Reattivo di Benedict

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Il reagente di Benedict è una soluzione utilizzata per effettuare il saggio di Benedict. Deve il suo nome al chimico statunitense Stanley Rossiter Benedict.

Il reagente di Benedict è utilizzato per determinare la presenza di zuccheri riducenti. Questi includono tutti i monosaccaridi e i disaccaridi lattosio e maltosio. Più in generale, il saggio di Benedict è in grado di rilevare la presenza delle aldeidi (escluse quelle aromatiche) e alfa-idrossichetoni (aciloine), che includono quelli presenti in certi chetosi. Quindi, sebbene il chetoso fruttosio non sia strettamente uno zucchero riducente, esso è un alfa-idrossichetone e reagisce col reattivo di Benedict in quanto viene convertito negli aldosi glucosio e mannosio per via della basicità della soluzione.

Un litro di reagente di Benedict può essere preparato sciogliendo in un litro di acqua 100 g di carbonato di sodio anidro, 173 g di citrato di sodio e 17,3 g di solfato rameico pentaidrato.[1] Viene spesso utilizzato al posto del reattivo di Fehling.

Il citrato di sodio ha il compito di complessare Cu2+ che, nelle condizioni basiche dovute alla presenza del carbonato di sodio, precipiterebbe come idrossido. Le sostanze organiche riducono Cu2+ a Cu2O, con formazione di un precipitato di colore rosso mattone.

Esecuzione del saggio

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Per verificare la presenza di monosaccaridi o disaccaridi riducenti viene aggiunta una piccola quantità di reattivo e si procede a riscaldamento a bagnomaria per 4-10 minuti. In presenza di zuccheri riducenti, si nota una progressiva variazione del colore della soluzione che passa dal blu al rosso mattone. Disaccaridi comuni come lattosio e maltosio reagiscono col reattivo di Benedict, possedendo entrambe una forma isomera in cui è presente una porzione di glucosio con un gruppo aldeidico libero.

Il saccarosio, formato da glucosio e fruttosio con legame 1,2 glicosidico, invece non possiede forme con un gruppo aldeidico e quindi dà esito negativo col saggio di Benedict. Per idrolisi acida è possibile scindere il legame glicosidico del saccarosio, con formazione di glucosio e fruttosio che danno reazione positiva. I polisaccaridi come l'amido possiedono una piccola quantità di porzioni riducenti e tendono a non reagire col reattivo di Benedict.

Il reattivo di Benedict può essere utilizzato per rilevare la presenza di glucosio nelle urine,[2] un indicatore di diabete mellito.

Il reattivo può essere utilizzato anche per effettuare la determinazione quantitativa degli zuccheri riducenti tramite titolazione.

  1. ^ Benedict, S. R., A Reagent For the Detection of Reducing Sugars (PDF), in J. Biol. Chem., vol. 5, n. 6, 1º dicembre 1908, pp. 485–487.
  2. ^ Costantino Salerno, Appunti di Biochimica Clinica, Scripta Web, 2007, p.47, ISBN 978-88-89543-18-4.

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