Coordinate: 41°56′N 12°32′E

Monte Sacro (Roma)

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Q. XVI Monte Sacro
Bandiera ufficiale
Bandiera ufficiale
Vista aerea del quartiere
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
CittàFile:Roma-Stemma.png Roma Capitale
CircoscrizioneMunicipio Roma III
Data istituzione16 luglio 1924[1]
Codice216
Superficie4,1991 km²
Abitanti59 701 ab.[2] (2016)
Densità14 217,57 ab./km²
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Monte Sacro
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
CittàFile:Roma-Stemma.png Roma Capitale
CircoscrizioneMunicipio Roma III
Data istituzione29-30 luglio 1977[3]
Codice4A
Superficie1,67 km²
Abitanti16 579 ab.[4] (2016)
Densità9 927,54 ab./km²
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Monte Sacro è il sedicesimo quartiere di Roma, indicato con Q. XVI.

Il toponimo indica anche la zona urbanistica 4A del Municipio Roma III (ex Municipio Roma IV) di Roma Capitale.

Il nome deriva dall'omonimo monte, in realtà una collina di circa 50 metri, che sorge sulla riva destra del fiume Aniene poco prima che confluisca nel Tevere.

Territorio

Il quartiere si trova nell'area nord della città, al di là del fiume Aniene, lungo l'asse di via Nomentana, e confina:

La zona urbanistica confina:

Storia

Antichità

Il territorio del quartiere è stato abitato fin da epoca antichissima: ne sono conferma i ritrovamenti di due crani del cosiddetto Uomo di Saccopastore assieme a strumenti litici di fattura musteriana risalenti circa 120.000 anni fa.

Edifici in corso Sempione

Con l'avvento di Roma, la leggenda vuole che sul Monte Sacro si recassero gli àuguri per effettuarvi i loro vaticini osservando il volo degli uccelli, da cui deriverebbe la sacralità del monte. Sempre sul Monte Sacro (o sull'Aventino) si ritirò la plebe nel 494 a.C. e nel 448 a.C. in una vera e propria rivolta contro il patriziato che portò all'istituzione dei tribuni della plebe, degli edili plebei e di un'assemblea rappresentativa, il concilium plebis, che appunto eleggeva i tribuni e gli edili plebei; per ricordare l'evento fu edificata una grande Ara a Iuppiter Territor che accrebbe l'aura di sacralità del luogo. In quegli anni il territorio del quartiere, che si trovava ben lontano dalle mura cittadine, era al centro di vasti latifondi con villae patrizie e di liberti.

La caduta dell'Impero vide la sostituzione delle ville romane con i casali medievali e un generale spopolamento del territorio che restò comunque presidiato per motivi di difesa a causa della presenza del ponte Nomentano, avamposto e punto di passaggio verso il nord del territorio laziale. Tradizione vuole che proprio sul ponte Nomentano si siano incontrati nell'anno 800 papa Leone III e Carlo Magno.

La lontananza dalle mura cittadine trasformò inoltre il territorio del quartiere e il Monte Sacro in un luogo di "scampagnate" fuori porta fin alla fine del 1800. E fu proprio durante una di questa scampagnate nel 1805 che Simón Bolívar, dopo aver appreso dal suo amico-mentore Simon Rodriguez che su quella collina i plebei romani, guidati da Menenio Agrippa, si erano ribellati per la prima volta alle vessazioni della classe aristocratica, decise di giurare per la liberazione dei popoli sudamericani.

Proprio a seguito di tale evento storico, il giardino pubblico sito su quello che era l'antico Monte Sacro e nel quale Simon Bolivar fece il suo giuramento, è stato a lui dedicato[5].

Il luogo in questione è stato teatro anche di un altro evento storico, che ha visto protagonista Giuseppe Garibaldi.

Durante la campagna del 1867 per la liberazione di Roma, infatti, Giuseppe Garibaldi con i suoi volontari si accampò brevemente sul Monte Sacro, da cui era possibile vedere diverse zone della città. A chi gli chiedeva cosa sarebbe accaduto, l'Eroe dei Due Mondi rispose. "Attendiamo un segnale di là (...). Appena il segnale sia dato, intenderemo che l'insurrezione è scoppiata in città; passeremo l'Aniene, e ce la faremo a correre". Il segnale non arrivò e Garibaldi ed i suoi volontari furono sconfitti poco dopo a Mentana[6].

  1. ^ Deliberazione del Governatore di Roma nº 1087 del 16 luglio 1924.
  2. ^ Roma Capitale - Roma Statistica. Popolazione iscritta in anagrafe al 31 dicembre 2016 per suddivisione toponomastica.
  3. ^ Delibera consiliare n. 2983 del 29-30 luglio 1977.
  4. ^ Roma Capitale - Roma Statistica. Popolazione iscritta in anagrafe al 31 dicembre 2016 per zone urbanistiche.
  5. ^ Bolivar e Monesacro - Andrea Gaddini, su web.archive.org, 22 agosto 2020. URL consultato il 22 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2020).
  6. ^ Sergio Romano, Storia d’Italia dal Risorgimento ai nostri giorni, II, Longanesi, gennaio 1999, p. 92, ISBN 8830415138.

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Urbanizzazione e nascita del quartiere

Negli anni venti l'architetto Gustavo Giovannoni progettò e realizzò, al di fuori del Piano Regolatore di Roma, una "Città giardino", orientata alla tipizzazione della "garden city" d'oltremanica, composta da costruzioni con struttura a villini inseriti nel verde, e con servizi indipendenti: scuola, chiesa, ufficio postale, parco pubblico. Particolarmente interessante è la piazza Sempione, che rappresenta l'entrata scenografica al quartiere, con edifici realizzati da Gustavo Giovannoni e Innocenzo Sabbatini.[1]

Piazza Sempione

Nel 1924, alla località denominata Città Giardino Aniene[2], viene ufficialmente assegnato il nome storicamente corrispondente di "Quartiere del Monte Sacro"[3].

Da ricordare l'attiva partecipazione degli abitanti e degli studenti del quartiere alla Resistenza durante l'occupazione tedesca; due di essi, Ferdinando Agnini e Orlando Orlandi Posti, studenti, furono tra le vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine.[4] Il quartiere, e in particolar modo le zone di piazza Sempione e viale Jonio, fanno da sfondo a gran parte delle vicende del romanzo "Primavera di bellezza" di Beppe Fenoglio, ambientato proprio nel periodo della Resistenza.

La città giardino, nella sua impostazione originale, resistette meno di trent'anni: già negli anni cinquanta ebbero infatti inizio le sostituzioni, con l'abbattimento di numerosi villini per far posto a unità residenziali intensive. Agli inizi del 1953 fu inaugurato il cinema Teatro "Espero" (oggi Sala Bingo), in via Nomentana Nuova, davanti alla Pinetina, storico polmone verde del quartiere, che aveva, al di là del Ponte Vecchio, il suo naturale prosieguo con l'originale giardinetto di Monte Sacro. Contemporaneamente si sviluppavano anche le zone residenziali lungo via Conca d'Oro e a Saccopastore.

Nella seconda metà degli anni sessanta prese corpo il quartiere contiguo di Monte Sacro Alto, detto anche Talenti.

Stemma

Nel 1925[5], il Regio Commissario Filippo Cremonesi, deliberò che «lo stemma del nuovo quartiere del Monte Sacro sia costituito da un ramo d'ulivo con il motto "Pax", stemma ispirato alla leggenda dell'apologo di Menenio Agrippa.»

Nel 1926[6] «viene consentito che lo stemma del quartiere del Monte Sacro, portante un ramo d'olivo col motto "Pax" sia modificato come segue:
"D'azzurro alla montagna d'oro, accompagnata in capo da una corona di otto stelle d'argento a cinque punte."
Motto: "Nunquam sine luce."»

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture civili

La ex casa GIL di Gaetano Minnucci (1939)
  • Casa della Gioventù Italiana del Littorio (GIL), su viale Adriatico, angolo via dei Monti Lessini. Edifici del XX secolo (1939). 41.94245°N 12.537721°E
Complesso urbanistico per la Gioventù italiana del littorio (GIL), progettati dall'architetto Gaetano Minnucci, costituito di fabbricati e sistemazioni collaterali, campi sportivi, giardini, strade, servizi e dotati di pregi singolari[7][8].

Architetture religiose

Aree naturali

Varie

Geografia antropica

Urbanistica

Nel territorio del quartiere Monte Sacro si estendono le intere zone urbanistiche 4A (omonima), 4G Conca d'Oro, 4H Sacco Pastore e 4I Tufello.

Infrastrutture e trasporti

È raggiungibile dalle stazioni Conca d'Oro e Jonio.
 È raggiungibile dalle stazioni di Roma Nomentana e Val D'Ala.

Sport

Calcio

  • A.S.D. Futbol Montesacro che, nel campionato 2019-20, milita nel campionato maschile di Promozione.[9]
  • A.S.D. Sporting Montesacro che, nel campionato 2019-20, milita nel campionato maschile di Promozione.[10]

Pallacanestro

  • Basket Roma che, nel campionato 2019-2020, milita nel campionato maschile di Serie C Gold.[11]
  • Tiber Roma che, nel campionato 2019-2020, milita nel campionato maschile di Serie C Gold.[11]
  • Roma Team Up che, nel campionato 2019-2020, milita nel campionato maschile di Serie C Silver.[12]
  • Roma Nord 2012 che, nel campionato 2019-2020, milita nel campionato maschile di Serie D.[13]
  • A.S.D. Montesacro che, nel campionato 2019-2020, milita nel campionato maschile di Serie D.[14]

Note

  1. ^ ArchiDiAP, Maio, Città-Piazza Sempione.
  2. ^ ArchiDiAP, Francesca08, Città-Giardino Aniene.
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Istituzione
  4. ^ Cesare De Simone, Roma città prigioniera. I 271 giorni dell'occupazione nazista (8 settembre '43-4 giugno '44), Mursia, 1994.
  5. ^ Delibera n. 18 del 13 gennaio 1925 del Regio Commissario Filippo Cremonesi.
  6. ^ Delibera n. 2187 del 9 aprile 1926 del Governatore Filippo Cremonesi
  7. ^ Studio Polazzo, La Casa della G.I.L. a Montesacro in Roma.
  8. ^ Ciccone, Casa G.I.L. a Montesacro.
  9. ^ La squadra sul sito Tuttocampo
  10. ^ La squadra sul sito Tuttocampo
  11. ^ a b Il campionato regionale sul sito della FIP
  12. ^ Il campionato regionale sul sito della FIP
  13. ^ Il campionato regionale sul sito della FIP
  14. ^ Il campionato regionale sul sito della FIP

Bibliografia

  • Bruno Bonomo, Il quartiere delle Valli. Costruire Roma nel secondo dopoguerra, Milano, FrancoAngeli, 2007, ISBN 978-88-464-8811-4.
  • Giorgio Carpaneto e altri, I quartieri di Roma, Roma, Newton Compton Editori, 1997, ISBN 978-88-8183-639-0.
  • Giorgio Carpaneto, Quartiere XVI Monte Sacro, in I Rioni e i Quartieri di Roma, vol. 7, Roma, Newton Compton Editori, 1991.
  • Sara Fabrizi, La storia di Montesacro. Dalla preistoria ai giorni nostri, Typimedia, 2018, ISBN 978-8885488076.
  • Claudio Rendina e Donatella Paradisi, Le strade di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2004, ISBN 88-541-0208-3.
  • Claudio Rendina, I quartieri di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2006, ISBN 978-88-541-0594-2.

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