Combattimento di cani
Un combattimento di cani è un'attività organizzata a fini di intrattenimento che mette di fronte due cani allevati a tale scopo. Seppur sia una pratica illegale in tutti i paesi occidentali, in altri come in Afghanistan è molto popolare ed appassiona soprattutto gli scommettitori, che investono il proprio denaro su uno dei due animali[1]. In generale gli scontri terminano spesso con la morte di uno dei due animali, ucciso dal vincitore o per sfinimento a causa delle ferite riportate.
Storia
Origini
La frequenza delle testimonianze archeologiche relative al combattimento di cani nelle grandi civiltà dell'Antichità porta a supporre che tale pratica si sia sviluppata più o meno di pari passo con l'addomesticamento del cane. Il ricorso al canide domestico quale supporto nell'abbattimento di selvaggina pericolosa (cinghiali e orsi) ed il suo ben testimoniato impiego in campo bellico (v. cane da guerra), concorsero certamente a gettare le basi per l'impiego nella lotta di determinate razze canine morfologicamente adatte.
Nella Penisola italiana, l'organizzazione dei combattimenti di cani data al termine dell'Età del Bronzo e si lega strettamente con la genesi dei giochi gladiatori. Il phersu degli Etruschi, ritenuto l'antesignano dei successivi gladiatori romani, era appunto un combattente armato di clava che aizzava contro l'avversario (solitamente un condannato a morte) un cane[2] che è lecito supporre fosse appositamente addestrato alla lotta uomo-vs-animale. Nel successivo contesto dei grandi giochi diffusi nelle terre dell'Impero romano, il combattimento tra cani ed il combattimento uomo-vs-cane ebbe larga diffusione, portando, alla selezione di apposite razze, i canes pugnaces, delle quali il cane corso potrebbe essere l'erede[3].
Mentre i combattimenti di cani si diffondevano a Roma, anche dall'altra parte del mondo, in Cina, il cruento spettacolo della cinomachia diveniva fenomeno di costume. Data alla Dinastia Han la selezione di una razza canina deputata alla lotta: lo Shar Pei, lett. "pelle di sabbia"[4]. L'animale, allora molto diverso dalla razza "americanizzata" nel corso del XX secolo, aveva infatti, oltre alla corporatura solida e scattante del combattente, una pelle ed una pelliccia più resistenti ai danni, in grado cioè di prolungare il sanguinoso spettacolo del combattimento.
Razze selezionate
Le razze selezionate per il combattimento oggi o si sono adattate ad altri compiti o si sono estinte, le principali erano:
- Bulldog inglese (vedi anche Old English Bulldog)
- American pit bull terrier
- Staffordshire bull terrier
- Bull Terrier
- Perro de pelea cordobés
- Tosa
- Dogo Canario
- Bulldog americano
In particolare le razze di questa selezione con denominazione terrier derivano da un'unica razza: il Bull and Terrier.
Altre razze vennero impiegate nei combattimenti anche se non specificatamente selezionate per questo:
- Akita
- Mastino napoletano
- Alano spagnolo
- Boerboel
- Bandog
- Bullmastiff
- Mastino inglese
- Airedale terrier
- Fila brasileiro
- Dogue de Bordeaux
Aspetti legali
I combattimenti fra cani sono illegali nei paesi occidentali. In Italia, in base alla Legge 20 luglio 2004, n. 189, articolo 1[5], chiunque organizza combattimenti tra animali è punito con la reclusione da 1 anno a 3 anni e con la multa da 50 000 euro a 160 000 euro.
In altri paesi come Cina, Mongolia e Afghanistan, questa pratica è legale e considerata come forma di intrattenimento.
Note
- ^ (EN) Kirk Semple, Dogfighting Making a Comeback in Afghanistan. URL consultato il 21 agosto 2018.
- ^ Pallottino, Massimo (1984), Etruscologia, 7. ed., Hoepli, Milano, ISBN 88-203-1428-2, p. 392.
- ^ Chiecchi, G. [e] Gualtieri, G. (2007), Il cane corso, Milano, De Vecchi
- ^ Cunliffe, Juliette (1995), The Chinese Shar Pei today, New York, Howell Book House.
- ^ Legge 20 luglio 2004, n. 189, articolo 1, in materia di "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate."
Bibliografia
- Staff, Dog fighting in Acadiana: Video part 1, in KLFY TV 10, 30 novembre 2007. URL consultato il 30 novembre 2007 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2007).
- Staff, Dog fighting in Acadiana: Video part 2, in KLFY TV 10, 30 novembre 2007. URL consultato il 30 novembre 2007 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2007).
- Richard Webster, Dog fighting remains big business in Louisiana, in New Orleans City Business, 26 novembre 2007. URL consultato il 26 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2008).
- Bill Burke, Once limited to the rural South, dogfighting sees a cultural shift, in The Virginian-Pilot, 17 giugno 2007. URL consultato il 17 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2007).
- Staff, Detroit Rapper Young Calicoe Raided After Dog Fighting Video Goes Viral, in Forbes.com, 7 luglio 2012. URL consultato l'11 luglio 2012.
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul combattimento di cani
Collegamenti esterni
- Legge 20 luglio 2004, n. 189, in materia di "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate."
- Combattimento tra cani della Lega Anti Vivisezione
- Bully Kutta (i.e. Fighting Dog Breed)
- Animal Legal and Historical Center, su animallaw.info.
- ASPCA: Article about Dog Fighting, su aspca.org.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85038775 · J9U (EN, HE) 987007557814105171 · NDL (EN, JA) 00573181 |
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