Convoione
San Convoione | |
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Abate | |
Nascita | Comblessac, 788 |
Morte | Saint-Maixent de Plélan, 5 gennaio 868 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 3 maggio 1866 |
Ricorrenza | 5 gennaio |
Convoione (Comblessac, 788 – Saint-Maixent de Plélan, 5 gennaio 868) fu il fondatore e il primo abate di Saint-Sauveur a Redon. Il suo culto come santo fu confermato da papa Pio IX nel 1866.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio del nobile bretone Conone, entrò nello stato ecclesiastico e fu scelto dal vescovo di Vannes come arcidiacono della cattedrale; attratto dalla vita eremitica, nell'832 rinunciò al suo ufficio e, insieme con cinque compagni, si ritirò a Redon, dove eresse un monastero dedicato al Salvatore su un terreno donatogli dal nobile Ratvili.[1]
Conone intendeva introdurre nel monastero la regola e le consuetudini del monachesimo irlandese ma, su consiglio dell'eremita Gerfredo, già monaco dell'abbazia di San Mauro di Glanfeuil, fu adottata la regola di san Benedetto.[1]
L'imperatore Ludovico il Pio si oppose al riconoscimento della fondazione, che fu poi approvata nell'834 grazie all'appoggio del funzionario imperiale Nomenoe, amico di Convoione.[1]
Nell'848 si recò in missione da papa Leone IV per una questione riguardante alcuni vescovi accusati di simonia e tornò da Roma con alcune reliquie di san Marcellino donategli dal pontefice.[1]
Poiché le frequenti incursioni normanne rendevano insicura la zona di Redon, nell'854 il monastero fu trasferito a Saint-Maixent de Plélan, in un terreno donato a Convoione dal principe bretone Salomone. L'abate vi si spense nell'868.[2]
Culto
[modifica | modifica wikitesto]Le sue reliquie, trasferite da Saint-Maixent a Redon, furono profanate durante la rivoluzione.[2]
Il suo culto come santo fu confermato da papa Pio IX con decreto del 3 maggio 1866.[3]
La sua festa era celebrata il 28 dicembre, probabilmente in ricordo della traslazione delle sue reliquie.[2]
Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 5 gennaio.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
- Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
- Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
Altri progetti
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