Ducati Paso
Ducati Paso | |
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La Paso 906 | |
Costruttore | Ducati |
Tipo | Stradale |
Produzione | dal 1986 al 1992 |
Stessa famiglia | Ducati 750 Sport |
La Ducati Paso fu la prima moto prodotta dalla Ducati in seguito all'acquisizione del marchio da parte del gruppo Cagiva. Fu prodotta in tre versioni, con cilindrate di 750 e 900 cm³. Presentata al Salone di Milano del novembre 1985[1] con lo slogan «Il nostro passato ha un grande futuro», la Ducati Paso 750 deve il proprio nome al pilota Renzo Pasolini, detto "Paso", tragicamente deceduto il 20 maggio 1973 in un incidente di gara sull'Autodromo di Monza durante il Gran Premio delle Nazioni.
750 Paso
Il celebre marchio bolognese, acquistato nel 1983 dal gruppo Cagiva, si lanciò in una nuova avventura per dimenticare i trascorsi oscuri della gestione IRI. La sfida consisteva nel costruire una moto con caratteristiche tecniche e d'immagine innovative in grado di combattere lo strapotere commerciale della produzione giapponese.
Per raggiungere l'ambizioso obiettivo la Ducati si affidò all'ing.Massimo Tamburini, cofondatore della Bimota e che sarà autore di moto di grande successo come la Ducati 916 e le MV Agusta F4 e Brutale. I problemi da superare erano molti ma soprattutto era necessario utilizzare l'unico motore prodotto dalla Ducati, il famoso bicilindrico a L di 90°, serie Pantah, giunto con mille affinamenti fino ai giorni nostri e unico nel panorama mondiale ad essere dotato di distribuzione desmodromica, ma ai tempi affetto da noiosi problemi di affidabilità dovuti per lo più a lavorazioni meccaniche di modesta qualità.
Il progettista riminese vestì il motore con una carenatura integrale, presto copiata dalla concorrenza giapponese, che celava alla vista ogni componente meccanica. La moto venne dotata di dotazioni tecniche di ultima generazione: telaio in tubi quadri d'acciaio al cromo-molibdeno, forcellone posteriore in lega leggera con biellismi ad azionamento progressivo, ruote da 16 pollici con pneumatici di generosa sezione, motore con raffreddamento misto aria-olio, accensione elettronica e strumentazione completissima.
Il tutto per realizzare una moto che costituiva un'assoluta novità nella produzione Ducati di ogni tempo: non una sportiva, ma una moto con espressa vocazione sport-tourer. Nonostante le premesse il successo commerciale stentò ad arrivare poiché la moto era più cara delle concorrenti, aveva prestazioni inferiori (erano dichiarati 73,44 cv a 7.900 giri per 200 km/h di velocità) e aveva ancora qualche limite di affidabilità a causa di un impianto elettrico non troppo a punto e soprattutto di un'alimentazione affidata a un carburatore automobilistico sostanzialmente inadatto a una moto.
906 Paso
Al Salone di Colonia 1988[2] venne presentata la 906 Paso, con cilindrata di 904 cm³ e 88 CV a 8 000 giri per 220 km/h di velocità massima, caratterizzata da raffreddamento a liquido e cambio a 6 marce, anche se restavano invariati ciclistica, impianto elettrico e alimentazione.
907 I.E.
La maturità fu raggiunta con la 907 I.E., presentata al Salone di Colonia 1990[3], che perdette tuttavia il nome "Paso". Il motore restava il medesimo 904 cm³. della Paso 906, ma il carburatore lasciò il posto ad un modernissimo (per i tempi) impianto Weber-Marelli che integrava accensione ed iniezione elettronica risolvendo in un sol colpo i problemi di alimentazione. La potenza salì a 90 CV a 8.500 giri e la velocità a 230 km/h. Anche la parte ciclistica fu modificata con cerchi da 17" che assecondavano una tendenza progettuale tuttora invalsa e diedero alla moto un'agilità e un equilibrio prima sconosciuti.
La produzione cessò nel 1992.
Caratteristiche tecniche
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Cagiva Freccia e Moto Morini Dart
Negli stessi anni il gruppo Cagiva produsse due motocicli con carenatura di stile analogo alla Paso ma in segmenti di mercato inferiori, cercando di sfruttarne il richiamo estetico: la Cagiva Freccia, una 125cc dedicata ai sedicenni, e la Moto Morini Dart, una media cilindrata.
Produzione per modello e per anno
Descrizione\Anno | 1986 | 1987 | 1988 | 1989 | 1990 | 1991 | 1992 | Totale | |
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750 Paso | |||||||||
1986/87 Red | 1 023 | 828 | |||||||
7 / 87 Red Ed. | 450 | ||||||||
7 / 87 White Ed. | 50 | ||||||||
U.S.A. 1986 Red | 2 | 390 | |||||||
Calif. 1987/88 Red | 350 | ||||||||
Calif. 1987/88 Blue | 150 | 100 | |||||||
U.S.A. 1987/88 Red | 1 010 | 55 | |||||||
U.S.A. 1987/88 Blue | 250 | 55 | |||||||
U.S.A. 1987/88 White | 50 | ||||||||
U.S.A. 1987/88 Power | 50 | ||||||||
Calif. 1987/88 Power | 50 | ||||||||
Totale | 1 025 | 3 278 | 560 | 4 863 | |||||
906 Paso | |||||||||
Europe 1988 Red | 502 | ||||||||
Europe 1989 Red | 400 | ||||||||
U.S.A. 1988 Red | 250 | ||||||||
Switz. 1988 Red | 100 | ||||||||
Europe 1988 Blue | 200 | ||||||||
Europe 1989 Black | 100 | ||||||||
Europe 1988 Black | 100 | ||||||||
U.S.A. 1988 Blue | 100 | ||||||||
Switz. 1988 Blue | 50 | ||||||||
Totale | 1 302 | 500 | 1 802 | ||||||
907 I.E. | |||||||||
Europe 1990 | 1 | 1 052 | |||||||
Europe 1992 | 60 | 270 | |||||||
Europe 1992 Black | 110 | ||||||||
U.S.A. 1990 | 195 | ||||||||
U.S.A. 1992 | 146 | 140 | |||||||
U.S.A. 1992 Black | 64 | ||||||||
California 1990 | 55 | ||||||||
California 1992 | 63 | 40 | |||||||
California 1992 Black | 27 | ||||||||
Germany 1992 | 10 | 50 | |||||||
Germany 1992 Black | 20 | ||||||||
Totale | 1 | 1 302 | 500 | 500 | 2 303 | ||||
Totale | 1 025 | 3 278 | 1 862 | 501 | 1 302 | 500 | 500 | 8 968 |
Note
- ^ Nico Cereghini, Ducati Paso 750 Testarossa delle moto, Motociclismo novembre 1986, pag. 101
- ^ Maurizio Gissi, Ducati Paso 906 nuova maxi bolognese, Motociclismo febbraio 1989, pag. 102
- ^ Giovanni Zamagni, Iniezione di stile, Motociclismo gennaio 1991, pag. 103
Bibliografia
- (EN) Motorcycle Classics staff, Tamburini’s Dream Machine: The Ducati Paso 750 - (Tomorrow’s Classics: 1986-1988 Ducati Paso 750)., in Motorcycle Classics, marzo/aprile 2012. URL consultato il 10 novembre 2012.
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