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Acido tranexamico

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Acido tranexamico
Nome IUPAC
acido trans-4-(amminometil)-cicloesancarbossilico
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC8H15NO2
Massa molecolare (u)157.21
Numero CAS1197-18-8
Numero EINECS214-818-2
Codice ATCB02AA02
PubChem5526
DrugBankDBDB00302
SMILES
C1C(CCC(C1)C(=O)O)CN
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
irritante
attenzione
Frasi H315 - 319 - 335
Consigli P261 - 305+351+338 [1]

L'acido tranexamico (in inglese tranexamic acid) è una molecola usata in medicina per l'inibizione del sistema della fibrinolisi.

Il meccanismo d'azione si basa su un blocco della formazione di plasmina, attraverso l'inibizione dell'attività proteolitica degli attivatori del plasminogeno, risultandone alla fine un'inibizione della lisi del coagulo di sangue (fibrinolisi). La sostanza viene, quindi, classificata come antifibrinolitico (inibitore della fibrinolisi).

Origine e produzione

L'acido tranexamico è una sostanza sintetica, strutturalmente riconducibile all'amminoacido lisina.

Meccanismo d'azione

L'acido tranexamico blocca il sito di legame della lisina sull'enzima fibrinolitico plasmina, essenziale per il legame alla fibrina della plasmina. In questo modo, il normale effetto della plasmina, la lisi del coagulo di sangue (fibrinolisi) risulta bloccato. A dosi basse, l'acido tranexamico agisce da inibitore competitivo della plasmina, mentre a dosi alte risulta un inibitore non competitivo.

Farmacocinetica

Assorbimento e biodisponibilità

Dopo somministrazione orale, la biodisponibilità dell'acido tranexamico è pari al 30-50%. Il volume di distribuzione corrisponde a 9-12 L. L'emivita è di 2 ore.

Ricambio (metabolismo)

L'acido tranexamico viene metabolizzato nel fegato in quantità limitata. Nelle urine, si trovano come metaboliti l'acido carbossilico (1% della dose somministrata) e la forma acetilata dell'acido tranexamico (0,1% della dose somministrata).

Eliminazione

L'eliminazione avviene al 95% attraverso i reni e le vie urinarie (eliminazione renale).

Interazioni

Fattore XI. Nella somministrazione contemporanea di acido tranexamico e fattore IX, si osserva un aumento del rischio di trombosi.

Campi d'applicazione

Estrazioni dentarie o sanguinamenti gengivali nell'emofilia. Nella prevenzione o riduzione dei sanguinamenti.

Iperfibrinolisi generalizzata e/o locale. Riduzione dell'iperfibrinolisi causata da un eccesso di plasmina (iperplasminemia) o come conseguenza di un trattamento trombolitico con, ad esempio, streptochinasi. Un'aumentata fibrinolisi locale può manifestarsi negli interventi chirurgici alla prostata e alle vie urinarie, nei sanguinamenti recidivanti del tratto gastrointestinale, nella colite ulcerosa, nell'ipermenorrea (aumento dei sanguinamenti mestruali) essenziale o indotta da IUD, nei sanguinamenti nasali e dopo estrazioni dentarie, nei pazienti con disturbi della coagulazione (coagulopatie).

Antidoto per fibrinolitici. Un'altra applicazione dell'acido tranexamico è l'uso come antidoto per bloccare i fibrinolitici, quali streptochinasi, urochinasi, alteplase, reteplase e tenecteplase. In alternativa, è possibile somministrare anche l'inibitore della proteasi (antiplasmina) aprotinina (Trasylol), ritirato dal commercio negli Stati Uniti nel novembre 2007.

Angioedema ereditario (HAE).

Sanguinamento gastro-intestinale superiore per favorire l'emostasi.

Dosi e somministrazione

Adulti

Estrazioni dentarie nell'emofilia. 10 mg/kg di peso corporeo per dose individuale, somministrati lentamente per via endovenosa (o come infusione) prima di estrazioni dentarie. 25 mg/kg di peso corporeo di dose giornaliera per via orale, suddivisi in 3-4 somministrazioni singole. In alternativa, possono essere somministrati 25 mg/kg di peso corporeo per dose individuale, suddivisi in 3-4 somministrazioni singole al giorno per via orale, prima di estrazioni dentarie.

La dose standard nella fibrinolisi locale corrisponde a 1-2 fiale, somministrate lentamente per via endovenosa (0,5-1 g di acido tranexamico), possibilmente come breve infusione della durata di 10 minuti, o 2-3 compresse rivestite per due-tre volte al giorno. Nella fibrinolisi grave generalizzata, viene somministrato 1 g (2 fiale) e.v. lentamente ogni 6-8 ore, cioè 15 mg/kg di peso corporeo.

A causa dell'eliminazione quasi esclusivamente renale della sostanza, nell'insufficienza renale la dose va ridotta, soprattutto nell'uso prolungato, per prevenire l'accumulo di acido tranexamico nel plasma. Il numero delle dosi singole al giorno viene ridotto a seconda dei livelli sierici di creatinina.

Bambini e ragazzi

Estrazioni dentarie nell'emofilia. 10 mg/kg di peso corporeo per dose individuale, somministrati lentamente per via endovenosa (o come infusione) prima di estrazioni dentarie. 25 mg/kg di peso corporeo di dose giornaliera per via orale, suddivisi in 3-4 somministrazioni singole. In alternativa, possono essere somministrati 25 mg/kg di peso corporeo per dose individuale, suddivisi in 3-4 somministrazioni singole al giorno per via orale, prima di estrazioni dentarie.

A causa dell'eliminazione quasi esclusivamente renale della sostanza, nell'insufficienza renale la dose va ridotta, soprattutto nell'uso prolungato, per prevenire l'accumulo di acido tranexamico nel plasma. Il numero delle dosi singole al giorno viene ridotto a seconda dei livelli sierici di creatinina.

Effetti collaterali

  • Reazioni allergiche. Gli effetti collaterali possono essere sia sistemici (colpiscono tutto l'organismo), sia sotto forma di eruzioni cutanee.
  • Formazione di trombi. L'acido tranexamico può condurre, specialmente in pazienti con tendenza congenita o acquisita alla trombosi (trombofilia) alla formazione o all'aumento di trombosi. Le trombosi possono in seguito provocare delle embolie (embolia polmonare, ictus).
  • Fibrillazione atriale. Aumentato rischio di ictus.
  • Disturbi visivi. L'acido tranexamico può provocare disturbi visivi nell'uomo. In sperimentazioni sull'animale, sono state descritte lesioni della retina.

Controindicazioni

  • Allattamento. L'acido tranexamico passa nel latte materno (in concentrazione molto limitata).
  • Sanguinamenti del tratto urinario. In seguito all'impiego di acido tranexamico, possono comparire ostruzioni degli ureteri, con conseguente stasi urinaria.
  • Trombosi. Le trombosi (già presenti) vengono ulteriormente favorite dalla somministrazione di acido tranexamico.

Sepsi e CID (coagulazione intravasale disseminata).

L'utilizzo come anticoagulante aumenta di 2 volte il rischio di gravi insufficienze renali [2].

Nel novembre 2007, secondo il “Financial Times”, la Bayer AG ha ritirato dal mercato statunitense l'anticoagulante, commercializzato in USA dal 1993.

Note

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