Anselmo di Nonantola
Sant'Anselmo di Nonantola | |
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Wiligelmo e seguaci, Anselmo, fatto monaco, fonda l'abbazia di Nonantola, portale dell'abbazia di Nonantola (XII secolo) | |
Fondatore dell'abbazia di Nonantola | |
Nascita | Forum Julii, oggi Cividale del Friuli, 723 |
Morte | Nonantola, 803 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | Pre-canonizzazione |
Santuario principale | Abbazia di Nonantola |
Ricorrenza | 3 marzo |
Patrono di | Nonantola |
Anselmo (Cividale del Friuli, 723 – Nonantola, 803) è stato un abate longobardo, duca del Friuli dal 749 al 751, poi, ritiratosi, fondatore dell'abbazia di Nonantola di cui fu abate.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Abbiamo di lui notizie certe da bolle pontificie, diplomi e altri documenti. Anche una Vita scritta da un autore anonimo, che era già citata nel 1037 nel Catalogus Abbatum. Asceso al trono ducale di Cividale nel 749 (in associazione con Pietro), quando Astolfo, già duca in seguito all'elezione di Rachis a sovrano dei Longobardi, divenne a sua volta re a Pavia.
La tradizione della Chiesa cattolica lo identifica con sant'Anselmo da Nonantola, che avrebbe abbandonato il trono ducale nel 750-751, quando si ritirò nel monastero di Fanano, da lui stesso fondato in un luogo donatogli da re Astolfo, il quale avrebbe sposato sua sorella Gisaltruda. Due anni più tardi, intorno al 752, fondò poi il monastero di Nonantola, sempre presso Modena, per poi recarsi in seguito a Roma, dove papa Stefano II gli donò alcune reliquie di san Silvestro e lo nominò abate di Nonantola. In seguito fondò diversi ricoveri per i poveri e i malati, ma nel 756 venne scacciato da Nonantola dal nuovo re longobardo, Desiderio, che aveva intrapreso una vasta opera di riorganizzazione dei monasteri del regno longobardo per garantirsi il loro appoggio. Anselmo si ritirò a Montecassino fino al 774 quando, deposto Desiderio da Carlo Magno, poté rientrare a Nonantola, dove morì nell'803.
Un'identificazione alternativa, ipotetica e induttiva, è invece con il terzo figlio di Pemmone e Ratperga, accanto a Rachis e Astolfo: Ratchait. Se la corrispondenza è corretta, anche a lui va estesa la qualifica di "valoroso" attribuita da Paolo Diacono a tutti i figli di Pemmone. Ratchait appare alla corte di Liutprando all'indomani della deposizione del padre a favore di Rachis, nel momento in cui il sovrano ordina l'arresto dei sostenitori del duca deposto.
Culto
[modifica | modifica wikitesto]Canonizzato dalla Chiesa cattolica, è ricordato il 3 marzo. Dal Martirologio Romano: "A Nonantola in Emilia, sant'Anselmo, fondatore e primo abate del monastero del luogo, che per cinquant'anni promosse la disciplina monastica sia con l'insegnamento che con l'esercizio delle virtù."
Anselmo nella letteratura
[modifica | modifica wikitesto]Anselmo di Nonantola compare come personaggio nel romanzo fantasy storico Donna di spade, dell'autore finalese Giuseppe Pederiali.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paolo Diacono, Historia Langobardorum (Storia dei Longobardi, Lorenzo Valla/Mondadori, Milano 1992).
- Alessandro Pratesi, Anselmo di Nonantola, in Dizionario biografico degli italiani, III, Roma, 1961, pp. 413–15. Vedi in Treccani.it. URL consultato il 24 settembre 2012.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ansèlmo di Nonantola, santo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Ansèlmo di Nonàntola, su sapere.it, De Agostini.
- Alessandro Pratesi, ANSELMO di Nonantola, santo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 3, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Anselmo di Nonantola, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- (EN) Anselmo di Nonantola, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- Anselmo di Nonantola, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- Scheda su sant'Anselmo di Nonantola su www.catholic, su catholic.org.
- Scheda sull'Abbazia di Nonantola su www.catholic, su catholic.org.
- Scheda su sant'Anselmo di Nonantola su saints.sqpn.com, su saints.sqpn.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 61366933 · ISNI (EN) 0000 0000 4712 6824 · CERL cnp01129464 · LCCN (EN) no2008140594 · GND (DE) 133597636 |
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