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Alessandro Pertoldeo

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Alessandro Pertoldeo
NascitaRivignano, 1905
MorteGandesa, 1 aprile 1938
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataMilizia Volontaria Sicurezza Nazionale
Regio Esercito
ArmaFanteria
CorpoCorpo Truppe Volontarie
Reparto5º Reggimento CC. NN.
Anni di servizio1928-1938
GradoCenturione
GuerreGuerra di Spagna
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Alessandro Pertoldeo (Rivignano, 1905Gandesa, 1º aprile 1938) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra di Spagna.

Nacque a Rivignano, provincia di Udine, nel 1905, figlio di Andrea e Inda Solimbergo.[2] Dopo aver conseguito la licenza in fisico-matematica presso l'Istituto tecnico di Udine, frequentò a Bologna il primo biennio della facoltà di ingegneria, poi si dedicò alla cura dei propri terreni e alla politica, ricoprendo anche la carica di podestà nel suo Comune di nascita.[2] Entrato a far parte della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale fin dal 1928 col grado di capomanipolo, fu istruttore premilitare e direttore dei corsi a Rivignano.[2] Iscritto nella forza in congedo del Distretto militare di Trieste sostenne nel 1936, con esito favorevole, l'esperimento pratico per la nomina a sottotenente di complemento dell'arma di fanteria, prestando servizio di prima nomina nel gennaio 1937 presso il 12º Reggimento fanteria "Casale". [2]Messo nuovamente a disposizione del Comando generale della M.V.S.N. con il grado di centurione, il 21 marzo 1937 si imbarcò a Genova per andare a combattere nella guerra di Spagna.[2] Giunto in terra iberica fu assegnato alla 2ª Compagnia del battaglione "Inesorabile", 5º Reggimento CC.NN., della Divisione CC.NN "XXIII Marzo".[2] Cadde in combattimento a Gandesa il 1 aprile 1938, e fu poi decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di grande fede, di eccezionale sentimento del dovere, già distintosi in precedenti combattimenti. Comandante di compagnia in un aspro combattimento per la conquista di importanti posizioni fortemente organizzate e tenacemente difese, guidava con esemplare, costante ardimento i suoi uomini all’assalto e alla vittoria. Ferito una prima volta ad una gamba non volle recarsi al posto di medicazione fasciandosi da sé la ferita. Nuovamente ferito ad una spalla, al comandante di battaglione che gli ordinava di cedere il comando del reparto per raggiungere il posto di medicazione rispondeva: « Non ho ancora compiuto tutto il mio dovere ». Conquistata poi, di slancio, l’ultima importante posizione nemica, mentre schierava le armi automatiche e per una di esse indicava, in piedi, l’obiettivo da battere, una raffica di mitragliatrice lo colpiva mortalmente. Pur conscio della fine imminente, si preoccupava di sapere l’esito dell’azione e teneva stoico contegno rivolgendo il suo ultimo saluto alla Patria e al Duce. Battaglia dell’Ebro: Mazaleon - Gandesa, 30 marzo -1º aprile 1938 '.[3]»
— Regio Decreto 24 novembre 1938.[4]
  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.294.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Bossonetto, Antonio, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 febbraio 2023.
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 16 gennaio 1939, registro n.1 guerra, foglio 304.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 294.

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Collegamenti esterni

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