Matthew Bellamy

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Matt Bellamy)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Matthew Bellamy
Matthew Bellamy in concerto nel 2019
NazionalitàRegno Unito (bandiera) Regno Unito
GenereRock alternativo[1]
Rock progressivo[1]
Periodo di attività musicale1992 – in attività
Strumentovoce, chitarra, pianoforte, tastiera, keytar
EtichettaTaste Media
Mushroom
East West
Warner Bros.
Helium-3
Gruppi attualiMuse, The Jaded Hearts Club
Album pubblicati1
Studio1
Logo ufficiale
Logo ufficiale

Matthew James Bellamy, detto Matt (Cambridge, 9 giugno 1978[2]), è un cantautore, polistrumentista e compositore britannico, frontman del gruppo musicale Muse.

Il suo stile vocale è caratterizzato da un frequente utilizzo del falsetto.[3] Il 31 dicembre 2009 fu nominato dalla rivista inglese Total Guitar "chitarrista del decennio",[4] annoverando diversi pareri di altri chitarristi tra i quali Grant Nicholas, leader dei Feeder, ed elencando una lista di ragioni tra le quali il miglior album di debutto per un giovane artista con Showbiz (1999).[5] Il 28 febbraio 2012 vinse agli NME Awards il premio Hero of the Year[6] e nello stesso anno viene eletto, dopo un sondaggio indetto dalla radio britannica XFM, come quinto più grande frontman della storia.[7]

Nasce a Cambridge da madre di Belfast (Irlanda del Nord) e padre scozzese. Nel 1970 la madre Marilyn si trasferì in Inghilterra dove conobbe George Bellamy, famoso negli anni sessanta e settanta per essere stato il chitarrista ritmico del gruppo musicale strumentale The Tornados, il cui singolo Telstar (1962) fu la prima canzone inglese a raggiungere la vetta nelle classifiche negli Stati Uniti.[8]

La famiglia si trasferì successivamente a Teignmouth, nel Devon, dove Matthew, spinto dal padre, all'età di dieci anni cominciò a studiare pianoforte. Quando ebbe quattordici anni, i genitori divorziarono e Matthew venne mandato a vivere con i nonni. In quegli anni cominciò ad avvicinarsi anche alla chitarra e iniziò a suonare in diversi gruppi scolastici fino all'incontro con Dominic Howard e con Chris Wolstenholme con i quali fondò un gruppo chiamato inizialmente Gothic Plague e successivamente Rocket Baby Dolls.

Per dieci anni è stato fidanzato con la psicologa italiana Gaia Polloni.[9][10] Il 9 luglio 2011 Bellamy è diventato padre di un bambino di nome Bingham "Bing" Hawn Bellamy dato alla luce dalla sua compagna, l'attrice statunitense Kate Hudson,[11] dalla quale si è separato nel dicembre 2014. Dal febbraio 2015 è impegnato con l'attrice e modella statunitense Elle Evans, la quale ha preso parte nel video del singolo Mercy.

Lo stesso argomento in dettaglio: Muse (gruppo musicale).
Matthew Bellamy a Toronto nel 2012

Nel 1994 i Rocket Baby Dolls parteciparono ad una competizione per gruppi musicali locali dove presentano pezzi rock rispetto alla corrente pop degli altri partecipanti. Sicuro di non assicurarsi la vittoria per le loro diverse idee musicali, Matthew decise di stupire il pubblico presentandosi sul palco con un pesante trucco e mantenendo un atteggiamento violento ed aggressivo, arrivando a distruggere il palco dopo l'esibizione.[12] Il suo comportamento convinse la giuria che fece aggiudicare ai Rocket Baby Dolls il primo premio;[12] da quel momento si consolidò il rapporto con gli altri due membri del gruppo. I tre amici decisero di cambiare il loro nome definitivamente in Muse. Spesso condizionato dal fervore politico mondiale e dalle teorie complottiste, Bellamy riporta spesso i propri pensieri riguardanti il mondo e il futuro dell'umanità nei testi delle canzoni, lasciando come esercizio al lettore l'interpretazione di queste ipotesi, che vengono spesso portate a scherzosi estremi nelle interviste che rilascerà dopo la pubblicazione di Origin of Symmetry.[13]

Nel 1995 il produttore e DJ Dennis Smith assistette ad un concerto che il gruppo tenne in Cornovaglia e rimase colpito dal talento che Bellamy dimostrò sul palco nonostante non avesse ancora vent'anni. Due anni dopo decise di dedicare del tempo al gruppo concedendogli il suo studio di registrazione, mettendoli prima sotto contratto con la Dangerous Records (con la quale pubblicarono l'EP omonimo e Muscle Museum EP) e successivamente con la Taste Media.

Nel 2006 il gruppo fondò la propria etichetta discografica, la Helium-3, mentre nel 2009 allestirono presso la residenza di Bellamy situata sul Lago di Como[14] uno studio di registrazione denominato "Studio Bellini" ed utilizzato per la registrazione del quinto album in studio The Resistance.[15] Lo studio prende il nome dal compositore siciliano dell'Ottocento Vincenzo Bellini,[14] in passato proprietario dell'abitazione dove ora risiede Bellamy.

Attività da solista

[modifica | modifica wikitesto]

Parallelamente ai Muse, Bellamy è attivo anche come artista solista. Nel 2009 ha composto il tema musicale orchestrale dei titoli di coda del film del 2009 The International diretto dal regista tedesco Tom Tykwer che vede come protagonisti Clive Owen e Naomi Watts.[16] Dieci anni più tardi ha composto il brano Pray (High Valyrian) per la colonna sonora For the Throne della serie televisiva Il Trono di Spade;[17] tale brano è stato inoltre eseguito dal vivo durante i concerti del Simulation Theory World Tour dei Muse.[18]

L'8 maggio 2020 Bellamy ha pubblicato il singolo di debutto Tomorrow's World, scritto durante il lockdown imposto a causa della pandemia di COVID-19.[19] Il 26 giugno è stata la volta di Unintended (Acoustic Version), rifacimento dell'omonimo singolo dei Muse del 2000,[20] mentre il 28 agosto è stato presentato Behold, the Glove, singolo tratto dal film Muse - Simulation Theory.[21]

Bellamy con Brian Johnson durante il concerto dei Muse al Reading Festival 2017

Bellamy è solito avvalersi del falsetto: durante uno dei primi tour con la band, dovette fermarsi per un paio di settimane a causa di un'impostazione canora non particolarmente curata che gli aveva causato un restringimento della laringe e, durante le visite mediche, i dottori asserirono di non avere mai visto delle corde vocali così femminee in una laringe maschile.[3] All'inizio della sua carriera il suo tono di canto gli causava spesso una forte inibizione, cosa che lo faceva sforzare a cantare con un tono più basso. Bellamy è inoltre noto per l'atteggiamento irruente e distruttivo sul palco durante le performance dal vivo: in un concerto dei Muse spaccò inavvertitamente il sopracciglio di Dominic Howard lanciandogli addosso la propria chitarra, che sarebbe dovuta finire (come spesso accadeva) sullo strumento del batterista;[13] il 9 aprile 2004 i Muse si esibirono all'Atlanta Cotton Club della città omonima e, durante l'esecuzione del brano Citizen Erased, Bellamy si infortunò al volto con la sua chitarra a sette corde "Seven String Manson" rompendosi un incisivo con una chiave del manico durante un salto.[22][23]

Pensiero politico

[modifica | modifica wikitesto]

Bellamy espresse pubblicamente il proprio fascino per il Georgismo;[24] Molte sue canzoni, come Assassin o Uprising, mostrano una visione rivoluzionaria e in un'intervista con la rivista Q Bellamy affermò di essere un libertario ma di auspicare una Costituzione per il Regno Unito in grado di limitare il potere del Governo.[25] Bellamy inoltre affermò in un'intervista alla televisione tedesca 3sat di essere stato influenzato politicamente dalla lettura di Confessioni di un sicario dell'economia di John Perkins e di essere convinto che i lobbisti influenzino il sistema politico.[26]

Album in studio
Singoli
Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia dei Muse.

Con i The Jaded Hearts Club

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ a b (EN) Muse, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 23 dicembre 2012.
  2. ^ (EN) College Days: Matt Bellamy, su The Guardian, 18 febbraio 2003. URL consultato l'8 giugno 2017.
  3. ^ a b Beaumont, pp. 88-89.
  4. ^ (EN) Matthew Bellamy - Guitarist of the decade (JPG), su Total Guitar Magazine, 01-2010. URL consultato il 20 gennaio 2010.
  5. ^ (EN) Guitarist of the decade - Matthew Bellamy - Count down 10 reasons (JPG), su Total Guitar Magazine, 01-2010. URL consultato il 20 gennaio 2010.
  6. ^ NME Awards - as it happened
  7. ^ (EN) Matthew Bellamy No.5, su XFM. URL consultato il 12 marzo 2012.
  8. ^ (EN) Top Ten First Go, su the-tornados.com. URL consultato il 16 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2010).
  9. ^ Rocker's end of world fear
  10. ^ Matt Bellamy finds a new Muse in Hollywood star Kate Hudson
  11. ^ Muse: il cantante Matt Bellamy è diventato papà, su Rockol, 11 luglio 2011. URL consultato l'11 luglio 2011.
  12. ^ a b (EN) Biography, su MicroCutz. URL consultato il 16 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2015).
  13. ^ a b Beaumont.
  14. ^ a b (EN) Matt Bellamy, main man of Muse, bemuses Stephen Dalton, su The Times, 29 luglio 2006. URL consultato il 22 dicembre 2009.
  15. ^ Manlio Benigni, I Muse, come cigni neri, su rollingstonemagazine.it, 8 giugno 2010. URL consultato il 19 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  16. ^ (EN) Matthew Bellamy, su IMDb, IMDb.com. Modifica su Wikidata
  17. ^ (EN) Andre Trendell, Muse's Matt Bellamy shares new song 'Pray' with brilliant 'Game Of Thrones' teaser, su NME, 13 aprile 2019. URL consultato il 23 aprile 2019.
  18. ^ (EN) Liza Blake, Muse Kickoff "Simulation Theory" World Tour + Live Debut New Song, su LiveNationTV, 6 marzo 2019. URL consultato il 29 agosto 2020.
  19. ^ Ascolta 'Tomorrow's World', il nuovo singolo di Matthew Bellamy dei Muse, su Rolling Stone Italia, 8 maggio 2020. URL consultato il 29 agosto 2020.
  20. ^ (EN) Elizabeth Aubrey, Muse's Matt Bellamy shares dreamy, stripped-back version of 'Unintended', su NME, 26 giugno 2020. URL consultato il 29 agosto 2020.
  21. ^ (NL) Elizabeth Aubrey, Nieuwe single Matt Bellamy – "Behold, The Glove", su Dansende Beren, 28 agosto 2020. URL consultato il 29 agosto 2020.
  22. ^ (EN) Jeremy P. Goldstein, Muse's Matt Bellamy Bashes Own Face; Atlanta, Philly Shows Canceled, su thetripwire.com, 12 aprile 2004. URL consultato il 19 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2012).
  23. ^ (EN) Matt Bellamy, lead singer of the band Muse, smashed his face so hard, su atlantamusicguide.com. URL consultato l'8 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2009).
  24. ^ (EN) Dan Cairns, Muse return with new album The Resistance, su The Sunday Times, 23 agosto 2009. URL consultato il 29 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2011).
  25. ^ (EN) 2010 – Matt Bellamy MUSE Interview in Q Magazine 'Artists Of The Century' Edition, su erato1.wordpress.com. URL consultato il 29 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2010).
  26. ^ (EN) Estratto dell'intervista a 3sat, su nimble.ie. URL consultato il 14 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2010).
  • Mark Beaumont, Fuori dal mondo - La storia dei Muse, Arcana, 2009.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN75846521 · ISNI (EN0000 0001 1493 7134 · SBN LO1V332271 · Europeana agent/base/69312 · LCCN (ENnb2008002480 · GND (DE135156017 · J9U (ENHE987007395397505171