Genebaldo di Laon
San Genebaldo | |
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Arazzo raffigurante San Genebaldo | |
Vescovo | |
Nascita | Laon, 470 circa |
Morte | Laon, 550 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 5 settembre |
Genebaldo vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Laon |
Nato | 470 circa a Laon |
Consacrato vescovo | 496 circa |
Deceduto | 550 a Laon |
Genebaldo, conosciuto anche come Genebaldo di Laon, in francese Génebaud (Laon, 470 circa – Laon, 550), fu il primo vescovo di Laon ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Non si sa molto della vita di Genebaldo. Secondo Jacopo da Varagine[1] Genebaldo, appartenente a una nobile famiglia, avrebbe sposato una nipote di san Remigio, primo vescovo di Reims. In seguito i due coniugi avrebbero deciso di darsi alla vita religiosa. Dopo la consacrazione di Genebaldo a vescovo di Laon, diocesi suffraganea di Reims (496 o 497), i due coniugi avrebbero ripreso ad avere rapporti sessuali coronati con la nascita di un maschio, a cui sarà attribuito il nome di Latro e che diverrà anch'egli vescovo di Laon alla morte del padre, e di una femmina, a cui sarà dato nome Volpina. Nel 510, pentito, Genebaldo avrebbe confessato la colpa a Remigio, suo metropolita, e costui lo avrebbe condannato alla reclusione in una cella nel convento di San Giuliano in Laon. Dopo sette anni, nel 517, un angelo sarebbe apparso a Remigio per invitarlo a perdonare il nipote. Genebaldo avrebbe vissuto in santità il resto della sua vita.
La ricorrenza di Genebaldo è fissata al 5 settembre.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Legenda Aurea, De sancto Remigio
- ^ Adriano Cappelli, Cronologia, cronografia e calendario perpetuo, a cura di Marino Viganò, 7ª ed., Milano, 1998, p. 168.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gaetano Moroni, Genebaldo in Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia, Tipografia Emiliana, 1840, Vol. XXVIII, pp. 227–8 [1]
- M. abbé Jager. Histoire de l'église catholique en France d'après les documents les plus authentiques, depuis son origine jusqu'au Concordat de Pie VII. Paris, A. Le Clère, 1862, vol. XII, p. 108 [2]
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