Godfrey Harold Hardy

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Godfrey Harold Hardy

Godfrey Harold Hardy (Cranleigh, 7 febbraio 1877Cambridge, 1º dicembre 1947) è stato un matematico britannico. Fellow della Royal Society, è noto per i suoi contributi in teoria dei numeri e analisi matematica. Era chiamato "Harold" solo da pochi amici intimi, altrimenti "G. H.".

Fra i non appartenenti alla comunità matematica è noto per il suo Apologia di un matematico, un saggio del 1940 sull'estetica della matematica. L'apologia è spesso considerata una delle migliori introspezioni nella mente di un matematico ed è una delle più riuscite descrizioni di cosa significhi essere un artista creativo. Un curioso aneddoto è legato a questo libro: Hardy tentò il suicidio, si salvò e fu convinto da Charles Percy Snow a scrivere l'apologia. Pochi anni dopo la pubblicazione ritentò il suicidio e quella seconda volta gli fu fatale.[1]

Il suo ruolo di mentore, a partire dal 1914, del matematico indiano Srinivasa Ramanujan è divenuto celebre. Hardy riconobbe quasi immediatamente lo straordinario talento naturale di Ramanujan, e i due divennero stretti collaboratori. In un'intervista di Paul Erdős, quando gli fu chiesto quale fosse il suo più grande contributo alla matematica, Hardy rispose senza esitazione che era stato la scoperta di Ramanujan. Hardy definì la loro collaborazione "l'unico incidente romantico della mia vita".

Biografia

Dopo aver frequentato il Winchester College, Hardy entrò al Trinity College di Cambridge nel 1896, dopo essersi classificato quarto all'esame del Tripos. Anni dopo, Godfrey Harold Hardy volle abolire il sistema del Tripos poiché sentiva che stava diventando un fine piuttosto che un mezzo. Mentre era all'università, Hardy si unì agli Apostoli di Cambridge, una società segreta di intellettuali. Concluse i suoi studi conseguend il suo M.A. nel 1903.

Insegnò all'Università di Cambridge dal 1906 fino al 1919, quando la lasciò per occupare la Savilian Chair of Geometry a Oxford, in conseguenza allo scandalo riguardante Bertrand Russell durante la Prima guerra mondiale. Tornò a Cambridge nel 1931, quando vi venne nominato Sadlerian Professor; mantenne l'incarico fino al suo pensionamento nel 1942.

Era associato al Bloomsbury Group e agli Apostoli di Cambridge; G. E. Moore, Bertrand Russell e J. M. Keynes erano suoi amici.

Spesso era impegnato nella politica, se non addirittura un attivista. Prese parte alla Union of Democratic Controf durante la Prima guerra mondiale, e al movimento For Intellectual Liberty nei tardi anni trenta.[2]

Era un ateo, e, secondo coloro che lo conoscevano meglio, un omosessuale non praticante (una definizione di Littlewood). Hardy non si sposò mai, e nei suoi ultimi anni fu la sorella a prendersi cura di lui.[3]

Era un grande appassionato di cricket.[4]

Nel suo necrologio, un ex-studente afferma He was an extremely kind-hearted man, who could not bear any of his pupils to fail in their researches ("Era una persona di animo estremamente gentile, che non poteva sopportare che qualcuno dei suoi allievi potesse fallire nelle proprie ricerche"). — E. C. Titchmarsh (1950).

Opera

A Hardy si attribuisce il merito di aver riformato la matematica inglese portando rigore al suo interno, caratteristica che già apparteneva alla matematica continentale (francese, svizzera, e tedesca). Infatti, i matematici inglesi erano rimasti fortemente legati alla tradizione della matematica applicata, schiavi della fama di Isaac Newton. Hardy si trovava maggiormente in sintonia con i metodi dominanti in Francia e promosse energicamente la sua concezione della matematica pura, in particolare scagliandosi contro l'idrodinamica, una branca importante della matematica di Cambridge.

Dal 1911 collaborò con J. E. Littlewood in un ampio lavoro su analisi matematica e teoria dei numeri analitica. Questo lavoro (assieme a molto altro) condusse a un progresso quantitativo sul problema di Waring, inteso come parte del metodo del cerchio di Hardy-Littlewood, come divenne noto. Nella teoria dei numeri primi, dimostrarono alcuni risultati assieme a notevoli risultati condizionali. Questo fu un fattore importante nello sviluppo della teoria dei numeri come sistema di congetture; esempi ne sono la prima e la seconda congettura di Hardy-Littlewood[senza fonte].

Hardy è anche noto per aver formulato la Legge di Hardy-Weinberg, un principio basilare della genetica delle popolazioni, indipendentemente dal medico Wilhelm Weinberg nel 1908. Hardy ebbe occasione di giocare una partita di cricket con il genetista Reginald Punnett che lo introdusse al problema: fu così che un estimatore della matematica pura finì per diventare il fondatore incosapevole di una branca della matematica applicata.

Matematica pura

Hardy preferiva che il suo lavoro fosse considerato matematica pura, forse a causa del suo odio per la guerra e gli usi militari a cui la matematica era stata applicata. Egli fece numerose asserzioni simili a questa, nella sua Apologia :

"I have never done anything 'useful'. No discovery of mine has made, or is likely to make, directly or indirectly, for good or ill, the least difference to the amenity of the world." [1]

"Io non ho mai fatto niente di 'utile'. Nessuna mia scoperta ha fatto o potrebbe fare, direttamente o indirettamente, nel bene o nel male, la minima differenza per la piacevolezza del mondo."

Comunque, oltre ad aver formulato il principio di Hardy-Weinberg nella genetica delle popolazioni, il suo famoso lavoro sull'integrazione delle partizioni con il suo collaboratore Ramanujan, conosciuto come formula asintotica di Hardy-Ramanujan, fu largamente applicato in fisica quantistica per le funzioni dei nuclei atomici (per prima usata da Niels Bohr), e per derivare funzioni termodinamiche del sistemi non interagenti nella statistica di Bose-Einstein.[5]

Questo dimostra che nonostante Hardy volesse la matematica "pura" e priva di qualsiasi applicazione, in realtà molto del suo lavoro ha trovato applicazione in altri rami della scienza.

Note

  1. ^ L'aneddoto è riportato come nota in "Incompletezza. La dimostrazione e il paradosso di Kurt Godel" di Rebecca Goldstein, ed. Codice.
  2. ^ David Leavitt, Il matematico indiano
  3. ^ Confermato da Marcus du Sautoy nella sua opera L'Enigma dei Numeri Primi; definisce la sua relazione di amicizia con Srinivasa Ramanujan la "cosa più romantica della sua vita", seppur non ci sono mai state conferme che essa fosse una relazione omosessuale, nel suo Apologia di un matematico.
  4. ^ La sua passione per il cricket è ricordata nella Prefazione di Charles P. Snow all'"Apologia di un matematico".
  5. ^ Statistica di Bose-Einstein

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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