Jacopo Mostacci
Jacopo Mostacci (Messina o Pisa, prima del 1240 – dopo il 1262) è stato un poeta italiano della Scuola siciliana.
Biografia
Varie ipotesi sono state formulate sulla suo origine[1]: secondo la rubrica del canzoniere Palatino Jacopo Mostacci sarebbe nato a Pisa [2], ma un'altra ipotesi, più accreditata[1], lo considera nativo di Messina e successivamente esule in Abruzzo. Falconiere ufficiale di Federico II di Svevia (1240), fu ambasciatore in Aragona per conto di Manfredi, figlio di Federico II, nel 1262.
Opere
È autore di quattro canzoni di gusto arcaico e provenzaleggiante, conservate nel manoscritto Vaticano Latino 3793, tra le opere di Rinaldo d'Aquino e Cielo d'Alcamo; in esse dominano i motivi convenzionali del timore per la perdita dell'amore e della necessità di nascondere il proprio sentimento.
Questi sono gli incipit:
- Amor ben veio che mi fa tenire
- A pena pare ch'io saccia cantare
- Umile core e fino e amoroso
- Mostrar vorria in parvenza
Partecipò anche ad una tenzone poetica sulla natura e origine di Amore con Giacomo da Lentini e Pier della Vigna composta da:
- Sollicitando un poco meo savere di Jacopo Mostacci
- Però ch'amore non si pò vedere di Pier della Vigna
- Amore è uno desio che ven da' core di Iacopo da Lentini
Note
- ^ a b Aniello Fratta, Jacopo Mostacci, Enciclopedia Federiciana, Vol. II, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
- ^ «messer Jacopo Mostacci di Pisa» (canzoniere Palatino 418)
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina di Jacopo Mostacci
- Wikiquote contiene citazioni di o su Jacopo Mostacci
Collegamenti esterni
- Aniello Fratta, Jacopo Mostacci, Enciclopedia Federiciana, Vol. II, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani