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Cimitero monumentale di Brescia

Coordinate: 45°32′26.88″N 10°12′07.56″E
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Cimitero monumentale di Brescia
recinto funebre interno, cimitero Vantiniano
TipoCivile
Confessione religiosaCattolica
Stato attualeIn uso
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàBrescia
Costruzione
Periodo costruzione1814-1935
Data apertura19 gennaio 1810[1]
ArchitettoRodolfo Vantini
Tombe famoseGiuseppe Zanardelli, Tito Speri, Rodolfo Vantini
Mappa di localizzazione
Map

Il cimitero monumentale di Brescia, o Vantiniano, opera dell'architetto Rodolfo Vantini, è il primo cimitero monumentale della storia dell'arte[2][3][4].

Il faro, realizzato tra il 1849 e il 1864.

Il cimitero monumentale di Brescia fu la prima opera di Rodolfo Vantini, realizzata a partire dal 1813 e che lo impegnò per tutta la vita[5]. L'editto napoleonico di Saint Cloud, del 12 giugno 1804, fissava una serie di regole di sanità pubblica relative alla sepoltura dei cadaveri, imponendone la tumulazione in aree distanti dai centri abitati. Brescia, nel 1806, fu tra le prime città a tramutare in legge tale decreto tanto che la deputazione cittadina si impegnò ad erigere un camposanto secondo le nuove direttive: a tal proposito si scelse un'area nella zona al di fuori di porta San Giovanni[3], mentre il comune di Brescia acquistò, in data 12 settembre 1808, una serie di terreni corrispondenti ad un'area di 154 metri di lato.

Il 19 gennaio 1810 il vescovo Gabrio Maria Nava consacrò il luogo di sepoltura e fin da subito furono effettuate le tumulazioni. Al tempo, l'area del cimitero si presentava una croce di ferro, attorno alla quale i corpi venivano inumati direttamente nel terreno senza sottoporlo a cure o trattamenti particolari. Nel 1814[3][4], dopo varie discussioni atte al miglioramento della struttura si decise, previo concorso, di affidare il progetto al giovane architetto Rodolfo Vantini affinché vi realizzasse una cappella funebre. Nel corso degli anni, l'area fu arricchita di porticati ed edifici in stile neoclassico, ispirati all'arte greca. Vantini spese tutta la vita all'edificazione del camposanto di Brescia[3] e per tale opera fu riconosciuto come il più abile architetto in tale campo; i lavori di costruzione e ampliamento del complesso si protrassero, infatti, oltre la morte di Vantini stesso, sino agli inizi del XX secolo.

Le aree principali che compongono la struttura sono:

  • La cappella centrale dedicata a San Michele, nella quale campeggia la statua dell'omonimo arcangelo, ad opera di Democrito Gandolfi[6].
  • La cella del Municipio o rotondina comunale, primo vero pantheon del complesso monumentale: in essa, dal 1833 al 1904, vennero seppelliti venticinque protagonisti della vita politica e sociale di Brescia, tra i quali il poeta Cesare Arici[7].
  • L'emiciclo verde antistante la cappella di San Michele, costituito da sessantasette cenotafi che ricordano vari personaggi più o meno noti della storia di Brescia, come poeti, letterari, imprenditori o militari[8].
  • Il faro, ultimato nel 1864 con cinquantacinque metri d'altezza, dispone d'un basamento circolare attorniato da portici e sepolcri ed è sormontato da una lanterna, allegoria della luce che vuole illuminare la via nell'aldilà. L'architetto tedesco Johann Heinrich Strack trasse ispirazione da essa per la realizzazione della colonna della Vittoria di Berlino, inaugurata nel 1873[9]. Inoltre, nella sala centrale del monumento è collocata la statua di Rodolfo Vantini, ivi seppellito, opera di Giovanni Seleroni[10].
  • L'ossario militare, edificato negli anni Venti del XX secolo a commemorazione dei caduti della prima guerra mondiale, è tra gli edifici funebri militari cimiteriali più grandi d'Italia[11].
  • Il Pantheon o famedio, una sala destinata a contenere i monumenti degli illustri bresciani[12].
  • La tomba piramidale del beato Giovanni Battista Bossini[13].

Gruppi scultorei marmorei e bronzei presenti nei portici funebri

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Nelle tavole predisposte da Rodolfo Vantini per la pubblicazione di Il Campo Santo di Brescia (1855) compare la monumentale aula del Pantheon, definita “Sala nell'Emiciclo in fondo al Cimitero destinata a contenere i monumenti degli illustri bresciani”, collocata appunto nell'emiciclo di chiusura dell'intero Campo Santo e in asse con il monumento a tronco di piramide del beato Giuseppe Bossini (1843-1856), il faro-lanterna (1847-1864) e la chiesa di San Michele. Dopo l'esperienza della cosiddetta Rotondina Comunale (collocata nella cella 8 al termine del portico orientale della facciata del Vantiniano), nasce il Pantheon, così com'è scritto sull'architrave esterno della sala, un vero e proprio Famedio comunale in cui collocare cenotafi, monumenti e iscrizioni in memoria di cittadini illustri[12].

Nel marzo del 2015 la Giunta comunale di Brescia ha deciso di riprendere quella nobile idea. Con delibera n. 34 del 16 marzo 2015, il Consiglio comunale ha approvato il “Regolamento per le onoranze al Famedio”. Ai sensi dell’art. 2 del Regolamento sono cittadini illustri “coloro che abbiano meritato per opere letterarie, scientifiche, artistiche o per atti insigni, o che si siano distinti particolarmente nella storia patria. Cittadini benemeriti sono coloro che abbiano arrecato alla città particolare lustro e beneficio”.

Galleria d'immagini

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  1. ^ Data della benedizione del primo nucleo del campo santo da parte del vescovo di Brescia Gabrio Maria Nava. Enciclopedia Bresciana
  2. ^ Lionello Costanza Fattori, Rodolfo Vantini, 1ª ed., Lonato, Fondazione Ugo da Como, 1963, OCLC 601150987, SBN SBL0135356.
  3. ^ a b c d Francesco Marino, Edilizia funeraria. Progettazione, normativa, esempi, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2014, p. 11, ISBN 9788838783425.
    «[...] Venne realizzato attorno al 1813 il Cimitero Monumentale di Brescia o Vantiniano. Qui le tombe vennero allestite sommariamente, cosicché si decise di costruire prima una chiesa e poi nel 1813 venne dato l'incarico all'architetto e ingegnere Rodolfo Vantini [...] di procedere con un progetto. È un'opera di grandissima importanza poiché fu il primo cimitero monumentale italiano, prototipo di tutti i cimiteri neoclassici dell'Ottocento. L'opera impegnò il suo ideatore per tutta la vita [...]»
  4. ^ a b Livia Maltese Degrassi, a cura di Ministero della pubblica istruzione, Direzione generale delle antichità e belle arti, Bollettino d'arte, serie IV, anno XLVIII, fascicolo 3, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato P. V., luglio-settembre 1963, p. 287, ISSN 0391-9854 (WC · ACNP).
    «[...] Tra queste particolarmente importanti il Cimitero monumentale di Brescia che, iniziato dal Vantini nel 1815, può essere considerato il primo cimitero monumentale che sia stato progettato; [...]»
  5. ^ www.comune.rezzato.bs.it, su comune.rezzato.bs.it. URL consultato il 1º novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2006).
  6. ^ Terraroli, Valerio, 1956-, Il Vantiniano : guida ai monumenti, Comune di Brescia, 2015, p. 30, ISBN 979-12-200-0627-9, OCLC 1015985166. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  7. ^ Terraroli, Valerio., Il Vantiniano : la scultura monumentale a Brescia tra Ottocento e Novecento, Comune di Brescia, 1990, p. 37, ISBN 88-7385-066-9, OCLC 26126308. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  8. ^ Terraroli, Valerio, 1956-, Il Vantiniano : guida ai monumenti, Comune di Brescia, 2015, pp. 66-67, ISBN 979-12-200-0627-9, OCLC 1015985166. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  9. ^ Alberto Ottaviano, Sono tornati a ruggire i bianchi leoni di pietra del cimitero Vantiniano (PDF), su ancebrescia.it. URL consultato il 7 marzo 2019.
  10. ^ Terraroli, Valerio., Il Vantiniano : la scultura monumentale a Brescia tra Ottocento e Novecento, Comune di Brescia, 1990, p. 72, ISBN 88-7385-066-9, OCLC 26126308. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  11. ^ SAVOIA, Casa - Enciclopedia Bresciana, su enciclopediabresciana.it. URL consultato il 20 dicembre 2020.
    «Umberto II (1904-1983) il 10 settembre 1933 inaugurava al Cimitero Vantiniano l'Ossario dei caduti e il monumento ai Lupi di Toscana»
  12. ^ a b Terraroli, Valerio, 1956-, Il Vantiniano : guida ai monumenti, Comune di Brescia, 2015, pp. 66-69, ISBN 979-12-200-0627-9, OCLC 1015985166. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  13. ^ Terraroli, Valerio, 1956-, Il Vantiniano : guida ai monumenti, Comune di Brescia, 2015, p. 55, ISBN 979-12-200-0627-9, OCLC 1015985166. URL consultato il 20 dicembre 2020.

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