Vai al contenuto

Alcide Ticò

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Classe di scultura nella scuola d'arte di Ortisei nel 1936 ca. A sinistra il direttore della scuola Alcide Ticò a destra il professore Ludwig Moroder.

Alcide Ticò (Trento, 11 dicembre 1911Ortisei, 7 aprile 1991) è stato uno scultore italiano.

Monumento ai Caduti della Vallagarina a Rovereto con i busti di Chiesa e Filzi realizzati da Ticò

Alcide Ticò nasce a Trento l'11 dicembre 1911, bambino si trasferisce con la famiglia a Merano.

Nel 1926, incoraggiato da Gino Pancheri, si iscrive alla scuola del marmo dell'Accademia di belle arti di Brera, sotto la guida di Adolfo Wildt. A Milano frequenta il gruppo dell'Avanguardia Artistica formato dai giovani Birolli, Manzù, Tomea, Sassu e lo stesso Pancheri. Conosce Edoardo Persico e Carlo Belli, assidui della Galleria del Milione diretta da Gino Ghiringhelli.

Come in altri scultori attivi in Trentino negli anni Trenta, Zuech, Fozzer, Zaniboni, in Ticò è presente lo spirito novecentista, caratterizzato tuttavia da un puntiglio interpretativo lontano dalla pompa celebrativa del fascismo. Fugace l'interesse legato alla non-figurazione, testimoniato comunque dalla scultura Ritmiastratti. Nel 1932 fa ritorno a Rovereto, e realizza i busti di Damiano Chiesa e Fabio Filzi. Del 1933 sono i due ritratti di Giovanni Comisso e Riccardo Zandonai.

Le partecipazioni alle esposizioni sindacali d'arte trentine e trivenete, costellate da numerosi premi e riconoscimenti, diventano un appuntamento costante. È impegnato come insegnante prima a Ortisei, direttore della scuola di scultura in legno, e in seguito a Padova, maestro di figura modellata. Nel 1935 e membro del direttorio del "Sindacato interprovinciale belle arti Trento" e quello seguente di Bolzano. Nel 1938 apre uno studio in Via Margutta a Roma.

Durante la seconda guerra mondiale si arruola in aviazione come volontario e viene più volte decorato. È presente alla Biennale di Venezia (1940, 1942) e alla Quadriennale di Roma (1939, 1943, 1948)[1]. Nel dopoguerra si trasferisce a Capri dove apre la galleria "L'Oblò".

Nel 1953 firma un contratto con la Paramount Pictures Corporation e interpreta lo scultore in Vacanze romane diventando uno dei protagonisti della fioritura artistica di Via Margutta. All'interno del suo studio, crocevia di artisti, intellettuali e collezionisti, vengono effettuate alcune riprese del film. In questo periodo realizza i ritratti di Gregory Peck, protagonista del film, e di altri attori noti come Totò e Anna Magnani.

Negli anni Sessanta raccoglie molte commissioni religiose, realizza bassorilievi e statue di soggetto sacro, in particolare per il Vaticano. Sarà professore di discipline plastiche alla scuola d'arte P. Mercuri di Marino.

Negli anni Settanta e Ottanta, titolare della cattedra di scultura all'Accademia di belle arti di Carrara, sperimenta forme sempre più scarne e rigorose, nelle composizioni dedicate ai Satelliti e ai Totem preferendo materiali come marmo e porfido. Nel 1984 torna definitivamente a Ortisei, dove muore il 7 aprile 1991.

  1. ^ Alcide Ticò, su quadriennalediroma.org, Archivio Biblioteca Quadriennale di Roma. URL consultato il 9 settembre 2022.
  • Pancheri G., Alcide Ticò, in "Il Brennero", Trento 3 gennaio 1932;
  • Belli C., Ticò, in "Brescia", Brescia, a. IV, n.12 dicembre 1932;
  • Notiziario, in "Studi Trentini", n. 4, 1934, p. 397;
  • Piovan C., Ticò, in "Trentino", Trento, aprile 1935, pp. 137-142;
  • Belzoni M., La V sindacale d'arte a Bolzano, in "Trentino", Trento, a XII, n. 10, ottobre, pp. 291-298;
  • Piovan C., Arte e scuola del legno a Ortisei, in "La provincia di Bolzano", Bolzano, 2 gennaio 1937;
  • Nebbia U., Le mostre delle forze armate e dei concorsi, in "La Biennale di Venezia", Venezia, giugno 1942, p.105;
  • Zampetti G., Visita allo studio romano dello scultore Alcide Ticò, in "Alto Adige", Bolzano, 20 settembre 1954;
  • Vacchini F, La cappella lituana nelle grotte vaticane, in "L'Osservatore romano", Roma, agosto 1970;
  • Belli G., Eccher D. (a cura di), Alcide Ticò. L'opera, (cat. della mostra, Trento, Palazzo Trentini) 1995;
  • Arte e stato. Le esposizioni sindacali nelle Tre Venezie (1927-1944), (cat. della mostra Trieste, Museo Revoltella, poi Trento, Palazzo delle Albere) Milano, 1997;
  • Scudiero M. (a cura di), Arte trentina del '900, 1900-1950, Trento, 2000;
  • Chini E., Mich E., Pizzamano P. (a cura di), L'arte riscoperta. Opere delle collezioni civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati dal Rinascimento al Novecento, Rovereto, 2000, pp. 141-143.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]