Veni, vidi, vici

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Cippo con inciso Veni Vidi Vici a Zile in Turchia.

Veni, vidi, vici (lett. Giunsi, vidi, vinsi) è la frase con la quale, secondo la tradizione, Gaio Giulio Cesare annunciò la straordinaria vittoria riportata il 2 agosto del 47 a.C. contro l'esercito di Farnace II del Ponto a Zela, nel Ponto.

Le parole vengono citate nella Vita di Cesare (50, 6), una delle famose Vite parallele del biografo e storico greco Plutarco.

«Subito marciò contro di lui con tre legioni e dopo una gran battaglia presso Zela lo fece fuggire dal Ponto e distrusse totalmente il suo esercito. Nell'annunziare a Roma la straordinaria rapidità di questa spedizione, scrisse al suo amico Marzio tre sole parole: «Venni, vidi, vinsi».»

Non contento di aver stupito il Senato, per sottolineare la vittoria davanti all'intero popolo romano, nel trionfo Pontico, il terzo dei cinque che celebrò nel 46 a.C.

(LA)

«inter pompae fercula trium verborum praetulit titulum "Veni, vidi, vici" non acta belli significantem sicut ceteris, sed celeriter confecti notam.»

(IT)

«...tra le barelle del corteo fece portare avanti un'iscrizione di tre parole, "Venni, vidi, vinsi" che evidenziava non le azioni di guerra, come negli altri casi, ma la caratteristica della rapida conclusione.»

Ancora oggi tale locuzione è utilizzata, spesso ironicamente, per indicare un'impresa compiuta con un successo rapido, totale e senza grosse difficoltà.

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