Controllo sociale

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Il controllo sociale è l'insieme delle attività dirette a controllare e ad uniformare il comportamento degli individui in una società, facendo rispettare le norme e le aspettative di gruppo sociale o politico dominante.

Caratteristiche

Le personalità intellettuali che più di altre si sono occupate, o si occupato, degli studi sul concetto di controllo sociale, sono Edward Ross, Émile Durkheim, Travis Hirschi, Russel G. Smith, Stanley Cohen, Talcott Parsons, George Homans, Robert K. Merton, Roger Nett, Harry M. Johnson, Colin Crouch, Giovanni Sartori e Danilo Campanella. Il concetto in questione è stato trattato, in origine, su un piano prevalentemente sociologico, per poi passare a un'analisi psicologica, in particolare, psicologico-comportamentale e cognitivo, anche alla luce delle moderne scoperte e speculazioni dell'intelligenza artificiale. Secondo il pensiero di Émile Durkheim, il controllo sociale rappresenta l'idea che la società possa influenzare in modo coercitivo il comportamento del singolo soggetto, andando a generare, talvolta, comportamenti di rifiuto dello status quo e comportamenti anti-convenzionali. Egli concepiva la società come una entità esterna all'individuo, che esiste prima di esso e che ne influenza il comportamento; il concetto è stato ampliato da altri autori, in particolare, arricchendolo all'interno del contesto dell'omologazione, trattata in Italia sia come costruzione di una nuova personalità sociale, nel caso del soggetto di massa di Danilo Campanella[1], sia come decostruzione, come nel caso della teorizzazione di Homo videns in Giovanni Sartori.

In filosofia e soprattutto in psicologia comportamentale e cognitiva applicata Danilo Campanella ha introdotto il concetto di "controllo dall'alto"[2] ossia quello dei mass media al servizio del potere politico[3]. Secondo l'autore i media e le nuove tecnologie della terza rivoluzione industriale avrebbero trovato il pieno sviluppo negli anni settanta, sviluppatisi dopo le contestazioni del Sessantotto[2][4]

Per il politologo Giovanni Sartori il controllo sociale sarebbe un fenomeno tipico del postmodernismo, in particolare riferimento alla nascita del quinto potere, che avrebbe decostruito l'uomo a immagine e somiglianza del capitalismo[5]. Questo è un processo antropologico uniformativo[6], che, secondo il filosofo e saggista Noam Chomsky conduce ad un medesimo modello di vita per un unico tipo di cittadino: pacifista, lavoratore, consumatore[7].

Tipologia

In ogni società il controllo sociale opera sull'individuo su due livelli:

  • Il controllo informale, o interno, corrisponde al processo di socializzazione. Questa è distinta in:
    • Primaria. Viene condotta dalla famiglia, comporta una prima elementare assimilazione delle norme sociali.
    • Secondaria. Viene condotta dagli altri gruppi di appartenenza quali ad es. il gruppo dei pari o le istituzioni scolastiche.
  • Il controllo formale, o esterno, è il controllo attuato dalle istituzioni, dalle norme penali e dalle sanzioni, ossia da agenti esterni che sorvegliano la condotta dell'individuo.

Sanzione sociale

Per Pietro Rescigno "là dove l’ordinamento statuale rinuncia o sceglie di non giungere" proprio la censura pubblica può sostituire il vincolo giuridico imposto dalle norme di diritto positivo: grazie al precetto imposto dalla società può realizzarsi "un’originale vitalità del diritto, sia pure affidata a forme nuove rispetto alla concezione propria dei moderni; ed esso va completato, come si è detto, con la menzione delle autonomie collettive private a base non territoriale"[8].

In questi casi l'esclusione o la riprovazione dei gruppi sociali o degli ambiti territoriali ben delimitati, può addirittura essere più efficace della sanzione giuridica (persino quella espressa nella forma della pena); accade in quelle realtà "che rispecchiano esigenze e moduli organizzativi legati ai luoghi, le autonomie collettive", che "possono essere una fonte di diritto di cui lo stato si avvale nella disciplina di particolari rapporti, o divenire il solo fattore produttivo di un regime vincolante"[8].

Ma può accadere anche in contesti professionali particolarmente conchiusi: "lo strumento della sanzione sociale che risulta essere più efficace in un contesto socioeconomico maggiormente integrato, quale quello del distretto. Nell’ambiente distrettuale, infatti, l’«ostracismo dalla comunità» non ha solo effetti economici, la negazione di credito per i periodi futuri, ma ha connotati anche sociali risultando essere un forte disincentivo per comportamenti opportunistici da parte del debitore"[9].

Note

  1. ^ Riccardo Narducci, La teoria del “soggetto di massa” in Danilo Campanella come diagnosi del vulnus della coscienza nel postmodernismo, in Scienze e Ricerche, n. 38, 1º ottobre 2016
  2. ^ a b Danilo Campanella, La contestazione del '68 e la crisi dell'autorità: nasce dell'era del controllo dall'alto, su Riflessioni.it, ottobre 2014. URL consultato il 27 novembre 2014.
  3. ^ Noemi Mastropierro, Sociologia della devianza, Criminologia (Corso A), Università Cattolica del Sacro Cuore, Anno Accademico 2019/2020, p. 2., su studocu.com.
  4. ^ Danilo Campanella, 2015.
  5. ^ Giovanni Sartori, 2009, p. 145.
  6. ^ Riccardo Narducci, 2016, pp. 89-90.
  7. ^ Edward S. Herman e Noam Chomsky, 2008.
  8. ^ a b Pietro Rescigno, 2009, p. 83.
  9. ^ Fabrizio Cafaggi, 2004, p. 466.

Bibliografia

  • Fabrizio Cafaggi (a cura di), Reti di imprese tra regolazione e norme sociali. Nuove prospettive tra diritto ed economia, Bologna, Il Mulino, 2004, ISBN 978-88-15-10198-3.
  • Danilo Campanella, Da Homo Sapiens ad Homo Videns: come le immagini hanno plasmato l'essere umano, in Rivista di Scienze Sociali, n. 13, 10 settembre 2015.
  • A. Di Corinto e T. Tozzi, 3.7.1. Il Controllo Sociale, in Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete, Hacker Art, 2002.
  • Edward S. Herman e Noam Chomsky, La fabbrica del consenso. La politica e i mass media, Milano, Il Saggiatore, 2008, ISBN 8856500078.
  • Riccardo Narducci, La teoria del “soggetto di massa” in Danilo Campanella come diagnosi del vulnus della coscienza nel postmodernismo, in Scienze e Ricerche, n. 38, 1º ottobre 2016.
  • Pietro Rescigno, Pluralità di ordinamenti ed espansione della giuridicità, in Pietro Rossi (a cura di), Fine del diritto?, Bologna, Il Mulino, 2009, DOI:10.978.8815/143020, ISBN 978-88-15-13323-6.
  • Giovanni Sartori, Homo videns, Roma/Bari, Laterza, 2009, p. 145, ISBN 9788842061564.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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