Il paese dei campanelli

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Il paese dei campanelli
Una scena da Il Paese dei Campanelli
in un allestimento della Compagnia Alfa Folies di Torino
nella foto Claudio Bertoni e Rosalba Cuni
GenereOperetta
MusicaCarlo Lombardo
Virgilio Ranzato
LibrettoCarlo Lombardo
AttiTre
Prima rappr.23 novembre 1923
TeatroTeatro Lirico di Milano
Autografo
  • Bombon
  • Nela
  • Ethel
  • Pomerania
  • Hans (tenore)
  • La Gaffe
  • Attanasio Prot
  • Tarquinio Brut
  • Basilio Blum
  • Tom
  • Un consigliere

Il paese dei campanelli è un'operetta in tre atti scritta da Carlo Lombardo con la musica di Lombardo e Virgilio Ranzato.
Fu composta nel 1923 ed andò in scena con successo il 23 novembre di quello stesso anno al Teatro Lirico di Milano diretta dal compositore con Lina Di Sambon, Dina Evarist, Piero Zacchetti, Riccardo Massucci e Carlo Rizzo.

Al Teatro La Fenice di Venezia il 16 febbraio 1924 la Primaria Compagnia d'operette Carlo Lombardo mette in scena con successo la prima rappresentazione diretta da Domenico Lombardo con Lina Di Sambon e nel 1927 la Compagnia dei Grandi Spettacoli d'Arte Operettistica con Ines Lidelba, Nella De Campi e Nuto Navarrini.

La Compagnia di Gennaro Gaudiosi porta il titolo al Teatro Petruzzelli di Bari il 30 ottobre 1924 ed a Taranto il 5 novembre dello stesso anno al Politeana Alhambra con la soubrette Cettina Bianchi.

Al Teatro Reinach di Parma va in scena il 22 aprile 1925 per la Compagnia di operette e opere comiche della casa musicale ISAPLIO.

Nel 1940 avvenne la prima rappresentazione nel Teatro Vittorio Emanuele I di Torino.

Fa parte del repertorio operettistico italiano e viene spesso rappresentata anche all'interno dei cartelloni dei principali teatri a fianco delle opere liriche maggiori.

I personaggi principali dell'operetta sono il comandante dei marinai, Hans, sempre intento a tenere sotto controllo l'attendente pasticcione La Gaffe, il borgomastro del paese e la moglie Pomerania (la donna più brutta del villaggio), la romantica Nela e l'avvenente Bon Bon, amiche di Pomerania.

Per il Teatro Verdi (Trieste) è andata in scena la prima volta nel 1953 nel Castello di San Giusto con Anna Campori, Edda Vincenzi ed Elvio Calderoni diretti da Cesare Gallino. In seguito andrà in scena nel Teatro Stabile Politeama Rossetti nel 1970 e nel 1975 con Aurora Banfi, Elena Baggiore, Graziella Porta, Adriana Innocenti, Gino Taddei e Sandro Massimini e nel Teatro Lirico Giuseppe Verdi nel 1997 con Federica Bragaglia ed Ariella Reggio e nel 2007 con Silvia Dalla Benetta e Maurizio Micheli con la regia di Maurizio Nichetti.

Esiste anche una prosa RAI dell'11 dicembre 1954, con Arturo Bragaglia, Lola Braccini e regia di Silverio Blasi.

L'intreccio

L'intreccio è molto semplice e ruota intorno ad una vicenda di incroci multipli di coppie, peraltro trattata con leggerezza e bonaria ironia.

Nella località – governata da un borgomastro e consiglieri comunali creduloni – le abitazioni hanno sopra la porta un campanello magico inattivo da sempre ma che per motivi misteriosi secondo una leggenda potrebbe suonare nel caso in cui all'interno della casa l'angelo del focolare cadesse nella tentazione di compiere un adulterio.

Le cose si complicano quando al porto approda una nave di aitanti marinai, presto conquistati dalle signore del villaggio allietate dalla novità. I campanelli cominciano a fare il loro dovere, allertando la popolazione maschile che potrà a sua volta rifarsi quando, con un'altra nave, e in conseguenza di uno sciagurato equivoco, giungeranno in paese le mogli dei marinai le quali, prima di riprendersi i mariti, potranno ripagarli di egual moneta concedendosi una vacanza di distrazione con gli abitanti del luogo. Lo scampanellio, a quel punto, sarà totale ma, come in ogni operetta che si rispetti, la quadratura del cerchio e il lieto fine – complice la languidezza della musica – sono dietro l'angolo, appena prima del calar del sipario.

Trama

L'operetta è ambientata in un paesino in Olanda in cui su ogni tetto sono posti dei campanelli; secondo una leggenda, questi sarebbero “le guardie” del focolare domestico e inizierebbero quindi a suonare nel momento in cui una donna si appresti a tradire il marito[1].

Atto I

Nel villaggio sono subito messi in evidenza tre personaggi con le rispettive mogli:

  • Attanasio: borgomastro e marito di Pomerania, una vecchia e brutta signora assai scortese con lui.
  • Basilio: marito di Nela, la più dolce delle ragazze del villaggio, pronta a servire e riverire il coniuge.
  • Tarquinio: è il più buffo; è marito di Bombon, la più lasciva del villaggio; questa è l'unica ad aver girato un po' il mondo e ad aver avuto dei “precedenti”, innamorandosi di un galantuomo di Amsterdam; è sempre vestita elegantemente (e nella maggior parte degli allestimenti cambia abito più volte nel corso della rappresentazione) e passa il tempo a posare per cartoline e organizzare feste (quando entra in scena infatti è di ritorno dalla “festa dei fiori”).

Un giorno attracca al porto del villaggio una nave inglese di ritorno dal Giappone che deve rimanere lì per qualche giorno a causa di un guasto al motore. Il capitano Hans si invaghisce subito di Nela e resta abbastanza scettico rispetto alla storia dei campanelli (che crede sia appunto solo una favola e che inoltre non è stata ancora verificata). A un certo punto entra in scena La Gaffe (marinaio pasticcione, come suggerisce il nome) giunto in ritardo perché voleva raggiungere i suoi tramite una scorciatoia, ma si è perduto.

Hans gli comunica che nel paese non ci sono donne, o meglio, che le donne non sono per loro, visto che nessuna vuole verificare che la leggenda sia vera o meno. La Gaffe propone quindi di inviare un telegramma all'Olympia Theatre di Londra per far arrivare delle canzonettiste e viene incaricato da Hans di spedire un telegramma anche a sua moglie per avvisarla del ritardo dato dal guasto.

Di notte il capitano riesce alla fine a sedurre Nela e Bombon a conquistare La Gaffe, che la corteggia, anche se lei non si fa incantare troppo: è una donna molto sicura di sé e non sarà l'amore a farle scegliere se divenire o no amante di La Gaffe.

Bombon alla fine invita il marinaio a raggiungerla in casa, ma lui non sa quale sia la dimora della amata e così fa un'altra gaffe ed entra in quella di Pomerania, la donna più brutta e acida del villaggio. I cadetti si uniscono quindi alle donne del villaggio e i campanelli iniziano a squillare su tutte le case e ciò fa capire ai mariti che la loro quiete coniugale è stata turbata e inizia quindi l'ostilità contro i nuovi venuti.

Atto II

Il giorno seguente La Gaffe ha un breve dialogo con Pomerania in cui lei scopre che lui è venuto a visitarla il giorno precedente e si esalta di ciò; alla fine però il marinaio riesce a liberarsene.

Quindi vi è una lite tra Bombon, La Gaffe e Tarquinio, dopo il quale si decide che sarà La Gaffe a posare con Bombon per le sue cartoline (e ci sarà poi un brano basato su queste).

Quindi dopo la “Giavanese” i tre mariti si trovano faccia a faccia con La Gaffe, Hans e un altro ufficiale e si decide all'unanimità che i mariti potranno stare con le canzonettiste per via del danno subito.

Vi è poi un lungo scambio di battute tra Bombon e Nela, dove la prima cerca di disincantare la seconda e farle capire che il capitano non la ama davvero (lei infatti sa che è già maritato, ma non lo dice all'amica). Comunque Nela anche se incerta cede ancore alle lusinghe del capitano.

Arrivano al villaggio anche le canzonettiste che vengono riconosciute come le mogli degli ufficiali da La Gaffe, che si rende conto di aver invertito i telegrammi.

Per via degli accordi, i marinai decidono di mandare in visita alle ragazze i mariti del villaggio, ma quando si rendono conto che quelle sono le loro mogli si adirano tantissimo.

Atto III

Il capitano Hans cerca di riappacificarsi con la moglie e alla fine Nela con gran tristezza capisce di essere stata ingannata.

A un certo punto si viene a conoscenza del resto della leggenda: si dice che se in un particolare giorno dalle sei del mattino alle sei di sera non ci saranno tradimenti, il villaggio sarà liberato dalla magia dei campanelli, altrimenti durerà per altri venticinque anni fino ad arrivare a un altro giorno in cui sarà possibile annullare l'incantesimo con le stesse modalità.

Si dà il caso che il magico giorno sia proprio il giorno della partenza dei marinai che appunto lascerebbero il porto alle sei con le loro mogli.

La Gaffe però decide di portare l'orologio del paese avanti di un'ora, così da poter unirsi a Bombon prima di partire; ma il trucco di La Gaffe non funziona e suonate le sei (che sarebbero le cinque) i campanelli iniziano a squillare.

Infine i cadetti e le loro mogli partono, lasciando infranto in cuore di Nela e alleggerendo quello dei mariti del villaggio, che alla fine si riappacificano con le spose.

Note

  1. ^ FreeTogether onlus, Il paese dei campanelli. URL consultato il 13 gennaio 2019.

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