Coordinate: 58°07′33″N 33°40′25″E

Attentato al treno Nevsky del 2009

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Attentato al treno Nevsky Express
Tipoderagliamento causato da esplosivo
Data27 novembre 2009
21:25[1]/21:30[2][3]/21:34[4]/21:35[5]/21:48[6]
LuogoUglovka
StatoRussia (bandiera) Russia
Coordinate58°07′33″N 33°40′25″E
ObiettivoLinea ferroviaria Mosca-San Pietroburgo
Responsabilimujaheddin caucasici[7]
Motivazioneinsurrezionalismo caucasico
Conseguenze
Morti27
Feriti96

L'attentato al treno Nevsky Express è stato un attacco con esplosivo verificatosi il 27 novembre 2009[8] da parte di un gruppo di mujaheddin insurrezionalisti caucasici. Si tratta dell'atto terroristico più sanguinoso, all'infuori delle regioni caucasiche, avvenuto in Russia dopo gli attentati congiunti a due aerei russi nel 2004.

Alle 21:34 locali (19:34 italiane), un ordigno carico di 7 kg di tritolo posto tra le rotaie della linea ad alta velocità Mosca-San Pietroburgo causa il deragliamento del treno tramite un comando a distanza nei pressi di Bologoye (Oblast Tver), a circa 320 km da Mosca[9][10]. Inizialmente le autorità russe avevano parlato di 39 deceduti e 95 feriti, ma il 2 dicembre un rapporto fissava a 27 le vittime totali[10][11].

I primi soccorritori giunti sul luogo del deragliamento sono stati alcuni residenti di Lykoshino, un villaggio vicino[12]. Un ospedale da campo è stato costruito sul posto per occorrere ai primi ricoveri[13], e almeno 50 feriti sono stati trasportati direttamente negli ospedali di San Pietroburgo[14]. Si era pensato inizialmente a un disastro fortuito, finché i primi accertamenti avevano notato la presenza di un cratere nei pressi del deragliamento; cratere che dopo è stato confermato trattarsi del covo dell'esplosivo[14][15][16].

Una cellula del gruppo ultranazionalista Combat 18 aveva rivendicato la responsabilità dell'attentato il giorno stesso, ma i principali esponenti dell'organizzazione si erano dichiarati estranei all'azione subito dopo il correre delle dichiarazioni[9]:

«Noi militanti del gruppo autonomo Combat 18 rivendichiamo la responsabilità per l'esplosione del treno Nievski Express. Ci saranno altre azioni in futuro. È giunta l'ora. Noi dichiariamo che la guerra toccherà ogni uomo della strada, in questa guerra non ci possono essere né persone estranee né vittime innocenti, ci sono solo i nostri sostenitori e i nostri nemici.»

Secondo attentato

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Un secondo ordigno, di debole intensità, è esploso nei dintorni del luogo dell'attentato il giorno seguente, attorno alle 14:00[17]. La bomba, anch'essa fatta esplodere tramite un comando a distanza, era diretta agli statali presenti sul luogo dell'attentato per le investigazioni. Tra i feriti, Alexander Bastrykin, l'ufficiale e capo della commissione d'inchiesta, nonché più alto funzionario del governo russo incaricato di visitare il luogo[11][18][19].

Un treno della stessa linea era stato coinvolto in un simile deragliamento il 13 agosto 2007. L'incidente non causò vittime, ma il bilancio finale fu di 60 feriti. Anche in quel caso si aprì l'ipotesi dell'attentato terroristico e per il fatto vennero indagati tre ingusci legati all'insurrezionalismo caucasico[9].

  1. ^ Радиостанция "Эхо Москвы" / Новости / Суббота, 28.11.2009 / В деревнях у места крушения "Невского экспресса" сотрудники милиции ищут возможных террористов, su echo.msk.ru, 29 giugno 2008. URL consultato il 28 novembre 2009.
  2. ^ Радиостанция "Эхо Москвы" / Передачи / Разворот (утренний) / Суббота, 28.11.2009: Борис Грузд, адвокат, очевидец крушения "Невского экспресса", su echo.msk.ru, 29 giugno 2008. URL consultato il 28 novembre 2009.
  3. ^ Радио "Маяк" / В крушении "Невского экспресса" есть погибшие и раненые, su radiomayak.ru. URL consultato il 28 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2009).
  4. ^ "Невский экспресс" взорвали 7 килограммами тротила, su lenta.ru. URL consultato il 28 novembre 2009.
  5. ^ ВЗГЛЯД / Поезд Петербург-Москва частично сошел с рельсов в Тверской области, su vz.ru. URL consultato il 28 novembre 2009.
  6. ^ На место катастрофы «Невского экспресса» выехал глава СКП РФ—Происшествия, поезд, катастрофа—Росбалт, su rosbalt.ru. URL consultato il 28 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2009).
  7. ^ North Caucasus group in Russia train bomb web claim, BBC News, 2 dicembre 2009. URL consultato il 2 dicembre 2009.
  8. ^ Russia train crash 'caused by bomb', su news.bbc.co.uk, BBC News, 26 luglio 2008. URL consultato il 28 novembre 2009.
  9. ^ a b c RUSSIA, BOMBA SU TRENO: 26 MORTI E 18 DISPERSI Archiviato il 1º dicembre 2009 in Internet Archive.. Leggo, ultimo accesso il 03-12-2009
  10. ^ a b 25 dead, 87 hurt in Russia train crash, Sydney, The Sydney Morning Herald, 28 novembre 2009. URL consultato il 28 novembre 2009.
  11. ^ a b Nabi Abdullaev, 2nd Train Blast Injured Bastrykn, in The Moscow Times, 2 dicembre 2009. URL consultato il 2 dicembre 2009.
  12. ^ Ellen Barry, Villagers Rushed to Help in Frigid Russian Crash, in The New York Times, 28 novembre 2009. URL consultato il 29 novembre 2009.
  13. ^ Terrorists may have derailed train in Russia, Taiwan, taipeinews.net, 28 novembre 2009. URL consultato il 28 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2009).
  14. ^ a b Aidan Jones, Bomb suspected as Russia train crash kills at least 22, London, Guardian News and Media, 28 novembre 2009. URL consultato il 28 novembre 2009.
  15. ^ Oleg Shchedrov, Russian train crash kills 25, terrorism suspected, London, Reuters, 27 novembre 2009. URL consultato il 28 novembre 2009.
  16. ^ At least 25 killed as train derails in western Russia, New York, New York Times, 28 novembre 2009. URL consultato il 28 novembre 2009.
  17. ^ Second bomb explodes at Russia train crash site, ITN News, 28 novembre 2009. URL consultato il 28 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2009).
  18. ^ Russia's top detective hurt in train bombing, ABC News, 2 dicembre 2009. URL consultato il 2 dicembre 2009.
  19. ^ Top detective hurt in second blast at train crash site, BreakingNews.ie, 1º dicembre 2009. URL consultato il 2 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2011).

Collegamenti esterni

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