Pulicaria dysenterica
Incensaria comune | |
---|---|
Pulicaria dysenterica | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi II |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Inuleae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Inuleae |
Genere | Pulicaria |
Specie | P. dysenterica |
Nomenclatura trinomiale | |
Pulicaria dysenterica (L.) Bernh., 1800 | |
Nomi comuni | |
Menta selvatica |
L'Incensaria comune (nome scientifico Pulicaria dysenterica (L.) Bernh., 1800) è una pianta erbacea, perenne a fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome generico (pulicaria) deriva dal latino “pulicarius” (= simile alle pulci) e si riferisce alle proprietà “anti-pulci” di alcune sostanze contenute nella pianta[1]; mentre L'epiteto specifico (dysenterica) fa riferimento ad un'altra proprietà medicamentosa contro la dissenteria.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Pulicaria dysenterica) è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, e successivamente perfezionato dal medico tedesco e botanico Johann Jakob Bernhardi (1774-1850) nella pubblicazione ” Systematisches Verzeichnis der Pflanzen, welche in Gegend Erfurt gefunden werden um der” del 1800[2].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'altezza di queste piante può variare normalmente da 3 a 7 dm. La forma biologica della specie è emicriptofita scaposa (H scap); ossia sono piante perennanti con gemme poste al livello del suolo con fusto allungato e mediamente foglioso. Tutta la pianta si presenta con debole odore aromatico non molto gradevole e simile alla menta. Può essere considerata di tipo cespitosa in quanto diffondendo dalle radici forma densi ammassi di piante.
Radici
[modifica | modifica wikitesto]Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
[modifica | modifica wikitesto]- Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma strisciante a portamento obliquo.
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta con pochi rami arcuato-corimbosi e nudi (o con poche brattee) verso l'infiorescenza; nella parte alta il fusto è lanoso.
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Sono presenti sia foglie basali che caulinari (tutte comunque inserite sul fusto). La lamina è intera a forma lanceolata e sessile. La superficie è percorsa da nervi reticolati ed è pubescente.
- Foglie basali: le foglie basali sono secche alla fioritura.
- Foglie cauline: le foglie lungo il caule sono alterne, hanno la base allargata e sono cordato-amplessicauli.
Dimensione delle foglie: larghezza 2 cm; lunghezza 5 cm.
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]L'infiorescenza è formata da medi capolini su più ramificazioni. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sottile sorregge un involucro emisferico, composto da più squame a disposizione embricata (a spirale) e poste in 3 - 4 serie che fanno da protezione al ricettacolo nudo sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati (da 20 a 30) di colore giallo brillante, molto più lunghi dell'involucro e quelli interni tubulosi (altrettanto numerosi – da 40 a 100 - e di colore giallo più scuro). Diametro dei capolini: 15 – 30 mm. Diametro dell'involucro: 6 mm.
Fiore
[modifica | modifica wikitesto]I fiori sono zigomorfi (quelli ligulati), attinomorfi(quelli tubulosi); sono inoltre tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.
- Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
- * K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[3]
- Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: i fiori periferici (ligulati) sono nastriformi (provvisti di lunghe linguette – sono decisamente più lunghi dell'involucro), raggianti, e disposti su un unico rango. Quelli del disco centrale (tubulosi) hanno delle corolle tubulari a 5 denti.
- Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo. Le antere alla base sono prolungate in una appendice filiforme (antere caudate).
- Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma profondamente bifido ma appiattito e cigliati all'apice; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo.
- Fioritura: da luglio a settembre/ottobre.
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]I frutti sono degli acheni con pappo. L'epidermide dell'achenio è caratterizzata da lunghi cristalli[4]. Il pappo è composto da peli (14 – 20) circondati alla base da una corona di squame membranose. Dimensione dell'achenio: 1,5 mm. Lunghezza dei peli: 4 mm.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Euri-Mediterraneo
- Distribuzione: è una pianta comune su tutto il territorio italiano comprese le Alpi. Si trova anche sui vari rilievi europei ad esclusione delle Alpi Dinariche. Fuori dall'Europa si trova nell'Africa del Nord e in Asia temperata.
- Habitat: l'habitat tipico per questa specie sono i fanghi, i prati umidi, le paludi e i fossi; ma anche zone temporaneamente inondate, megaforbieti s.l. e popolamenti a felci. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[6]:
- Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
- Classe: Molinio-Arrhenatheretea
- Ordine: Potentillo-Polygonetalia
- Classe: Molinio-Arrhenatheretea
- Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza della Pulicaria dysenterica (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[7] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[8]). Il genere di appartenenza (Pulicaria) è abbastanza numeroso comprendente secondo alcuni autori fino a un centinaio di specie.
Il numero cromosomico di P. dysenterica è: 2n = 18[9].
Il basionimo per questa specie è Inula dysenterica L. (1753)
Variabilità
[modifica | modifica wikitesto]Questa specie presenta un certo dimorfismo in base al clima caldo-freddo. Al sud i capolini sono più piccoli, mentre al nord sono più grandi[10]. Nella flora orientale è descritta la seguente varietà[11]:
- var. stenophylla Boiss. (1875)
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
- Aster dysentericus (L.) Scop.
- Diplopappus dysentericus (L.) Bluff & Fingerh.
- Inula dysenterica L.
- Pulicaria antidysenterica Bubani (1899)
- Pulicaria dysenterica (L.) Bernh subsp. dentata (Sm.) Holmboe (1914)
- Pulicaria dysenterica (L.) Bernh subsp. uliginosum Nyman (1879)
- Pulicaria dysenterica (L.) Bernh var. microcephala Boiss. (1875)
- Pulicaria dysenterica (L.) Bernh var. ramosissima Lecoq & Lamotte (1847)
- Pulicaria gracilis Heimerl
- Pulicaria repens Fischer ex Trev. (1819)
- Pulicaria uliginosa Stev. (per alcuni Autori individua una varietà a capolini più piccoli)
Specie simili
[modifica | modifica wikitesto]Oltre alle specie dello stesso genere (Pulicaria vulgaris Gaertn. - Incensaria fetida: le foglie sono più piccole, ondulate e quasi accartocciate, mentre l'infiorescenza non è corimbosa in quanto i capolini sono disposti in posizioni intermedie lungo il fusto) l'Incensaria comune può essere confusa con specie di altri generi quali Inula, Buphthalmum, Telekia e altre ancora.
Usi
[modifica | modifica wikitesto]Farmacia
[modifica | modifica wikitesto]- Sostanze presenti: nell'olio essenziale di questa pianta sono contenuti diversi composti come i flavonoidi, acetileni, idrocarburi sesquiterpenici, monoterpeni ossigenati, β-cariofillene e derivati timolo[12]
- Proprietà curative: astringenti (limita la secrezione dei liquidi come la dissenteria)[13]
- Parti usate: soprattutto il rizoma.
Altri usi
[modifica | modifica wikitesto]Insetticida: anticamente si usava il suo profumo per allontanare le pulci e altri insetti.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato l'8 febbraio 2011.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato l'8 febbraio 2011.
- ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
- ^ Botanica Sistematica, p. 523.
- ^ Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 149.
- ^ a b Flora Alpina, Vol. 2 - p. 462.
- ^ Botanica Sistematica, p. 520.
- ^ Strasburger, vol. 2 - p. 858.
- ^ Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato l'8 febbraio 2011.
- ^ Pignatti, Vol. 3 pag 49.
- ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 9 febbraio 2011.
- ^ Basta A., Tzakou O., Couladis M., Pavlovic. M, Chemical Composition of Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. from Greece, in Phytochemlstry, 64,275-283 (2003).
- ^ Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato il 9 febbraio 2011.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 49, ISBN 88-506-2449-2.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 462.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 149, ISBN 88-7621-458-5.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pulicaria dysenterica
- Wikispecies contiene informazioni su Pulicaria dysenterica
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Pulicaria dysenterica Flora delle Alpi Marittime Database
- Pulicaria dysenterica Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database
- Pulicaria dysenterica Erbe e fiori del Cuneese
- Pulicaria dysenterica[collegamento interrotto] GRIN Database
- Pulicaria dysenterica Tropicos Database
- Pulicaria dysenterica[collegamento interrotto] ZipcodeZoo Database