Bloop
Bloop è il nome dato a un suono di provenienza sottomarina a bassissima frequenza registrato dal NOAA alcune volte durante l'estate del 1997. Dopo che per molti anni si è speculato su una possibile origine animale, nel 2012 il suono è stato attribuito a un criosisma o a un distacco di ghiaccio.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il Bloop si originò da qualche parte attorno alle coordinate 50° S 100° W (al largo della costa sudoccidentale del Sudamerica) e venne captato ripetutamente dall'idrofono autonomo dell'oceano Pacifico equatoriale, parte del SOSUS, l'equipaggiamento dell'U.S. Navy originariamente progettato per identificare i sottomarini sovietici e oggi utilizzato per monitorare la sismicità sottomarina, il rumore dei ghiacci, la popolazione e la migrazione dei mammiferi marini.[1]
Secondo la descrizione fornita dal NOAA, il suono:
«[...] salì rapidamente in frequenza nell'arco di circa un minuto e fu sufficientemente forte da poter essere captato da molteplici sensori, fino a un raggio di 5 000 km»
Un'ipotesi inizialmente propagandata da diversi articoli fu che il Bloop avesse origine organica a causa della sua frequenza, tuttavia non esiste un animale conosciuto che possa produrre un tale suono. Se si fosse trattato di un animale, infatti, avrebbe dovuto essere enormemente più grande di una balenottera azzurra, il più grande animale conosciuto. L'attribuzione del suono ad eventi naturali, nel 2012, pose fine alle teorie riguardo a un eventuale criptide.
Interpretazione del fenomeno
[modifica | modifica wikitesto]Criosisma
[modifica | modifica wikitesto]Il NOAA Vents Program attribuì la fonte del Bloop a quello di un grande criosisma[2][3] in quanto molti terremoti di ghiaccio avrebbero spettrogrammi simili a quello del misterioso suono, nonché l'ampiezza necessaria per individuarli nonostante presentino distanze superiori a 5 000 km. Ciò venne riscontrato nel 2008, durante il tracciamento dell'iceberg A53a, che si disintegrò vicino alla Georgia del Sud. Gli iceberg che contribuirono a generare il suono erano molto probabilmente tra lo stretto di Bransfield e il Mare di Ross o, secondo altre fonti, a Cape Adare, da cui provengono spesso segnali criogenici.[4] I suoni generati dai terremoti del ghiaccio sono facilmente captati dall'uso degli idrofoni in quanto l'acqua di mare, un eccellente canale sonoro, consente ai suoni ambientali generati attraverso le attività sul ghiaccio di percorrere grandi distanze.[5]
Distacco del ghiaccio
[modifica | modifica wikitesto]Durante i distacchi del ghiaccio, le variazioni derivano dal movimento di una sorgente sonora.[5] Come spiega l'oceanografo Yunbo Xie, l'alterazione delle forme d'onda di tali suoni "possono anche essere causati da modelli di radiazione dipendenti dalla frequenza angolare associati al movimento in modalità antisimmetrica della copertura di ghiaccio."[5]
Sfregamento e cresta di pressione
[modifica | modifica wikitesto]Talvolta, le emissioni acustiche possono anche essere generate da processi di sfregamento o creste di pressione che emettono suoni simili a quelli causati dal distacco del ghiaccio.[6] Lo sfregamento coinvolge due o più flussi di ghiaccio che, collidendo, causano deformazioni a taglio e onde di taglio polarizzate orizzontalmente, ovvero onde S.[5] La cresta si verifica quando quel ghiaccio si piega o scivola sulle creste.[5] Secondo Xie, entrambi gli eventi produrranno suono nella sequenza di fallimento (rottura) di un flusso di ghiaccio:[5]
«Un'equazione d'onda generata dalla deformazione a taglio sarà definita all'interno di un lastrone di ghiaccio tramite effetto sfregamento della piattaforma di ghiaccio attraverso il suo confine con il ghiaccio adiacente, (...) (mentre le) deformazioni increspate risultanti suggeriscono che il processo di decadimento sarebbe da attribuirsi a un processo di frantumazione che sigilla l'aria o gli spazi vuoti tra i banchi di ghiaccio. I segnali acustici emessi da questo processo di guasto sono simili a quelli emessi da una bolla d'aria che collassa in un fluido.»
Origine animale
[modifica | modifica wikitesto]Stando a quanto dichiarò in un'intervista di David Wolman per la rivista New Scientist, Christopher Fox della NOA credeva che l'origine del Bloop non fosse dovuta all'uomo o a fenomeni geologici, bensì a un animale. Secondo Fox, infatti, il misterioso suono somiglierebbe a quello di una creatura vivente sconosciuta[7] in grado di emettere dei richiami "molto più potenti di quelli di qualsiasi altro essere sulla Terra"[8]. Secondo Wolman, Fox era inizialmente propenso a credere che il Bloop fosse un cedimento del ghiaccio in Antartide,[9] ma in seguito arrivò a credere che il suono fosse di origine animale:[7][10]
«Fox asserisce che il suono conosciuto come Bloop provenga probabilmente da una specie di animale perché sarebbe composto da frequenze che ricordano quelle degli animali marini. C'è una differenza cruciale, tuttavia: nel 1997 Bloop venne rilevato da sensori distanti fino a 4 800 km. Ciò significa che deve essere molto più forte di qualsiasi rumore di balena o qualsiasi altro rumore di origine animale. È anche lontanamente possibile che una creatura più grande di qualsiasi balena sia in agguato nelle profondità oceaniche? O, forse più probabilmente, qualcosa che sappia produrre dei suoni tanto potenti?»
Secondo l'autore Philip Hayward, le speculazioni di Wolman avrebbero spinto Fox a pensarla allo stesso modo e che "avendo usato la parola 'probabile', diedero il via a una serie di speculazioni su quale potesse essere l'entità in grado di produrre quei rumori". Il consenso decennale sostenne infatti la tesi secondo cui il Bloop proverrebbe dai processi di rottura del ghiaccio."[10]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) John Mark di Mento, Environmental Challenges to Post-Cold War Naval Operations: The Browning of the Blue Water Battlespace, in Beyond the Water's Edge: United States National Security & the Ocean Environment, dicembre 2006.
- ^ (EN) The Bloop mystery has been solved: it was never a giant sea monster, su wired.co.uk.
- ^ (EN) What is the bloop?, su oceanservice.noaa.gov. URL consultato il 4 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2019).
- ^ (EN) Icequakes (Bloop), su pmel.noaa.gov. URL consultato il 4 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2020).
- ^ a b c d e f (EN) An acoustical study of the properties and behaviour of sea ice, su open.library.ubc.ca. URL consultato il 4 giugno 2020.
- ^ (EN) Erin C. Pettit, Passive Underwater Acoustic Evolution of a Calving Event, in Annals of Glaciology, 2012.
- ^ a b (EN) Calls from the deep, su science.org.au. URL consultato il 4 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2013).
- ^ (EN) Tuning in to a deep sea monster, su edition.cnn.com. URL consultato il 4 giugno 2020.
- ^ (EN) Scientists tune in to sounds of the sea, su edition.cnn.com. URL consultato il 4 giugno 2020.
- ^ a b (EN) Philip Hayward, Making a Splash: Mermaids (and Mer-Men), Indiana University, 2017, pp. 173-5.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bloop
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Icequakes (Bloop), su pmel.noaa.gov, NOAA Vents Program for Acoustic Monitoring. – È disponibile un link al file audio (accelerato) e uno spettrogramma.
- (EN) Beware the Bloop, su The Age, 13 giugno 2002.
- (EN) Tuning in to a deep sea monster, su CNN.com, 13 giugno 2002 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2008).
- (EN) Richard Stenger, Scientists tune in to sounds of the sea, su CNN.com, 7 settembre 2001 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).