Chai (Ayutthaya)
Chai | |
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Re di Ayutthaya | |
In carica | agosto 1656 |
Predecessore | Prasat Thong |
Successore | Si Suthammaracha |
Nascita | Ayutthaya, 1622 |
Morte | Ayutthaya, agosto 1656 |
Dinastia | Prasat Thong |
Padre | Prasat Thong |
Madre | consorte minore di Prasat Thong, sposata prima di salire sul trono |
Religione | Buddhismo Theravada |
Chai, in lingua thai: สมเด็จเจ้าฟ้าไชย (trascrizione RTGS: Somdet Chao Fa Chai, letteralmente "Sua Maestà principe Chai"), il cui nome regale fu Sanphet VI, in thai: สมเด็จพระสรรเพชญ์ที่ 6 (RTGS: Somdet Phra Sanphet Ti Hoc) (Ayutthaya, 1622 – Ayutthaya, agosto 1656), è stato il 26º sovrano del Regno di Ayutthaya, fondato nel 1350 da Ramathibodi I nei territori dell'odierna Thailandia.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Contesto storico
[modifica | modifica wikitesto]Fu il primogenito e successore di re Prasat Thong, che nel 1629 aveva usurpato il trono di Ayutthaya ed era stato il capo-stipite della dinastia che porta il suo nome. Si presume che Chai fosse nato nel 1622, prima dell'ascesa al trono del padre, e che la madre non abbia mai ricevuto il titolo di regina. Il XVII secolo fu un periodo di grande splendore per Ayutthaya, e durante il regno di Prasat Thong fu rinnovata e ampliata la già fitta rete di commerci soprattutto con Cina, India, Persia e, in misura minore, con il Giappone. Il re si avvalse in questo campo della collaborazione con la Compagnia olandese delle Indie orientali, che compensò il deterioramento dei rapporti con i britannici e i portoghesi avvenuto negli anni precedenti. Gli olandesi garantirono anche appoggio militare.[1]
Secondo un'antica tradizione del regno, alla morte del re il trono passava al figlio maggiore o al fratello più anziano rimasto in vita.[2] Nelle successioni dei sovrani di Ayutthaya del XVII e XVIII secolo, frequenti furono i casi in cui i figli e il fratello del re si contesero il trono con atti sanguinari.[3][4]
Stabilire quale dei pretendenti avesse più diritti alla corona del Siam dopo la morte di Prasat Thong è oggetto di controversia. Alcune fonti sostengono che Prasat Thong volesse come successore uno dei propri figli e che dal 1644 avesse confinato il fratello Si Suthammaracha e i nobili della sua cerchia a Phitsanulok per impedirgli di prendere il potere con un colpo di Stato. Mentre Narai, fratello minore di Chai perché nato durante il regno del padre, era figlio di una consorte di rango elevato in quanto figlia del vecchio re Songtham, la madre di Chai era di rango minore.[4] Un'altra fonte riporta che Si Suthammaracha fosse invece stato nominato da Prasat Thong suo successore con il titolo di uparat e che si aspettasse quindi di diventare re.[5]
Ascesa al trono
[modifica | modifica wikitesto]Secondo lo storico David K. Wyatt, il principe Chai era salito al trono alla morte del padre Prasat Thong nell'agosto 1656, impadronendosi del palazzo reale alla guida dei propri soldati, e regnò per pochi giorni,[3][5] anche se fonti legate alla monarchia siamese sostengono che fosse invece rimasto sul trono per nove mesi,[6][7] mentre una delle Cronache di Ayutthaya riporta come la sua destituzione e morte fosse avvenuta dopo un solo giorno, l'8 agosto.[4]
Morte e successione
[modifica | modifica wikitesto]Chai fu assassinato con un complotto organizzato dai suoi successori, lo zio Si Suthammaracha e il fratello Narai, i quali occuparono il palazzo reale con le loro truppe e lo catturarono.[3] Come molti altri re e membri della casa reale di Ayutthaya, Chai fu portato e assassinato al Wat Khok Phraya, alla periferia nord della capitale. Secondo questa antica tradizione, i membri della famiglia reale non potevano essere toccati e il loro sangue non poteva essere versato,[8] di conseguenza venivano messi in un sacco di velluto e bastonati a morte con legno di sandalo.[4][9] Assieme a Chai furono uccisi quasi tutti i nobili della sua corte che gli erano fedeli.[10]
Gli succedette sul trono Si Suthammaracha con il nome regale Sanphet VII e nominò uparat l'altro nipote Narai che aveva appoggiato la sua causa aiutandolo a destituire e a sopprimere Chai. Secondo fonti difficilmente verificabili, poco dopo la sua ascesa al trono il nuovo re insidiò la nipote Phra Ratcha Kanlayani, sorella minore di Chai e Narai, la quale riuscì a fuggire e informò il fratello dell'accaduto. Narai si infuriò, radunò le proprie guardie ed attaccò il palazzo reale. Al termine di una cruenta battaglia, Si Suthammaracha rimase ferito ma riuscì a mettersi in salvo nel Palazzo Dietro, la residenza del viceré.[4][5] Subì la stessa sorte di Chai, fu inseguito, catturato e bastonato a morte nell'ottobre del 1656 nel Wat Khok Phraya.[4][9] Anche nel suo caso i nobili che lo appoggiarono furono quasi tutti uccisi.[4][10] Wyatt sostiene che tra l'ascesa al trono di Chai e quella di Narai fossero passate circa 10 settimane.[3][4] Il regno di Narai durò invece a lungo, fino al 1688, e corrispose a uno dei periodi di maggior splendore nella storia del Siam.[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Wyatt, 1984, pp. 106-111.
- ^ (TH) Voraporn Pupongpunt, Phap Luk Sataban Kasat Nai Kot Monthien Ban (L'immagine dell'istituzione monarchica attraverso la legge del palazzo), Bangkok, Thailand Research Fund, 2005, p. 211.
- ^ a b c d Wyatt, 1984, pp. 105-107.
- ^ a b c d e f g h Van der Cruysse, 2002, capitolo 5 - Somdet Phra Narai Maharat.
- ^ a b c Wood, 1924, p. 189.
- ^ Chakrabongse, 1960, p. 56.
- ^ Rajanubhab, 2001, pp. 216-217.
- ^ (EN) Bhawan Ruangsilp, Dutch East India Company Merchants at the Court of Ayutthaya: Dutch Perceptions of the Thai Kingdom, Ca. 1604-1765, BRILL, 2007, p. 176, ISBN 9004156003.
- ^ a b (EN) Wat Khok Phraya, su ayutthaya-history.com. URL consultato il 5 maggio 2018.
- ^ a b Baker e Phongpaichit, 2017, p. 244.
- ^ (EN) Fry, Gerald W., Nieminen, Gayla S. e Smith, Harold E. Smith, Historical Dictionary of Thailand, 3ª ed., Scarecrow Press, 2013, p. 265, ISBN 978-0-8108-7525-8.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Baker, Christopher John e Pasuk Phongpaichit, A History of Ayutthaya, Cambridge University Press, 2017, ISBN 978-1-107-19076-4.
- (EN) Chakrabongse, C., Lords of Life, Londra, Alvin Redman Limited, 1960.
- (EN) Cushman, Richard D. e Wyatt, David K., The royal chronicles of Ayutthaya, The Siam Society, 2000, ISBN 974-8298-48-5.
- (EN) Rajanubhab, D., Our Wars With the Burmese, Bangkok, White Lotus Co. Ltd.,, 2001, ISBN 9747534584.
- (EN) Smith, Robert, The Kings of Ayutthaya: A Creative Retelling of Siamese History, Silkworm Books, 2017, ISBN 9781943932788.
- (EN) Van der Cruysse, Dirk, Siam & the West, 1500-1700, traduzione di Michael Smithies, Silkworm Books, 2002, ISBN 1630411620.
- (EN) Wood, W. A. R., A History of Siam, Londra, Unwin, 1924.
- (EN) Wyatt, David K., Thailand: A Short History, Yale University Press, 1984, ISBN 0-300-03054-1.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (TH) พระนามพระมหากษัตริย์สมัยอยุธยา, su royin.go.th. URL consultato il 9 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013). (lista dei sovrani di Ayutthaya sul sito del Reale istituto di Thailandia)