Coordinate: 35°N 136°E

Giappone

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Giappone
Giappone - Localizzazione
Giappone - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoStato del Giappone
Nome ufficiale日本国
Nippon-koku
Nihon-koku
Lingue ufficialiGiapponese (de facto)[1]
CapitaleTokyo  (13 010 287 ab. / 2011)
Politica
Forma di governoMonarchia parlamentare
ImperatoreAkihito
Primo MinistroShinzō Abe
Indipendenza660 a.C. (fondazione dello Stato)
Ingresso nell'ONU18 novembre 1956
Superficie
Totale377 944 km² (60º)
% delle acque0,8%
Popolazione
Totale126 771 000 (stima) [2] ab. (2016) (11º)
Densità343 ab./km²
Tasso di crescita-0.21% (2016 stima)[3]
Nome degli abitantigiapponesi
Geografia
ContinenteAsia
ConfiniMar del Giappone, Oceano Pacifico
Fuso orarioUTC+9
Economia
ValutaYen
PIL (nominale)5 960 269[4] milioni di $ (2015) ()
PIL pro capite (nominale)38,917 $ (2016) (22º)
PIL (PPA)4 778 000 milioni di $ (2015) ()
PIL pro capite (PPA)37 683 $ (2012) (22º)
ISU (2016)0,903 (molto alto) (17º)
Fecondità1,4 (2010)[5]
Varie
Codici ISO 3166JP, JPN, 392
TLD.jp
Prefisso tel.+81
Sigla autom.J
Lato di guidaSinistra (↑↓)
Inno nazionaleKimi ga yo ("Il Regno dell'Imperatore")
Festa nazionale11 febbraio
Giappone - Mappa
Giappone - Mappa
Evoluzione storica
Stato precedente Occupazione del Giappone
 

Il Giappone (AFI: [ʤapˈpoːne][6][7]; in giapponese 日本?, Nihon o ?, Nippon, ufficialmente 日本国?, Nihon-koku o ?, Nippon-koku) è uno Stato insulare dell'Asia orientale.

Situato nell'oceano Pacifico, il Giappone si trova a est del mar del Giappone, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud e Russia. Si sviluppa nell'area compresa tra il mare di Ochotsk nel nord, fino al mar Cinese Orientale e Taiwan nel sud. Il Giappone è un arcipelago composto da 6.852 isole, le cui quattro isole più grandi sono: Honshū, Hokkaidō, Kyūshū e Shikoku (tutte e quattro collegate tramite ponti o tunnel sottomarini), che da sole rappresentano circa il 97% della superficie terrestre del Giappone. Molte isole sono montagne, alcune di origine vulcanica e la vetta più alta del Giappone è il Monte Fuji, un vulcano attivo.[8]

Con una popolazione di circa 127 milioni di abitanti è il decimo Stato più popoloso del mondo. La Grande Area di Tōkyō, che include Tōkyō e numerose prefetture vicine, è di fatto la più grande area metropolitana del mondo con oltre 30 milioni di residenti. Ricerche archeologiche indicano che l'arcipelago è abitato dal Paleolitico superiore. La prima menzione scritta sul Giappone si ha con una breve apparizione in un libro di storia cinese del primo secolo a.C. Alle influenze provenienti dal mondo esterno seguì un lungo periodo di isolamento che caratterizzò profondamente la storia del Giappone. Fin dall'adozione dell'odierna Costituzione il Giappone mantiene una monarchia parlamentare con un imperatore e un parlamento eletto noto come Dieta, rendendolo di fatto l'ultimo impero rimasto nel mondo.

Grande potenza regionale asiatica,[9][10] il Giappone ha la terza maggiore economia per prodotto interno lordo e la quarta maggiore per potere d'acquisto, è anche il quarto maggiore esportatore e il sesto maggiore importatore a livello mondiale. Il Giappone è inoltre uno Stato membro del G8 e del G7 ed è un membro non permanente del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo Stato ha un moderno apparato militare utilizzato per l'autodifesa, per missioni di pace e per aiutare gli alleati all'estero nel rispetto della Costituzione. Il Giappone è uno Stato sviluppato con una qualità di vita molto elevata (ventesimo a livello mondiale). I cittadini giapponesi hanno inoltre la maggiore aspettativa di vita al mondo e il tasso di mortalità infantile è il secondo più basso dietro al Principato di Monaco.[11][12]

Etimologia del nome

Lo stesso argomento in dettaglio: Nomi del Giappone.

In giapponese Giappone si dice Nihon (ascolta) o Nippon (ascolta, più formale e utilizzato in occasioni ufficiali, come eventi sportivi internazionali) e si scrive con i caratteri 日本?, che significano rispettivamente "sole" (?, nichi) e "origine" (?, hon); insieme hanno quindi il significato di "origine del Sole". Per questo motivo il Giappone è spesso identificato come la "terra del Sole nascente" o il "Paese del Sol levante". Questo è di fatto il nome che i cinesi hanno dato al Paese che rispetto al loro si trova a est: all'origine del sole.[13] Prima dell'introduzione del nome Nihon il Giappone era conosciuto con il nome Wa (?) o Wakoku (倭国?).[14]

Il nome Giappone è solo apparentemente un esonimo (ovvero il nome di una località diverso da quello usato dai suoi stessi abitanti). Infatti l'italiano Giappone è affine al francese Japon, al tedesco Japan e all'inglese Japan, i quali derivano tutti dalla pronuncia cinese RìběnP (o RìběnguóP) dei caratteri 日本. Il nome Giappone, unitamente alle omologhe forme nelle altre lingue occidentali, fu introdotto in Europa da Marco Polo, il quale si riferiva al Paese asiatico usando il nome Cipango (o Zipangu),[15] dal cinese Rìběnguó.

Dalla restaurazione Meiji fino alla fine della seconda guerra mondiale il nome completo del Giappone è stato Dai Nippon Teikoku (大日本帝国?), che significa "Impero del Grande Giappone". Da allora il nome ufficiale è diventato Nippon-koku o Nihon-koku (日本国?) in cui il suffisso koku (?) significa "Paese", "nazione" o "Stato".

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Giappone.

Preistoria ed era classica

Hōryū-ji, complesso templare buddista della città di Ikaruga-no-Sato, vicino a Nara: gli edifici più antichi, (il Kondō, la pagoda a cinque piani e la porta centrale) risalgono al periodo Asuka e sono considerati le più antiche costruzioni in legno esistenti al mondo.

I primi segni di civiltà risalgono al XI millennio a.C. circa, con la cultura Jōmon, caratterizzata dal mesolitico al neolitico da uno stile di vita semi sedentario cacciatore-raccoglitore e da una forma rudimentale di agricoltura.[16] Si ritiene che tra la popolazione Jomon vi fossero gli antenati delle attuali popolazioni Ainu e Yamato e che questi perciò rappresentino i discendenti dei primi abitanti del Giappone.[17][18] I vasi di terracotta decorati realizzati in questo periodo costituiscono alcuni dei più antichi esempi superstiti di ceramica al mondo. Vasellami in Giappone: I resti di ceramica più antichi al mondo si trovano nei siti della grotta di Yuchanyan (Hunan, Cina), dove sono datati col metodo del carbonio-14 16100-14500 a.e.v. e a Miaoyan (Guangxi, sempre in Cina), qua invece datati 17100-15400 a.e.v.[19] L'antichità di tali siti è pari, se non superiore d'alcuni millenni,[20] ai siti corrispondenti in Giappone del principio del periodo Jōmon, i siti di Simomouchi e di Odai Yamamoto datati 17000 e 15000 a.e.v.[21]

Il periodo Yayoi, iniziatosi intorno al 300 a.C., segnò l'introduzione di nuove pratiche come la coltivazione del riso e la produzione di oggetti in bronzo e ferro, portate da immigrati dell'Asia continentale orientale.[22] Il Giappone compare per la prima volta in registrazioni scritte nell'Hou Hanshu cinese del 57 d.C., come «il popolo di Wa, formato da più di un centinaio di tribù». Secondo il Libro di Wei cinese il più potente regno giapponese nel III secolo era chiamato Yamataikoku ed era governato dalla leggendaria regina Himiko.

Il Grande Buddha nel tempio di Tōdai-ji, Nara, fuso originariamente nel 752

Durante il periodo Kofun, dal III secolo al VII secolo, si stabilì un centro dominante politico basato nell'area di Yamato, da dove sorse la linea dinastica degli imperatori giapponesi.

Il buddhismo fu importato in Giappone dal regno coreano di Baekje, a cui il Giappone fornì aiuto militare,[23] ricevendo il supporto della classe governante. Il principe Shōtoku si impegnò a diffondere il Buddhismo e la cultura cinese in Giappone. Gli viene attribuito l'aver portato una pace relativa al Giappone attraverso la proclamazione della Costituzione di 17 articoli.

Cominciando con gli editti di riforma di Taika del 645 la corte Yamato intensificò l'adozione di pratiche culturali cinesi e riorganizzò il governo e il codice penale basandosi sulla struttura amministrativa cinese dell'epoca.[24] Ciò preparò la strada al dominio della filosofia confuciana in Giappone fino al XIX secolo. In questo periodo venne utilizzata per la prima volta la parola Nihon (日本?) come nome per lo Stato emergente.

Il periodo Nara dell'VIII secolo segnò il primo emergere di un forte Stato giapponese, centrato intorno alla corte imperiale nella città di Heijō (l'odierna Nara). La corte imperiale si trasferì per un breve periodo a Nagaoka-kyō e quindi a Heian-kyō (ora Kyōto).

Gli scritti storici del Giappone culminarono all'inizio dell'VIII secolo con le cronache epiche del Kojiki e del Nihon Shoki. Queste due cronache danno un resoconto leggendario delle origini del Giappone. Secondo esse il Giappone venne fondato nel 660 a.C. dall'imperatore Jinmu, un discendente della divinità shintoista Amaterasu (la dea del sole). Si dice che Jinmu sia l'antenato della dinastia imperiale, rimasta ininterrotta fino ai nostri giorni. Comunque secondo gli storici il primo imperatore realmente esistito fu l'imperatore Ōjin.

Durante il periodo Heian (794-1185) fiorirono arte, poesia e letteratura autoctone, immortalate all'inizio dell'XI secolo dalla dama di corte Murasaki Shikibu nel Genji monogatari (Il racconto di Genji), il più antico racconto ancora esistente. I reggenti del clan Fujiwara controllarono la politica dell'epoca.

Era medievale

Il samurai Hasekura Tsunenaga, primo ambasciatore ufficiale giapponese alle Americhe ed Europa, nel 1615.

L'era medievale giapponese fu caratterizzata dall'emergere di una classe nobile e colta di guerrieri, i samurai. Nel 1185 in seguito alla sconfitta dei nemici del clan Taira, Minamoto no Yoritomo venne nominato Shōgun a vita e nel 1192 stabilì la sua base di potere a Kamakura. Da allora il titolo di shogun divenne ereditario[25] e il Giappone incominciò a essere governato da una oligarchia militare: con lo shogunato le élite e la popolazione si divisero in caste, pertanto si creò un'organizzazione sociale per certi versi simile ai sistemi feudali occidentali controllata e mantenuta stabile dai samurai.

Dopo la morte di Yoritomo un altro clan guerriero imparentato con lui, il clan Hōjō, divenne reggente per gli shōgun. Lo shogunato Kamakura riuscì a respingere le invasioni mongole nel 1274 e nel 1281 con l'aiuto di una tempesta che venne interpretata dai giapponesi come un kamikaze o "vento divino". Lo shogunato Kamakura durò altri cinquant'anni e venne infine spodestato da Ashikaga Takauji nel 1333. Il successivo shogunato Ashikaga non riuscì a controllare i signori della guerra feudali (daimyō) e ciò provocò lo scoppio di una guerra civile. La guerra Ōnin (1467-1477) viene generalmente considerata come l'anticamera degli "Stati in guerra" o periodo Sengoku.

Nel XVI secolo commercianti e missionari portoghesi raggiunsero per la prima volta il Giappone, dando inizio al periodo Nanban ("barbari meridionali") di attivi scambi commerciali e culturali tra il Giappone e l'Occidente, introducendo anche la religione cattolica. Oda Nobunaga conquistò numerosi altri daimyo utilizzando tecnologie e armi da fuoco europee ed era sul punto di unificare la nazione quando venne assassinato (cfr. "Incidente di Honnōji") nel 1582. Toyotomi Hideyoshi succedette a Nobunaga e unificò la nazione nel 1590. Hideyoshi tentò due volte di invadere la Corea, ma venne ogni volta arrestato dalle forze coreane e dalla dinastia Ming cinese. In seguito a numerose sconfitte e alla morte di Hideyoshi le truppe giapponesi vennero ritirate nel 1597.

Periodo Edo

Una nave shuinsen del 1634: questo genere di navi fu usato per il commercio con l'Asia.

Tokugawa Ieyasu sfruttò – dopo la morte di Hideyoshi – la sua posizione di reggente del figlio di Hideyoshi, Toyotomi Hideyori, e i conflitti sorti tra i lealisti del clan Toyotomi, per ottenere il supporto di diversi signori della guerra da tutto il Giappone. Quando scoppiò la guerra aperta sconfisse i clan rivali nella battaglia di Sekigahara nel 1600. Ieyasu venne nominato shōgun nel 1603 e stabilì lo shogunato Tokugawa a Edo (la moderna Tōkyō).

Dopo aver sconfitto il clan Toyotomi nell'assedio di Osaka nel 1614 e nel 1615 i Tokugawa divennero i governanti del Giappone, imponendo un sistema feudale centralizzato con lo shogun Tokugawa a capo dei domini feudali. Dopo la morte di Ieyasu lo shogunato Tokugawa instaurò diverse misure per controllare i daimyo, tra cui la politica sankin-kōtai di rotazione forzata della residenza tra i feudi ed Edo. Nel 1639 lo shogunato cominciò la politica isolazionista del sakoku («Paese chiuso»), che diede vita a due secoli e mezzo di tenue unità politica conosciuto come periodo Edo. Questo viene spesso considerato come l'apice della cultura medievale giapponese. Lo studio delle scienze occidentali, conosciuto come rangaku, continuò in questo periodo mediante contatti con l'enclave olandese di Dejima a Nagasaki. Il periodo Edo vide la nascita del kokugaku, letteralmente «studi giapponesi», sebbene più correttamente rappresenti lo studio delle origini del Giappone da parte dei giapponesi stessi.[26] Yamaga Soko fu uno stratega che sostenne i princìpi del Bushido, le cui idee ebbero una forte influenza sui Quarantasette Ronin e il Sonnō jōi.

Il lungo governo shogunale del bakufu irrigidì lo schema sociale dell'arcipelago giapponese. La classe dirigente era rappresentata dalla grande nobiltà terriera (Bushi), feudatari dipendenti direttamente dagli Shogun Tokugawa e suddivisi in Daimyo, Hatamoto, Gokenin e Bashin. Il territorio era suddiviso in dieci regioni:

  • Gokinai (le cinque province interne);
  • To kai do (strada per il mare orientale);
  • To san do (strada per i monti orientali);
  • Foku roku do (paese del territorio settentrionale);
  • San in do (strada per la zona ombrosa delle montagne);
  • San yo do (strada per la zona soleggiata delle montagne);
  • Nan kai do (strada per il mare meridionale);
  • Sai kai do (strada per il mare occidentale);
  • isola Iki;
  • isola Tsushima;
  • governo militare di Ezo (Hokkaido).

Giappone moderno

L'imperatore Meiji (1868-1912).

Il 31 marzo 1854 il commodoro Matthew Perry e le "Navi Nere" della marina degli Stati Uniti forzarono l'apertura del Giappone all'Occidente con la Convenzione di Kanagawa. La guerra Boshin del 1867-1868 condusse all'abdicazione dello shogunato e alla restaurazione Meiji, instaurando un governo centrato intorno all'imperatore. Il Giappone adottò numerose istituzioni occidentali, inclusi un sistema legale, un esercito moderno e un sistema parlamentare, quest'ultimo modellato su quello britannico, con Hirobumi Ito come Primo Ministro nel 1882.

Il periodo Meiji di riforme trasformò l'Impero del Giappone in una potenza mondiale, che si imbarcò in diversi conflitti militari per aumentare il suo accesso alle risorse naturali e la sua influenza su Corea e Cina, come la prima guerra sino-giapponese (1894-1895) e la guerra russo-giapponese (1904-1905). Con quest'ultima per la prima volta una nazione asiatica sconfisse una potenza europea. Nel 1910 il Giappone controllava la Corea e la metà meridionale di Sachalin. L'anno successivo i trattati ineguali firmati dal Giappone con le potenze occidentali vennero cancellati.

L'inizio del XX secolo vide un breve periodo di "democrazia Taisho", messa in ombra dalla crescita dell'espansionismo giapponese e della militarizzazione. La prima guerra mondiale permise al Giappone, che combatté al fianco degli Alleati vittoriosi, di espandere la sua sfera di influenza in Asia e i suoi possedimenti coloniali nel Pacifico. Al contempo solamente l'ultimatum di Gran Bretagna e Stati Uniti fece desistere il Giappone dal trasformare la Cina in un suo vassallo (cfr. "Lista delle ventun richieste"). Nel 1920 il Giappone si unì alla Società delle Nazioni, divenendone un membro del consiglio di sicurezza, ma nel 1933 ne uscì in seguito alle critiche per l'occupazione della Manciuria del 1931. Nel 1936 firmò il patto anti-Comintern con la Germania nazista, unendosi all'Asse nel 1940 (Patto tripartito).

Il Giappone attaccò il resto della Cina nel 1937, dando così inizio alla seconda guerra sino-giapponese. In risposta alle sue azioni, alcuni Stati occidentali, tra cui principalmente gli Stati Uniti, il Regno Unito e i Paesi Bassi, imposero un embargo delle forniture di petrolio e altre sanzioni. Il 7 dicembre 1941 l'aviazione giapponese attaccò la base navale statunitense di Pearl Harbor, nelle Hawaii, distruggendola in gran parte. Quest'azione fece entrare nella seconda guerra mondiale gli Stati Uniti, che quattro giorni dopo ricevettero la dichiarazione di guerra da Germania e Italia.

Fungo nucleare su Nagasaki, 9 agosto 1945.

Con progressione costante le forze giapponesi furono respinte o distrutte. Gli Stati Uniti si portarono man mano sempre più vicini al Giappone, e di conseguenza furono in grado di sferrare un numero sempre più alto di bombardamenti strategici su città come Tōkyō e Osaka, culminati infine con il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki. Questi attacchi uccisero diverse centinaia di migliaia di giapponesi e portarono alla conclusione della guerra. Il 14 agosto 1945 il Giappone accettò una resa incondizionata, a cui fece seguito l'organizzazione di un tribunale militare per perseguire i leader giapponesi per crimini di guerra; altri criminali di guerra vennero giudicati in tribunali locali dell'Asia e del Pacifico. L'Imperatore Hirohito ricevette l'immunità e mantenne la posizione di imperatore.

Molti storici criticarono e criticano tuttora il lavoro svolto dal generale Douglas MacArthur e dai suoi collaboratori, volto a esonerare l'Imperatore Hirohito e tutti i membri della famiglia imperiale coinvolti nella guerra, come i principi Yasuhito Chichibu, Tsuneyoshi Takeda, Yasuhiko Asaka, Naruhiko Higashikuni, Kotohito Kan'in e Hiroyasu Fushimi.[27][28][29]

La guerra costò al Giappone milioni di vite e distrusse la maggior parte della struttura industriale e infrastrutturale. Nel 1947 il Giappone adottò una nuova costituzione pacifista, cercando la cooperazione internazionale, enfatizzando i diritti umani e le pratiche democratiche. L'occupazione statunitense durò ufficialmente fino al 1952. Nel 1956 il Giappone divenne membro delle Nazioni Unite. Grazie a un programma di sviluppo industriale aggressivo e con l'assistenza degli Stati Uniti, l'economia giapponese crebbe rapidamente fino a diventare la seconda più grande economia del mondo, con un tasso di crescita medio del 10% per quattro decenni in quello che è stato chiamato miracolo economico giapponese. Questa crescita si arrestò all'inizio degli anni novanta, quando il paese soffrì una grave recessione. A partire dal 2001 il Giappone ha ripreso a crescere grazie alle riforme dell'ex premier Junichiro Koizumi, e ha anche riacquistato prestigio militare, affiancando gli Stati Uniti nella guerra al terrorismo.

L'11 marzo 2011 il Giappone ha subito il terremoto più forte mai registrato nella sua storia (e uno dei più violenti di sempre), con epicentro a 130 km al largo di Sendai; lo tsunami provocato dalla violenta scossa ha prodotto ingenti devastazioni e causato la morte di oltre 15.000 persone, nonché creato grave allarme circa la sicurezza delle centrali nucleari del paese, alla luce del disastro di Fukushima Daiichi, verificatosi nell'impianto nucleare di Fukushima, città sulla costa est del paese.

Geografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Giappone e Geologia del Giappone.
Mappa topografica del Giappone

L'arcipelago giapponese è composto da un totale di 6 852 isole situate al largo delle coste orientali asiatiche, confina con il mar di Ohotsk a nord, l'oceano Pacifico a est, il mar Cinese Orientale a sud e il mar del Giappone a ovest.[30][31] Il Paese, comprese tutte le isole da esso controllate, si trova tra le latitudini 24° e 46° N, e longitudine 122° e 146° E.[30] Le quattro isole principali, da nord a sud, sono Hokkaido, Honshu, Shikoku, Kyushu, le quali formano un arco lungo circa 3 000 km che si apre verso nord-ovest. Le isole Ryukyu, Okinawa compresa, sono situate a sud di Kyūshū.[32]

Il 73% del territorio giapponese è composto da foreste e montagne, rendendolo inadatto per l'uso agricolo, industriale o residenziale.[10][33] Il sistema montuoso principale è costituito dalle Alpi giapponesi, situate al centro di Honshu, a cavallo della fossa tettonica Itoigawa-Shizuoka.[34] La maggior parte delle vette, caratterizzate da forme spigolose e cime scoscese, sfiorano e in alcuni casi superano i 3 000 metri[34] (la vetta più alta è il monte Fuji-san, 3 776 m).[35] Le pianure, delle quali la pianura Kanto è la più vasta, sono situate lungo la costa o lungo le vallate interne.[36]

Le isole del Giappone si trovano in una zona vulcanica all'interno della cintura di fuoco del Pacifico. Esse sono principalmente il risultato di grandi movimenti oceanici verificatisi nel corso di centinaia di milioni di anni, a partire dalla metà del Siluriano sino al Pleistocene, a causa della subduzione della placca delle Filippine sotto la placca dell'Amur e della placca di Okinawa a sud, e della subduzione della placca pacifica sotto la placca di Okhotsk a nord. Il Giappone era originariamente collegato alla costa orientale del continente eurasiatico. I movimenti oceanici hanno spinto il Giappone verso est, formando il Mar del Giappone circa 15 milioni di anni fa.[37]

Il Giappone ha 165 vulcani, di cui 108 attivi.[38][39] Terremoti distruttivi, spesso con conseguenti tsunami, si verificano più volte ogni secolo.[40] Il terremoto del Kanto nel 1923 uccise oltre 140 000 persone.[41] Tra i terremoti più recenti più importanti si ricordano il grande terremoto di Kobe del 1995 e il terremoto del Tohoku dell'11 marzo 2011. Quest'ultimo fece registrare un magnitudo di 9.0,[42] innescando uno tsunami di grandi dimensioni.[43]

Idrografia

Vista aerea del fiume Shinano

A causa della conformazione stretta e allungata delle isole giapponesi, i fiumi che attraversano il Paese sono generalmente brevi. Essi sono inoltre rigonfi durante il disgelo primaverile o le piogge estive, diventando invece esigui corsi d'acqua durante la stagione asciutta; la scarsa profondità e le frequenti rapide ne permettono la navigazione unicamente a imbarcazioni molto leggere. Il fiume più lungo è lo Shinano, nell'isola di Honshu, con un corso di circa 370 km;[44] sull'isola altri fiumi importanti sono il Tone, il Kitakami, il Tenryu e il Mogami.[45] Tra i principali fiumi di Hokkaidō vi sono l'Ishikari, secondo fiume giapponese per estensione del bacino,[46] oltre al Teshio e al Tokachi.[47] Lo Yoshino è il maggiore fiume di Shikoku.[48] Numerosi sono i laghi, alcuni di origine vulcanica, che spesso si formano nelle caldere dei vulcani spenti e altri formati da sbarramenti delle valli fluviali; in gran parte sono situati in montagna, dove spesso sono diventati luoghi di soggiorno estivi. Il principale è il lago Biwa, nell'isola di Honshu, che ha una superficie di 670 km² e una profondità di 104 m.[44]

Clima

La fioritura dei fiori di sakura durante l'hanami

Il clima del Giappone è generalmente temperato ma varia a volte in modo sensibile da nord a sud. La temperatura media invernale è di 5,1 °C, mentre quella media estiva è di 25,2 °C.[49] La più alta temperatura misurata in Giappone è di 41 °C fatta registrare il 12 agosto 2013.[50] La stagione delle piogge incomincia nel mese di maggio a Okinawa. Fondamentalmente è possibile dividere l'arcipelago in sei distinte zone:

  • Hokkaidō, situata all'estremo nord della regione, ha inverni rigidi ed estati fresche con clima prevalentemente montano. Le precipitazioni sono normali, tranne in inverno in cui le isole vengono solitamente sepolte dalla neve.
  • Mar del Giappone a ovest. In inverno vi sono forti nevicate causate dai venti che in estate espongono a brezze fresche la regione. In ogni caso le temperature possono raggiungere a volte picchi elevati (tipico delle regioni toccate dal Föhn).[51]
  • Isola centrale; clima tipico delle parti più interne delle isole, con forti sbalzi di temperatura dall'estate all'inverno e dal giorno alla notte. Poche precipitazioni.
  • Seto Naikai, in cui la zona marina tra Honshū, Shikoku e Kyūshū viene riparata dai monti Chūgoku e Shikoku dai venti caratterizzando l'area con un clima particolarmente mite durante tutto l'anno.
  • Oceano Pacifico; la costa est in cui gli inverni sono rigidi con poche precipitazioni e estati calde e afose.
  • Isole a sud ovest, la cui zona è caratterizzata da un clima subtropicale con inverni caldi e estati torride. Le precipitazioni sono abbondanti e sovente si abbattono tifoni.

Società

Evoluzione demografica

Lo stesso argomento in dettaglio: Giapponesi e Demografia del Giappone.
Ainu, una minoranza etnica del Giappone

Il Giappone ha una popolazione di 127 103 388 abitanti.[2] Avendo una superficie di 372.824 km² ha una densità abitativa di circa 337 abitanti/km², di quasi sette volte superiore alla media mondiale. La popolazione è distribuita in megalopoli, la maggiore delle quali ha il suo centro nella capitale Tōkyō.[52] Quest'ultima ospita 8 535 792 abitanti nella prefettura omonima, ma il tessuto urbano ininterrotto che la collega alle città circostanti conta più di 30 milioni di abitanti.

La società giapponese è linguisticamente e culturalmente omogenea,[53] il 98,5% della popolazione è formato da cittadini di etnia giapponese con un esiguo numero di lavoratori stranieri.[10] Coreani zainichi,[54] cinesi zainichi, filippini, brasiliani per lo più di origine giapponese[55] e peruviani anch'essi di origine giapponese fanno parte dei piccoli gruppi di minoranza presenti in Giappone.[56]

Una famiglia giapponese

Il gruppo etnico nativo dominante è il popolo Yamato; altri gruppi minoritari principali includono gli indigeni Ainu[57] e i Ryukyuani,[58] così come gruppi minoritari sociali quali i burakumin.[59] Nelle Isole Ogasawara vivono gruppi di persone di diverse origini etniche e un decimo della popolazione ha origini europee, americane, micronesiane o polinesiane.[60] La popolazione del Giappone è sostanzialmente etnicamente omogenea (nel 2009, i nati all'estero non naturalizzati costituivano solo l'1,7% della popolazione totale) e gli stessi giapponesi tendono a preservare l'idea del Giappone come una società monoculturale respingendo ogni necessità di riconoscere le differenze etniche in Giappone, benché tali richieste vengano inoltrate dalle stesse minoranze etniche degli Ainu e della gente Ryukyu.[61] L'ex primo ministro giapponese Taro Aso ha una volta descritto il Giappone come una nazione di «una razza, una civiltà, una lingua e una cultura».[62]

L'aspettativa di vita in Giappone è una delle più alte al mondo: 83,5 anni.[63] Ne consegue un tasso di mortalità fra i più bassi al mondo (9,54/1000 ab), con un tasso di natalità altrettanto limitato (7,64/1000 ab) i quali determinano una diminuzione effettiva della popolazione e un suo progressivo invecchiamento. Già oggi un giapponese su quattro ha più di 65 anni, e si stima che nel 2050 questo rapporto salirà a un terzo.[52][64]

I suddetti cambiamenti nella struttura demografica hanno creato una serie di questioni sociali, in particolare un calo della potenziale forza lavoro e l'aumento del costo delle prestazioni di sicurezza sociale, come il piano pensionistico pubblico. Un numero crescente di giovani giapponesi preferisce non sposarsi o non avere una famiglia.[65] Nel 2005 il numero delle morti ha superato per la prima volta dal 1950 il numero delle nascite;[66] nel 2011, la popolazione del Giappone è scesa ancora per il quinto anno consecutivo, di 204 000 persone. Su questi dati incidono i 15 844 morti e i 3 451 dispersi lasciati dallo tsunami,[67] e l'alto numero di suicidi annuali, i quali rappresentano una delle maggiori piaghe del Paese.[68][69]

La popolazione del Giappone dovrebbe scendere a 95 milioni entro il 2050.[64] Per far fronte a questo problema sono state intraprese campagne di sensibilizzazione in favore dell'immigrazione e incentivi per le nascite, in modo da contrastare l'invecchiamento della popolazione della nazione.[70] Inoltre il Giappone naturalizza circa 15 000 nuovi cittadini giapponesi all'anno.[71]

Religione

Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Giappone.
Torii (il portale tradizionale dei templi shintoisti) del santuario di Itsukushima

Il Giappone gode di una piena libertà religiosa ai sensi dell'articolo 20 della sua Costituzione. Secondo una ricerca del 2011 il 22% della popolazione giapponese segue la religione buddista.[72] Secondo un'altra ricerca del 2008 si definiva buddista il 34% dei Giapponesi.[73] Tra il 49% e il 67%, la popolazione giapponese non riferisce una affiliazione a una religione organizzata.[72][73] Di fatto, la grande maggioranza della popolazione è legata a locali santuari e culti shinto, e una larga fetta pratica un sincretismo di scintoismo e buddismo.[10] Tra le minoranze religiose vi sono l'islam, l'induismo, l'ebraismo, il cristianesimo (il quale viene praticato da meno dell'1% della popolazione giapponese[74]) e 217.155 testimoni di Geova.[75] Infine, a partire dalla metà del XIX secolo, numerosi nuovi movimenti religiosi sono emersi in Giappone.[76]

Lingue e dialetti

Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua giapponese e Lingue nipponiche.

Più del 99% della popolazione parla giapponese come prima lingua.[10] Il giapponese è una lingua agglutinante caratterizzata dalla presenza di un sistema di onorifici che riflettono la natura gerarchica della società giapponese, con forme verbali e un particolare vocabolario indicante lo stato sociale di chi parla e di chi ascolta. Il sistema di scrittura giapponese utilizza i kanji (caratteri cinesi) e due serie di kana (alfabeti sillabici basati sui caratteri cinesi semplificati), così come l'alfabeto latino e i numeri arabi.[77]

Oltre il giapponese, le lingue ryukyuane, facenti parte della famiglia delle lingue nipponiche, continuano a essere usate a Okinawa, mentre la lingua Ainu, che non ha alcuna relazione dimostrata con la lingua giapponese o qualsiasi altra lingua, è quasi scomparsa, utilizzata solamente da pochi anziani nativi a Hokkaido.[78] La maggior parte delle scuole pubbliche e private richiedono agli studenti di seguire corsi sia in giapponese sia in inglese.[79]

Ordinamento dello Stato

Lo stesso argomento in dettaglio: Politica del Giappone.
Il Palazzo della Dieta Nazionale a Tokyo

Formalmente il Giappone è una monarchia parlamentare ereditaria, ma il ruolo dell'imperatore, l'unico al mondo che può fregiarsi di questo titolo, è esclusivamente simbolico, come stabilito dalla costituzione del 3 novembre 1946.[80] La successione avviene esclusivamente secondo la linea maschile della famiglia imperiale; in caso di mancanza di un erede, l'imperatore può essere scelto unicamente all'interno di quattro famiglie di principi di rango pari alla casa imperiale.[81] L'ordinamento istituzionale giapponese è quindi identificabile con le moderne democrazie parlamentari; in confronto vi è una più marcata differenziazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), dovuta all'influenza degli Stati Uniti durante la stesura della costituzione.[82] All'imperatore, almeno nominalmente, spetta anche la nomina del Primo Ministro, sulla base dell'esito delle consultazioni elettorali.[82]

Il potere legislativo è affidato alle due camere della Dieta: la Camera dei Rappresentanti (Shugi-in), composta da 480 membri eletti a suffragio universale per 4 anni, e la Camera dei Consiglieri (Sangi-in), composta da 252 membri eletti per 6 anni, rinnovabili per metà ogni tre anni.[82] Il diritto di voto spetta a tutti i cittadini giapponesi che abbiano compiuto i venti anni.[81]

Il potere esecutivo è esercitato dal Primo Ministro e dal Gabinetto, da costui nominato. Il Primo Ministro è scelto dalla Dieta e i Ministri del Gabinetto devono essere in maggioranza membri della Dieta.[82]

L'imperatore Akihito e l'imperatrice Michiko

Il potere giudiziario è del tutto separato e indipendente dal potere esecutivo: oltre che per ragioni di salute, i giudici possono essere allontanati dal loro incarico solo in caso di imputazione.[81] È amministrato da una Corte Suprema e da corti inferiori, i cui giudici sono nominati dal Gabinetto per dieci anni.[82] I giudici della Corte Suprema sono confermati o sfiduciati dagli elettori in occasione della prima elezione della Camera dei Rappresentanti successiva alla nomina. La Costituzione prevede altri tipi di tribunali: le alte corti, tribunali d'appello per i processi civili e penali condotti in primo grado da tribunali inferiori; tribunali circoscrizionali, che esercitano una giurisdizione sia d'appello sia di primo grado; tribunali di famiglia e inferiori, con giurisdizione esclusivamente di primo grado.[81]

Tra i 47 paesi che praticano la pena di morte (dato 2008[83] dell'associazione Nessuno tocchi Caino), il Giappone si può contare tra i nove che si possono definire di democrazia liberale (considerando il sistema politico, i diritti umani, i diritti civili e politici, le libertà economiche e la pratica delle regole dello stato di diritto). Particolarità del Giappone è il fatto che ai detenuti nel braccio della morte non venga comunicata la data dell'esecuzione, ed essi ne siano informati solo un'ora prima della stessa. Con le diciassette esecuzioni effettuate nel 2008, il Giappone ha superato il numero record del 1975, anno in cui le esecuzioni furono quindici; nel 2007 erano state giustiziate nove persone, quattro nel 2006. Ciò mostra elementi di escalation, dato anche che dal 1998 al 2005 si è registrato un totale di sedici esecuzioni, ovvero una media di due all'anno. Fino al 2006, per quindici mesi, si era verificata una moratoria di fatto delle esecuzioni; il Ministro della Giustizia dell'epoca, Seiken Sugiura (di confessione buddista), era infatti contrario alla pena capitale.[83]

Costituzione

La Costituzione del Giappone è entrata in vigore il 3 maggio 1947

Suddivisioni amministrative

Il Giappone è suddiviso in otto regioni geografiche (Hokkaido, Tohoku, Kanto, Chubu, Kansai, Chugoku, Shikoku, Kyushu) e in 47 prefetture, ciascuna controllata da un governatore elettivo, da un'assemblea legislativa e da una burocrazia amministrativa. Ogni prefettura è ulteriormente suddivisa in città, paesi e villaggi.[84] La nazione è attualmente in fase di riorganizzazione amministrativa col principale intento di unire molte delle attuali città, paesi e villaggi gli uni con gli altri. Questo processo consentirà di ridurre il numero di sotto-prefetture e di regioni amministrative permettendo di alleggerire i costi amministrativi.[85]

HokkaidōAomoriAkitaIwateYamagataMiyagiFukushimaNiigataTochigiGunmaIbarakiNaganoSaitamaChibaTokyoKanagawaToyamaIshikawaGifuFukuiYamanashiShizuokaAichiShigaKyotoMieNaraHyōgoŌsakaWakayamaTottoriOkayamaShimaneHiroshimaYamaguchiKagawaTokushimaEhimeKōchiFukuokaŌitaSagaNagasakiKumamotoMiyazakiKagoshimaOkinawaTokyoKanagawaOsakaWakayama

Simboli

I principali simboli che rappresentano il Giappone, come decretato dalla legge sulla Bandiera e Inno Nazionale del 1999, sono:[86]

Città principali

Le aree urbanizzate si concentrano lungo le coste dove le città sono sorte in corrispondenza delle zone pianeggianti e coltivabili, sviluppandosi poi come centri portuali e industriali. Da Tokyo-Yokohama sino a Osaka si estende un'unica grande conurbazione comprendente diverse città per un totale di oltre 25 milioni di abitanti.[87]

La città più popolata, nonché capitale del Paese nipponico, è Tokyo, che con i suoi 8 956 000 abitanti[88] è considerato dalle Nazioni Unite il maggiore agglomerato urbano al mondo. Tokyo possiede una suddivisione amministrativa che prevede 23 quartieri speciali (ku), 26 città (shi), 5 paesi (machi) e 8 villaggi (son o mura).[89]

Altri importanti centri sono Osaka, importante porto e scalo aeroportuale, nonché tra i principali centri finanziari del Paese;[90] Nagoya, centro industriale che si distingue per le porcellane, i tessili e la ceramica;[91] Kyoto, la capitale storica, nota soprattutto per le attività nel campo della produzione di oggetti d'arte, tra cui la tessitura e la stampa della seta;[92] e Kobe, importante porto, e tra le città più apprezzate dai turisti.[90]

Di seguito le prime cinque città giapponesi per abitanti, aggiornate al 2 maggio 2012.[88]

Prime 5 città del Giappone

Tokyo
Tokyo
Osaka
Osaka

Posizione Città Prefettura Regione Popolazione

Yokohama
Yokohama
Nagoya
Nagoya

1 Tokyo Tokyo Tokyo Kanto 8 956 000
2 Yokohama Yokohama Kanagawa Kanto 3 960 000
3 Osaka Osaka Prefettura di Ōsaka (bandiera) Osaka Kansai 2 670 000
4 Nagoya Nagoya Aichi Chubu 2 266 000
5 Sapporo Sapporo Hokkaido Hokkaido 1 906 000
Dati aggiornati al 2 maggio 2012.[88]

Istituzioni

Università

L'università più antica del Giappone risale al 1877, in seguito al Rinnovamento Meiji con la fondazione dell'Università imperiale di Tokyo (chiamata anche Tōkyō Daigaku, abbreviata spesso in Tōdai)

Ordinamento scolastico

Lo stesso argomento in dettaglio: Istruzione in Giappone.
Una tipica aula di una scuola giapponese

Le scuole primarie, le scuole secondarie e le università sono state introdotte nel 1872 a seguito della restaurazione Meiji.[93] Dal 1947 l'istruzione obbligatoria in Giappone comprende scuola elementare e media per un totale di nove anni (dai sei ai quindici anni d'età).[94] Quasi tutti gli studenti proseguono gli studi nei tre anni di liceo, mentre il 50% di essi frequenta un'università, una scuola professionale o un altro istituto di istruzione superiore, e di questi l'80% riesce a laurearsi.[95]

Le due università di alto livello in Giappone sono l'Università di Tokyo e l'Università di Kyoto.[96] Il Programma per la valutazione internazionale dell'allievo coordinato dall'OCSE colloca attualmente la conoscenza globale e le competenze dei ragazzi giapponesi di quindici anni al sesto posto al mondo.[97]

Sistema sanitario

Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema sanitario del Giappone.

Il sistema sanitario in Giappone è pubblico e prevede il pagamento di una forma assicurativa obbligatoria per tutti coloro che si trovano a essere residenti nel Paese. Esistono due categorie assicurative: la Kenkō-Hoken, un'assicurazione definita sociale (per i lavoratori indipendenti e per gli studenti) e la Kokumin-Kenkō-Hoken, l'assicurazione sanitaria nazionale in uso tra i lavoratori dipendenti. L'assicurazione pubblica giapponese copre il 70% delle cure, il paziente è responsabile per il restante 30%, nei limiti previsti da regolamenti particolari. Sono disponibili assicurazioni sanitarie di tipo privato atte a coprire esclusivamente quel 30% dei costi attribuibili al cittadino. In Giappone il servizio ospedaliero viene praticato dagli ospedali nazionali e regionali pubblici e privati; il paziente ha completo accesso ai servizi medici.[98][99][100]

Forze armate

Lo stesso argomento in dettaglio: Jieitai.
Militari dell'esercito giapponese nel 2006

A seguito della sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale l'atteggiamento nei confronti della guerra, delle forze armate e del coinvolgimento militare nella politica ebbe un cambiamento sostanziale portando allo smantellamento totale di ogni struttura e alla rimozione di tutte le cariche militari. Inoltre il trauma della sconfitta produsse un forte sentimento pacifista che trovò la sua espressione nella Costituzione del 1947 (Nihonkoku Kenpō), la quale, all'articolo 9 dichiara:[101][102]

«Il popolo giapponese rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione e alla minaccia di un uso della forza per risolvere le dispute internazionali, [...] i potenziali di forze terrestri, aeree o navali non saranno più mantenuti.»

Così dopo la guerra fu istituito il corpo delle Forze di autodifesa giapponesi (in giapponese Jieitai, in inglese Japan Self-Defense Forces o JSDF), la cui unica funzione era quella di difendere il territorio nazionale da eventuali attacchi o invasioni esterne.[102] Tuttavia, a seguito dei fatti dell'11 settembre 2001, venne approvata la legge antiterrorismo, la quale autorizzava l'invio di unità delle JSDF oltremare in supporto alle forze americane e della coalizione, supporto però limitato solo alla logistica, consentendo la partecipazione delle JSDF a operazioni quali trasporto di munizionamento, supporto medico, ricerca e salvataggio trasporto e distribuzione di aiuti umanitari, opere di ricostruzione di infrastrutture.[102] Nel 2003 vennero inviate, disarmate, in Iraq per la ricostruzione del Paese e la fornitura alle popolazioni locali di generi e aiuti di prima necessità.[103][104] Nel 2007 si incominciò a discutere di una modifica dell'articolo 9 della Costituzione, con l'intento di dotare il Giappone di un esercito ufficiale,[105] e l'argomento è tornato d'attualità nel 2012, soprattutto dopo l'incrinamento dei rapporti con le altre due potenze asiatiche, Cina e Corea del Sud.[106] In Giappone è tuttora in vigore il divieto di esportare armi e tecnologia militare.[107]

Le JSDF, formate esclusivamente da civili volontari, si dividono in forze terrestri (Rikujō Jieitai), marina militare (Kaijō Jieitai) e aeronautica militare (Kōkū Jieitai) per un totale di 239 430 volontari attivi (nel 2011),[108] numeri che collocano formalmente il Giappone al 9º posto al mondo per potenza militare.[109]

Politica

Politica interna

L'attuale premier giapponese Shinzo Abe

L'attuale legge elettorale è stata approvata nel 1993 e modificata marginalmente prima delle elezioni del 2000. I governi giapponesi durano in media sedici mesi: ve ne sono stati 42 dal novembre 1955 al 2012 e addirittura 8 dal maggio 1947 al novembre 1955 (si è trattato in genere di governi di minoranza). Vi sono stati anche primi ministri che hanno presieduto più governi: Eisaku Sato è restato in carica per quasi 8 anni dal novembre 1964; più recentemente Junichiro Koizumi ha guidato l'esecutivo per più di cinque anni dall'aprile 2001.[110]

In Giappone vi sono oggi due principali partiti e numerosi altri minori ed è consuetudine che il segretario o presidente del partito di maggioranza diventi Primo Ministro. I principali partiti giapponesi sono il Partito Liberal Democratico, di tendenza conservatrice, e il Partito Democratico, di tendenza socialdemocratica e progressista. Altri partiti importanti sono quelli Socialista e Comunista. In particolare il Partito Liberal Democratico ha governato ininterrottamente dal 1946 al 2009, riscuotendo sempre un grande consenso dal popolo.[110]

Dal 2005 al 2012 si sono alternati otto diversi primi ministri. Dopo che Junichiro Koizumi fece approvare alcune riforme impopolari, si dimise nel 2006 in favore del conservatore nazionalista Shinzo Abe. Anche quest'esperienza durò poco, e al suo posto subentrò nel settembre 2007 il moderato Yasuo Fukuda che pure rimase in carica un anno.[111] Ultimo premier LDP prima delle elezioni fu un altro conservatore Taro Aso.[112] Le elezioni vennero indette il 30 agosto 2009, e a sfidare Aso fu il candidato del Partito Democratico (neonata formazione di centro-sinistra, originata però da una costola del Partito Liberal Democratico) Yukio Hatoyama. Con la storica vittoria di quest'ultimo, si spezzò dopo più di 50 anni l'egemonia politica del partito di centro-destra, che fino ad allora era sempre stato al governo; la sconfitta fu così clamorosa che Taro Aso si dimise il giorno seguente.[113]

Il 2010 ha visto le dimissioni del Premier Hatoyama dopo appena otto mesi, a causa delle dure polemiche scaturite dal mancato spostamento della base Usa dall'isola di Okinawa. Hatoyama è stato il quinto Primo Ministro a dimettersi in un periodo di cinque anni.[114] Al suo posto, l'8 giugno 2010, è subentrato il leader democratico Naoto Kan[115] prima di lasciare spazio, dopo alcuni errori nella gestione delle emergenze legate al terremoto del Tohōku, a Yoshihiko Noda.[116]

Nel novembre 2012 Noda ha convocato delle nuove elezioni anticipate,[117] che hanno decretato la fine, dopo tre anni, dell'egemonia del Partito Democratico a favore di un ritorno del Partito Liberal Democratico, con la nomina a Primo Ministro di Abe, già Premier nel biennio 2006-2007.[118]

Politica estera

Lo stesso argomento in dettaglio: Relazioni internazionali del Giappone.
L'allora primo ministro Yasuo Fukuda rappresenta il Giappone al 34º G8, tenutosi a Hokkaido nel 2008

Il Giappone è un membro del G8, dell'APEC e dell'ASEAN Plus Three con ruolo di coordinatore nell'area di libero scambio dell'ASEAN, partecipando inoltre all'East Asia Summit. Nel marzo 2007 ha siglato un patto di sicurezza con l'Australia,[119] e nell'ottobre 2008 ne ha siglato un altro con l'India.[120]

In seguito alla sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale e alla successiva occupazione statunitense, il Giappone e gli Stati Uniti sono legati da solide relazioni economiche e militari.[121]

Stato membro delle Nazioni Unite dal 1956, il Giappone ha servito anche come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza per un totale di 20 anni, più di recente nel 2009 e nel 2010.[122] Fa inoltre parte della coalizione denominata G4 (India, Germania, Giappone e Brasile).

Ci sono tuttora svariate dispute aperte con le nazioni vicine relative al controllo di determinate isole, solitamente concernenti interessi di tipo economico (estrazione di petrolio o gas naturale), tra le quali le isole Curili[123] con la Russia, le rocce di Liancourt con la Corea del Sud,[124] le isole Senkaku con Cina e Taiwan[125] e la disputa con la stessa Cina per quanto concerne l'amministrazione economica dell'isola di Okinotorishima.[126] Ultimamente poi i rapporti con la Corea del Nord sono nuovamente degenerati in seguito agli esperimenti nucleari di quest'ultima. A metà febbraio 2007 il governo giapponese ha messo in orbita due satelliti-spia militari per la sorveglianza dallo spazio della regione, con particolare attenzione alla penisola coreana.[127]

Economia

Lo stesso argomento in dettaglio: Economia del Giappone.
Sala principale della borsa di Tokyo, dove tutte le transazioni avvengono telematicamente

A partire dal 1868 iniziò la prima espansione economica del Giappone, grazie all'Imperatore Mutsuhito. Il Paese adottò le idee anglosassoni del libero mercato e molti giapponesi iniziarono a studiare all'estero e viceversa. In quel periodo sorsero alcune delle maggiori aziende del Paese, che così già all'inizio del Novecento divenne il più sviluppato dell'Asia.

Dopo la seconda guerra mondiale il Giappone fu protagonista di un "miracolo economico": il suo prodotto interno lordo crebbe in media del 10% negli anni sessanta, del 5% nei settanta e del 4% negli ottanta.[128] La crescita rallentò fortemente negli anni novanta, con lo scoppio della bolla speculativa e l'emersione di alcune debolezze locali sul mercato interno, in politica, nel settore bancario e in quello finanziario e nei conti pubblici (il debito pubblico giapponese ammonta a ben oltre il 200% del PIL).[129] Il Paese tentò anche di riprendersi leggermente, almeno fino al collasso delle dot com nel 2000.[130] Dopo il 2005 l'economia ha ricominciato a crescere del 2,8%, fino a punte del 5,5 negli anni immediatamente successivi, più degli Stati Uniti e dell'Unione europea.[131]

Il Giappone è la seconda potenza economica dell'Asia e la terza[4] al mondo per PIL nominale dopo Cina e Stati Uniti; e quarta per PIL a parità di potere d'acquisto, sorpassata nel 2012 dall'India.[132][133] L'industria è tra le più imponenti e avanzate al mondo: è dominata da due settori chiave, la produzione di automobili[134] e l'elettronica di consumo,[135] seguite dai settori siderurgico, chimico, farmaceutico, della gomma, petrolchimico, cantieristico, motociclistico, aerospaziale, microelettronico, videoludico, tessile, alimentare, del legno, dei laterizi, del tabacco e degli strumenti musicali.[130] Nel Paese si trovano sia grandi multinazionali (Toyota, Honda, Sony, Panasonic, Yamaha, Toshiba, Sharp, Canon, Nikon, Nintendo, SEGA, Bridgestone, Japan Tobacco, NTT, Nippon Steel, Nippon Oil),[136] sia piccole e medie aziende. Inoltre hanno sede alcune delle maggiori banche mondiali, e la Borsa di Tokyo, seconda al mondo per capitalizzazione.[137] Più limitato è il ruolo dell'agricoltura (riso, tè, patate, ortaggi) e dell'allevamento, mentre la pesca locale è seconda al mondo dopo quella della Cina.

Nel 2001 il Giappone contava su una popolazione attiva di 67 milioni di persone,[138] e solo il 4% degli adulti era disoccupato. Nonostante il reddito pro capite dei giapponesi sia ancora 19º al mondo[139] e il salario orario sia il più alto in assoluto,[140] il Paese deve fare i conti con l'aumento della povertà (venti milioni di persone).

Le esportazioni del Giappone ammontavano a 4 210 dollari pro capite nel 2005 e sono rappresentate in primo luogo da automobili e prodotti elettronici. I suoi principali clienti sono Stati Uniti 22,8%, Unione europea 14,5%, Cina 14,3%, Corea del Sud 7,8%, Taiwan 6,8% e Hong Kong 5,6%. Il Paese importa soprattutto materie prime agricole e minerarie, da Cina 20,5%, Stati Uniti 12,0%, Unione europea 10,3%, Arabia Saudita 6,4%, Emirati Arabi Uniti 5,5%, Australia 4,8%, Corea del Sud 4,7% e Indonesia 4,2%.[141] Il 4.7% dell'economia appartiene al settore primario, il secondario per il 29.7% e il terziario occupa il 65.6%

Agricoltura e pesca

Lo stesso argomento in dettaglio: Settore primario in Giappone.
Una coltivazione di riso giapponese

Come in passato, la coltura principale giapponese è tuttora il riso; durante il periodo Edo il valore di un feudo era misurato in koku, un'unità di misura che indicava quanto riso era in grado di produrre tale feudo, corrispondente alla quantità di riso necessaria a sfamare una persona per un anno. Il riso ha sempre rivestito un ruolo chiave nell'alimentazione giapponese, come dimostrato dal fatto che le coltivazioni fossero considerate obiettivi principali degli alleati durante la seconda guerra mondiale; ciò portò a diverse carestie che vennero superate solo tramite delle speciali riforme agrarie mirate. Nel luglio 1999 fu approvata una nuova legge che indirizzava l'agricoltura giapponese al mercato internazionale.[142] In Giappone l'agricoltura ha pochi addetti, poiché la maggioranza della forza lavoro è impiegata nel settore dell'industria e dei servizi. Si pratica inoltre un'agricoltura di tipo intensivo, con lo scopo di sfruttare al massimo il poco terreno pianeggiante disponibile, corrispondente al circa 15% del suolo giapponese. La grande estensione latitudinale del Giappone consente la coltivazione di molti prodotti differenti: oltre al riso si coltivano anche ortaggi, cereali e legumi tipici delle zone a clima temperato e prodotti tipici dei climi subtropicali come la canna da zucchero, il , tabacco e alberi da frutto (soprattutto ciliegi).[142]

Fin dall'antichità anche la pesca ha avuto un ruolo importante nell'alimentazione dei giapponesi, che a differenza degli europei hanno una cucina basata sull'utilizzo del pesce più che della carne. I prodotti ittici sono infatti la maggiore fonte di proteine per la popolazione giapponese. La conformazione territoriale del Giappone è particolarmente adatta alla pratica della pesca: il mare che bagna le zone costiere e le numerose baie è molto pescoso grazie all'azione benefica della corrente calda Kuroshio a sud e di quella fredda Oyashio a nord, creando una situazione particolarmente favorevole, che ha portato il Giappone ad affermarsi al secondo posto nell'industria della pesca mondiale dopo la Cina.[143]

Dal periodo Edo al 1972 si passò da una raccolta di pesce di circa 4 milioni di tonnellate a circa 10 milioni, soprattutto grazie ai provvedimenti che lo Stato implementò dopo la guerra. Oltre alla pesca di merluzzi, tonni, sardine, aringhe, salmoni, crostacei, molluschi e altri pesci per il fabbisogno alimentare, in Giappone vengono pescate anche le ostriche perlifiche, utilizzate per la raccolta di perle.[143]

Scienza e tecnologia

Lo stesso argomento in dettaglio: Scienza e tecnologia in Giappone.
Il Japanese Experiment Module (Kibo) sulla Stazione Spaziale Internazionale

Il Giappone è ai primi posti nel campo della ricerca scientifica, in particolare nella tecnologia, nella produzione di macchinari e nella ricerca biomedica. Nella ricerca e sviluppo vengono impiegati circa 700 000 ricercatori con un fondo destinato di 130 miliardi di dollari, il terzo al mondo dopo Stati Uniti e Cina.[144] Il Giappone è ai primi posti anche nella ricerca scientifica fondamentale, avendo prodotto sedici premi Nobel per la chimica, la fisica e la medicina,[145] tre medaglie Fields,[146] e un Gauss Prize.[147]

I contributi più importanti del Giappone nel progresso tecnologico sono nei campi dell'elettronica, automobili, macchinari, ingegneria sismica, robotica industriale, ottica, chimica, semiconduttori e metalli. Il Giappone inoltre è leader mondiale nella produzione e nell'uso della robotica, possedendo più della metà (402 200 su 742 500) dei robot industriali del mondo.[148]

Tecnologia aereospaziale

L'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) è attiva nella ricerca aerospaziale occupandosi dello sviluppo di razzi e satelliti e partecipando alle missioni della Stazione Spaziale Internazionale: il Japanese Experiment Module (Kibo) ha partecipato alle missioni di assemblaggio dello Space Shuttle nel 2008.[149]

Il 14 settembre 2007 fu lanciata dal Tanegashima Space Center la sonda lunare SELENE (Selenological and Engineering Explore) su un razzo vettore H-IIA (modello H2A2022). SELENE è anche conosciuta con il nome di Kaguya, ispirandosi al racconto della “principessa lunare” in Taketori monogatari.[150] Lo scopo della sonda era quello di raccogliere dati sull'origine della Luna e sulla sua evoluzione. Entrò nell'orbita lunare il 4 ottobre 2007,[151][152] volando a un'altitudine di circa 100 km.[153] Una volta terminata la missione fu fatta deliberatamente schiantare dalla JAXA sulla Luna l'11 giugno 2009.[154]

Le missioni previste dalla JAXA nel campo dell'esplorazione spaziale sono il lancio della sonda spaziale Akatsuki su Venere,[155][156] lo sviluppo della missione BepiColombo (inizialmente prevista nel 2013,[157][158] il lancio della missione ha subito vari spostamenti ed è stata rimandata di diversi anni;[159] fino all'aprile 2018)[160] e la costruzione di una base lunare entro il 2030.[161]

Energia e trasporti

Centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi

Nel 2008, il 46,4% dell'energia del Giappone veniva prodotta dal petrolio, il 21,4% dal carbone, il 16,7% dal gas naturale, il 9,7% dal nucleare il 2,9% dall'energia idroelettrica. Nel 2009 l'energia nucleare prodotta rappresentava il 25,1% di tutta l'energia elettrica del Giappone.[162] Tuttavia, a partire dal 5 maggio 2012, tutte le centrali nucleari del Paese sono state dismesse a causa della continua opposizione dell'opinione pubblica a seguito del disastro nucleare di Fukushima Dai-ichi,[163] anche se da settembre 2012 sono stati riattivati i reattori considerati sicuri per far fronte al fabbisogno delle aziende, con il programma di chiuderli definitivamente entro il 2030.[164] Data la sua forte dipendenza dalle importazioni di energia,[165] il Giappone ha l'obiettivo primario di diversificare le fonti e mantenere elevati i livelli di efficienza energetica.[166]

Capolinea della East Japan Railway Company, con in primo piano dei treni Shinkansen

La rete dei trasporti giapponese dispone di 1,2 milioni di chilometri di strade asfaltate,[167] tutte le autostrade sono a pagamento e sono disponibili aree adibite al noleggio auto nella maggior parte delle città di medie e grandi dimensioni, così come negli aeroporti e nelle principali stazioni ferroviarie del Paese.[168] È diffuso anche l'utilizzo di autobus, taxi e delle cosiddette step-thru, motociclette con 50 cm³ di cilindrata che possono essere guidate senza patente.[169]

Il mezzo di trasporto più utilizzato in Giappone rimane comunque il treno, con decine di imprese ferroviarie che competono nel mercato regionale e locale dei trasporti per passeggeri; tra le maggiori aziende del settore vi sono la Japan Railways Group, le ferrovie Kintetsu, le ferrovie Seibu e la Keiō Corporation. I treni ad alta velocità Shinkansen collegano le principali città e sono sinonimo di sicurezza e puntualità.[169][170] Inoltre è in progetto il prototipo di una nuova generazione di treni ad alta velocità a levitazione magnetica chiamati Maglev, progettati per operare a una velocità di crociera di oltre 480 chilometri orari.[171]

Tra i novantanove aeroporti del Giappone[172] il più grande è l'aeroporto di Tokyo-Haneda, nonché l'aeroporto più trafficato in Asia.[173] I principali aeroporti internazionali in Giappone sono l'aeroporto internazionale di Narita, a Tokyo, e l'aeroporto internazionale del Kansai, situato nei pressi di Osaka.[174]

Turismo

Lo stesso argomento in dettaglio: Turismo in Giappone.
Akihabara (Tokyo), uno dei luoghi più visitati del Giappone[175]

Il turismo in Giappone ha attirato 8 611 175 visitatori stranieri nel 2010,[176] dei quali il 27% erano sudcoreani.[177] Tuttavia il turismo interno rimane una parte vitale dell'economia giapponese e della cultura giapponese; difatti il Giappone è solo al 25º posto nella classifica delle più importanti destinazioni in termini di spesa dei visitatori stranieri. Nel 2011, prima del terremoto dell'11 marzo, l'apporto del settore turistico in Giappone era di circa 10,5 trilioni di yen (equivalenti a circa 120 miliardi di dollari), ovvero un contributo diretto del 2.2% al PIL Giapponese, contribuendo alla creazione di quasi 1,5 milioni di posti di lavoro.[178]

Dopo l'11 marzo gli arrivi turistici internazionali nel mese di marzo sono diminuiti del 50,3%, con una diminuzione che va tra il -35% e il -65% considerando gli arrivi dai singoli Paesi, mentre i viaggi di piacere in entrata nel periodo marzo-aprile sono calati di circa il 90% sia in marzo sia in aprile. Le zone che più hanno risentito dalla catastrofe sono la zona di Sendai, colpita dallo tsunami, e Tokyo, che pur non essendo stata toccata direttamente ha registrato un calo nella domanda di prenotazioni nel mese di marzo con una diminuzione del 34% rispetto all'anno precedente.[178] Per contrastare questo andamento negativo il governo del Giappone ha deciso di regalare 10 000 biglietti aerei ai turisti stranieri nel tentativo di risollevare il turismo della nazione.[179] Nonostante ciò, il Giappone è risultato la terza meta turistica per quanto concerne le destinazioni più popolari secondo un sondaggio del 2011, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna.[179]

Ambiente

Lo stesso argomento in dettaglio: Politica ambientale in Giappone.
Saihouji (Kyoto), patrimonio mondiale dell'UNESCO

La politica di preservazione ambientale del Giappone risale all'era Tokugawa (circa 1603-1867) e seguì una strategia top-down (letteralmente "dall'alto verso il basso")[180] di cui si fece promotore lo shogun stesso. All'epoca il Giappone viveva infatti un periodo di pace e prosperità che aveva ben presto portato a un eccessivo sfruttamento delle risorse forestali del Paese, a causa dell'eccessivo uso del legname per costruzioni, concime e combustibile sommato ai frequenti incendi e all'isolamento vissuto in quel momento dal Paese, che lo costringeva all'autosufficienza anche per il legname.

Una zona densamente popolata di Hamamatsuchō, a Tokyo

Il disboscamento ebbe la sua acme, assieme al boom edilizio, nel periodo 1570-1650. La gravità della situazione venne messa a nudo dal grande incendio del 1657 e gli shogun dell'epoca reagirono esortando alla parsimonia nello stile di vita (limitazioni nel fasto delle case) e imponendo delle rigide regole allo sfruttamento delle foreste. Già nel 1666 venne vietato il taglio degli alberi, incentivato il rimboschimento e un editto dello shogun metteva in guardia contro l'erosione, la deforestazione e l'impoverimento dei suoli. Dal 1700 fu attivo un articolato corpo di leggi per la gestione forestale (demandata al Ministero delle Finanze), che prevedeva anche una capillare rete di gestione sul territorio con diversi ambiti e gradi di responsabilità (chi poteva rilasciare il permesso di taglio, quanto tagliare, chi era demandato al controllo). Inoltre, lungo le strade principali e i fiumi, vennero istituiti dei posti di guardia per assicurarsi che tutto il legname in transito avesse rispettato le leggi. Venne inoltre ridotto l'impiego di legname nelle costruzioni e anche per il riscaldamento delle abitazioni (sostituito dal carbone); si ridusse il rischio di incendi.

Durante il periodo di rapida crescita economica dopo la seconda guerra mondiale, le politiche ambientali vennero trascurate dalle aziende governative e industriali, di conseguenza, negli anni cinquanta e sessanta l'inquinamento ambientale subì un incremento notevole. In risposta alla crescente preoccupazione per il problema, il governo introdusse diverse leggi di protezione dell'ambiente nel 1970.[181] La crisi petrolifera del 1973 inoltre incoraggiò l'uso di energia pulita a causa della mancanza del Giappone di risorse naturali.[182] Gli attuali problemi in materia ambientale riguardano l'inquinamento dell'aria urbana (NOx, particolato sospeso, e sostanze tossiche), la gestione dei rifiuti, l'eutrofizzazione delle acque, il cambiamento climatico, la gestione dei prodotti chimici e la cooperazione internazionale per la conservazione.[183]

Il Giappone è uno dei leader mondiali nello sviluppo di nuove tecnologie rispettose dell'ambiente, ed è al 20º posto al mondo secondo l'Indice di sostenibilità ambientale 2010.[184] In quanto firmatario del Protocollo di Kyoto, il Giappone ha l'obbligo di ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica e di adottare altre misure per contrastare il cambiamento climatico.[185]

Aree protette

Lo stesso argomento in dettaglio: Parchi nazionali del Giappone.

Il 66,8% del territorio del Giappone è ricoperto da foreste[186] e le aree protette in Giappone si suddividono in parchi nazionali, controllati e gestiti dal Ministero dell'Ambiente, e parchi seminazionali, più piccoli e meno rinomati, che vengono gestiti direttamente dalle prefetture, sempre sotto la supervisione del Ministero.[187] Al 31 marzo 2008 in Giappone si contavano 29 parchi nazionali e 56 parchi seminazionali. L'area dei primi copre 20 869 km² (il 5,5% della superficie nazionale), mentre i secondi coprono 13 614 km² (il 3,6% del totale). Inoltre i 309 parchi prefetturali si sviluppano su un'area di 19 608 km² (il 5,2% del totale).[188]

In Giappone inoltre vi sono 21[189] siti riconosciuti patrimoni mondiali dall'UNESCO, tra i quali le Isole Ogasawara, la penisola di Shiretoko, Shirakami-Sanchi, e l'Isola Yakushima.[190]

Biodiversità

Il Giappone ha nove eco-regioni forestali che riflettono il clima e la geografia delle isole. In queste regioni si possono annoverare sia le foreste umide subtropicali di latifoglie delle isole Ryūkyū e Bonin, sia le foreste temperate di latifoglie nelle regioni a clima mite delle isole principali, sia le foreste boreali di conifere delle isole del nord.[191] Il Giappone inoltre ha oltre 90 000 specie di fauna selvatica, tra cui l'orso bruno, il macaco giapponese, il cane procione giapponese, la salamandra gigante giapponese,[192] e varie specie autoctone tra cui diverse specie di mammiferi (ad esempio il roditore Apodemus speciosus), molte specie di uccelli e una nutrita varietà di rettili, anfibi, pesci,[193] e insetti, come le cicale. Oltre alla grande rete di parchi nazionali sono state create 37 zone umide Ramsar.[194]

Cultura

Da in alto a sinistra in senso orario: una cerimonia del tè, un esempio di ikebana, una geisha, un esempio di origami
Lo stesso argomento in dettaglio: Cultura giapponese e Folclore giapponese.

La cultura giapponese ha subito molte modifiche nel corso dei secoli, cambiando da quella originaria (risalente al periodo Jōmon), fino a quella contemporanea, che combina influenze asiatiche, europee e statunitensi. L'arte tradizionale giapponese include le arti dell‘ikebana, dell‘origami, dell‘ukiyo-e, delle bambole, delle lacche, e delle ceramiche, il teatro (bunraku, bon-Odori, kabuki, e rakugo) e le tradizioni (i giochi, la cerimonia del tè, il budō, le spade, le arti marziali, l'arte della calligrafia, il vestiario e la figura della geisha).

Il Giappone inoltre ha un sistema sviluppato per la tutela e la promozione delle proprietà materiali e immateriali culturali e del patrimonio nazionale.[195] Sedici siti sono stati iscritti nella Lista del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, dodici dei quali hanno un'elevata importanza culturale.[196]

Arte

Il tempio Kinkaku-ji a Kyoto, esempio di architettura giapponese e patrimonio mondiale dell'UNESCO

Con l'arrivo della civiltà occidentale non si può più parlare di un'arte autonoma, ma l'arte giapponese si inserisce vigorosamente nelle più moderne correnti artistiche, specie architettoniche.

Per quanto riguarda le arti tradizionali giapponesi, che sono tutte permeate dalla filosofia zen, esse hanno costituito per secoli un unicum che non ha corrispondenza in occidente. Giunte fino a noi pressoché intatte, sono tuttora vive e vitali; sono praticate in tutto il mondo da decine di migliaia di persone e hanno costituito un vettore essenziale della conoscenza all'estero della cultura giapponese. Tutte sono fondate sul principio della "via" (), cioè su un cammino interiore da percorrere per giungere all'illuminazione. Ma, al di là della loro valenza filosofica, hanno comunque un contenuto estetico che può essere percepito autonomamente. Queste forme espressive costituiscono il nucleo più autentico della cultura giapponese e a esse i giapponesi sono stati e sono molto legati.

Elemento costante e centrale di esse è la rappresentazione istantanea della bellezza, espressa il più sinteticamente possibile con il segno, la forma o il gesto. Le più note sono: il cha no yu (o sadō), la via del tè,[197] l‘ikebana (o kadō), la via dei fiori,[198] lo shodō, la via della calligrafia,[199] il kōdō, la via dell'incenso.[200]

La grande onda di Kanagawa, ukiyo-e dell'artista Hokusai

Una menzione a parte la merita la corrente artistica del mono-Ha, originatasi sul finire degli anni sessanta per mano di un gruppo di artisti concentratisi sull'aspetto effimero e impermanente di oggetti ed eventi, messi in relazione allo spazio, all'uomo e alla realtà.[201]

Nell'architettura giapponese le case tradizionali e le strutture dei templi sono caratterizzate da pavimenti rivestiti da particolari tappeti chiamati tatami, pareti in legno, porte laccate, muri di argilla, soffitto a cassettoni, un tetto di tegole, muri di legno e gesso, oltre che porte scorrevoli note come shoji, le quali hanno la funzione di dividere le stanze e gli spazi interni da quelli esterni.[202]

La fusione della pittura tradizionale giapponese e di quella occidentale ha dato vita all'influenza artistica nota come giapponismo, sviluppatasi nella seconda metà del XIX secolo, e iniziatasi con la diffusione delle tipiche stampe giapponesi ukiyo-e in Europa;[203] oltre che ai manga, i fumetti tradizionali del Giappone, diventati famosi anche nel resto del mondo. I cartoni animati influenzati dallo stile dei manga vengono chiamati anime.[204] I videogiochi giapponesi hanno incominciato ad avere grande successo a partire dagli anni ottanta, grazie soprattutto all'opera di Nintendo, che si è lanciata con successo in questo mercato, seguita poi da Sony, SEGA, Konami e altre aziende negli anni novanta.[205]

Letteratura

Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura giapponese e Poesia giapponese.
Parte di Genji monogatari risalente al XII secolo

Tra i primi manoscritti della letteratura giapponese i più importanti sono il Kojiki, il Nihon Shoki, e il Man'yōshū, raccolta di poesie dell'VIII secolo. Tutti vennero scritti in caratteri cinesi.[206] All'inizio del periodo Heian venne creato il sistema di trascrizione fonetica detto kana (formato da hiragana e katakana). Il Taketori monogatari (竹取物語? "Storia di un tagliabambù") è considerato il primo racconto della letteratura giapponese.[207] Una descrizione della vita di corte dell'epoca Heian viene data da Sei Shōnagon nel Makura no sōshi (枕草子? "Note del Guanciale"), mentre il Genji monogatari (源氏物語? "Storia di Genji") di Murasaki Shikibu è considerato il primo romanzo della storia.

Durante il periodo Edo la letteratura divenne l'arte dei chōnin (letteralmente “gente di città”), la gente ordinaria. Non era più, quindi, prerogativa degli aristocratici. Il cosiddetto Yomihon, ad esempio, divenne famoso, dando prova di questo cambiamento. Il periodo Meiji segnò il declino delle forme tradizionali della letteratura; infatti è proprio in questo periodo che la letteratura giapponese integrò le influenze occidentali. Natsume Soseki e Mori Ōgai furono i primi scrittori della letteratura giapponese moderna. Vennero seguiti da Akutagawa Ryunosuke, Tanizaki Jun'ichirō, Yasunari Kawabata, Mishima Yukio fino ad arrivare a Murakami Haruki e Banana Yoshimoto. Il Giappone vanta due scrittori vincitori di un Premio Nobel: Yasunari Kawabata (1968) e Ōe Kenzaburō (1994), mentre tra gli scrittori contemporanei conosciuti e pubblicati in Italia spiccano fra gli altri Banana Yoshimoto (Kitchen, Honeymoon, H/H, Tsugumi, Arcobaleno, Amrita), e Murakami Haruki (Norwegian Wood, Underground, La ragazza dello Sputnik).

Musica

Lo stesso argomento in dettaglio: Musica giapponese.
Un uomo giapponese suona uno shamisen accompagnato da un cantante

Avendo preso in prestito dalle vicine culture strumenti, scale e stili, la musica giapponese è particolarmente eclettica. Molti strumenti musicali come il koto (simile al salterio) o la biwa (specie di liuto) vennero introdotti nel IX secolo e X secolo. L'accompagnamento del teatro nasce nel XIV secolo, e la musica popolare folcloristica con lo shamisen (chitarra a 3 corde a plettro) nel XVI secolo. La musica occidentale venne introdotta nel XIX secolo, ed è ormai diventata parte integrante della cultura giapponese.[208]

Per molto tempo i musicisti giapponesi si sono nutriti di elementi prevalentemente germanici; dopo la prima guerra mondiale i favori si sono, invece, volti sempre più verso la musica francese e italiana. Successivamente con l'avvento della globalizzazione anche i giapponesi si sono scoperti anglofili, imitando la musica pop e rock d'oltre oceano e cantando in inglese. Sono nati così negli anni ottanta due filoni (interconnessi al punto che spesso si contaminano l'un l'altro) che vengono definiti j-pop (legato soprattutto al fenomeno delle idol) e j-rock (che si suddivide a sua volta in diverse sotto categorie), dove la lettera J sta appunto a indicare la parola japanese ("giapponese"). Accanto a j-pop e j-rock si è sviluppato più recentemente anche l'hip hop giapponese.[209] Il karaoke è una delle attività da tempo libero più praticate in Giappone, con appositi locali a esso dedicato in cui si canta all'interno di piccole stanze in compagnia di pochi amici o del partner.[210] Fuori dall'Asia la musica contemporanea giapponese è conosciuta quasi esclusivamente grazie alle colonne sonore e musiche di sottofondo di videogiochi e anime.[209]

Televisione

Lo stesso argomento in dettaglio: Televisione in Giappone.

Il 13 maggio 1939[211] fu effettuato il primo esperimento di trasmissione via radio, mentre le trasmissioni regolari ebbero inizio il 1º febbraio 1953.[212]

Oltre alla NHK, la società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo che viene finanziata dal pagamento di un canone televisivo annuale, vi sono altre cinque emittenti TV principali, a cui fanno capo i rispettivi network che coprono l'intera nazione: Nippon Television (Nippon News Network), Tokyo Broadcasting System (Japan News Network), TV Tokyo (TX Network), TV Asahi (All-Nippon News Network) e Fuji TV (Fuji News Network). Altre importanti stazioni di trasmissioni televisive sono: Kansai Telecasting Corporation, Asahi Broadcasting Corporation, Nagoya Broadcasting Network e Mainichi Broadcasting System.

A esse fanno capo diverse TV locali legate alle varie prefetture.

In Giappone ci sono 130 scuole di doppiatori, di cui la maggior parte destinati negli anime, che costituiscono il 60% dell'animazione mondiale.

Sport

Lo stesso argomento in dettaglio: Sport in Giappone.
Un incontro tra due lottatori di sumo
Il Koshien Stadium, lo stadio da baseball di Nishinomiya

All'inizio del XX secolo il Giappone ha dato vita a una serie di arti marziali denominate budō, molto in voga tra i guerrieri. Queste includono il karate, il jūjitsu, il ninjutsu, il judo, l'aikidō e il kendō.[213][214] Il sumo viene inoltre considerato il più caratteristico sport nazionale giapponese, con i suoi enormi lottatori che si sfidano in piccole arene circolari.[214][215]

Il baseball (野球?, yakyū) è uno degli sport più popolari in Giappone, dove la prima squadra professionale fu istituita nel 1938. Il massimo campionato è denominato Lega Professionale Giapponese ed è suddiviso in due leghe. La nazionale giapponese rappresenta il Giappone nelle competizioni internazionali organizzate dalla IBAF.[216][217]

Per quanto riguarda il calcio la J-League professionistica è nata soltanto nel 1992,[218] guadagnando popolarità negli ultimi anni, grazie soprattutto alla vittorie della nazionale maschile nella Coppa d'Asia e di quella femminile nel campionato mondiale. Molto popolari sono anche la pallavolo, che ha visto la squadra femminile vincitrice del torneo olimpico nel 1964, il rugby (il Giappone è il Paese ospitante della Coppa del Mondo 2019), l'automobilismo e il motociclismo. Abbastanza diffusi sono anche la pallacanestro,[219] il golf,[220] il nuoto (alcuni nuotatori giapponesi sono tra i più competitivi al mondo, come ad esempio Kōsuke Kitajima, che ha conquistato quattro medaglie d'oro alle Olimpiadi e tre medaglie d'oro ai campionati mondiali di nuoto nei 100 e 200 metri rana),[221] la ginnastica artistica e l'atletica leggera.

Il Giappone festeggia il Taiiku no hi (体育の日?), ovvero la giornata dello sport e della salute, il 10 ottobre in commemorazione della XVIII Olimpiade (quella del 1964). Altri eventi degni di nota sono stati gli XI Giochi olimpici invernali del 1972 a Sapporo, i XVIII Giochi olimpici invernali del 1998 a Nagano e i mondiali di calcio del 2002, organizzati in collaborazione con la Corea del Sud. Inoltre il Giappone è stato il Paese scelto per ospitare i Giochi della XXXII Olimpiade, previsti per il 2020 nella capitale Tokyo.

Oltre alle attività sopra elencate, in Giappone sono estremamente diffusi gli sport da combattimento, in particolare il K-1 e le arti marziali miste. Infatti è in questa nazione che sono stati fondati i più importanti tornei al mondo di K-1 (K-1 World Max e K-1 World Grand Prix) e alcune delle prime e più importanti promozioni di arti marziali miste (Pride, Shooto e Pancrase).

Il wrestling in Giappone è considerato uno sport vero e proprio con spazi sulle riviste e giornali sportivi del Paese; il termine con cui ci si riferisce a esso è puroresu (la traslitterazione dell'inglese professional wrestling);[220] la prima federazione, la Japan Pro Wrestling, fu fondata nel 1953 da Rikidozan: da questa federazione provengono Antonio Inoki e Giant Baba, fondatori delle federazioni New Japan Pro Wrestling e All Japan Pro Wrestling e per anni avversari. Nel panorama attuale, oltre a queste federazioni (a eccezione della Japan Pro Wrestling, chiusa nel 1973), le più importanti sono la Pro Wrestling Noah, la Dragon Gate, la Zero1 Max e la Big Japan Wrestling; oltre a queste ci sono numerose federazioni minori e indipendenti. Nel panorama wrestling giapponese un grande spazio hanno le federazioni di joshi puroresu (wrestling femminile), assai numerose.

Tradizioni

Gastronomia

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina giapponese.
Sushi, uno dei piatti più conosciuti della cucina giapponese

La cucina giapponese è caratterizzata dalla presenza di pietanze derivate da combinazioni di prodotti alimentari di base tipiche del Giappone come riso o noodles, zuppe e okazu (piatti a base di pesce, verdure, tofu e simili) per insaporire l'alimento di base. Sono utilizzati vari tipi di pasta, spesso di derivazione cinese, come i rāmen, specie di tagliatelle di frumento, soba, tagliatelle di grano saraceno, o gli udon, simili a tagliolini di grano tenero. Nei primi anni dell'era moderna vennero introdotti ingredienti come le carni rosse, che in precedenza erano scarsamente utilizzate in Giappone. La cucina giapponese è conosciuta per prestare particolarmente attenzione al cibo di stagione, offrendo una vasta gamma di specialità regionali che usano le ricette tradizionali e gli ingredienti locali.[222]

Le Ricorrenze

Ricorrenze nazionali

In genere come ricorrenza nazionale viene celebrato il compleanno dell'attuale imperatore del Giappone: in questo caso si celebra il 23 dicembre, il compleanno dell'imperatore Akihito: la ricorrenza nazionale è chiamata Tennō tanjōbi.

Altra ricorrenza è quella dell'11 febbraio: Kenkoku kinen no hi, che ricorda la data della fondazione dell'Impero Giapponese da parte di Jimmu nel 660 a.C.

Festività

La festa del Tanabata a Hiratsuka

Il termine utilizzato dai giapponesi per indicare una festa tradizionale è matsuri, eventi annuali originari della Cina[223] che prevedono processioni durante le quali si trasportano le statue dei kami dal santuario fino all'interno delle vie della città.[224] Uno dei più famosi e importanti festival del Giappone è l'Hakata Gion Yamakasa di Fukuoka, caratterizzato da una sfilata di carri allegorici trasportati in spalla dagli stessi cittadini.[225]

Il 3 febbraio si celebra il Setsubun, o festa del lancio dei fagioli, che ha per oggetto delle celebrazioni il cambio di ogni stagione.

Il 3 marzo si celebra invece l'Hinamatsuri nota anche come come Festa delle Bambole o Festa delle Bambine.

Nella settimana che va dal 29 aprile al 5 maggio si festeggiano una serie di avvenimenti noti come Golden Week, durante la quale si registrano picchi di vendite nel settore dell'intrattenimento, motivo stesso per cui fu istituita nel 1948.[226]

Il 7 luglio si svolge il Tanabata, durante il quale si festeggia il ricongiungimento delle stelle Vega e Altair, seguendo un'antica leggenda popolare di origine cinese. L'usanza principale è quella dei tanzaku, piccole strisce di carta colorata dove sopra vengono scritti desideri e preghiere rivolti alle stelle protagoniste della festa e successivamente legati a rami di bambù.[227]

Ogni anno in Giappone viene festeggiato anche il compleanno dell'imperatore corrente,[228] che attualmente cade il 23 dicembre, in quanto l'attuale imperatore Akihito è nato in questa data nel 1933.[229] Durante i festeggiamenti si svolge una cerimonia pubblica all'interno del Palazzo Imperiale di Tokyo, dove i cittadini hanno straordinariamente il permesso di entrare per poter rendere omaggio all'imperatore e per ricevere i suoi ringraziamenti.[230] Tra le altre festività nazionali giapponesi recita un ruolo fondamentale il capodanno, istituito nel 1873 e durante il quale si allestiscono i cosiddetti kadomatsu (portatori di longevità, forza e prosperità), si preparano pietanze a base di mochi, si gioca a hanetsuki, si inviano nengajō e ci si reca ai templi per pregare e bere sake.[231]

Commemorazioni nazionali

Note

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  29. ^ Herbert Bix sostiene inoltre che "le misure straordinarie adottate da MacArthur per salvare Hirohito dall'essere processato come criminale di guerra ebbero un duraturo e profondo impatto distorsivo sulla comprensione della guerra da parte dei giapponesi", e che "nei mesi dopo che il processo di Tōkyō iniziò, i più elevati sottoposti di MacArthur stavano lavorando per attribuire la sostanziale responsabilità per Pearl Harbor a Hideki Tojo" (cfr. Bix, ibid. p.585). Shuichi Mizota, l'interprete dell'ammiraglio Mitsumasa Yonai, ha dichiarato che Bonner Fellers incontrò l'ammiraglio il 6 marzo 1946 e gli disse: "sarebbe più conveniente se da parte giapponese ci arrivasse la prova che l'Imperatore è completamente innocente. Credo che l'incombente processo offra la migliore opportunità di farlo. Su Tojo, in particolare, dovrebbe gravare il peso di tutta la responsabilità in questo processo"(cfr. Kumao Toyoda, Sensô saiban yoroku, Taiseisha Kabushiki Kaisha, 1986. p.170-172). Per John Dower, un altro storico statunitense, "la riuscita campagna per assolvere l'Imperatore dalle responsabilità di guerra non conobbe limiti. Hirohito non fu solo semplicemente presentato come innocente di ogni atto formale che avrebbe potuto renderlo indiziato come criminale di guerra. Egli fu trasformato in una figura quasi santa senza la minima responsabilità morale per la guerra", "con il pieno supporto del quartier generale di MacArthur, l'accusa, in effetti era come una squadra di difensori dell'imperatore". (cfr. Dower, ibid. p.326)
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