Woodlark
Woodlark Muyua | |
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Geografia fisica | |
Localizzazione | Melanesia |
Coordinate | 9°07′15″S 152°44′10″E |
Superficie | 739 km² |
Altitudine massima | 365 m s.l.m. |
Geografia politica | |
Stato | Papua Nuova Guinea |
Provincia | Provincia di Baia Milne |
Demografia | |
Abitanti | 3151 (2000) |
Densità | 4,3 ab./km² |
Cartografia | |
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Woodlark è un'isola di coralli[1] di Papua Nuova Guinea, situata nella provincia di Baia Milne.
Geografia e conservazione
È chiamata Woodlark Island, Woodlark o Woodlarks in inglese, e Muyua dagli indigeni[2]; il nome "Woodlark" viene da una nave australiana così chiamata che vi attraccò nel 1836[1].
Ha un'estensione di poco più di 700 km².
La geologia dell'isola è abbastanza complessa: oltre a un nucleo centrale di antica origine vulcanica e a un'importante fascia calcarea di origine corallina, ci sono anche importanti porzioni di origine intrusiva e sendimentaria[3][4].
I principali centri abitati sono Kolumadau e i due porti di Guasopa e Suloga[1]. Complessivamente, gli abitanti ammontano a poco più di 3000.
Fa parte di un più grande gruppo di "Isole Woodlark", che comprende anche Madau and Nusam ad ovest, Nubara ad est e le Isole Marshall Bennett a sudovest.
Nell'isola si trovano oro, argento e zinco[1][3]. Al 2009, non era ancora stata effettuata un'ispezione completa sulle forme di vita abitanti sull'isola[5]. Fra le specie endemiche si annovera il cusco di Woodlark.
Storia
Cinque sacerdoti cattolici e due fratelli furono inviati sull'isola dal Pontificio istituto missioni estere nel 1852; uno dei sacerdoti, Giovanni Mazzucconi, poi beatificato, venne ucciso tre anni dopo da un indigeno che era ostile ai missionari e alla loro religione[6].
L'isola ospitò miniere d'oro dal 1934 al 1938, attività che cessarono con lo scoppio della seconda guerra mondiale[1]. Il 30 giugno 1943 le forze Alleate, nel corso dell'Operazione Chronicle, sbarcarono a Woodlark e Kiriwina[7]; una base aerea (l'attuale aeroporto di Guasopa) venne costruita nei mesi seguenti nella baia di Guasopa dai Seabees.
Nel 2007, un piano della società malese Vitroplant di sfruttare il 70% di Woodlark per la produzione di olio di palma fu bloccato dopo l'opposizione degli abitanti dell'isola[5][8][9]; il progetto era considerato una minaccia per gli organismi endemici dell'isola[9].
Note
- ^ a b c d e f (EN) Muyua Island, su Encyclopedia Britannica. URL consultato il 30 luglio 2014.
- ^ Seligman, p. 40.
- ^ a b (EN) D.S.Trails, The geology of Woodlark Island (PDF), su ga.gov.au, 1961. URL consultato il 7 settembre 2014.
- ^ (EN) D.S.Trails, Geology of Woodlark Island, Papua (PDF), su ga.gov.au, 1967. URL consultato il 7 settembre 2014.
- ^ a b Gascoigne, p. 54.
- ^ Beato Giovanni Mazzucconi, su Santi, beati e testimoni. URL consultato il 30 luglio 2014.
- ^ Rottman, p. 290.
- ^ (EN) 70% of rainforest island to be cleared for palm oil, in Mongabay, Mongabay.com, 13 dicembre 2007. URL consultato il 30 luglio 2014.
- ^ a b (EN) Biofuels versus Native Rights: Planned logging of Woodlark Island for biofuels opposed by islanders and scientists, su Mongabay.com, 12 novembre 2007. URL consultato il 30 luglio 2014.
Bibliografia
- Ingrid Gascoigne, Papua New Guinea (Cultures of the World), 2009-03, Benchmark Books, ISBN 978-0-7614-3416-0.
- Gordon L. Rottman, U.S. Marine Corps World War II Order of Battle: Ground and Air Units in the Pacific War, 1939-1945, Greenwood Publishing Group, 2002.
- C.G. Seligman, The Melanesians of British New Guinea, Cambridge, Cambridge University Press, 1910.
- Sequenze di fotografie (con didascalie o commenti in inglese) sono disponibili su Muyuaisland.Blogspot, Behance.Net, Woodlark Island.