Dangerously in Love

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 26 set 2024 alle 04:39 di InternetArchiveBot (discussione | contributi) (Archive.today domain not accessible from Italy (x1)) #IABot (v2.0.9.5) (GreenC bot)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo brano inciso in origine dalle Destiny's Child, vedi Dangerously in Love (Destiny's Child).
Dangerously in Love
album in studio
ArtistaBeyoncé
Pubblicazione22 giugno 2003
Durata69:47
Dischi1
Tracce15
GenereContemporary R&B[1][2]
Pop alternativo[1]
EtichettaColumbia
ProduttoreBeyoncé (anche produttrice esecutiva), Scott Storch, Missy Elliott, Craig Brockman, Rich Harrison, Sherrod Barnes, Nat Adderley, Jr., Errol "Poppi" McCalla, Andreao "Fanatic" Heard, Mister B, Bryce Wilson, Mark Batson
Registrazione2002–marzo 2003
Patchwerk Studios
(Atlanta, Georgia)
SugarHill Studios
(Houston, Texas)
South Beach
(Miami, Florida)
Baseline Studios,
SoHo Studios,
Sony Music Studios
(NYC, New York)
COE.BE.3 Studios
(Stone Mountain, Georgia)
FormatiCD, LP
Altri formatidownload digitale, streaming
Certificazioni originali
Dischi d'argentoPortogallo (bandiera) Portogallo[3]
(vendite: 10 000+)
Dischi d'oroAustria (bandiera) Austria[4]
(vendite: 15 000+)
Belgio (bandiera) Belgio[5]
(vendite: 25 000+)
Brasile (bandiera) Brasile[6]
(vendite: 20 000+)
Francia (bandiera) Francia (2)[7]
(vendite: 200 000+)
Grecia (bandiera) Grecia[8]
(vendite: 10 000+)
Giappone (bandiera) Giappone[9]
(vendite: 100 000+)
Hong Kong (bandiera) Hong Kong[10]
(vendite: 10 000+)
Norvegia (bandiera) Norvegia[11]
(vendite: 20 000+)
Spagna (bandiera) Spagna[12]
(vendite: 50 000+)
Paesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi[13]
(vendite: 40 000+)
Svezia (bandiera) Svezia[14]
(vendite: 30 000+)
Dischi di platinoArgentina (bandiera) Argentina
(vendite: 40 000+)
Australia (bandiera) Australia (3)[15]
(vendite: 210 000+)
Canada (bandiera) Canada (3)[16]
(vendite: 240 000+)
Danimarca (bandiera) Danimarca (2)[17]
(vendite: 40 000+)
Europa (bandiera) Europa[18]
(vendite: 1 000 000+)
Germania (bandiera) Germania[19]
(vendite: 200 000+)
Nuova Zelanda (bandiera) Nuova Zelanda[20]
(vendite: 15 000+)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito (4)[21]
(vendite: 1 200 000+)
Russia (bandiera) Russia[22]
(vendite: 20 000+)
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti (6)[23]
(vendite: 6 000 000+)
Svizzera (bandiera) Svizzera[24]
(vendite: 30 000+)
Certificazioni FIMI (dal 2009)
Dischi d'oroItalia (bandiera) Italia[25]
(vendite: 25 000+)
Beyoncé - cronologia
Album precedente
Album successivo
(2006)
Singoli
  1. Crazy in Love
    Pubblicato: 18 maggio 2003
  2. Baby Boy
    Pubblicato: 3 agosto 2003
  3. Me, Myself and I
    Pubblicato: 19 ottobre 2003
  4. Naughty Girl
    Pubblicato: 30 marzo 2004

Dangerously in Love è il primo album in studio della cantante statunitense Beyoncé, pubblicato il 22 giugno 2003 dalla Columbia Records.

Le registrazioni dell'album si sono protratte dal 2002 al marzo 2003, quando ancora faceva parte delle Destiny's Child. Principalmente R&B e soul, l'album è caratterizzato da influenze arabe e hip hop e contiene molte canzoni uptempo e ballate.

Ha debuttato direttamente alla prima posizione della classifica statunitense Billboard 200, vendendo 317 000 copie nella sola prima settimana. L'album in poco tempo è diventato un successo commerciale mondiale guadagnando un gran numero di dischi platino in Australia, Regno Unito e Stati Uniti d'America. Ha ricevuto moltissime critiche positive e ha fatto guadagnare alla cantante cinque Grammy Award.

Antefatti e descrizione

Secondo Corey Moss di MTV, «i fans sono affamati di vedere» Beyoncé come solista, dopo anni passati con le Destiny's Child. Mentre registravano il loro terzo album, Survivor, nel lontano 2000, Beyoncé annunciò che i membri del gruppo, lei compresa, avrebbero potuto negli anni a seguire prendere una pausa per concentrarsi sulle loro carriere da soliste.[26] L'idea di lanciare le tre cantanti da soliste venne al manager del gruppo, nonché padre di Beyoncé, Matthew Knowles.[27]

Con vari tipi di musica per ogni membro del gruppo, l'album non fu creato con l'intenzione di competere nelle classifiche.[28] Il team delle Destiny's Child aveva strategicamente pianificato la vendita dei tre diversi album per massimizzare le vendite. Michelle Williams fu la prima a pubblicare l'album di debutto da solista Heart to Yours, aprile 2002,[28] mentre Beyoncé debuttava sui grandi schermi con il film Austin Powers in Goldmember, per cui aveva anche registrato il singolo Work It Out.[28] Kelly Rowland collaborò con il rapper statunitense Nelly per la canzone Dilemma che divenuta in poco tempo una vera hit, spinse il manager del gruppo ad anticipare il suo album Simply Deep, per la fine del 2002. Nel frattempo Beyoncé prendeva parte a un altro film, The Fighting Temptations e registrava un altro singolo solista, sempre per il film. Nel 2002 collaborò con l'allora fidanzato Jay-Z, futuro marito, per la canzone '03 Bonnie & Clyde. Il brano fece guadagnare a Beyoncé credibilità e le spianò la strada per la pubblicazione del suo primo album Dangerously in Love.[28][29]

Registrazione

Beyoncé mentre canta Dangerously in Love 2

Prima di iniziare le registrazioni per il suo primo album Beyoncé selezionò con molta cura i produttori con i quali avrebbe voluto collaborare. Per due giorni tenne incontri con produttori dalla West Coast alla East Coast.[30] Si trasferì a Miami, Florida per cominciare alcune registrazioni con il produttore canadese Scott Storch, il suo primo collaboratore,[31] e visse in un hotel di Miami per alcuni mesi.[32] Poiché voleva concentrarsi interamente sul suo album, Beyoncé "si prese il suo tempo" per lavorare al meglio, a differenza dei lavori affrettati delle Destiny's Child.[32]

Come per l'album Survivor delle Destiny's Child, Beyoncé prese un ruolo di comando nella produzione di Dangerously in Love, scrivendo la maggior parte delle canzoni, scegliendo quali estrarre e condividendo idee sul mixaggio delle canzoni.[33] Con 43 canzoni scritte, 15 delle quali finite sull'album,[32] Beyoncé divenne co-produttrice e co-scrittrice,[34] come il padre Matthew Knowles, anch'egli produttore dell'album.

Beyoncé affermò tra l'altro che registrare l'album senza il gruppo fu per lei "liberatorio e terapeutico", poiché poteva esprimere tutte le sue idee con i collaboratori.[33] La dipendenza che aveva con le Destiny's Child le rendeva difficile "mostrare la propria creatività".[33] Poiché voleva "crescere" come artista decise di contattare altri grandi artisti del mondo della musica per delle collaborazioni. Quando la collezione di canzoni fu terminata, Beyoncé ne fece fare delle copie e le inviò a tutti gli artisti scelti, per porli alla loro attenzione con la prospettiva di creare delle "featuring". Oltre Jay-Z, Beyoncé riuscì a lavorare con l'artista Jamaicano Sean Paul, con la rapper americana Missy Elliott e molti altri. In più lavorò con Timbaland e Missy Elliott su un singolo intitolato Wrapped Aroung Me, anche se per ragioni sconosciute, la canzone non fu pubblicata sull'album.[35]

Dangerously in Love era originariamente una canzone scritta da Beyoncé per l'album Survivor, ma ritenuta troppo "sofisticata" per comparire sull'album non fu pubblicata come singolo estratto. Beyoncé, rendendosi conto che la canzone era in perfetta sintonia con l'album, decise di aggiungerla alla tracklist.[31] Poiché la data di pubblicazione, per non entrare in conflitto con il successo di Dilemma di Kelly Rowland, fu posticipato di alcuni mesi, Beyoncé seppur contrariata, si rese conto che "tutto accade per una ragione",[36] e tornò in studio per registrare altre canzoni e realizzare altre collaborazioni.[34] Tra le nuove canzoni realizzate vi fu proprio il singolo di apertura Crazy in Love. Nel tardo 2002 Beyoncé arrestò il lavoro su Dangerously in Love per il tour delle Destiny's Child.[37]

Musica

Stile

Il padre di Beyoncé ha affermato che Dangerously in Love mostra le radici musicali della figlia.[38] Mentre Michelle Williams e Kelly Rowland si concentrarono su musica gospel ed pop alternativo, rispettivamente, Beyoncé continuò a registrare pezzi R&B.[1] Le canzoni dell'album sono varie: dalle mid-tempo e canzoni orientali della prima parte, alle ballate nella seconda metà dell'album.[33][39]

Proprio la cantante affermò di voler essere vista come una vera artista e mostrare a tutti la sua varietà di stili: l'album comprende infatti molti generi e influenze differenti.[33] L'album comprende influenze contemporary R&B, hip-hop, soul e rock.[40] Le influenze hip-hop si trovano soprattutto in Jay-Z, OutKast e Lil' Kim; da Sean Paul si trovano influenze reggae; da Storch quelle orientali.[33] Il suo personale studio di questo tipo di musica ha dato all'album uno stampo molto medio orientale.[41] Inoltre Beyoncé e i produttori si sono serviti di un'ampia gamma di strumenti musicali.[40]

Testi

Beyoncé ha sempre affermato che i testi di Dangerously in Love erano molto simili a quelli composti con le Destiny's Child anche se, potendo scrivere da sola i propri testi, ha avuto più libertà nell'imprimere le emozioni che lei voleva fossero mostrate sull'album.[33] Con temi basati sui diversi "stadi" di una relazione, l'album contiene canzoni d'amore e di onestà; in più Beyoncé ammise di aver inserito canzoni sull'atto di fare l'amore.[32] Il contenuto delle canzoni comunque non è da attribuire interamente alle esperienze di Beyoncé e questo lo spiegò anche lei:

«Volevo un album con cui tutti si potessero identificare e che avrebbero voluto ascoltare finché sarei rimasta in vita e anche oltre... L'amore è qualcosa che non passa mai di moda e quando non è innamorata, solitamente la gente vuole esserlo.[42]»

Mentre alcune canzoni si concentravano sulla "bellezza dell'amore", l'album esplorava anche l'altra faccia dell'amore; alcune canzoni celebravano le "rotture" e i desideri delle donne di avere un controllo sulle relazioni.[42] La "hidden track" Daddy è una canzone tributo al padre Matthew Knowles, suo manager sin dalle Destiny's Child; parla di Beyoncé stessa che è in attesa del suo futuro marito e di un bambino, per poter possedere le stesse qualità del padre.[34] Inizialmente Beyoncé non voleva far apparire la canzone nell'album, pensando fosse troppo "immaturo" come testo per l'album; invece considerandola una canzone che riflette la vita di Beyoncé in un momento di transizione, alla fine decise di inserirla come canzone di chiusura dell'album.[43]

Promozione

Lo stesso argomento in dettaglio: Dangerously in Love Tour.
Beyoncé in Baby Boy durante il Beyoncé Experience Tour, 2007.

Beyoncé ha sempre affermato di aver avuto qualche problema a convincere la casa discografica a pubblicare il suo album. Proprio in un suo concerto, raccontato nell'album live del 2009 I Am... Yours, dice "Nel 2003 pubblicai il mio primo album da solista; ma quando lo mostrai alla mia casa mi dissero che non avevo neanche una hit nel mio album. In un certo senso avevano ragione, ne avevo 5. Dangerously in Love, Me, Myself and I, Baby Boy, Naughty Girl, Crazy in Love.[44]

Quando Dilemma, il singolo della collega Kelly Rowland compagna nelle Destiny's Child, entrò nella Billboard Hot 100, il team di Beyoncé decise di pubblicare il singolo Work It Out, colonna sonora del film Austin Powers in Goldmember come primo singolo solista, invece che uno da Dangerously in Love, per non creare competizione tra le due cantanti.[45] Inizialmente l'album doveva essere pubblicato nell'ottobre 2002,[45] invece slittò prima a dicembre dello stesso anno e in seguito arrivo a luglio 2003.[46] Pochi mesi prima della pubblicazione, l'album comparve illegalmente su internet e i singoli divennero tutti disponibili. Il team di Beyoncé allora, visto le buone critiche ricevute, decise di pubblicare subito l'album, che uscì il 24 giugno 2003 invece che l'8 luglio come era stato pianificato.[47]

Chi aveva preordinato l'album online ricevette un link dove avrebbe potuto scaricare una canzone chiamata I Can't Take It No More.[48] Il 14 giugno 2004 Beyoncé cantò le canzoni dell'album durante il suo primo concerto solista e durante uno speciale per una tv pay-per-view, Ford Presents Beyoncé Knowles, Friends & Family, Live from Ford's 100th Anniversary Celebration in Dearborn, Michigan. Dalla notte in cui venne pubblicato l'album, Beyoncé ripeté il concerto in più di 20 teatri per tutti gli Stati Uniti.[48] Beyoncé inoltre promosse l'album in varie performance televisive: al Saturday Night Live, al Late Show with David Letterman, The Today Show, The Early Show e al The View.

Dall'aprile 2003, il team Knowles stava decidendo riguardo al singolo di debutto tra due diverse canzoni. Così decisero di inviare le canzoni in giro nei club e quella che avrebbe ricevuto migliori critiche dal pubblico sarebbe stata scelta. Alla fine Crazy in Love fu scelta come primo singolo estratto dall'album. Il singolo, come dalle aspettative, rimase otto settimane consecutive alla prima posizione della Billboard Hot 100.[49] Baby Boy seguì subito dopo ed ebbe ancora più successo di Crazy in Love. Dominando i circoli radiofonici,[50] il singolo sorpasso "Crazy in Love" nelle classifiche e si piazzò alla n.1 per 9 settimane consecutive.[51] Il terzo singolo estratto fu Me, Myself and I e come quarto ed ultimo singolo fu scelto Naughty Girl.[52] Questi ultimi due si piazzarono nei primi 5 posti delle classifiche ma divennero anche loro dei grandi successi; anche grazie a loro l'album tenne le più alte posizioni delle classifiche e riuscì, grazie alle forti vendite, a divenire un multi-platino.[53]

Singoli

Crazy in Love (ft. Jay-Z) fu il primo singolo pubblicato, durante l'estate 2003. Fu lodato molto dalle critiche che lo descrissero come "dannatamente accattivante". Il singolo raggiunse la #1 posizione della Billboard Hot 100, la classifica ufficiale degli Stati Uniti.[54] La stessa settimana raggiunse la #1 anche Dangerously in Love che debuttò in #1 nella Billboard 200.[55] Il singolo rimase al top della classifica per 8 settimane,[56] divenendo il primo singolo #1 di Beyoncé nella sua carriera da solista. Secondo Nielsen SoundScan, "Crazy in Love" è stata la canzone più scaricata di tutti gli Stati Uniti per le 4 settimane del luglio 2003.[57] Divenne successo internazionale, raggiungendo il top delle classifiche in Irlanda e Regno Unito.[58][59]

Baby Boy (ft. Sean Paul) fu pubblicato come secondo singolo nell'agosto 2003. Fu ricevuto dalla critica come una "collaborazione ben riuscita", e "un ponte tra i generi dell'R&B e Dancehall".[60][61] Raggiunse la numero 1 della Billboard Hot 100 8 settimane dopo il suo debutto, e vi rimase per 9 settimane.[61][62] Nel Regno Unito la posizione più alta fu la numero 2.[63]

Me, Myself and I fu il terzo singolo; pubblicato nell'ottobre 2003, ricevette buone critiche, come i predecessori, avendo il sound tipico delle ballate R&B, e nel quale Beyoncé canta con passione.[64] Raggiunse la Top Ten in Canada e Stati Uniti.[65][66] Il quarto ed ultimo singolo estratto dall'album, fu Naughty Girl. Fu pubblicato a marzo 2004. Applaudita come i precedenti singoli, per i suoi suoni sensuali. Internazionalmente, divenne una hit top ten in Stati Uniti, Australia, Canada e Nuova Zelanda.[67][68][69]

Accoglienza

Dangerously in Love e i suoi singoli permisero a Beyoncé di vincere numerosi premi. Nel 2003 "Crazy in Love" vinse 3 premi agli MTV Video Music Awards, inclusi "Best Female Video" (Miglior Video Femminile) e "Best R&B Video" (Miglior Video R&B).[70] Lo stesso anno Beyoncé fu riconosciuta come "New Female Artist" e "New R&B Artist" grazie ai 4 premi ricevuti ai Billboard Music Awards.[71] Ai Grammy Awards del 2004 vinse i premi "Best R&B Song", "Best Contemporary R&B Album" e "Best Rap/Sung Collaboration" con "Crazy in Love", "Best R&B Performance by a Duo or Group with Vocals" con "The Closer I Get to You" (con Luther Vandross) e "Best Female R&B Vocal Performance" con "Dangerously in Love 2".[72]

Nel 2009, il magazine britannico New Musical Express propose "Crazy in Love" come "Miglior Canzone del Decennio".[73] La canzone fu anche inserita al posizione n.3 della classifica stilata dal magazine Rolling Stone delle "100 Migliori Canzoni del Decennio".[74] La numero 7 su una lista pubblicata dal The Daily Telegraph,[75] e alla n.6 sulla lista dei "100 Migliori Singoli del Decennio" su Slant Magazine.[76]

Impatto

Con la pubblicazione di Dangerously in Love e la combinazione dei successi commerciali dei singoli da esso estratti, Beyoncé riuscì ad imporsi come artista solista. Rebecca Louie del New York Daily News scrisse che il successo dell'album portò Beyoncé ad essere una "sensuale stella solista" che "sbocciava da un girl group", le Destiny's Child.[29] Beyoncé vinse 5 Grammy Awards durante l'edizione del 2004 affiancandosi a Alicia Keys, Lauryn Hill e Norah Jones per il numero maggiore di Grammy vinti da un'artista donna.[72] L'album aiutò la cantante a diventare un'appetibile artista per l'industria del marketing:[1] apparve sulle copertine di molti magazines, in TV come ospite a molti programmi e firmò molti contratti commerciali.[36]

Dalle registrazioni di Dangerously in Love rimasero fuori molte canzoni pronte per un altro album.[28][77] Alla fine del 2003 Beyoncé pianificò un seguito dell'album per pubblicare le molte canzoni rimaste fuori dal progetto.[78] La mossa fu suggerita quando una collaborazione con P.Diddy, Summertime, inviata alle radio, iniziò a ricevere responsi positivi dalla critica.[79]

I piani di Beyoncé però furono messi in pausa dagli impegni per il quarto album delle Destiny's Child, Destiny Fulfilled,[28][77][80] dalla promozione di Dangerously in Love[80] e dalla sua carriera cinematografica.[81] Quando nel 2005 il gruppo si divise, Beyoncé poté tornare in studio di registrazione per lavorare su quello che sarebbe uscito poi come il suo secondo album in studio, B'Day.

Tracce

Edizione standard

Internazionale
  1. Crazy in Love (feat. Jay-Z) – 3:56 (Beyoncé Knowles, Rich Harrison, Shawn Carter, Eugene Record)
  2. Naughty Girl – 3:29 (Beyoncé Knowles, Scott Storch, Robert Waller, Angela Beyincé, Pete Bellotte, Giorgio Moroder, Donna Summer)
  3. Baby Boy (feat. Sean Paul) – 4:04 (Beyoncé Knowles, Scott Storch, Sean Paul, Robert Waller, Shawn Carter)
  4. Hip Hop Star (feat. Big Boi & Sleepy Brown) – 3:43 (Beyoncé Knowles, Bryce Wilson, Makeda Davis, Antwan Patton, Shawn Carter)
  5. Be With You – 4:20 (Beyoncé Knowles, Rich Harrison, Angela Beyincé, Shuggie Otis, George Clinton, Jr., Bootsy Collins, Gary Cooper)
  6. Me, Myself and I – 5:01 (Beyoncé Knowles, Scott Storch, Robert Waller)
  7. Yes – 4:19 (Beyoncé Knowles, Bernard Edwards, Jr., Shawn Carter)
  8. Signs (feat. Missy Elliott) – 4:59 (Missy Elliott, Nisan Stewart, Craig Brockman)
  9. Speechless – 6:00 (Beyoncé Knowles, Andreao Heard, Sherrod Barnes, Angela Beyincé)
  10. That's How You Like It (feat. Jay-Z) – 3:40 (Delroy Andrews, Brian Bridgeman, Shawn Carter, Randy DeBarge, Eldra DeBarge, Etterlene Jordan)
  11. The Closer I Get to You (feat. Luther Vandross) – 4:57 (James Mtume, Reggie Lucas)
  12. Dangerously in Love 2 – 4:54 (Beyoncé Knowles, Errol McCalla, Jr.)
  13. Beyoncé Interlude – 0:16 (testo: Beyoncé Knowles)
  14. Gift from Virgo – 8:45 (Beyoncé Knowles, Shuggie Otis) – Dopo un minuto di silenzio (2:45–3:45) comincia la traccia fantasma Daddy
Tracce bonus (America Meridionale, Australia, Europa)
  1. Work It Out – 4:06 (Beyoncé Knowles, Pharrell Williams, Chad Hugo)
  2. '03 Bonnie & Clyde (feat. Jay-Z) – 3:25 (Shawn Carter, Kanye West, Prince, Darryl Harper, Rick Rouse, Tupac Shakur, Tyrone Wrice)
  3. Daddy – 4:57 (Beyoncé Knowles, Mark Batson) – traccia fantasma
Tracce bonus (Belgio, Francia)
  1. Gift from Virgo – 2:45 (Beyoncé Knowles, Shuggie Otis)
  2. Bienvenue (feat. IAM) – 4:05 (Akhenaton, Shurik'n, Deni Hines)
  3. Beyoncé Interlude – 0:16 (Beyoncé Knowles)
  4. Work It Out – 4:06 (Beyoncé Knowles, Pharrell Williams, Chad Hugo)
  5. Bonnie & Clyde '03 (feat. Jay-Z) – 3:25 (Shawn Carter, Kanye West, Prince, Darryl Harper, Rick Rouse, Tupac Shakur, Tyrone Wrice)
  6. Daddy – 4:57 (Beyoncé Knowles, Mark Batson) – traccia nascosta
Tracce bonus (Giappone)
  1. What's It Gonna Be – 3:37 (Beyoncé Knowles, LaShaun Owens, Karrim Mack, Corte Ellis, Larry Troutman, Roger Troutman, Kandice Love)
  2. '03 Bonnie & Clyde (feat. Jay-Z) – 3:25 (Shawn Carter, Kanye West, Prince, Darryl Harper, Rick Rouse, Tupac Shakur, Tyrone Wrice)
  3. Work It Out – 4:06 (Beyoncé Knowles, Pharrell Williams, Chad Hugo)
  4. Daddy – 4:57 (Beyoncé Knowles, Mark Batson) – traccia nascosta

Formazione

Musicisti
Produzione
  • Beyoncé – produzione, produzione esecutiva
  • Mathew Knowles – produzione esecutiva
  • Nat Adderley, Jr., Sherrod Barnes, Mark Batson, Errol "Poppi" McCalla, Jr., D-Roy, Missy Elliott, Andreao "Fanatic" Heard, Mr. B, Scott Storch, Bryce Wilson – produzione
  • Focus... – produzione, tecnico
  • Craig Brockman, Nisan Stewart – co-produzione
  • Vincent Alexander – ingegneria del suono
  • Jim Caruana, Pat Thrall, Brian Springer, Stan Wallace, Dan Workman – tecnico
  • Chris Carmouche – tecnico aggiuntivo
  • Carlos Bedoya – tecnico audio, tecnico voce
  • Dan Bucchi, Demacio "Demo" Castellon, Jason Dale, Brendan Kurtz, Greg Price, Matt Snedecor, Luz Vasquez, Pat Woodward – assistenza tecnica
  • Ray Bardani, Scott Kieklak, Tony Maserati, Dexter Simmons – missaggio
  • Tom Coyne – mastering
  • Ian Cuttler – direzione artistica
  • Dahlen, Markus Klinko and Indrani – fotografia
  • James Hunter – grafica
  • Theresa LaBarbera Whites – A&R

Successo commerciale

Dangerously in Love debuttò alla n.1 della Billboard 200, con vendite nella prima settimana di 317 000 copie nei soli Stati Uniti, secondo Nielsen SoundScan.[82] Comunque le vendite della prima settimana non riuscirono ad arrivare a quelle raggiunte da Survivor che raggiunse le 663 000 copie vendute nel suo debutto, avvenuto nel 2001. Beyoncé guadagnò più delle sue compagne del gruppo: Kelly Rowland con il suo album Simply Deep vendette 77 000 copie, e la Williams soltanto 17.000 per Heart to Yours.[82] L'album fu certificato per 4 volte album di platino dalla Recording Industry Association of America (RIAA).[23]

Fuori dagli Stati Uniti fu ricevuto molto positivamente. Il 12 luglio 2003, Beyoncé divenne la prima artista femminile (e la quinta artista da sempre) ad avere simultaneamente un album, Dangerously in Love, e un singolo, Crazy in Love nella classifica statunitense e britannica,[83] dopo The Beatles, Simon and Garfunkel, Rod Stewart e Men at Work. Nel Regno Unito l'album vendette 1 150 000 copie, e la British Phonographic Industry (BPI) lo certificò doppio platino.[21] È inoltre il 14º album con più vendite del 2003 nel Regno Unito.[84] In Australia raggiunse la n.2 e fu certificato dalla Australian Recording Industry Association, disco di platino, con 70 000 copie vendute.[85] In tutto il mondo ha venduto più di 11 milioni di copie.[86]

Classifiche

Classifiche settimanali

Classifica (2003-2004) Posizione
massima
Australia[87] 2
Austria[87] 3
Belgio[87] 3
Canada[88] 1
Danimarca[87] 5
Europa[89] 1
Finlandia[87] 6
Francia[87] 14
Germania[90] 1
Giappone[91] 12
Grecia[92] 1
Irlanda[93] 1
Italia[87] 16
Norvegia[87] 1
Nuova Zelanda[87] 8
Paesi Bassi[87] 4
Polonia[94] 18
Portogallo[87] 16
Regno Unito[95] 1
Svezia[87] 11
Svizzera[87] 2
Ungheria[96] 18
Stati Uniti[88] 1
Stati Uniti (R&B/hip-hop)[88] 1

Classifiche di fine decennio

Classifica (2000-2009) Posizione
Stati Uniti[97] 59

Classifiche di fine anno

Classifica (2003) Posizione
Australia[98] 51
Belgio[99] 39
Finlandia[100] 38
Francia[101] 73
Irlanda[102] 10
Nuova Zelanda[103] 36
Regno Unito[84] 14
Stati Uniti[104] 19
Svezia[105] 66
Svizzera[106] 13
Ungheria[107] 87
Classifica (2004) Posizione
Australia[108] 3

Riconoscimenti

Grammy Awards

2004 – Miglior album contemporary R&B[109]

Soul Train Music Awards

2004 – Miglior album R&B/Soul[110]

Note

  1. ^ a b c d Lola Ogunnaike, Beyoncé's Second Date With Destiny's Child, in The New York Times, 14 novembre 2004. URL consultato il 14 maggio 2008.
  2. ^ (EN) Stephen Thomas Erlewine, Dangerously in Love, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 6 agosto 2017.
  3. ^ (PT) Top 30 Artistas - Semana 10 de 2004, su Associação Fonográfica Portuguesa. URL consultato il 29 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2010).
  4. ^ (DE) Beyoncé - Dangerously in Love – Gold & Platin, su IFPI Austria. URL consultato il 21 aprile 2010.
  5. ^ (NL) GOUD EN PLATINA - albums 2004, su Ultratop. URL consultato il 21 aprile 2010.
  6. ^ (PT) Beyoncé – Certificados, su Pro-Música Brasil. URL consultato il 4 luglio 2023.
  7. ^ (FR) Beyoncé - Dangerously in Love – Les certifications, su SNEP. URL consultato il 30 maggio 2021.
  8. ^ (EL) Top 75 Combined Repertoire (Albums): 31/5-5/6 2004, su IFPI Greece. URL consultato il 13 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2004).
  9. ^ List of works certified Gold in July 2003, su translate.googleusercontent.com, Recording Industry Association of Japan, luglio 2003. URL consultato il 21 aprile 2010.
  10. ^ (EN) IFPIHK Gold Disc Award − 2003, su IFPI Hong Kong. URL consultato il 27 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2012).
  11. ^ (NO) Salgstroféer, su ifpi.no, International Federation of the Phonographic Industry. URL consultato il 3 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2006).
  12. ^ (ES) Listas Semanales Albumes 1 - 2004, su Productores de Música de España. URL consultato il 30 marzo 2023.
  13. ^ (NL) Goud & Platina, su nvpi.nl, Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato l'11 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2018). Digitare "Dangerously In Love" in "Artiest of titel".
  14. ^ (SV) Beyonce – Sverigetopplistan, su Sverigetopplistan. URL consultato il 30 maggio 2021.
  15. ^ (EN) ARIA Charts - Accreditations - 2011 Albums, su aria.com.au, ARIA Charts. URL consultato il 21 aprile 2012.
  16. ^ (EN) Dangerously in Love – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 10 agosto 2022.
  17. ^ (DA) Dangerously in Love, su IFPI Danmark. URL consultato il 4 gennaio 2023.
  18. ^ November 2003 – Platinum Europe Awards, su ifpi.org, International Federation of the Phonographic Industry, 9 dicembre 2003. URL consultato il 21 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2012).
  19. ^ (DE) Beyoncé – Dangerously in Love – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 30 maggio 2021.
  20. ^ New Zealand Top 50 Albums, su rianz.org.nz. URL consultato il 21 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2014). Note: The reader must select "Chart #1370 – Sunday 10 August 2003".
  21. ^ a b (EN) Dangerously in Love, su British Phonographic Industry. URL consultato il 21 aprile 2010.
  22. ^ (RU) «ЗОЛОТО» И «ПЛАТИНА» / International 2003, su 2M. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2009).
  23. ^ a b (EN) Beyoncé - Dangerously in Love – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 9 agosto 2022.
  24. ^ (DE) Edelmetall, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 21 aprile 2010.
  25. ^ Dangerously in Love (certificazione), su FIMI. URL consultato il 20 agosto 2024.
  26. ^ (EN) Teri vanHorn, Destiny's Child Solo CDs Won't Compete With Group, Each Other, in MTV News, 8 dicembre 2000. URL consultato il 24 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2009).
  27. ^ (EN) Kelly Rowland pursues her own destiny, in Cable News Network, 23 gennaio 2003. URL consultato il 22 maggio 2008.
  28. ^ a b c d e f (EN) Gil Kaufman, Destiny's Child's Long Road To Fame (The Song Isn't Called 'Survivor' For Nothing), in MTV News, 13 giugno 2005. URL consultato il 24 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2009).
  29. ^ a b Rebecca Louie, Crazy in love with Beyonce, in New York Daily News, 6 agosto 2007. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2012).
  30. ^ (EN) Simon Garfield, Uh-oh! Uh-oh! Uh-oh!, in The Guardian, 14 dicembre 2003. URL consultato l'8 maggio 2008.
  31. ^ a b Filmato audio (EN) The Making of Dangerously in Love, Columbia Records, 2003.
  32. ^ a b c d (EN) Josh Tyrangiel, Destiny's Adult – Part 1, in Time, 22 giugno 2007. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2012).
  33. ^ a b c d e f g (EN) Beyoncé's debut Album, Dangerously in Love,, in Thread. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2008).
  34. ^ a b c (EN) Corey Moss, Beyoncé: Genuinely In Love – Part 2, in MTV News. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2012).
  35. ^ (EN) Corey Moss, Beyonce Working It With Missy Elliott On Solo Album - Music, Celebrity, Artist News, su mtv.com, MT, 18 novembre 2002. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2009).
  36. ^ a b (EN) Beyonce looms as next J-Lo, in The Sydney Morning Herald, Associated Press, 3 luglio 2003. URL consultato l'8 maggio 2008.
  37. ^ (EN) Corey Moss, Beyonce Working It With Missy Elliott On Solo Album, in MTV News, 18 novembre 2002. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2009).
  38. ^ Corey Moss, Beyonce Pushes Up Release Date Of Solo Debut, in MTV News, 2 giugno 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2010).
  39. ^ Kelefa Sanneh, MUSIC; The Solo Beyoncé: She's No Ashanti – Part 1, in The New York Times, 6 luglio 2003. URL consultato l'8 maggio 2008.
  40. ^ a b Shaheem Reid, Destiny's Child Attack The Movies, Broadway; Plan New Album, in MTV News, 10 aprile 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2009).
  41. ^ Toure, Scott Storch's Outrageous Fortune, su Rolling Stone, 29 giugno 2006. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2008).
  42. ^ a b (EN) Corey Moss, Beyoncé: Genuinely In Love – Part 1, in MTV News. URL consultato il 9 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).
  43. ^ Josh Tyrangiel, Destiny's Adult, in Time, 22 giugno 2003. URL consultato il 21 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2009).
  44. ^ Friday, November 27 2009, 21:20 GMT, Music - News - Beyoncé: 'My first LP was nearly scrapped', su digitalspy.co.uk, Digital Spy, 27 novembre 2009. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2010).
  45. ^ a b Corey Moss, Nelly Hit Forces Change In Plans For Destiny's Child LPs, in MTV News, 22 giugno 2002. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2008).
  46. ^ Gil Kaufman, Jigga Who? Beyonce Shares Fantasies With Sean Paul On 'Bonnie & Clyde' Sequel, in MTV News, 17 marzo 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2009).
  47. ^ Gary Susman, 'Anger' Management, in Entertainment Weekly, 2 giugno 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2008).
  48. ^ a b Corey Moss, Beyonce Says 'I Can't Take It No More' To Fans, Will Sing In Movie Theaters, in MTV News, 13 giugno 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2009).
  49. ^ Todd Martens, Beyoncé, Jay-Z: 'Crazy' As Ever, in Billboard, Nielsen Business Media, Inc, 21 agosto 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2011).
  50. ^ Todd Martens, 'Baby' Kicks 'Tailfeather' From Chart Roost, in Billboard, Nielsen Business Media, Inc, 25 settembre 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2012).
  51. ^ Todd Martens, 'Stand Up' Ends 'Baby Boy' Reign, in Billboard, Nielsen Business Media, Inc, 28 novembre 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2011).
  52. ^ Joseph Patel, Beyonce Dances, Flirts With Usher In 'Naughty Girl' Video, in MTV News, 15 marzo 2004. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2010).
  53. ^ Stacy-Deanne, Kelly Kenyatta, Natasha Lowery, Alicia Keys, Ashanti, Beyonce, Destiny's Child, Jennifer Lopez & Mya: Divas of the New Millennium, Amber Books Publishing, 2005, pp. 60–61, ISBN 0-9749779-6-9. URL consultato l'8 maggio 2008.
  54. ^ Todds Martens, Beyoncé Dominates Billboard Charts, in Billboard, Prometheus Global Media, 3 luglio 2003. URL consultato il 10 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2012).
  55. ^ Todds Martens, Beyoncé, Jay-Z Go Chart 'Crazy', in Billboard, Prometheus Global Media, 17 luglio 2003. URL consultato il 10 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2012).
  56. ^ Todds Martens, Beyoncé, Jay-Z: 'Crazy' As Ever, in Billboard, Prometheus Global Media, 21 agosto 2003. URL consultato il 10 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2011).
  57. ^ Todds Martens, Beyoncé, Jay-Z: 'Crazy' As Ever, in Billboard, Prometheus Global Media, 24 luglio 2003. URL consultato il 10 febbraio 2011.
  58. ^ Discography Beyoncé, su Irish Singles Chart, Hung Medien. URL consultato il 10 febbraio 2011.
  59. ^ Paul Sexton, Bedingfield Bounces Beyoncé On U.K. Charts, in Billboard, Prometheus Global Media, 28 luglio 2003. URL consultato il 10 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2012).
  60. ^ Todd Martens, 'Tailfeathers' Still Shakin' Singles Chart, in Billboard, Prometheus Global Media, 4 agosto 2003. URL consultato il 16 febbraio 2011.
  61. ^ a b Todd Martens, 'Baby' Kicks 'Tailfeather' From Chart Roost, in Billboard, Prometheus Global Media, 25 settembre 2003. URL consultato il 16 febbraio 2011.
  62. ^ Todd Martens, 'Stand Up' Ends 'Baby Boy' Reign, in Billboard, Prometheus Global Media, 28 novembre 2003. URL consultato il 16 febbraio 2011.
  63. ^ Chart Stats – Chart For Week Up To 18/10/2003, su chartstats.com, The Official Charts Company, 18 ottobre 2003. URL consultato il 16 febbraio 2011.
  64. ^ D., Spence, Dangerously In Love - Beyoncé's solo debut is a mixed bag of contemporary R&B, su IGN, News Corporation, 3 settembre 2003. URL consultato il 9 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2012).
  65. ^ Beyonce Album & Song Chart History, su Billboard. URL consultato l'8 marzo 2011.
  66. ^ Hot 100 – Week of February 21, 2004, su Billboard, Prometheus Global Media, 21 febbraio 2004. URL consultato il 12 febbraio 2011.
  67. ^ Hot 100 – Week of June 05, 2004, su Billboard, Prometheus Global Media, 5 giugno 2004. URL consultato il 12 febbraio 2011.
  68. ^ Beyoncé > Charts & Awards > Billboard Singles, su allmusic.com, Allmusic. Rovi Corporation, 2003–2010. URL consultato l'8 marzo 2011.
  69. ^ Beyoncé - Naughty Girl (song), su ultratop.be, Ultratop. Hung Medien. URL consultato l'8 marzo 2011.
  70. ^ Andrew Dansby, Missy, Justin Tops at VMAs, in Rolling Stone, 29 agosto 2003. URL consultato il 15 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2008).
  71. ^ Kelly and Knowles dominate awards, in BBC, 11 dicembre 2003. URL consultato il 15 maggio 2008.
  72. ^ a b Stephen Silverman, Much Grammy 'Love' for Beyoncé, OutKast, in People, 8 febbraio 2004. URL consultato l'8 maggio 2008.
  73. ^ NME: http://www.nme.com/news/beyonce/48559
  74. ^ 100 Best Songs of the Decade: Rolling Stone, Rolling Stone, Jann Wenner, 6 dicembre 2008, ISSN 0035-791X (WC · ACNP).
  75. ^ " Is Snow Patrol's 'Chasing Cars' really the best song of the decade? (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2010).".The Daily Telegraph. December 31, 2009. Retrieved 2010-01-02.
  76. ^ Best of the Aughts: Singles.. Slant Magazine. Retrieved 2010-01-31.
  77. ^ a b Joseph Patel, Beyonce Puts Off Second Solo LP To Reunite Destiny's Child, in MTV News, 7 gennaio 2004. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2008).
  78. ^ Corey Moss, Another Beyonce Solo LP Due Before Destiny's Child Reunite, in MTV News, 1º dicembre 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2009).
  79. ^ Rashaun Hall, Beyoncé Barrels Ahead On Next Album, in Billboard, Nielsen Business Media, Inc, 13 settembre 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2012).
  80. ^ a b Beyoncé Knowles: Biography – Part 2, su People, Time Inc. URL consultato il 1º aprile 2008.
  81. ^ Brandee J. Tecson, Beyonce Slimming Down And 'Completely Becoming Deena', MTV News, 2 gennaio 2006. URL consultato il 5 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2008).
  82. ^ a b Martens Todd, Beyonce, Branch Albums Storm The Chart, in Billboard, Nielsen Business Media, Inc, 2 luglio 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2007).
  83. ^ Paul Sexton, Beyonce Tops U.K. Album, Singles Charts, in Billboard, Nielsen Business Media, Inc, 7 luglio 2003. URL consultato l'8 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2012).
  84. ^ a b UK Year-End Charts 2003 (PDF), su ukchartsplus.co.uk, Official Charts Company. URL consultato il 17 novembre 2010.
  85. ^ ARIA Charts – Accreditations – 2003 Albums, su aria.com.au, Australian Recording Industry Association. URL consultato il 20 aprile 2008.
  86. ^ D.L. Chandler, Jay-Z And Beyonce Celebrate Three Years Of Wedded Bliss, su rapfix.mtv.com, MTV, 5 aprile 2011. URL consultato il 6 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2012).
  87. ^ a b c d e f g h i j k l m Beyoncé – Dangerously In Love, su Ultratop, Hung Medien. URL consultato il 17 novembre 2010.
  88. ^ a b c Template:Bllboard
  89. ^ Paul Sexton, Bedingfield Bounces Beyonce On U.K. Charts, su Billboard, Billboard, 28 luglio 2003. URL consultato il 21 aprile 2010.
  90. ^ (DE) Musicline.de – Chartverfolgung – Beyonce – Dangerously In Love, su Media Control, PhonoNet GmbH. URL consultato il 17 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2012).
  91. ^ (JA) Dangerously In Love – Beyoncé, su oricon.co.jp, Oricon. URL consultato il 21 aprile 2010.
  92. ^ (EL) Top 50 International Albums – 14/2004, su ifpi.gr, IFPI Greece. URL consultato il 17 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2004).
  93. ^ Top 75 Artist Album, Week Ending 26 June 2003, su Irish Recorded Music Association, Chart-Track. URL consultato il 17 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2013).
  94. ^ Oficjalna lista sprzedaży, su olis.onyx.pl, OLiS, 18 agosto 2003. URL consultato il 17 novembre 2010.
  95. ^ Chart Stats – Beyonce – Dangerously In Love, su chartstats.com, Official Charts Company. URL consultato il 17 novembre 2010.
  96. ^ (HU) Top 40 album- és válogatáslemez-lista – 2003. 37. hét, su mahasz.hu, Mahasz. URL consultato il 22 aprile 2010.
  97. ^ Decade End Charts – Billboard 200 Albums [collegamento interrotto], su Billboard, Billboard. URL consultato il 17 novembre 2010.
  98. ^ ARIA Charts – End Of Year Charts – Top 100 Albums 2003, su aria.com.au, Australian Recording Industry Association. URL consultato l'8 maggio 2008.
  99. ^ (NL) Jaaroverzichten 2003, su Ultratop, Hung Medien. URL consultato il 17 novembre 2010.
  100. ^ (FI) Myydyimmät ulkomaiset albumit vuonna 2003, su YLE, International Federation of the Phonographic Industry. URL consultato il 17 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
  101. ^ (FR) Classement Albums – année 2003, su disqueenfrance.com, Syndicat national de l'édition phonographique. URL consultato il 17 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2009).
  102. ^ Top 20 Albums of 2003, su irma.ie, Irish Recorded Music Association. URL consultato il 17 novembre 2010.
  103. ^ Annual Top 50 Albums Chart 2003, su rianz.org.nz, Recording Industry Association of New Zealand. URL consultato il 17 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2008). Note: The reader must select "2003" → "Albums".
  104. ^ 2003 Year End Charts – Top Billboard 200 Albums, su Billboard, Billboard, 27 dicembre 2003. URL consultato il 17 novembre 2010.
  105. ^ Årslista Album – År 2003, su sverigetopplistan.se, Swedish Recording Industry Association. URL consultato il 17 novembre 2010.
  106. ^ Swiss Year-End Charts 2003, su Media Control, Hung Medien. URL consultato il 17 novembre 2010.
  107. ^ (HU) Összesített album- és válogatáslemez-lista – chart-pozíció alapján 2003, su mahasz.hu, Mahasz. URL consultato il 17 novembre 2010.
  108. ^ (EN) Beyoncé – Dangerously In Love – Music Charts, su acharts.us, αCharts.
  109. ^ (EN) Todd Leopold, Beyonce tops with five Grammys, su CNN, 9 febbraio 2004. URL consultato il 21 agosto 2024.
  110. ^ (EN) Addie Morfoot, Beyonce rides Soul Train: the singer tops with four nods, su Variety, 22 febbraio 2004. URL consultato il 21 agosto 2024.

Collegamenti esterni

  Portale Musica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musica