Blocco Egiziano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 17 ott 2023 alle 16:03 di InternetArchiveBot (discussione | contributi) (Recupero di 1 fonte/i e segnalazione di 0 link interrotto/i.) #IABot (v2.0.9.5)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Blocco Nazionale
StatoEgitto (bandiera) Egitto
SedeIl Cairo
Fondazione16 agosto 2011
Dissoluzione19 settembre 2012
IdeologiaLiberalismo[1][2][3]
Secolarismo
CollocazioneCentro-sinistra[4]
ColoriRosso, bianco e nero
Sito webwww.elkotlaelmasreya.com/

Il Blocco Egiziano (in arabo الكتلة المصرية?, al-Kutla al-Miṣriyya) è un'alleanza elettorale egiziana formata da diversi partiti e movimenti politici liberali, socialdemocratici e di sinistra ma anche dal Partito Sufi di Liberazione, d'impianto conservatore, per contrastare la paventata probabile vittoria dei Fratelli Musulmani e del loro affiliato Partito Libertà e Giustizia nelle elezioni parlamentari egiziane del 2011.

I 15 gruppi che costituiscono il Blocco Egiziano condividono la comune visione dell'Egitto come "Stato civile e democratico" e temono che in caso di vittoria dei fondamentalisti, nelle elezioni del novembre 2011 l'Egitto possa tramutarsi in uno Stato islamico in cui l'appartenenza alla religione dominante e la militanza diventino un fattore dirimente nella guida dei giochi politici, economici e culturali del Paese.[1]

La costituzione della coalizione è stata annunciata pubblicamente il 15 agosto 2011 al Cairo.[5] L'obiettivo dell'assemblea costituente del partito è stato subito quello di presentare una lista unica di candidati alle elezioni parlamentari, di raccogliere insieme i necessari fondi per finanziare le spese della campagna. L'alleanza appoggia la proposta del Primo ministro Isam Sharaf di un "decreto costituzionale" che possa impedire ai fondamentalisti l'emendamento unilaterale della Costituzione provvisoria, approvata nel 2011, o l'approntamento di una nuova Carta costituzionale, anche in caso di vittoria elettorale e di una maggioranza parlamentare dei fondamentalisti. Gli analisti vedono la formazione come un "tentativo finale" del campo liberale e secolare di contrastare l'avanzata dei consensi della Fratellanza Musulmana nel panorama politico dell'Egitto post-rivoluzionario.[1]

Le ambizioni programmatiche dell'alleanza sono quelle di istituire in Egitto uno Stato moderno e civile, in cui la scienza giochi un ruolo importante, e di creare una struttura statale in cui dominino l'eguaglianza e la giustizia sociale. I fini che si propone il Blocco includono anche una speciale attenzione per assicurare un miglior standard di vita alla parte più povera della popolazione, indicando gli snodi fondamentali nell'istruzione, nella sanità e nell'assegnazione di abitazioni decenti. Invoca una democrazia pluralistica e multipartitica e rifiuta ogni discriminazione religiosa, razziale e sessuale.[6]

Anche numerosi leader di spicco dello storico partito nazional-liberale del Neo-Wafd sono confluiti nell'alleanza, malgrado il partito non abbia aderito al Blocco.[1][7]

A fine ottobre 2011, il Partito dell'Alleanza Socialista Popolare e il Partito Comunista Egiziano hanno rotto i contatti col Blocco Egiziano, affermando che il Blocco includeva elementi del vecchio regime e hanno dato vita alla Coalizione delle Forze Socialiste. Il Partito Socialista egiziano ha seguito questo esempio.[8]

Ai primi di novembre del 2011, molte altre forze hanno abbandonato il Blocco, e sono rimasti a far parte dell'alleanza solo il Partito dei Liberi Egiziani, il Partito Socialdemocratico Egiziano e il Tagammuʿ.[2][4]

I partiti che hanno abbandonato il Blocco hanno fondato nel settembre 2012 la Coalizione Rivoluzionaria Democratica, coinvolgendo anche altre forze sindacali e di movimento.

Organizzazioni componenti

[modifica | modifica wikitesto]
Partiti e organizzazioni che rimangono a far parte del Blocco
Componenti iniziali del Blocco (agosto 2011)
Organizzazioni sociali e sindacali
  1. ^ a b c d e f g Yasmine Saleh, Egypt liberals launch ‘The Egyptian Bloc’ to counter Islamists in Nov. vote, in Al Arabiya News, 16 agosto 2011. URL consultato il 4 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2011).
  2. ^ a b Liberal Egyptian Bloc launches its 2011 election campaign, in Ahram Online, 1º novembre 2011. URL consultato il 12 novembre 2011.
  3. ^ Salma Shukrallah, Election fever hits Egypt as parties form coalitions to compete for first post-Mubarak parliament, in Ahram Online, 19 Aug 2011. URL consultato il 5 Sep 2011.
  4. ^ a b Jodi Sanger-Weaver, Elections in Egypt: The Muslim Brotherhood, Theocracy and Democracy, in Prospect, novembre 2011. URL consultato il 12 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2011).
  5. ^ Hussein Mahmoud, Newly Formed Egyptian Bloc to Compete in Elections, FJP Welcomes, in Ikhanweb, 16 agosto 2011. URL consultato il 4 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2014).
  6. ^ a b c d e f g 14 Liberal, leftist and Sufi forces create electoral bloc in Egypt, in Ahram Online, 15 agosto 2011. URL consultato il 5 settembre 2011.
  7. ^ a b c Egypt political parties coalesce in readiness for parliamentary elections, in Egypt.com, 13 settembre 2011. URL consultato il 14 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2012).
  8. ^ a b c Sarah Raslan, Revolution Continues Alliance stabilises, one day ahead of registration deadline, in Ahram Online, 23 ottobre 2011. URL consultato il 12 novembre 2011.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Politica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di politica