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Antonio Calderoni

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Antonio Calderoni
NascitaLugo di Romagna, 6 marzo 1888
MorteMonte Lemerle, 10 giugno 1916
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1908-1916
GradoSoldato
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia degli Altipiani
Decorazionivedi qui
Frase celebreMai, mai il 44°!
dati tratti da Le Medaglie d'oro al Valor Militare dal 1915 al 1916[1]
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Antonio Calderoni (Lugo di Romagna, 6 marzo 1888Monte Lemerle, 10 giugno 1916) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante il corso della prima guerra mondiale.

Nacque a Lugo di Romagna il 6 marzo 1888, figlio di Arcangelo e Caterina Cairoli.[2] Emigrò giovanissimo per lavorare come muratore a Lugano, in Svizzera, ma nel 1908 ritornò in Patria per espletare il servizio militare obbligatorio nel Regio Esercito, assegnato in forza al 7º Reggimento fanteria "Cuneo".[2] Congedato nel 1911 ritornò a Lugano, ma dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, lasciò il lavoro e la famiglia per arruolarsi nuovamente nell'esercito.[2] Assegnato alla 12ª Compagnia,[3] III Battaglione, del 44º Reggimento fanteria della Brigata Forlì, allora al comando del generale Carlo Montanari, si distinse subito nei combattimenti nella zona di Plava, sull'Isonzo.[3] Durante i combattimenti per l'ampliamento della testa di ponte di Plava, avvenuti nel mese di ottobre, fu decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare a Zagara.[3] Nell'aprile 1916 ricevette un Encomio Solenne per aver distrutto un trinceramento nemico, insieme ai suoi difensori, con un audace attacco a sorpresa.[2] Dopo l'inizio della battaglia degli Altipiani, la Brigata "Forlì" lasciò la zona di Gorizia inviata di rinforzo nel tentativo di arginare l'attacco austro-ungarico.[2] Il 9 giugno la 12ª Compagnia, unitamente a una sezione di mitragliatrici, occupò la cima del Monte Lemerle, difendendola per due giorni dagli attacchi del nemico.[3] All'alba del 10 giugno la posizione fu nuovamente attaccata con violenza, e la compagnia, rimasta isolata ed accerchiata, si batté disperatamente.[2] Ferito più volte, e con le mani ustionate dal calore emanato dal proprio fucile con il quale sparava imperterrito contro gli avversari, egli rimase ucciso, con il corpo crivellato dai colpi di pugnale, mentre cercava di difendere il proprio capitano da un attacco all'arma bianca portato da alcuni soldati austro-ungarici.[2] Per onorarne il coraggio, con Regio Decreto 25 novembre 1919, gli fu concessa la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] Una via di Lugo di Romagna porta il suo nome.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con fervida ed incrollabile fede, durante un anno circa di campagna, prodigava tutte le proprie energie per prestare il massimo concorso nelle più difficili prove sostenute dal reggimento. In una circostanza di estrema gravità, in cui la sua compagnia dové lungamente ed accanitamente lottare, accerchiata da soverchianti forze, già gravemente ustionato alle mani dal fucile arroventato pel prolungato tiro, continuava a far fuoco, raccomandava ai vicini di mirar giusto, ed alla intimazione di resa fieramente gridava “Mai mai il 44!”. Ferito ad un polpaccio e visto un gruppo di nemici che si avventavano all’arma bianca contro il suo capitano, balzava in piedi, accorrendo in difesa del superiore. Stretto da ogni parte, ferito nuovamente nella furibonda lotta impegnata, cadeva ginocchioni ma, fulgido esempio di straordinario valore, anche da questa posizione atterrava ancora un nemico e seguitava a combattere con indomabile violenza finché, crivellato di colpi, lasciò eroicamente la vita sul campo. Monte Lemerle (Asiago), 10 giugno 1916.[4]»
— Regio Decreto 25 novembre 1919
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
« Per più notti consecutive, che precedettero l’attacco delle trincee nemiche, fece brillare, sotto il fuoco, tubi esplosivi, sconvolgendo i reticolati avversari. Sempre sotto il fuoco del nemico, eseguì audaci ricognizioni, fino sotto le linee da questo occupate, riuscendo a fornire dati ed informazioni utili ed esatte. Plava, 18-21 ottobre 1915


  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare dal 1915 al 1916, Roma, Tipografia regionale, 1968.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1916. L'anno d'angoscia: Dalla spedizione punitiva alla presa di Gorizia. Le “spallate” sull'Isonzo, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
Periodici
  • Renzo Preda, Lugo di Romagna ricorda (PDF), in UNUCI, n. 3/4, Roma, Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia, aprile-giugno 2017, pp. 12/13.

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