L'africana

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'L'Africana'

Libretto del 1907 dell'opera "Die Afrikanerin"
Titolo originale'L'Africaine'
MusicaGiacomo Meyerbeer
LibrettoEugène Scribe
Atticinque
Epoca di composizionemetà secolo XIX
Prima rappr.28 aprile 1865
TeatroOpéra di Parigi
Personaggi
  • Inés (soprano)
  • Don Diego, padre di Inés, ammiraglio del re (basso)
  • Don Pedro, presidente del Consiglio della Corona (basso)
  • Vasco de Gama, ufficiale della marina portoghese, (tenore)
  • Don Alvaro, membro del Consiglio della Corona (tenore)
  • Sélika, schiava di Vasco e regina degli indiani (soprano)
  • Nélusko, schiavo di Vasco e servitore di Sélika (baritono)
  • Il Gran Sacerdote di Brama (basso)
  • Anna, amica e confidente di Inés (mezzosoprano)
  • Il Grande Inquisitore (basso)

L'Africana (titolo originale L'Africaine, in tedesco Die Afrikanerin) è un'opera lirica drammatica in cinque atti, musicata da Giacomo Meyerbeer (1791 – 1864) su libretto di Eugène Scribe (1791 – 1861). Fu rappresentata con successo per la prima volta postuma il 28 aprile 1865 all'Opéra di Parigi completata e rivista dal compositore belga François-Joseph Fétis con il baritono Jean-Baptiste Faure come Nèlusko.

Il libretto fu commissionato dal Meyerbeer allo Scribe già nel 1837 ma il lavoro del compositore fu presto abbandonato per seguire altri progetti. Ripreso nel 1841, fu nuovamente abbandonato. Nel 1843 Scribe revisiona i primi due atti della vecchia Africaine, Meyerbeer lavora a una nuova intonazione, ma il lavoro non termina. Nel 1850 pare arrivare la svolta: Meyerbeer di lì a un anno prepara la stesura preliminare della nuova opera, che Scribe e Meyerbeer pensano d’intitolare Vasco de Gama; poi è la volta dell’ennesima revisione di Scribe ed il progetto si arresta nuovamente per ricominciare tra il 1856 e il 1857. Nel 1861 con la morte di Scribe Meyerbeer ottiene i necessari aggiustamenti dall’attrice e autrice teatrale Charlotte Birch-Pfeiffer, e da altri e ci si dedicò nuovamente con decisione ma la morte lo sorprese ad opera quasi conclusa.

Nel Regno Unito la prima è stata nel luglio 1865 nel Royal Italian Opera (oggi Royal Opera House), Covent Garden di Londra.

Nel novembre 1865, avviene la prima italiana nel Teatro Comunale di Bologna di "L'africana" nella traduzione di Marco Marcelliano Marcello e J. Nicodemo con Angelo Mariani (direttore d'orchestra) ed il tenore Lodovico Graziani, Antonio Cotogni e Carolina Ferni e nel La Monnaie/De Munt di Bruxelles. Nel 1870 viene rappresentata al Regio Teatro alla Scala di Milano, sempre nella traduzione di M. Marcello con Antonietta Fricci, Mario Tiberini ed Ormondo Maini.

Nel dicembre 1865 avviene la prima nel Teatro Regio di Parma di "L'africana" diretta da Giulio Ferrarini con Giuseppe Capponi (tenore).

Nel 1867 avviene la prima nel Teatro San Carlo di Napoli di "L'africana" diretta da Nicola De Giosa.

Nel 1868 avviene la prima nel Teatro Regio di Torino di "L'africana" diretta da Carlo Pedrotti con Capponi e nel Teatro La Fenice di Venezia diretta da De Giosa (proposta ben quattro volte, per un totale di 59 recite, tra il 1868 e il 1892).

Al Wiener Staatsoper la premiere è stata nel 1870 nella traduzione di Ferdinand Gumbert e fino al 1884 ha avuto 247 rappresentazioni.

Nel 1877 avviene la prima nel Teatro Riccardi (oggi Teatro Donizetti) di Bergamo.

Al Metropolitan Opera House di New York la prima è stata nel 1888, in tedesco, con Emil Fischer (cantante) diretto da Anton Seidl e fino al 1934 ha avuto 71 recite.

Nel 1899 avviene la prima nel Gran Teatre del Liceu di Barcellona.

Nel 1901 avviene la prima nel Politeama Pacini di Catania.

Nel 1905 avviene la prima nel Grand Théâtre de Monte Carlo.

Nel 1910 avviene la prima nel Théâtre de la Gaîté-Lyrique di Parigi.

Al Festival lirico areniano la prima è stata nel 1932.

Nel 1965 va in scena al King's Theatre di Glasgow nella traduzione di Geoffrey Dunn per la Glasgow Grand Opera Society.

Nel 2013 torna in scena a Venezia con Jessica Pratt e Gregory Kunde.

Trama

L'azione si svolge agli inizi del XVI secolo. A Lisbona si svolge un Consiglio della Corona, composto dall'ammiraglio don Diego, dal nobiluomo Alvaro, dal grande Inquisitore, da vescovi e nobili e presieduto dal potente don Pedro. L’argomento è la conquista di nuove terre oltremare al regno del Portogallo, secondo i desideri del re stesso.

Incombe sul consiglio la sfortunata spedizione verso il Capo delle Tempeste (divenuto poi Capo di Buona Speranza) diretta dall'ammiraglio Bartolomeo Diaz, scomparso con tutti i componenti della spedizione in un naufragio. Inaspettatamente, si apprende che la sfortunata spedizione ha avuto un superstite in Vasco de Gama, del quale è innamorata Inés, figlia dell'ammiraglio don Diego, che lo aveva ormai dato per spacciato.

Vasco viene introdotto ed invitato a parlare al consiglio. Questi perora caldamente l'invio di una seconda spedizione, magnificando le possibilità di conquista di terre favolose ed a riprova delle sue affermazioni, presenta due schiavi catturati durante la spedizione del Diaz e scampati anch'essi alla cattiva sorte: Sélika, regina di una popolazione indigena ed il suo servo Nélusko.

Ma il consiglio non solo respinge le proposte del de Gama, ma lo fa addirittura imprigionare con i suoi due schiavi. In prigione Sélika, che si è nel frattempo innamorata di Vasco, si offre, in cambio del suo amore, di condurre il navigatore alle terre agognate, delle quali è regina. Tutto ciò con gran scorno di Nélusko, innamorato della sua regina, che medita vendetta. Ne ha l'occasione allorché Inés ottiene la scarcerazione di Vasco, il quale dimentica l'indigena per la sua antica fiamma.

Se non che l'ammiraglio don Diego ha promesso in sposa la figlia Inés al potente don Pedro il quale, impossessatosi delle carte nautiche del de Gama, ha armato un veliero con lo scopo di doppiare per primo il Capo delle Tempeste e conquistarsi così la gloria. Sul veliero sono imbarcati anche Inés, Sélika ed il vendicativo Nélusko che, all'approssimarsi della grande prova, prega il dio del mare affinché faccia affondare l'imbarcazione. Don Pedro e Nélusko restano tuttavia entrambi delusi al comparire di un altro veliero portoghese, comandato da Vasco de Gama che ha già doppiato il capo (e lo ha pure ribattezzato Capo di Buona Speranza) e che giunge ad offrir loro aiuto.

Don Pedro ordina ai suoi di eliminare l'intruso ma interviene Sélika in sua difesa minacciando di uccidere Inés: Vasco ha salva la vita ma Sélika viene condannata a morte.

Buon per lei che sopraggiunga un'orda di indiani, i quali attaccano i portoghesi e li massacrano, riconoscendo poi in Sélika la loro regina. Durante le celebrazioni di festa per il ritorno della regina, gli indiani scoprono che un portoghese è scampato al massacro: Vasco de Gama. Per salvarlo Sélika giura che egli è suo sposo, invitando Nélusko a testimoniare la veridicità della sua affermazione: il povero servo, combattuto fra amore e gelosia finisce con l'assecondare obtorto collo la sua regina. Ma Inés era stata risparmiata e da un drammatico colloquio con Sélika nel palazzo reale, quest'ultima si rende conto che non può opporsi all'amore dei due portoghesi e quindi ordina che vengano imbarcati entrambi affinché possano tornare in patria.

Affacciatasi ad un promontorio, la sfortunata Sélika osserva l'amato andarsene definitivamente, quindi si toglie la vita annusando profondamente i fiori di un albero velenoso locale, il manzanillo.

Libretto del 1911 dell'opera
"L'Africana".

Osservazioni

L'incongruenza fra il titolo e la vicenda (Sélika è indiana, non africana) deriva dal susseguirsi di interventi sul libretto originario, che prevedeva che la vicenda fosse incentrata su uno sconosciuto navigatore spagnolo ed ambientata nella Spagna di Filippo III: il navigatore, diretto nelle Americhe, avrebbe fatto naufragio sulle coste africane incontrandovi Sélika e Nélusko. Successivi rimaneggiamenti finirono col far perdere coerenza fra titolo e trama.

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