Cellule di Clara

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Le cellule a clava, conosciute anche come cellule esocrine bronchiolari, e precedentemente note come Cellule di Clara sono cellule presenti nel corpo umano a livello dei bronchi lobulari e bronchioli intralobulari nel parenchima polmonare.[1] Il loro ruolo è quello di secernere materiale sieroso che mantenga fluido il materiale mucoso prodotto dalle cellule caliciformi mucipare[1][2][3].

Le cellule a clava trovano posto nell'epitelio cilindrico semplice ciliato dei bronchioli lobulari e terminali e possono arrivare a essere il 60% di tutte le cellule presenti[1].

Nome

Le cellule bronchiolari furono originariamente descritte da Max Clara, nel 1937, un medico nazista che per le sue ricerche, a Lipsia, usava tessuti prelevati dai prigionieri del Terzo Reich messi a morte a Dresda.[4]

La storia biografica dello scienziato ha portato a proteste da parte di alcuni esponenti della comunità scientifica, che chiesero di cambiare il nome delle cellule, che ricordava troppo i metodi poco etici con cui si è arrivati a scoprirle. Altri sostenevano invece la tesi opposta, cioè che mantenere l'eponimo fosse un modo per non dimenticare i periodi in cui la ricerca medica aveva superato i limiti dell'etica[5].

Nel maggio 2012 il Respiratory Journal Editors group, il gruppo che raccoglie le maggiori riviste scientifiche sull'apparato respiratorio (tra cui American Thoracic Society, European Respiratory Society e American College of Chest Physicians) ha deciso di scegliere un nuovo nome per queste cellule, chiamate club cells a partire dal 1º gennaio 2013[6][7].

Struttura

Le cellule a clava sono di forma cilindrica o cubica e prive di ciglia[1]. La regione apicale, che presenta una superficie arrotondata a cupola è ricca di mitocondri e granuli di secrezione pieni di materiale elettrondenso[2]. Presentano un nucleo in posizione centrale, un reticolo endoplasmatico e un apparato del Golgi sviluppati[1].

Funzione

Sembra che tali cellule si occupino di secernere un materiale sieroso ad azione surfactante che va a ricoprire la superficie dell'epitelio dei bronchi e degli alveoli polmonari. Le cellule del club sono anche state associate la funzione di scambio di ioni cloruro[2] attraverso canali di guanosinmonofosfato ciclico (proteina cGMP).

Nel complesso, quindi, il loro ruolo è di mantenere fluido il muco prodotto dalle cellule mucipare[1] e contribuire all'equilibrata idratazione del muco stesso[2].

Ruolo nelle patologie

Lo stesso argomento in dettaglio: Fibrosi cistica.

Visto il loro ruolo nel trasporto del cloro, è stato pensato un loro coinvolgimento nella fibrosi cistica, malattia caratterizzata da una produzione di muco molto denso che non riesce a essere trasportato verso l'esterno dalle cellule cigliate, ristagnando nelle vie aeree[2].

Note

  1. ^ a b c d e f Anastasi et al., p. 283.
  2. ^ a b c d e Anastasi et al., p. 284.
  3. ^ Junqueira e Carneiro, p. 363.
  4. ^ Andreas Winkelmann e Thorsten Noack, The Clara cell - a "Third Reich eponym"?, in European Respiratory Journal, vol. 36, n. 4, 2010, pp. 722–7, DOI:10.1183/09031936.00146609, PMID 20223917.
  5. ^ Heather Pringle, The Dilemma of Pernkopf's Atlas, in Science, vol. 329, n. 5989, 2010, pp. 274–275, DOI:10.1126/science.329.5989.274-b, PMID 20647444.
  6. ^ RS Irwin, Augustyn N, French CT, Rice J, Tedeschi V, Welch SJ, Spread the word about the journal in 2013: from citation manipulation to invalidation of patient-reported outcomes measures to renaming the Clara cell to new journal features, in Chest, vol. 143, 2013, pp. 1–5, PMID 23276834. URL consultato l'8 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2016).
  7. ^ KM Akram, Lomas NJ, Spiteri MA, Forsyth NR, Club cells inhibit alveolar epithelial wound repair via TRAIL-dependent apoptosis, in Eur Respir J, vol. 41, 2013, pp. 683–694, DOI:10.1183/09031936.00213411, PMID 22790912.

Bibliografia

  • Giuseppe Anastasi et al., Trattato di anatomia umana, vol. II, Milano, Edi.Ermes, 2012, ISBN 978-88-7051-285-4.
  • Luis C. Junqueira e José Carneiro, Compendio di istologia, 5ª ed., Padova, Piccin, 2006, ISBN 88-299-1817-2.

Voci correlate

Collegamenti esterni