Laudano

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Il laudano, o tintura di oppio, è un composto a base di alcol e oppio. La sua invenzione viene generalmente attribuita al famoso medico d'origine svizzera Paracelso, ma un attento studio sulla sua voluminosa opera scritta avrebbe evidenziato come il laudanum delle ricette di Paracelso non abbia nulla a che vedere con l'oppio; è sufficiente osservare come in queste ricette frequentemente il medico svizzero facesse rientrare l'oppio e il laudano come ingredienti differenti. Per laudanum Paracelso intendeva essenzialmente la resina secreta da foglie e fiori di specie vegetali del genere Costus, in latino nota come ladanum o ledanum e impiegata in medicina sin dai tempi classici. Più raramente, per laudanum Paracelso intendeva un differente rimedio medicinale, un “arcano”, stando alla terminologia propria di questo medico, oggi ancora di difficile identificazione, ma in cui comunque e nuovamente non rientrava l'oppio. Chi associò il laudano all'oppio, attribuendo quest'associazione a Paracelso, furono i suoi discepoli e i suoi seguaci, soprattutto a partire dagli inizi del XVII secolo, quando le ricette oppiacee del “Laudanum Paracelsi” si moltiplicarono e diffusero in tutta la letteratura medica occidentale.[1] La formula odierna è quella proposta nel XVIII secolo dal medico inglese Thomas Sydenham, che lo preparò per primo in forma liquida[2]. E' stato usato nei tempi passati anche come droga. In Italia è attualmente illegale.

Una bottiglietta da 100 ml di Laudano

Etimologia

Il termine laudano è l'italianizzazione di laudanum, un termine, quest'ultimo, coniato dallo stesso Paracelso e appartenente, quindi, al latino umanistico[3]. L'onomaturgia di Paracelso si basa, forse, su un'alterazione linguistica della parola latina ladanum[3], che indicava una resina gommosa estratta da specie del genere Cistus, in particolare dall'arbusto del Cisto marino .

Storia

Durante l'Ottocento fu usato nella guerra di secessione americana per alleviare il dolore dei soldati feriti (soprattutto dopo l'invenzione del fucile a ripetizione), ma anche per alleviare i disagi psicologici e le "tensioni da battaglia". Questa prassi causò la nascita dei primi veri morfinomani (tossicodipendenti da morfina).

Veniva utilizzato, negli ambienti letterari bohémien ottocenteschi (anche dai famosi "poeti maledetti"), mescolato all'assenzio, un costume che faceva diventare quest'ultimo un distillato allucinogeno[4].

Con una fiala di laudano, nel 1862, si suicidò Elizabeth Siddal, consorte e modella di Dante Gabriel Rossetti. L'artista la celebrò due anni dopo nelle vesti della Beatrice dantesca in un dipinto, Beata Beatrix, oggi alla Tate Gallery di Londra.

In Anna Karenina, famoso romanzo di Lev Tolstoj ambientato nel 1880, il personaggio principale, Anna, sotto l'oppressione della gelosia e delle conseguenze disastrose della sua relazione extra-coniugale, inizia ad assumere laudano sempre più spesso per riuscire a dormire. Ciò contribuirà allo sviluppo di idee paranoidi e alla progressiva perdita di controllo di sé stessa.

Bottiglia di laudano o tintura di oppio attualmente in commercio solo per uso medico.

Nel volume di poesia Laudano (2006) di Carmine Brancaccio il medicamento viene descritto allusivamente dall'autore al fine di un viaggio metafisico tra sogno e realtà, dove l'assunzione rappresenta il confine tra malessere personale e del mondo.

Effetti

È un narcotico, con effetti antidolorifici e antispastici simili a quelli degli oppiacei.

Composizione

Si ottiene facendo macerare l'oppio in vino o in una soluzione idroalcolica per alcuni giorni in presenza di aromatizzanti, quali, per esempio, zafferano, cannella e chiodi di garofano, che permettono di mascherare il cattivo sapore dell'oppio.

La presenza di morfina rendeva efficace questa tintura come analgesico. Nell'oppio vi sono però numerosi altri alcaloidi oltre alla morfina, alcuni dei quali sono principi attivi tossici, motivo per cui il laudano è sempre meno impiegato mentre per l'uso è comunque necessaria la consultazione di un medico.

La Farmacopea italiana nel 1929 ne semplificò la preparazione[5].

Dose

Si somministra a gocce (15-20 per volta) e la dose massima giornaliera è 5 grammi[5].

Note

  1. ^ Sigerist H.E., 1941, Laudanum in the works of Paracelsus, in Bulletin of the History of Medicine, vol. 9, pp. 530-544.
  2. ^ Laudano sull'Enciclopedia Treccani
  3. ^ a b laudano, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 20 novembre 2016.
  4. ^ Assenzio e laudano
  5. ^ a b Alberico Benedicenti, Laudano, in Enciclopedia Italiana, XX, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933. URL consultato il 20 novembre 2016.

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