Diocesi di Treviri

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Disambiguazione – Se stai cercando l'antico principato arcivescovile, vedi Elettorato di Treviri.
Diocesi di Treviri
Dioecesis Trevirensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Colonia
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoStephan Ackermann
AusiliariRobert Brahm[1],
Jörg Michael Peters[2]
Presbiteri745, di cui 512 secolari e 233 regolari
1.723 battezzati per presbitero
Religiosi380 uomini, 1.050 donne
Diaconi5 permanenti
 
Abitanti2.455.500
Battezzati1.283.860 (52,3% del totale)
StatoGermania
Superficie12.870 km²
Parrocchie887 (35 vicariati)
 
ErezioneIII secolo
Ritoromano
CattedraleSan Pietro
Santi patroniSan Mattia apostolo
IndirizzoMustorstrasse 2, D-54290 Trier, Bundesrepublik Deutschland
Sito webwww.bistum-trier.de
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Germania
Le arche dei primi due vescovi di Treviri, Eucario e Valerio, nella cripta dell'abbazia benedettina di San Mattia a Treviri.
Mappa dell'arcidiocesi di Treviri nel 1645.
Stampa devozionale con la riproduzione della Tunica inconsutile, reliquia della cattedrale di Treviri, in occasione dell'ostensione del 1891.
Lapide della cattedrale che ricorda tutti i vescovi di Treviri.
L'abbazia di Prüm, fondata nell'VIII secolo.

La diocesi di Treviri (in latino Dioecesis Trevirensis) è una sede della Chiesa cattolica in Germania suffraganea dell'arcidiocesi di Colonia. Nel 2022 contava 1.283.860 battezzati su 2.455.500 abitanti. È retta dal vescovo Stephan Ackermann.

La diocesi si trova nel sud-ovest della Germania e comprende le precedenti regioni amministrative di Coblenza e Treviri, della Renania-Palatinato, come anche lo stato federato (Bundesland) della Saarland (escluso il distretto di Saarpfalz-Kreis). La diocesi confina con la diocesi di Aquisgrana e l'arcidiocesi di Colonia a nord; l'arcidiocesi di Paderborn a nord-est; le diocesi di Limburg, Magonza e Spira ad est; la diocesi di Metz (Francia) a sud; l'arcidiocesi di Lussemburgo ad ovest, e la diocesi di Liegi (Belgio) a nord-ovest.

Sede vescovile è la città di Treviri, dove si trova la cattedrale di San Pietro.

Il territorio si estende su 12.870 km² ed è suddiviso in 887 parrocchie, raggruppate in 35 decanati.

La sede del vescovo di Treviri, in Renania-Palatinato, è la più antica della Germania. I vescovi di Treviri sono documentati a partire dalla metà del III secolo; i primi sono i vescovi Eucherio e Valerio, attestati anche da un'iscrizione della fine del V secolo. I primi vescovi storicamente documentati sono Materno, che fu poi arcivescovo di Colonia; e Agrizio, che prese parte al primo concilio di Arles del 314.

Augusta Treverorum era una civitas e capitale della provincia romana della Gallia Belgica prima, come testimoniato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[3] Con l'affermarsi dell'organizzazione ecclesiastica, Augusta Treverorum, oltre che importante centro amministrativo della regione e capitale dell'Impero, divenne sede metropolitana della provincia ecclesiastica, modellata su quella civile, che comprendeva le diocesi di Metz, di Toul e di Verdun.

Verso la fine del VI secolo il cristianesimo poté diffondersi e consolidarsi grazie all'opera dei monaci missionari irlandesi, tra i quali l'abate san Colombano fondatore dell'abbazia di Luxeuil nel 590, una delle più importanti e conosciute del Regno Franco e matrice di centinaia di monasteri in tutto il regno grazie ai suoi tanti monaci, fra cui spicca san Gallo.

Nel X secolo fu ristrutturata ed ampliata la cattedrale dell'arcidiocesi. In questa è conservata la Sacra Tunica, che secondo la tradizione avrebbe indossato Gesù prima della sua crocifissione e che venne scoperta da sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, e consegnata al vescovo Agrizio. La prima menzione della tunica è del 1º maggio 1196 in riferimento alla consacrazione da parte dell'arcivescovo Giovanni dell'altare che conservava la sacra reliquia.

L'arcidiocesi di Treviri è stata un importante principato ecclesiastico del Sacro Romano Impero, con estensione lungo la Mosella fra Treviri e Coblenza. Dal XIII secolo l'arcivescovo ebbe il titolo onorifico di Arcicancelliere della Gallia e del regno di Arles e, a partire dal 1356, divenne il secondo per precedenza dei sette principi elettori. Aveva il privilegio, su invito dell'elettore di Magonza, di esprimere per primo il voto fra tutti i membri della Dieta imperiale (Reichstag) e nelle elezioni dell'imperatore.

Nei secoli il principato elettorale, appartenente al circolo o Provincia dell'Elettorato del Reno, era andato estendendosi, per acquisti e donazioni, su gran parte della valle della Mosella. Il principato ecclesiastico faceva parte dal XVI secolo del circolo imperiale del Reno elettorale ed era costituito da:

  • la terra elettorale con i baliaggi di Coblenza (sede principesca dalla fine del XVII secolo), Treviri, Saarburg, Schoineck, Bernkastel, la possente fortezza di Ehrenbreitstein sul Reno, Münstel, Cocheim, Boppard, l'antica città imperiale di Treviri, amministrata da un vicario episcopale;
  • il Lahrgau composto da una serie di possessi nella Wetterau: contea di Nieder Limburg, ducato di Schönburg, Eger, Montabaur, Mayen, Daun;
  • la contea vescovile di Worms in unione personale con una parte della città di Ladenburg appartenente al capitolo del Duomo di Worms;
  • l'abbazia principesca benedettina di Prüm in unione personale dal 1654, con proprio seggio e voto al Reichstag.

Nel 1777 la provincia ecclesiastica di Treviri di ingrandì con le nuove diocesi di Nancy e di Saint-Dié.

Il declino dell'arcidiocesi e del principato elettorale cominciò nel 1786 quando l'ultimo elettore si trasferì a Coblenza. Nel 1795 tutto il territorio dell'arcidiocesi e del principato sulla riva sinistra del Reno fu occupato dai francesi e il 29 novembre 1801, in forza della bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII, sul suo territorio fu eretta una nuova diocesi di Treviri, corrispondente al dipartimento della Sarre; contestualmente Treviri perse il rango arcivescovile e la diocesi divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Malines. La restante parte della diocesi e del principato sulla riva destra del Reno subì questa evoluzione: nel 1803 il principato venne secolarizzato e annesso al ducato di Nassau, mentre il territorio della diocesi, in virtù della bolla In universalis Ecclesiae del 1º febbraio 1805, fu dato in amministrazione a Karl Theodor von Dalberg, arcivescovo di Ratisbona.

I cambiamenti politici dopo il congresso di Vienna del 1815 comportarono una nuova ridefinizione dei confini e del territorio della diocesi, che ora era parte della provincia del Basso Reno nel regno di Prussia. Il 16 luglio 1821 per effetto della bolla De salute animarum di papa Pio VII la diocesi, posta ora su entrambe le rive del Reno, entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Colonia; contestualmente acquisì alcune parrocchie che erano appartenute alla soppressa diocesi di Aquisgrana e 130 parrocchie della diocesi di Metz che si trovavano in territorio prussiano. Il 16 agosto dello stesso anno la porzione restante dell'antica diocesi prenapoleonica, di cui erano ancora amministratori i vescovi di Ratisbona, fu annessa alla nuova diocesi di Limburgo.

L'ostensione del 1844 della Tunica inconsutile fornì a Johannes von Rönge, fino ad allora un sacerdote cattolico, il pretesto per dare origine alla setta scismatica dei "cattolici tedeschi". Mosso dal risentimento per la predicazione del vescovo di Treviri Wilhelm Arnoldi, che attribuiva alla reliquia poteri taumaturgici, giunse a rifiutare il celibato ecclesiastico, la pratica della scomunica, le indulgenze e la confessione orale dei peccati. Giunse ad avere duecento comunità sparse in tutta la Germania, ma già nel 1911 la setta contava solo 2.000 seguaci, tutti in Sassonia, e più tardi confluì nel movimento dei vecchi cattolici.

Durante il periodo del Kulturkampf, il vescovo Matthias Eberhard fu condannato a nove mesi di carcere e ad una multa di 130.000 marchi d'oro.

In forza del concordato con la Prussia del 1929, al capitolo della cattedrale è concesso il privilegio di eleggere i propri vescovi su una terna di nomi proposta dalla Santa Sede, cui segue la nomina formale e canonica da parte del papa.

I vescovi di Treviri godono del privilegio di ornare il galero dello stemma vescovile con dieci fiocchi per lato, come gli arcivescovi.

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. Sono diversi i manoscritti antichi che riportano il catalogo episcopale di Treviri.[4] Il più antico di questi è della fine del X secolo e si ferma al vescovo Egberto († 993).

La diocesi nel 2022 su una popolazione di 2.455.500 persone contava 1.283.860 battezzati, corrispondenti al 52,3% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 1.527.000 2.005.000 76,2 1.258 365 1.623 940 1.230 6.010 909
1969 1.850.977 2.601.648 71,1 1.382 558 1.940 954 1.094 5.420 873
1980 1.930.293 2.313.490 83,4 1.081 619 1.700 1.135 39 1.035 3.476 978
1990 1.802.456 2.485.500 72,5 1.385 971 414 1.301 63 770 3.300 978
1999 1.659.905 2.368.000 70,1 1.255 862 393 1.322 22 649 2.558 969
2000 1.646.599 2.368.000 69,5 1.234 852 382 1.334 106 620 1.851 969
2001 1.633.383 2.368.000 69,0 1.204 842 362 1.356 117 639 2.392 965
2002 1.620.662 2.300.000 70,5 1.184 830 354 1.368 121 626 2.292 965
2003 1.609.251 2.300.000 70,0 1.103 752 351 1.458 140 624 2.262 965
2004 1.592.042 2.500.000 63,7 1.068 730 338 1.490 143 596 2.178 959
2010 1.504.500 2.468.000 61,0 1.053 730 323 1.428 167 559 1.785 926
2014 1.437.700 2.435.300 59,0 916 658 258 1.569 171 482 2.993 903
2017 1.382.000 2.457.000 56,2 798 598 200 1.731 626 1.614 887
2020 1.341.880 2.261.100 59,3 804 547 257 1.669 528 1.464 887
2022 1.283.860 2.455.500 52,3 745 512 233 1.723 5 380 1.050 887
  1. ^ Vescovo titolare di Mimiana.
  2. ^ Vescovo titolare di Fordongianus.
  3. ^ Monumenta Germaniae Historica, Chronica minora Archiviato il 16 ottobre 2013 in Internet Archive., I, p. 556.
  4. ^ La serie completa dei cataloghi è riportata da Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, XIII, pp. 296-301.
  5. ^ Materno è presente sulla sede di Colonia nel 313 e nel 314.
  6. ^ Predecessore immediato di san Nicezio, secondo la testimonianza di Gregorio di Tours.
  7. ^ Dopo Milone (che fu al contempo anche amministratore di Reims), alcuni cataloghi episcopali tardivi inseriscono come vescovo Hildulfo, fondatore del monastero di Moyenmoutier, sulla base della sua biografia; il suo nome tuttavia è assente nei cataloghi più antichi. Louis Duchesne (op. cit., p. 40) non esclude che Hildulfo, come altri personaggi dell'epoca quali Ratberto e Hartham, sia stato un missionario investito del carattere episcopale, ma senza una sede di riferimento (corepiscopo).
  8. ^ Questo vescovo, assente nei più antichi cataloghi episcopali, rappresenta un rebus nella storia della sede di Treviri. In una lettera a Carlo Magno chiede spiegazioni su quali siano i suoi vescovi suffraganei, cosa alquanto strana per un metropolita. Secondo Duchesne (op. cit., p. 41), Amalario potrebbe aver avuto dall'imperatore un incarico temporaneo.
  9. ^ Non sembra sia stato reinstallato nella sua sede. Anzi, papa Niccolò I rimproverò l'imperatore Lotario II per non aver provveduto a nominare un nuovo metropolita per Treviri. Era a Roma verso la fine dell'867; morì l'anno seguente in Italia.
  10. ^ Secondo Gams, morì il 5 giugno 977; Gallia christiana invece indica il 5 luglio 975.
  11. ^ Le dimissioni riguardavano solo i territori della parte sinistra del Reno, inclusi nella prima repubblica francese; continuò invece a governare come principe-vescovo i territori sulla riva destra fino alla soppressione del principato ecclesiastico nel 1803 e l'annessione di questo territorio alla diocesi francese di Treviri.
  12. ^ Nominato vescovo titolare di Rusuca.

Voci correlate

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Altri progetti

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