p. 78}}.</ref> e col grado di [[capitano]] egli comandava una [[Compagnia (unità militare)|compagnia]]<ref name=G2p79>{{Cita|Gordini 1922|p. 79}}.</ref> del 161º Reggimento inquadrato nella [[Brigata "Ivrea"]].
 
Il 28 maggio prese parte all'attacco al [[Forte Campo Luserna]]<ref group=N>Tale [[fortificazione]], con i forti [[Forte Belvedere Gschwent|Belvedere]], [[Forte Verle|Verle]] e [[Forte Vezzena|Vezzena]], costituiva un complesso realizzato dagli austriaci per difendere [[Rovereto]] e [[Trento]] dalle truppe italiane dislocate sull'[[Altopiano di Asiago]].</ref>, che se conquistato avrebbe aperto alla 1ª [[Armata]]<ref group=N>Allora al comando del [[tenente generale]] [[Roberto Brusati]].</ref> la via di [[Trento]]. Sottoposta a un intenso fuoco d'[[artiglieria]] che danneggiò gravemente i muri perimetrali e i [[Cannone|cannoni]] in dotazione, la guarnigione si arrese, ma visto l'accaduto il forte fu immediatamente inquadrato dai tiri d'artiglieria degli altri forti austriaci, il che costrinse le truppe italiane alla ritirata.<ref group=N>Pur danneggiato il Forte Campo Luserna venne in breve tempo rimesso in efficienza dai genieri austriaci.</ref> Nel mese di agosto prese parte al fallito attacco contro il [[Battaglia del Col Basson|Monte Basson]],<ref group=N>Tale azione fu pagata dalle truppe italiane con quasi 1.100 morti senza che fosse guadagnato un [[metro]] nella zona del Vezzena.</ref> venendo citato all'Ordine del giorno dell'Armata,<ref name=G2p80/> e successivamente destinato a frequentare un corso per ufficiali di [[Stato maggiore]] tenutosi a [[Vicenza]], al termine del quale fu deciso che avrebbe prestato servizio presso il [[Comando supremo militare italiano|Comando Supremo]].<ref name=G2p81>{{Cita|Gordini 1922|p. 81}}.</ref> Rifiutando decisamente tale destinazione chiese, ed ottenne, il comando del III [[Battaglione]] del [[62º Reggimento fanteria "Sicilia"|62º Reggimento fanteria]] impegnato nella strenua difesa di [[Passo Buole]],<ref group=N>Durante i combattimenti si rifugiò in una casa che fu centrata da una cannonata, e riportò una grave ferita alla testa le cui conseguenze lo portarono a morte, all'età di 50 anni, nel 1938.</ref> fra [[Vallarsa]] e [[Valle dell'Adige]], a partire dal 26 maggio [[1916]].<ref name=G2p81/>

Nell'agosto dello stesso anno fu trasferito nei pressi di [[Gorizia]],<ref name=G2p82>{{Cita|Gordini 1922|p. 82}}.</ref> dove prese parte alle [[Battaglia di Gorizia (1916)|operazioni per la conquista della città]] in seno al comando della 43ª [[Divisione (unità militare)|Divisione]],<ref name=G2p82/> combattendo successivamente sul [[Monte Nero (Alpi Giulie)|Monte Nero]]<ref name=G2p82/> e quindi sulla [[Altopiano della Bainsizza|Bainsizza]]<ref group=N>Durante il servizio in questi settori si distinse come abile organizzatore e geniale tecnico.</ref> come addetto al comando del XVII [[Corpo d'armata]].<ref name=G2p82/> Nell'agosto del [[1917]] venne promosso la grado di [[maggiore]] per meriti di guerra,<ref name=G2p83>{{Cita|Gordini 1922|p. 83}}.</ref> e il 24 ottobre dello stesso anno si trovava in prima linea durante la [[battaglia di Caporetto]].<ref name=G2p83/> Partecipò a diverse operazioni<ref name=G2p84>{{Cita|Gordini 1922|p. 84}}.</ref> durante le fasi della ritirata, e tra il 28 e il 29 ottobre,<ref name=G2p85>{{Cita|Gordini 1922|p. 85}}.</ref> dopo la caduta di [[Udine]],<ref name=G2p85/> al comando di una pattuglia di cavalleggeri del [[Reggimento "Lancieri di Aosta" (6º)|Reggimento "Lancieri di Aosta"]], riuscì a rintracciare tre brigate del XVII Corpo d'Armata e a condurne i Comandanti dinanzi al generale [[Pietro Badoglio|Badoglio]]<ref name=G2p85/> che si trovava ancora a [[Martignacco]], intento ad impartire ai propri comandi dipendenti i necessari ordini di ritirata.<ref grouP=N>Per questo fatto fu proposto per l'assegnazione di una Medaglia d'argento al valor militare, che gli fu negata perché durante le fasi della ritirata aveva sparato, uccidendoli, contro alcuni soldati che avevano gettato le armi, tra i quali un sottotenente. Questo fatto fu visto e denunciato da un generale arrivato sul posto, ma venne coperto dal generale Badoglio, che tuttavia alla proposta per l'assegnazione della medaglia gliela negò.</ref>

Mentre l'esercito si stava riorganizzando fece domanda, che fu accolta, per passare ai nuovi [[Arditi|reparti d'assalto]] allora in fase di costituzione.<ref name=G2p86>{{Cita|Gordini 1922|p. 86}}.</ref> Assegnato al comando del XXVII,<ref name=G2p88>{{Cita|Gordini 1922|p. 88}}.</ref> Reparto d'assalto "Fiamme Nere" fu l'artefice della disfatta<ref name=G2p88/> austriaca sul [[Montello (colle)|Montello]]<ref name=D7p265>{{Cita|Di Martino, Cappellano 2007|p. 265}}.</ref> avvenuta nel giugno del [[1918]],<ref name=D7p265/> e per questo fatto venne decorato con [[Medaglia d'argento al valor militare]].<ref name=G2p88/> Il 17 giugno<ref name=D7p272>{{Cita|Di Martino, Cappellano 2007|p. 272}}.</ref> una pattuglia di suoi arditi fece prigioniero il generale nemico, Enrico Bolzano von Kronstadt,<ref name=D7p272/> comandante della 25ª Brigata [[Tiroler Schützen|Schützen]],<ref name=D7p272/> che, gravemente ferito dopo essersi strenuamente difeso, morì poco dopo la cattura.<ref name=D7p272/>

Alla testa del suo reparto prese successivamente parte ai fatti d'arme di Fontiga (1-2 luglio)<ref name=G2p91>{{Cita|Gordini 1922|p. 91}}.</ref>  e dell'Isola Verde (negli ultimi giorni di settembre), compiendo difficili azioni di ricognizione sulla riva sinistra del [[Piave]].<ref name=G2p91/> Durante il periodo di comando del XXVII Reparto d'assalto coniò il [[Motti dannunziani|motto "A Noi"]] che, inizialmente adottato come saluto dal reparto, nel dopoguerra divenne un simbolo del [[fascismo]].<ref name=G2p87>{{Cita|Gordini 1922|p. 87}}.</ref> Durante l'[[Battaglia di Vittorio Veneto|offensiva di Vittorio Veneto]] il reparto passò il Piave a Grave di Ciano il 27 ottobre,<ref name=G2p93>{{Cita|Gordini 1922|p. 93}}.</ref> gettando una passerella, faticosamente mantenuta intatta per consentire alla [[Brigata "Reggio"]] di lanciare l'attacco.<ref name=G2p93/> Ripete la stessa azione la mattina del 2 novembre a [[Trichiana|San Felice di Trichiana]],<ref name=G2p93/> e per queste nuove imprese fu decorato<ref group=N>Oltre alle medaglie ricevette anche parole di apprezzamento dal comandante dell'8ª Armata, generale [[Asclepia Gandolfo]], dal comandante del XXVII Corpo d'armata, tenente generale [[Antonino Di Giorgio]], e dal comandante del reparti d'assalto dell'[[8ª Armata (Regio Esercito)|8ª Armata]], colonnello [[Nicolò Giacchi]].</ref> con una seconda Medaglia d'argento al valor militare.<ref name=G2p92>{{Cita|Gordini 1922|p. 92}}.</ref>

Pochi mesi dopo la fine delle ostilità partì per la [[Libia]], dove assunse il comando del I Raggruppamento libico,<ref name=G2p94>{{Cita|Gordini 1922|p. 94}}.</ref> con funzioni di ufficiale di Stato maggiore.<ref name=G2p94/> Ritornato in Patria venne nuovamente assegnato alla 1ª Divisione d'Assalto, passando poco dopo al comando di un deposito militare, e poi, per alcuni mesi, prestando servizio presso la Scuola di guerra di Torino,<ref name=G2p94/> dove frequentò il corso di integrazione per gli ufficiali di Stato maggiore.<ref name=G2p94/> Nel settembre del [[1920]] fu definitivamente collocato in posizione ausiliaria speciale, dietro sua specifica domanda.<ref name=G2p94/> 

===Nel primo dopoguerra===

Durante le indagini per il [[delitto Matteotti]], intervenne sulla stampa per smentire la riconducibilità degli arditi di [[Milano]] - cui apparteneva [[Albino Volpi]] - alla Federazione nazionale degli arditi<ref>[https://www.casamuseogiacomomatteotti.it/wp-content/uploads/giornali/il-popolo-d-italia/M22-1924-144IlPopoloDItalia.pdf Il Popolo d'Italia, 17 giugno 1924, p. 3], "L'arditismo di [[Albino Volpi]] spiegato da un membro della Feder. Naz. Arditi".</ref>. Lo stesso [[Cesare Rossi]], nel suo terzo memoriale, avrebbe narrato che Mussolini, nel febbraio 1924, si era lamentato «della
passività dei fascisti torinesi, della castigatezza del linguaggio
del comandante degli arditi Freguglia, che fece il contraddittorio
con il ''leader'' degli unitari» [[Filippo Turati]] durante il discorso di campagna elettorale al teatro Scribe di [[Torino]]<ref>Giuseppe Rossini, ''Il delitto Matteotti tra Viminale e Aventino'', Bologna, Il Mulino, 1966, p. 989.</ref>.

Tuttavia, il 22 novembre 1924 a Montecitorio Mussolini lo indicò come esempio di [[illegalismo]] da reprimere, dichiarando "è un valoroso eroe; ha mancato; è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione"<ref>[https://storia.camera.it/regno/lavori/leg27/sed021.pdf Atti Parlamentari della Camera dei deputati del Regno, Discussioni, 22 novembre 1924, p. 744].</ref>. La solidarietà dei suoi ex commilitoni fu all'origine di una delle confessioni che coinvolsero Mussolini, come mandante della mancata aggressione a [[Piero Gobetti]] del febbraio 1924<ref>"[[Non mollare]]", [https://lse-atom.arkivum.net/uklse-dl1lw010060010002-uklse-dl1-lw01-006-001-0002-0011-pdf Firenze, marzo 1925, n. 9, p. 1, “Lettera del tenente Guido Narbona, ex Vice Segretario del Fascio di Torino al Maggiore Paolo Vagliastini”] (''rectius'' Vagliasindi).</ref>.

Per i postumi della ferita alla testa riportata durante la guerra morì nel corso del [[1938]].

Suo fratello [[Carlo Freguglia|Carlo]], avvocato milanese nato nel [[1890]], sottotenente, morì in azione a Flondar, nei pressi di Trieste, il 20 agosto del [[1917]], e fu decorato con la [[Medaglia d'oro al valor militare]] alla memoria.<ref name=G2p96>{{Cita|Gordini 1922|p. 96}}.</ref>

==Onorificenze==
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=''Comandante di un reparto d'assalto, con perizia e grande slancio, concorse, efficacemente a ristabilire una linea difensiva, caduta nelle mani del nemico, riconquistando alcune nostre artiglierie. Durante cinque giorni di dura lotta, seppe ricacciare ripetuti e veementi attacchi, contrattaccare e fare numerosi prigionieri, dando sempre prova di grande energia, ardimento e coraggio. Montello, 15 - 19 giugno 1918.''
|data= 
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=''Con indomito coraggio, geniali predisposizioni, e pochi uomini scelti nel suo battaglione d'assalto, compì un'ardita azione offensiva sulla sinistra del Piave, oltrepassando più ordini di reticolati nemici, catturando armi, munizioni e soldati ed obbligando il nemico a svelare tutta l'efficienza dei proprii apprestamenti difensivi. Distintosi per valore personale in successive operazioni di guerra. Fontiga, li 22 - VII. Isola Verde, settembre. Grave di Ciano, 29 - X. S. Felice di Trichiana, 2 - XI - 1918''. 
|data= 
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza=valor militare
|motivazione=''Per assicurare i rifornimenti delle truppe combattenti percorreva più volte terreno battuto da intenso bombardamento nemico: ferito alla testa per essere stato travolto dalle rovine di una casa, abbattuta da un grosso calibro nemico, continuava tranquillamente nel suo servizio non appena medicato nel vicino posto di medicazione. Passo Buole, 31 maggio 1916''.
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza=valor militare
|motivazione= ''Ufficiale a disposizione d'un Comando di Divisione, dimostrando brillante sprezzo del pericolo, eseguiva ardite ricognizioni in zone battute dalla fucileria nemica, raccogliendo con calma e competenza utili dati sulla sistemazione delle linee avversarie: già ripetutamente distintosi in altre ricognizioni. Gorizia, 29 novembre - 7 dicembre 1916''.
}}
{{Onorificenze
|immagine = Cavaliere OCI BAR.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia
|collegamento_onorificenza = Ordine della Corona d'Italia
|motivazione = 
|data =
}}
{{Onorificenze
|immagine = Ufficiale OCI Kingdom BAR.svg
|nome_onorificenza = Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
|collegamento_onorificenza = Ordine della Corona d'Italia
|motivazione = 
}}
{{Onorificenze
|immagine = Commendatore OCI Kingdom BAR.svg
|nome_onorificenza = Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia
|collegamento_onorificenza = Ordine della Corona d'Italia
|motivazione = 
|data =Regio Decreto 27 ottobre 1938-XVI<ref>Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.230 del 2 ottobre 1939.</ref> 
}}

==Pubblicazioni==
*''XXVII battaglione d'assalto. Monte Piana, Montello, Vittorio Veneto'',<ref group=N>Con prefazione di [[Giuseppe Bottai]].</ref> Carnaro, Milano, 1937.

==Note==
=== Annotazioni ===
<references group=N/>

=== Fonti ===
<references/>

==Bibliografia==
* {{cita libro|cognome=Cavaciocchi|nome=Alberto|coautori=Andrea Ungari|titolo=Gli italiani in guerra|editore=Ugo Mursia Editore s.r.l.|città=Milano|anno=2014|cid=Cavaciocchi, Ungari 2014}}
*{{cita libro|cognome=Del Boca|nome=Angelo|titolo=Gli Italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore. 1860-1922|editore=Laterza|città=Bari|anno=1986|cid=Del Boca 1986}}
*{{cita libro|cognome=Di Martino|nome=Basilio|coautori=Filippo Cappellano|titolo=I reparti d'assalto italiani nella grande guerra|editore=Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito|città=Roma|anno=2007|cid=Di Martino, Cappellano 2007}}
*{{cita libro|cognome=Gordini|nome=Giulio|titolo=Capi di Arditi: Baseggio, Vagliasindi, Freguglia|editore=Società Editoriale Porta|città=Piacenza|anno=1922|cid=Gordini 1922}}
*{{cita libro|cognome=Passeri|nome=Leopoldo|titolo=Il vallone della morte|editore=Giulio Vannini Editore|città=Brescia|anno=1934|cid=Passeri 1934}}

==Altri progetti==
{{interprogetto}}

{{portale|biografie|Grande Guerra}}

[[Categoria:Medaglie d'argento al valor militare]]
[[Categoria:Medaglie di bronzo al valor militare]]
[[Categoria:Ufficiali del Regio Esercito]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine della Corona d'Italia]]
[[Categoria:Ufficiali dell'Ordine della Corona d'Italia]]
[[Categoria:Commendatori dell'Ordine della Corona d'Italia]]
[[Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale]]