Occhiali da vista
Gli occhiali sono un oggetto personale di uso comune composti da una montatura e da due lenti atte a correggere imperfezioni della vista dovute a vizi refrattivi o a insufficienze nella funzionalità oculare.
Storia
Seneca pare che indichi nelle sfere di vetro un mezzo per ingrandire le immagini. Plinio scrive che Neronem principem gladiatorum pugnas spectasse smaragdo, che da taluni è intesa come testimonianza dell'uso di uno smeraldo a fini ottici. Francesco Redi nel 1678 pubblica una Lettera intorno alla invenzione degli occhiali nella quale attribuisce l'invenzione degli occhiali a Salvino degli Armati di Firenze, che per lungo tempo ha ricevuto in memoria monumenti, scuole e strade. Purtroppo questo ed altri testi son giudicati apocrifi. I documenti sicuramente veri e ancora esistenti intorno a questa invenzione sono invece localizzabili in Veneto, a partire dal dipinto del cardinale Ugone di Provenza eseguito da Tommaso da Modena nel 1352. La predica del 23 febbraio 1305 a Firenze da parte di Fra' Giordano da Rivalta (consultabile nei codici Riccardiani, Ashburnhamiano e Palatino) sottolinea che non è ancora 20 anni che si trovò l'arte di fare occhiali che fanno vedere bene.
Infine, nei Capitolari delle Arti Veneziane del 1284, si distinguono gli occhiali (roidi da ogli) dalle lenti d'ingrandimento (lapides ad legendum), e si prevedono pene per chi fabbrica occhiali in vetro: significa che l'arte di costruirli non è recente, poiché solo un'arte consolidata è remunerativa in maniera tale da giustificare una contraffazione.
È probabile che qualche cristallere spinto dal basso prezzo del vetro e dalla maggior facilità di lavorazione commerciasse questo spacciandolo per cristallo. Particolarmente importante per la nostra ricostruzione risulta il Capitolare del 2 aprile 1300, dove al capitolo XL(40) vengono indicati una serie di oggetti tra i quali figurano le lenti d'ingrandimento e per la prima volta le lenti per occhiali (roidi de botacelis et da ogli e lapides ad legendum). Faranno seguito un nuovo capitolare nel 1301 e successivi fino al 1330, passando dal latino al volgare e assumendo la dizione: rodoli de vero per ogli per lezer.
Già dal 1100 la Serenissima cogliendo l'importanza di mantenere segreta l'arte della produzione del vetro confinò le fornaci sull'isola di Murano con la scusa della pericolosità di queste nell'ambito di una città costruita prevalentemente con il legname del Cadore e della Carnia, e pertanto vietava espressamente ogni fonte di traffico a forestieri e veneziani sia interna che esterna. Si evidenzia perciò che la produzione di lenti a Venezia era oramai fortemente presente.
Il 23 febbraio del 1305 si registra una predica presso la chiesa di Santa Maria Novella in Firenze ove il domenicano beato Giordano da Pisa o Rivalto comunica al popolo che "non è ancora venti anni che si trovò l'arte di fare gli occhiali che fanno vedere bene, ch'è una delle migliori arti e delle più necessarie che 'l mondo abbia, ed è così poco che si trovò: arte novella che mai non fu... io vidi colui, che prima le trovò, e fece e favellaigli." Di qualche anno dopo è il documento della Cronaca del convento domenicano di S.Caterina (Pisa), ove risiedeva il beato Giordano in cui si ricorda frate Alessandro della Spina morto nel 1313 "modesto e buono, il quale quello che fatto vedeva sapeva egli rifare. Gli occhiali (ocularia) che altri per primo aveva fatto e non voleva comunicarne il segreto, fece egli ed a tutti comunicò lieto (ylari) e volonteroso" .
Questi due documenti, saranno il principio di un falso settecentesco ad opera di Francesco Redi in Lettera attorno all'invenzione degli occhiali scritta nel 1678, di Leopoldo del Migliore nel suo libro del 1684 Firenze città nobilissima illustrata, e del Domenico Maria Manni nel suo trattato del 1738 Degli occhiali da naso, inventati da Salvino degli Armati, ove per campanilismo nei confronti della città di Pisa saranno costruiti una serie di documenti, lapidi e busti per attestare la paternità dell'invenzione dell'occhiale alla città di Firenze.
Furono smascherati da Isidoro del Lungo in Arch. Stor. It. LXXVIII, 1920 La vicenda di un'impostura erudita e Alessandro Volpi accademico della Crusca nel 1909.
La probabile verità fu che Giordano da Rivalto presi i voti nel 1280 presso il convento di S.Caterina, si trasferì a Bologna per approfondire i suoi studi prima di raggiungere Parigi dalla quale rientrò nel 1302. Durante il soggiorno a Bologna ebbe modo di conoscere i confratelli veneziani che avevano la loro sede nel cuore pulsante della città, presso la chiesa di San Giacometto a Rialto, e ebbe modo di conoscere e parlare a colui che inventò l'occhiale ma non di conoscerne il segreto della produzione, in quanto vietatissimo dalla Serenissima. Al suo rientro a Pisa il beato Giordano aveva 40 anni (si apprestava pertanto all'età della presbiopia), e frate Alessandro visto un paio di questi portato dal beato Giordano, fu capace di riprodurre, e perciò fu il primo a divulgare in Toscana l'arte della costruzione degli occhiali.
L'applicazione razionale di questo ausilio si deve a Franciscus Donders, oftalmologo olandese, che per primo prescrisse lenti con potere corrispondente alla correzione del difetto visivo.
Adattamento
Se dotati di lente abbrunata (più comunemente detta "filtro"), vengono chiamati "occhiali da sole". Quelli in commercio in Italia devono riportare obbligatoriamente il marchio CE seguito dall'indicazione del grado di schermatura dai raggi ultravioletti (che va da zero a quattro, a volte indicata con degli asterischi) o almeno dalle diciture "100% UV" e "UV 400" atti a comprendere se gli stessi siano o meno indicati all'uso durante la guida.
Esistono in commercio numerosi casi di contraffazione dei marchi di garanzia, ed è bene ricordare che occhiali da sole di bassa qualità, specie se usati in condizioni estreme (come sui ghiacciai), possono generare gravi danni alla retina o portare alla cecità temporanea.
Alcuni occhiali forniti di lenti speciali (diversamente colorate o polarizzate, oppure a "LCD shutter") consentono una visione tridimensionale di immagini bidimensionali (stereoscopia).
Igiene
Se gli occhiali non sono puliti adeguatamente, possono formarsi nel tempo depositi che sono il terreno di coltura ideale, un "collante" per lo sviluppo di colonie di microrganismi patogeni, quali funghi e batteri, che si moltiplicano velocemente e quindi possono provocare infezioni oculari.
Esiste una flora batterica di funghi e batteri che normalmente vivono nell'occhio sano. I microrganismi patogeni, che crescono nell'occhiale o nella lente a contatto sporca, si propagano per via aerea e possono giungere a contatto della cornea, fino a provocare una cheratite.
Voci correlate
- CR39 Materiale di base per lenti organiche infrangibili
- Lente
- Lente a contatto
- Chirurgia refrattiva
- Lorgnette
- Occhiali da sole
- Occhiali asimmetrici
- Policarbonato
- Luxottica
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su occhiali
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su occhiali
Fonti
- Manuale di optometria e contattologia, Anto Rossetti, ed. Zanichelli
- Damiano Rondelli, Storia delle discipline mediche, Hippocrates 2001, ISBN 88-86697-65-1