Porta Pia

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La breccia in una foto d'epoca

Porta Pia è una delle porte che si aprono nelle Mura aureliane di Roma, divenuta particolarmente importante quando, il 20 settembre 1870, il tratto di mura adiacente la porta fu lo scenario della fine del potere temporale dei papi. Dopo cinque ore di cannoneggiamento fu possibile all'artiglieria del Regno d'Italia di aprire una breccia nelle Mura, la cosiddetta Breccia di Porta Pia, che consentì ai bersaglieri italiani di entrare in città (oltre i bersaglieri entrarono anche reparti storici delle fanteria, come il 62° reggimento di fanteria "Sicilia"). Nel punto esatto in cui fu aperta la breccia, una decina di metri verso ovest, è stato eretto un monumento in marmo e bronzo; di fronte alla porta, invece, sul lato esterno, al centro del piazzale di Porta Pia, si trova il Monumento al Bersagliere, eretto nel 1932 da Publio Morbiducci su commissione di Mussolini.

Porta Pia a Roma e la sua gemella di Soriano nel Cimino

Fu costruita per ordine di papa Pio IV (da cui il nome) su disegno di Michelangelo tra il 1561 e il 1565 in sostituzione della Porta Nomentana (che contemporaneamente venne chiusa), che si trovava a meno di un centinaio di metri verso est. La sostituzione si rese necessaria a causa del nuovo assetto urbanistico dell’area, che non poteva più prevedere il transito attraverso l’antica Porta Nomentana per l’accesso alla via omonima. Secondo quanto riferisce il Vasari, Michelangelo presentò al pontefice tre diversi progetti, belli ma a quanto sembra un po’ troppo stravaganti, ed il papa (forse non molto convinto dalla particolarità dei disegni) scelse il più economico[1]. Non conosciamo i tre disegni (solo qualche schizzo per alcuni particolari), né si ha la certezza che l’opera fu effettivamente realizzata sul progetto originario. Di certo l’aspetto attuale ha subito diverse modifiche, giacché una medaglia commemorativa coniata nel 1561 ed un’incisione del 1568 (le uniche documentazioni dell’epoca) rappresentano una porta Pia abbastanza diversa da come appare oggi.

La facciata interna

Inoltre, già una quarantina d’anni dopo la realizzazione della porta le carte topografiche di Roma la rappresentano quasi come un rudere. In ogni caso, quello raffigurato sulla medaglia sembrerebbe essere l’aspetto più vicino al progetto iniziale, anche se non si può escludere che in corso d’opera si sia potuta realizzare qualche variazione e revisione progettuale, soprattutto nei particolari; non va dimenticato, infatti, che a quanto sembra il papa tirava al risparmio. Fu comunque l’ultimo lavoro architettonico del Buonarroti, che morì poco prima che l’opera fosse completata. I lavori furono eseguiti da Giacomo Del Duca, che poi realizzò anche Porta San Giovanni.

La maggior parte degli esperti ritiene che l’interesse principale di Michelangelo fosse rivolto più all’aspetto teatrale-pittorico della porta che non a quello funzionale. È infatti collocata alla fine della strada Pia, che riprendeva il tracciato dell’antica “Alta Semita” e proseguiva poi per l’attuale via XX Settembre, a concludere con un prospetto frontale imponente un lunghissimo rettifilo che aveva inizio dal Quirinale. Per un maggiore effetto scenico la porta era quindi un po’ arretrata rispetto alla linea delle mura, alla quale era collegata con due tratti di muro laterali obliqui, sovrastati dalla stessa merlatura della porta, ed era ad una sola arcata (come appare nella medaglia), con la facciata rivolta verso la città, mentre all’esterno si presentava con un semplice fornice.

Una seconda arcata venne aperta intorno al 1575 per agevolare il transito del traffico, notevolmente aumentato per la chiusura della vicina porta Nomentana, come è puntualmente riportato sull’iscrizione che si trova sul fornice centrale:

PIVS IV PONT MAX
PORTAM PIAM
SVBLATA NOMENTANA EXTRVXIT
VIAM PIAM AEQVATA ALTA SEMITA DVXIT

Le stampe e le incisioni fino al 1577 raffigurano una torre su un lato esterno della porta, che poi appare mozzata; è dubbio se si tratti di un crollo o di un abbassamento voluto per motivi architettonici.


La facciata verso l’esterno della città fu terminata nel 1869 su progetto in stile neoclassico di Virginio Vespignani, il quale sembra si sia ispirato ad un’incisione del 1568 che doveva essere abbastanza vicina al progetto originario michelangiolesco. Iniziata nel 1853 con un restauro per i danni subiti due anni prima per la caduta di un fulmine, vennero realizzati anche gli edifici ed il cortile interno. La facciata, in linea con la cinta muraria, ospita due statue, fiancheggiate da quattro colonne: di Sant'Agnese e di Sant’Alessandro, che il Vespignani collocò all'interno di apposite nicchie, secondo la volontà di Pio IX. Il papa volle ricordare in tal modo lo scampato pericolo corso in occasione del crollo della sala d'udienza del convento di S.Agnese, che sorgeva lì nei pressi, dove il 12 aprile 1855 si era recato in visita. Durante il cannoneggiamento del 1870, le due statue subirono un grave danno e, dopo un lungo restauro, furono ricollocate in sede nel 1929.

Struttura di Porta Pia vista dal lato esterno

Sopra il fornice esterno è stata apposta una lunga iscrizione a ricordo dello scampato pericolo:

HIEROMARTYRIBVS MAGNIS ALEXANDRO PONT MAX AGNETI VIRG
QVORVM TROPAEIS VIA NOMENTANA NOBILITATVR
PIVS IX PONTIFEX MAXIMVS ANNO SACRI PRINC XXIII
PORTAM PIAM NOVIS OPERIBVS COMMVNITAM EXORNATAM DEDICAVIT
DECESSORI INVICTO SOSPITATRICI SVAE
IOSEPHO FERRARIO ANTISTITE VRBANO PRAEFECTO AERARI

All'interno dei fabbricati che, formando un cortiletto, uniscono le due facciate della porta e che un tempo erano utilizzati per l’ufficio doganale, si trova il Museo Storico dei Bersaglieri con la tomba monumentale di Enrico Toti.

La decorazione del lato della porta all’interno della città, realizzata da Michelangelo, ricorda una bacinella con un asciugamano intorno e un sapone al centro. La leggenda vuole che si tratti di uno scherzo dell’artista, che in tal modo voleva ricordare l’origine di papa Pio IV, un Medici che non apparteneva alla nota famiglia fiorentina, ma che pare discendesse da una famiglia di barbieri milanesi[2]. Inoltre, sotto la finestra destra della stessa facciata è stato grossolanamente scolpito un mascherone ghignante, incompiuto, con le ali uncinate (in cui il popolo romano ha voluto riconoscere lo stesso Michelangelo), mentre sotto l’altra finestra c’è un masso appena sbozzato: potrebbe trattarsi di una prova della fretta con cui vennero conclusi i lavori.

Esiste una copia perfetta di Porta Pia, a Soriano nel Cimino (VT). Si tratta di una monumentale porta in peperino, pietra tipica di Soriano nel Cimino, che è l'ingresso monumentale al paese provenendo dal Monte Cimino, che fu voluta ed eretta nel 1771, su disegno di Michelangelo Buonarroti, dal Principe Carlo Albani allora signore di Soriano nel Cimino. Questa scoperta è stata considerata di immenso valore dagli studiosi e storici che solamente in tempi recenti hanno rilevato l'impressionante uguaglianza del corpo centrale delle due porte.Rimangono differenti gli edifici nei quali sono collocate.

Note

  1. ^ Così racconta il Vasari: '“Ricercato a questo tempo Michelagnolo dal Papa per Porta Pia d’un disegno, ne fece tre tutti stravaganti e bellissimi, che ‘l papa elesse per porre in opera quello di minore spesa, come si vede oggi murata, con molta sua lode.”'
  2. ^ Giggi Zanazzo così spiega lo “scherzo”, con il suo dialetto moderno: '“Sopra la porta Pia, sur frontone in arto che sta dde faccia a la via Venti Settembre, si cce fate caso, c’è uno scherzo de pietra fatto dall’architetto che ha fabbricato quela porta. Siccome dice ch’er papa che l’ha fatta fa’ ne vieniva dé discendenza de la famija d’un barbiere, l’architetto pe ffallo sapé a tttutto er monno, cià fatto scurpì quella gran cunculina, co’ ddrento in mezzo un ppezzo de sapone e ‘ntorno a la cunculina er si sciuttamano co la su’ bbrava frangia de qua e dde llà. Scherzo che dar medemo architetto è stato messo puro de qua e dde llà de la porta medema”'

Bibliografia

  • Mauro Quercioli, '”Le mura e le porte di Roma”', Newton Compton Ed., Roma, 2005
  • Laura G. Cozzi, ”Le porte di Roma”. F.Spinosi Ed., Roma, 1968

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