Bruno Caneva

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Bruno Caneva
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Salto con gli sci
Termine carriera1935
 

Bruno Caneva (Asiago, 2 febbraio 1912Mendoza, 5 agosto 2003) è stato un saltatore con gli sci, militare e criminale italiano, collaborazionista nazifascista. È stato latitante in Argentina per più di quarant'anni.

Biografia

Nel 1930 ottenne la sua prima medaglia nel salto con gli sci ai Campionati italiani, guadagnando il secondo posto. Due anni dopo e nel 1935 guadagnò invece la medaglia d'oro nella medesima disciplina.

Durante la seconda guerra mondiale, aderente al fascismo, divenne sergente e comandante di piazza ad Asiago. Uccise il partigiano Rodino Fontana e venne accusato di collaborazionismo, in particolare di aver partecipato alla strage di Pedescala, nella quale furono trucidate 82 persone.

Dopo la Liberazione si trasferì in Germania, dove divenne istruttore di sci.[1] Il 22 maggio del 1947 fu condannato in Italia dalla Corte d'Assise speciale per l'omicidio di Fontana: scappò quindi in Argentina, protetto dal governatore peronista Blas Brisoli, dove diviene guida alpina e maestro di sport invernali sulle Ande, anche per l'esercito argentino. Era precedentemente stato istruttore del presidente argentino Perón, quand'egli era funzionario militare dell'ambasciata argentina in Italia.[2][3][4] Negli anni successivi la pena di morte emessa dal tribunale speciale italiano fu ridotta a trent'anni e poi a due, finché un procedimento di amnistia gli permise di tornare cinque volte in Italia.[3]

Raggiunto nel 1996 da un giornalista italiano anche a seguito delle notizie sulla cattura del criminale nazista Erich Priebke, si dichiarò sempre estraneo alle vicende a lui imputategli rifiutando l'estradizione per l'indagine sulla strage di Pedescala.[4] Nell'estate dello stesso anno, il pubblico ministero militare Sergio Dini iscrisse lui e il fratello Adelmo nel registro degli indagati. Nel 1997 la procura chiese l'archiviazione del procedimento, accolta nel 1998. Poco dopo, il Comitato vittime civili di Pedescala raccolse nuove testimonianze, il che fece iscrivere nuovamente Caneva nel registro degli indagati.[5] Il 5 ottobre 1999 il procuratore Maurizio Block interrogò Caneva a Mendoza, che si disse innocente dichiarando d'esser stato ricoverato nei giorni in cui i reati ascrittigli erano compiuti.

Secondo Block, i documenti forniti furono «di dubbia valenza», «ma le deposizioni che vorrebbero Caneva sul luogo dell’eccidio non sono processualmente utilizzabili e nessuna prova che Caneva avesse partecipato moralmente o materialmente alla strage». Pochi giorni dopo si decise l'archiviazione per insufficienza di prove.[5] Nonostante ciò, a seguito di ulteriori indagini, il Centro Simon Wiesenthal iniziò negli anni seguenti a fare pressioni sul governo Berlusconi e sull'esecutivo di Néstor Kirchner ai fini di ottenere l'estradizione di Caneva per la strage nazista, richiesta mai inoltrata dalla procura militare italiana.[5][4][3] Morì novantunenne a Mendoza, per un cancro alla prostata, pochi giorni dopo l'assicurazione di Kirchner di occuparsi della vicenda.[5] Aveva una pensione di guerra tedesca e una argentina come istruttore di sci.[2]

Palmarès

Campionati italiani

Note

  1. ^ È morto l'ultimo criminale di guerra italiano, in Corriere della Sera, 8 agosto 2003. URL consultato il 27 maggio 2014.
  2. ^ a b (ES) Rafael Morán, Murió en la Argentina un criminal de guerra italiano, in Clarín, 7 agosto 2033. URL consultato il 27 maggio 2014.
  3. ^ a b c (ES) Roxana Badaloni, El ex fascista Bruno Caneva está grave y no podría ser extraditado, in Los Andes, 23 luglio 2003. URL consultato il 27 maggio 2014.
  4. ^ a b c In Argentina l'uomo della strage, in Corriere della Sera, 17 agosto 1996, p. 11. URL consultato il 27 maggio 2014.
  5. ^ a b c d Antonio Garzotto, È morto Bruno Caneva fu accusato della strage di Pedescala, in La Tribuna di Treviso, 7 agosto 2003, p. 10. URL consultato il 27 maggio 2014.
  6. ^ Salto speciale, l'albo d'oro degli Assoluti, in sito ufficiale FISI, 3 agosto 2006. URL consultato il 27 maggio 2014.

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