Taraxacum sect. Cucullata
La Taraxacum sect. Cucullata Johannes Leendert van Soest, 1959 è una sezione di piante angiosperme dicotiledoni del genere Taraxacum della famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome scientifico della sezione è stato definito dal botanico Johannes Leendert van Soest (1898-1983) nella pubblicazione " Acta botanica neerlandica" ( Acta Bot. Neerl. 8: 120.) del 1959.[3][4]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Habitus. Le specie di questo gruppo in genere sono piante perenni scapose di piccole dimensioni. La forma biologica prevalente è emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale. La riproduzione delle specie di questo genere può avvenire normalmente per via sessuale oppure anche in modo apomittico.[2][3][5][6][7][8][9][10][11][12][13]
Radici. Le radici sono dei molli fittoni a volte ramificati in alto e senza tunica. Il fittone è perenne e quando aumenta in grossezza la sua lunghezza si espande e si contrae alternativamente. Nella radice è presente un lattice amaro.[5]
Fusto. La parte aerea vera e propria del fusto è assente: dalla parte apicale del rizoma, posto al livello del suolo, emerge direttamente la rosetta basale e uno o più peduncoli (fino a 10) cavi e afilli dell'infiorescenza; questi possono essere glabri o villosi (soprattutto nella parte distale). Le piante di questo gruppo sono alte 7 – 15 cm.
Foglie. Le foglie sono solamente basali (rosette radicali), quasi sempre appressate al suolo, con disposizione alterna lungo il caule. La lamina, sottile, a consistenza è molle, ha una forma più o meno oblunga a obovata. I margini sono grossolanamente dentati o incisi. Gli apici sono acuti. Le facce sono glabre o debolmente villose.
Infiorescenza. Le infiorescenze sono composte da pochi capolini peduncolati. I capolini sono formati da un involucro a forma da campanulata a oblunga composto da brattee (o squame) disposte in due serie principali in modo embricato, all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. Le brattee si dividono in interne ed esterne (queste ultime formano un calice basale all'involucro). Quelle esterne sono colorate di verde scuro e prive di cornetti apicali e margine membranoso. Il ricettacolo è piano e butterato (alla fine diventa convesso), è inoltre nudo, ossia privo di pagliette a protezione della base dei fiori.
Fiori. I fiori tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[14]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: le corolle sono formate da una ligula terminante con 5 denti. La corolla è colorata di giallo chiaro o biancastro. Le ligule sono brevi e revolute a tubo.
- Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[15] Le antere sono e prive di codette e alla base sono acute. Il polline è tricolporato.[16]
- Gineceo: lo stilo è filiforme. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti e ricurvi con la superficie stigmatica posizionata internamente (vicino alla base); il colore è grigio-giallastro scuro.[17] L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.
- Fioritura: da luglio ad agosto.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono piccoli e colorati da grigio a bruno-olivastro, senza componente rossa; la forma del corpo, variabile da oblanceoloide a obovoide o fusiforme, è appiattita, angolosa (con 4 - 12 coste), con becco e pappo finale; la superficie in genere è glabra, mentre nella parte superiore (in prossimità del becco) è ricoperta da numerosi tubercoli ed aculei. Il becco è allungato (il doppio del corpo). Il pappo è persistente ed è formato da numerose (da 50 a 100) setole bianche (peli semplici) disposte su una serie.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]- Distribuzione: in Italia le specie di questo gruppo si trovano nelle Alpi. Altrove sono presenti in Europa centrale.[3]
- Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono i pascoli alpini.
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare tra 1.900 e 2.500 m s.l.m..
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Crepidinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Crepidinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Chondrillinae e Hypochaeridinae.[9]
La sottotribù è divisa in due gruppi principali uno a predominanza asiatica e l'altro di origine mediterranea/euroasiatica.[9] Da un punto di vista filogenetico, all'interno della sottotribù, sono stati individuati 5 subcladi. Il genere di questa voce appartiene al subclade denominato "Ixeris-Ixeridium-Taraxacum clade".[3] Nel clade Ixeris-Ixeridium-Taraxacum i primi due generi (Ixeris e Ixeridium) formano un "gruppo fratello", mentre il grande genere Taraxacum è in posizione "basale". In posizione intermedia, questo clade include anche il genere Askellia. [La precedente configurazione filogenetica è basata sull'analisi di alcune particolari regioni (nrITS) del DNA; analisi su altre regioni (DNA del plastidio) possono dare dei risultati lievemente diversi.][21]
I caratteri distintivi per il genere Taraxacum sono:[8]
- le piante sono rizomatose;
- le foglie sono riunite in rosette radicali;
- le infiorescenze sono formate da capolini solitari e terminali;
- le brattee sono disposte in due serie;
- il tubo della corolla ha all'apice dei ciuffi di lunghi peli;
- i capolini hanno un numero elevato di fiori (fino a 300);
- i numeri cromosomici sono elevati;
Il genere Taraxacum è composto da numerosi "stirpi" o "aggregati" (o sezioni tassonomiche) le cui specie differiscono poco una dall'altra. La causa di questa elevata presenza di "specie collettive" è l'apogamia collegata a processi di poliploidizzazione (spesso sono presenti individui triploidi, tetraploidi, pentaploidi, esaploidi, e oltre). Un altro fattore importante per spiegare le variazioni, oltre alle mutazioni genetiche, è l'ibridazione.[6]
Il successo della diffusione di questo genere (e anche della sua variabilità) è dato inoltre dal fatto che facilmente le sue specie si adattano ad ogni tipo di habitat (per questo in più parti sono considerate piante invasive); oltre a questo il "soffione", l'organo di supporto per la riproduzione, può contenere oltre un centinaio di pappi con relativi semi.
Altre ricerche hanno collegato la maggiore frequenza della comparsa dell'apogamia in gruppi di specie situate in areali fortemente influenzati dall'antropizzazione; viceversa altri gruppi relegati in ambienti naturali più tranquilli si presentano con minore variabilità e una diploidia più bassa e costante.[7] Per i motivi sopra esposti questo genere viene più facilmente descritto attraverso il concetto di "aggregato" (o specie collettive o sezioni), piuttosto che attraverso singole specie di difficile definizione. Attualmente (2022) il genere Taraxacum è suddiviso in 50 - 60 sezioni (secondo i vari Autori[2][3]). In Europa sono presenti 35 sezioni[22], mentre in Italia sono presenti 16 sezioni (con circa 150 specie).[2][13]
I caratteri distintivi per le specie di questa sezione sono:[2][13]
- le foglie (basali) sono quasi sempre appressate al suolo (sono inoltre inciso-dentate);
- le brattee esterne dell'involucro sono prive di cornetti apicali e margini membranosi;
- il colore delle corolle è giallo chiaro o biancastro;
- le ligule esterne sono revolute a tubo;
- negli acheni non è presente la componente rossa (sono colorati da grigio a bruno-olivaceo);
- il becco degli acheni è lungo il doppio del corpo dell'achenio.
Elenco delle specie
[modifica | modifica wikitesto]La sezione di questa voce ha 6 specie (3 delle quali sono presenti sul territorio italiano):[2][3][13][23]
Specie italiane
- Taraxacum aureocucullatum Soest, 1969 - Distribuzione: la presenza in Italia è da verificare; altrove si trova in Svizzera e nella Penisola Balcanica.
- Taraxacum cucullatum Dahlst., 1907 - Tarassaco a capuccio: l'altezza massima della pianta è di 7 – 15 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros); il tipo corologico è Endemico - Alpico ; l'habitat tipico sono i pascoli alpini; in Italia è una specie rara e si trova nelle Alpi fino ad una quota tra 1.900 e 2.500 m s.l.m.. Altrove si trova in Europa centrale.
- Taraxacum tiroliense Dahlst., 1907 - Tarassaco del Tirolo: in Italia è presente in Tentino Alto Adige; altrove si trova in Austria e Germania; il numero cromosomico è 2n = 32.
La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione di una specie alpina tipica di questo gruppo.[24].
Specie | Comunità vegetali |
Piani vegetazionali |
Substrato | pH | Livello trofico | H2O | Ambiente | Zona alpina |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Taraxacum cucullatum | 11 | alpino subalpino (montano) |
Ca - Si | neutro | alto | umido | B4 F3 | tutto l'arco alpino ma condiscontinuità |
Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili). |
Altre specie
Nell'areale dell'Europa e del Mediterraneo sono presenti le seguenti 3 specie:[25]
- Taraxacum concucullatum A. J. Richards, 1972 - Distribuzione: Austria.
- Taraxacum luteocucullatum Soest, 2014 - Distribuzione: Svizzera.
- Taraxacum sulger-bueelii Soest, 1659 - Distribuzione: Svizzera e Germania.
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[3]
- Taraxacum cucullatum aggr
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
- ^ a b c d e f Pignatti 2018, vol.3 pag. 1085.
- ^ a b c d e f g Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 24 febbraio 2022.
- ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 812.
- ^ a b eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 14 maggio 2013.
- ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 254-260.
- ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 186.
- ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 350.
- ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
- ^ Strasburger 2007, pag. 860.
- ^ Judd 2007, pag.517.
- ^ a b c d Pignatti 2018, Vol. 4 - pag. 201.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
- ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
- ^ Judd 2007, pag. 523.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
- ^ Yin et al. 2021.
- ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 13 febbraio 2022.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org.
- ^ Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 662.
- ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 26 febbraio 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione., Bologna, Edagricole, 2018.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina., Bologna, Zanichelli, 2004.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
- Ze-Huan Wang, Norbert Kilian, Ya-Ping Chen & Hua Peng, 12 March 2020 Sinoseris (Crepidinae, Cichorieae, Asteraceae), a new genus of three species endemic to China, one of them new to science, in Willdenowia, vol. 50, n. 1, 2020, pp. 91-110.
- Zhi-Jian Yin, Ze-Huan Wang, Norbert Kilian, Ying Liu, Hua Peng & Ming-Xu Zhao, Mojiangia oreophila (Crepidinae, Cichorieae, Asteraceae), a new species and genus from Mojiang County, SW Yunnan, China, and putative successor of the maternal Faberia ancestor, in Plant Diversity, Giugno, 2021.
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