Albatros G.III
Albatros G.III | |
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Descrizione | |
Tipo | bombardiere |
Equipaggio | 3 |
Costruttore | Albatros |
Data primo volo | 1916 |
Data entrata in servizio | 1916 |
Data ritiro dal servizio | 1917 |
Utilizzatore principale | Luftstreitkräfte |
Esemplari | oltre 10 |
Altre varianti | Albatros G.II |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 11,90 m |
Apertura alare | 18,00 m |
Altezza | 4,20 m |
Superficie alare | 79,00 m² |
Peso a vuoto | 2 064 kg |
Peso carico | 3 150 kg |
Propulsione | |
Motore | 2 Benz Bz.IVa |
Potenza | 220 PS (162 kW) ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità max | 150 km/h |
Velocità di crociera | 120 km/h |
Velocità di salita | 80 m/min |
Autonomia | 600 km 4 h 20 min |
Tangenza | 5 000 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 2 Parabellum MG 14 calibro 7,92 mm |
Bombe | 320 kg |
i dati sono estratti da Уголок неба[1] | |
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L'Albatros G.III, designazione aziendale L 21, era un bombardiere bimotore biplano realizzato dalla allora azienda tedesco imperiale Albatros Flugzeugwerke GmbH negli anni dieci del XX secolo.
Basato sul precedente G.II, dal quale si differenziava per l'introduzione di alcune migliorie a livello strutturale e l'adozione di una motorizzazione dalla maggior potenza erogata, venne prodotto in un numero limitato di esemplari e fu l'ultimo modello della serie G-Typ, designazione Idflieg dei bombardieri biplani, realizzato dall'azienda. Entrò in servizio nei reparti della Luftstreitkräfte, la componente aerea del Deutsches Heer (l'esercito imperiale tedesco), durante la prima guerra mondiale.
Storia del progetto
[modifica | modifica wikitesto]All'inizio del conflitto, nel 1914, l'Idflieg emise una specifica per la fornitura di una nuova categoria di velivoli da bombardamento, designata Typ III,[2] caratterizzata dalla potenza erogata di 200 PS ed un'autonomia di volo di 6 ore. Dato che allora non era disponibile una motorizzazione in grado di fornire una simile potenza le aziende, tra cui l'Albatros, progettarono dei modelli bimotore.
Dopo aver realizzato il G.I (L 4) ed il successivo G.II (L 11), entrambi rimasti allo stadio di prototipo, l'Albatros sviluppò la versione finale, il G.III, designata internamente L 21, che riprendeva l'impostazione e l'aspetto dei modelli già prodotti dall'azienda di Berlino-Johannisthal. Il modello era un bimotore biplano realizzato in legno e tela e caratterizzato dalla soluzione a propulsione spingente.
Impiego operativo
[modifica | modifica wikitesto]Il G.III venne impiegato in misura limitata dal Kagohl 1 ("Kampfgeschwader der Obersten Heeresleitung", dal tedesco "Squadrone del Comando Supermo") della Luftstreitkräfte, unitamente con i Rumpler G.II sul fronte macedone durante gli ultimi mesi del 1916.[1]
Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Chris Chant, The World's Great Bombers. 1914 to the Present Day, Rochester, Grange Books, 2000, ISBN 0-7607-2012-6.
- (DE) Günter Kroschel, Helmut Stützer, Die deutschen Militärflugzeuge 1910-18, Wilhelmshaven, 1977, ISBN non esistente.
- (DE) Heinz J. Nowarra, Die Entwicklung der Flugzeuge 1914–18, München, Lehmanns, 1959, ISBN non esistente.
- (EN) Michael John H. Taylor, Jane's encyclopedia of aviation, 2nd Edition, Londra, Studio Editions, 1989, ISBN 0-517-10316-8.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Albatros G.III
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Maksim Starostin, Albatros G III, su Virtual Aircraft Museum, http://www.aviastar.org/index2.html. URL consultato il 20 febbraio 2011.
- (EN) Albatros G.III, su Valka.cz, http://en.valka.cz/index.php. URL consultato il 20 febbraio 2011.
- (EN) (RU) Albatros G.II/G.III, su Their Flying Machines, http://flyingmachines.ru. URL consultato il 31 luglio 2012.
- (EN) J. Rickard, Albatros G.III, su Military History Encyclopedia on the Web, http://www.historyofwar.org/index.html, 26 luglio 2012. URL consultato il 24 agosto 2013.
- (RU) Albatros G.II (III), su Уголок неба, http://www.airwar.ru. URL consultato il 20 febbraio 2011.