Caritas Italiana

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Logo della Caritas Italiana.

La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana, l'unione permanente dei vescovi cattolici in Italia) per la promozione della carità. Si prefigge lo scopo cioè di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). Fondata nel 1971, per volere di Paolo VI, per opera di Giovanni Nervo, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II, ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano di solidarietà. Per perseguire il suo impegno di formazione e informazione, la Caritas Italiana ogni anno propone un programma articolato in corsi, convegni, seminari di studio e approfondimento.

Fondamentale il collegamento e il confronto con le oltre duecento Caritas diocesane, impegnate sul territorio nell'animazione della comunità ecclesiale e civile, e nella promozione di strumenti pastorali e servizi come i Centri d'Ascolto, gli Osservatori delle Povertà e delle Risorse, le Caritas parrocchiali e i centri di accoglienza.

Storia

Nel 1970 papa Paolo VI sciolse la Pontificia Opera Missionaria (Poa), l'ente caritatevole sostenuto dai cattolici americani e alle dirette dipendenze della Sede Apostolica, il quale aveva gestito le opere benefiche in Italia durante le due Guerre Mondiali e nel primo dopoguerra.[1]

A seguito delle raccomandazioni del Pontefice i vescovi della CEi votarono una delibera in occasione della loro VII Assemblea Generale, durante la sessione del 14 novembre 1970.[2]
Con decreto n. 1727/71 del 2 luglio 1971, la Conferenza Episcopale Italiana approvò il primo statuto delle «Caritas» diocesane d’Italia, incaricate delle attività caritative e assistenziali della Chiesa.[3][4]

Il 28 settembre 1972 ebbe luogo il primo incontro nazionale delle Opere diocesane di assistenza.[5] Tre anni più tardi, Napoli ospitò il primo convegno italiano congiunto fra Chiesa e laicato dal titolo "Volontariato e promozione umana", dedicato alle questione del nascente Terzo Settore.[6]

Il 10 giugno 1977, la Caritas Italiana e il Ministero della Difesa siglarono una convenzione che inseriva l'ex Pontificia Opera Missionaria nell'elenco degli enti nei quali gli obbiettori di coscienza italiani avevano facoltà di svolgere il servizio civile.[7] Tale elenco era pubblico e disponibile presso i distretti militari.

I compiti

  • Collaborare con i Vescovi nel promuovere nelle Chiese particolari l'animazione della carità e il dovere di tradurla in interventi concreti.
  • Curare il coordinamento delle iniziative e dei servizi di ispirazione cristiana.
  • Indire, organizzare e coordinare interventi di emergenza in Italia e all'estero.
  • In collaborazione con altri organismi di ispirazione cristiana:
    • realizzare studi e ricerche sui bisogni per aiutare a scoprirne le cause;
    • promuovere il volontariato e favorire la formazione degli operatori pastorali della carità e del personale di ispirazione cristiana impegnato nei servizi sociali;
    • contribuire allo sviluppo umano e sociale dei paesi del Sud del mondo anche attraverso la sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
  • Solidarietà a tutto il mondo.
  • Educazione alla pace e alla mondialità, dialogo, corresponsabilità sono anche le linee portanti degli impegni della Caritas nel mondo.

Organizzazione

Legale rappresentante, eletto dall'assemblea generale della CEI, dal maggio 2019 è il presidente Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo metropolita di Gorizia. Vi è poi un Consiglio nazionale, oltre alla Consulta ecclesiale assistenziale. Il direttore è Francesco Soddu.[8]

Composizione attuale della Presidenza

Presidenti

Onorificenze

Medaglia al merito di I classe della Protezione Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza.»
— D.P.C.M. 11 ottobre 2010

Controversie

Il 2 aprile 2019 il Responsabile dell'Area Nazionale di Caritas Italiana Francesco Marsico e l'operatrice di Caritas Italiana Monica Tola vengono auditi dalla Commissione Ecomafie per dar conto del frequente utilizzo del logo Caritas a garanzia di filiere di indumenti usati che sono oggetto di indagini. In quell'occasione, Marsico dichiara che "Caritas Italiana collabora con le Caritas diocesane, ma non assume alcuna responsabilità in ordine al loro operato. Questo proprio perché non può avere nessun ruolo né ispettivo, né di controllo sulle attività delle singole Caritas, in quanto questo tipo di attività vede un vincolo legato all'autonomia di tipo diocesano, dove il Vescovo è titolare di questo tipo di attività". Quando il Presidente della Commissione sottolinea che Caritas Italiana è proprietaria del marchio registrato, Marsico risponde che da parte di Caritas Italiana "l'indicazione è quella di limitare l'utilizzo del marchio e, laddove questo viene operato, ovviamente in termini di moral suasion, non di possibilità di intervento diretto. Poi dichiara che Caritas Italiana sta verificando situazione per situazione per capire il livello di garanzia della filiera". [9] In seguito all'audizione, ANSA sottolinea che il livello di garanzia offerto da Caritas sulle raccolte di abiti usati è carente e pertanto questi rischiano di finire nelle mani della camorra,[10] come evidenziato nell'ottobre 2019 da un servizio della trasmissione Le Iene riguardante la filiera degli abiti usati raccolti a Milano da una cooperativa legata a Caritas che usa il logo dell'ente.[11] Nel 2021 Martina di Pirro e Maged Srour, vincitori del premio di giornalismo inchiesta Mani Tese, hanno evidenziato come parte dei vestiti donati a Caritas finisse poi nelle mani del clan Birra-Iacomino e la presenza nel settore anche del clan Ascione. Il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle Ecomafie dal 2018, Stefano Vignaroli ,ha dichiarato che «La raccolta degli abiti spesso è gestita da cooperative sociali a sfondo benefico attraverso cassonetti stradali che in più di un caso riportano il logo della Caritas. Gli indumenti usati raramente vanno ai poveri: quasi sempre vengono venduti e i proventi non sempre sono usati a fini benefici» [12]. Il 28 marzo 2021, Avvenire pubblica un articolo intitolato "Abiti usati, tutti gli affari dei clan" dove un addetto del settore dichiara: «Noi facevamo parte di una rete che parlava direttamente con i politici locali, anche ad alto livello. Senza di loro non avremmo avuto il permesso di raccogliere. Nel nostro caso, per molto tempo, bastava che l’ente benefico a cui eravamo legati, nel nostro caso la Caritas, indicasse al Comune la cooperativa e ci affidavano automaticamente il servizio. Poi è cominciato il sistema delle gare, ma non è cambiato molto: chi le scriveva, faceva in modo che vincessimo».

Criteri di lavoro

Negli interventi internazionali vale il principio di sussidiarietà, nel senso di integrare gli sforzi che primariamente spettano a ciascuna chiesa locale dei paesi colpiti da calamità o in cammino verso lo sviluppo cercando anche di creare le condizioni di intervento per le Caritas diocesane disponibili ai gemellaggi. Gli interventi non si limitano alla fase acuta delle calamità ma diventano programmi di riabilitazione e sviluppo, rapportati ai bisogni della popolazione e al cammino delle chiese.

Costante è il collegamento con le altre Caritas nazionali, direttamente e attraverso la rete di Caritas internationalis, organizzazione cattolica che raggruppa oltre 160 organizzazioni distribuiti in molti paesi del mondo. Ne riunisce 48, invece, Caritas Europa.

Ci sono poi i microprogetti di sviluppo, di piccola entità ma significativi per l'autopromozione locale, proposti dalle stesse comunità del sud del mondo e divulgati dalla Caritas. Sono finanziati da parrocchie, scuole, associazioni, famiglie che così entrano direttamente in contatto con chi riceve per uno scambio di valori.

Note

  1. ^ Paolo Lambruschi, 1971 - La Caritas, intuizione profetica nello spirito del Concilio, in Avvenire, 18 ottobre 2014. URL consultato il 4 giugno 2020 (archiviato il 4 giugno 2020).
  2. ^ Statuto della Caritas Italiana, su chiesacattolica.it (archiviato il 4 giugno 2020).
  3. ^ 40 anni fa la morte del beato Paolo VI. Il ricordo di Caritas Italiana, su caritas.it, 6 agosto 2018.
  4. ^ don Roberto Davanzo, Paolo VI: beato della carità, su caritasambrosiana.it. URL consultato il 4 giugno 2020 (archiviato il 4 giugno 2020).
  5. ^ Discorso di Paolo VI ai partecipanti al I incontro nazionale di studidelle "Caritas" diocesane d'Italia, su vatican.va, Libreria Editrice Vaticana, 28 settembre 1972.
  6. ^ Claudio De Luca, La dimensione educativa dell'uomo solidale, Rubbettino Editore, 2004, p. 73, ISBN 9788849810745, OCLC 62487151. URL consultato il 4 giugno 2020 (archiviato il 4 giugno 2020).
  7. ^ Alberto Brivio, Alfredo Giuseppe Remedi: io uno tra i primi obiettori (PDF), in IC, luglio 2002, 26-27. URL consultato il 25 luglio 2020 (archiviato il 27 luglio 2020). Ospitato su aib.it. e relativo video
  8. ^ www.caritasitaliana.it
  9. ^ Audizione Caritas Italiana in Commissione Ecomafie…
  10. ^ Ansa. Caritas, controlli sui cassonetti. C'è il rischio che i vestiti vadano a mercati gestiti dalla camorra…
  11. ^ Le Iene. Vestiti Usati: il business milionario della camorra…
  12. ^ https://www.manitese.it/di-mano-in-mano...

Voci correlate

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN158301250 · ISNI (EN0000 0001 1092 8353 · LCCN (ENn79082559 · BNF (FRcb133333159 (data) · J9U (ENHE987007259474005171
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