Drago dell'Apocalisse
Il Drago dell'Apocalisse è un mostro mitologico, nominato al capitolo 12[1] dell'Apocalisse di Giovanni.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il Drago dell'Apocalisse viene descritto come un grande drago rosso, con sette teste e dieci corna, e un diadema sopra ogni testa.
Le corna generalmente sono considerate distribuite in tre possibili modi:
- quattro su una testa, sulle altre una;
- su tre teste due corna, sulle altre una;
- dieci su ogni testa, con forme diverse;
Viene presentato subito dopo la descrizione della donna vestita di sole. Questo mostro non è da confondere con la Bestia del mare, con cui ha in comune alcune caratteristiche fisiche, perché si tratta di creature differenti.
Simbolismo
[modifica | modifica wikitesto]Se la donna vestita di sole viene presentata con simbologia celeste (sole, luna e stelle) il Drago è descritto con simbologia terrestre. Infatti viene identificato con il serpente[2].
Interpretazione
[modifica | modifica wikitesto]Generalmente il Drago viene identificato con Satana, anche seguendo un'indicazione dell'Apocalisse stessa[2].[3]
Iconografia medievale
[modifica | modifica wikitesto]Nell'iconografia medievale legata al pensiero di Gioacchino da Fiore, ciascuna testa del drago apocalittico può trovarsi associata a una figura storica.
Nel Liber Figurarum di Gioacchino, manoscritto al Corpus Christi College dell'Università di Oxford (mss. 255A - fol. 7r), sei delle sette teste sono associate in sequenza a Erode Antipa, Nerone, Costanzo II (figlio di Costantino Magno e seguace dell'Arianesimo), Maometto, Mesemotus (forse identificabile con il sultano ‛Abd al-Mu’min?) e Saladino, mentre la settima testa è di un Anticristo anonimo[4][5].
Nelle Praemissiones e super Esaiam, alla Biblioteca Vaticana (mss. Vaticano Latino 4959, fol. 2r), un commento a Isaia attribuito apocrifamente a Gioacchino da Fiore, redatto dopo la sua morte da qualcuno del suo seguito, spariscono Maometto e Mesemoto, ora sostituiti da Cosroe II e da Henricus primus (Enrico IV o, più probabilmente, Enrico II[4]), mentre la testa del settimo e ultimo Anticristo, precedentemente anonimo, si trova ora attribuita a Federico II di Svevia[5].
Nel Liber de oneribus prophetarum, altro scritto apocrifo di Gioacchino da Fiore (Biblioteca Vaticana, mss. Vaticano Latino 3822, fol. 5r), si ripete la medesima sequenza offerta dalle Praemissiones: Herodes, Nero, Constantius arrianus, Cosroe, Henricus primus, Saladinus, Fredericus secundus[4][5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ap 12, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ a b Apocalisse Ap 12,9, su laparola.net..
- ^ Dante cita il drago dell'Apocalisse nel canto XIX (Inferno - Canto diciannovesimo, vv.106-111), relativo ai pontefici colpevoli di simonia: " Di voi pastor s'accorse il Vangelista, / quando colei che siede sopra l'acque / puttaneggiar coi regi a lui fu vista; / quella che con le sette teste nacque, / e da le diece corna ebbe argomento, / fin che virtute al suo marito piacque".
- ^ a b c Hubert Houben, Anticristo o novello Messia? Il mito di Federico II Archiviato il 27 maggio 2011 in Internet Archive., da stupormundi.it
- ^ a b c Hubert Houben, Federico II. Imperatore, uomo, mito, Il Mulino, 2009 (pp. 96-97)
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | LCCN (EN) sh93003059 · J9U (EN, HE) 987007558604105171 |
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