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Geologia della Calabria

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Voci principali: Calabria, Geologia italiana.

Quasi tutto il territorio calabrese appartiene al dominio geologico chiamato Arco Calabro Peloritano. Tale arco è stato interpretato dai geologi come un frammento di catena alpina stricto sensu, che si distingue dalle altre unità dell'Appennino meridionale essendo costituito da unità tettoniche non calcaree, bensì metamorfiche o cristalline, includendo anche rocce risalenti al Paleozoico, e con metamorfismo pre-neogenico con picco metamorfico nell'Eocene (al contrario nell'appennino è neogenico). L'interpretazione della geologia della Calabria ha da sempre rappresentato uno dei problemi più interessanti della geologia del Mediterraneo. L'arco calabro peloritano è separato a nord dalla linea di Sangineto e a sud dalla linea di Taormina, ed è un pezzo di Europa che - spezzatosi e separatosi dal blocco Sardo-Corso nel Miocene - ha ruotato e migrato verso sudest fino all'attuale posizione, cioè a sud dell'Appennino meridionale e a nord delle Magrebidi siciliane. Incastrato a nord dall'Appennino e a sud dalla Sicilia, il blocco calabro inizia a piegarsi, appaiono di conseguenza faglie, bacini e graben, indotti dalla curvatura progressiva dell'arco calabro. A questi graben plio-quaternari si affiancano graben più antichi (Pliocene superiore) legati probabilmente all'apertura del Tirreno, come il graben del Mésima, che anticamente mettevano in comunicazione Tirreno e Ionio.

Stratigrafia ed evoluzione strutturale

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Dal punto di vista geologico, la Calabria è una delle regioni italiane in cui affiorano le rocce più antiche. È caratterizzata inoltre dalla presenza di melange (argille varicolori di aspetto ruvido con colorazioni azzurrate-aranciate-rosse), che proviene dal prisma di accrezione: nel momento in cui la Calabria e placca africana iniziarono a collidere, il prisma che andava formandosi e crescendo faceva da "cuscinetto", e per tettonica di gravità il materiale del prisma, tritato, macinato e smembrato, cadeva formando una lingua di melange che entra per effetto della spinta collisionale e che assume infatti una geometria per cui a sud il melange ha uno spessore di quasi 1 km e si assottiglia fino a quasi sparire andando verso nord.

Unità stratigrafiche

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Di seguito le unità stratigrafiche presenti in Calabria[1]:

Successioni sedimentarie del Pliocene medio-Olocene:

  • Olocene-Pleistocene medio-superiore
  • Pleistocene medio-Pliocene medio

Successioni sedimentarie dell'Oligocene-Pliocene:

Unità della Sila:

  • Gruppi di Longobucco e Caloveto
  • Batolite della Sila
  • Unità di Bocchigliero
  • Unità di Polia-Copanello-Gariglione
  • Unità di Castagna
  • Unità del fiume Bagni

Unità ofiolitifere:

  • Unità di Malvito
  • Unità di Gimigliano e Diamante-Terranova

Unità di Stilo:

  • Copertura sedimentaria
  • Batolite di Stilo
  • Complesso metamorfico

Unità dell'Aspromonte:

  • Complesso metamorfico
  • Complesso plutonico
  • Unità di Cardeto e unità di Africo

Unità carbonatiche di piattaforma-scarpata-bacino:

  • Unità del Pollino
  • Unità di Monte Ciagola
  • Unità di Verbicaro
  • Unità di San Donato
  • Unità di Monte Cucuzzo

Miocene e Pliocene

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Sia nel Miocene che nel Pliocene vi furono trasgressioni marine, con l'acqua che raggiunse aree mai sommerse precedentemente. Si formarono così i bacini lacustri nelle aree depresse racchiuse tra le varie dorsali. La presenza di terrazzi marini anche a mille metri di altezza non è però da attribuire a cicli regressivo-trasgressivi ma a un generale e (geologicamente) rapidissimo innalzamento del blocco calabro, che arriva a tassi anche di 1 m/anno, oggi spiegato come un rimbalzo isostatico della placca in subduzione dovuto alla rottura della placca stessa.

Dal punto di vista geofisico, la Calabria è un'area molto sismica e negli ultimi secoli si sono registrati numerosi terremoti anche di fortissima intensità.

Il sottosuolo della Calabria è ricco di numerose risorse minerarie.

La Calabria detiene il 10% dell'intero patrimonio costiero dell'Italia (715,7 km[2]), e presenta la più grande ed esclusiva varietà di spiagge formate da rocce diverse, come ad esempio gli scogli granitici della provincia reggina, del tirreno vibonese, e dello ionio catanzarese. Tali rocce sono presenti in misura minore anche in alcune località isolane del mar Mediterraneo (come ad esempio in Sardegna). Il litorale calabrese è infatti costituito praticamente da rocce di ogni era geologica, da quelle metamorfiche risalenti alle ere più antiche, alle dune di attuale formazione.

  1. ^ Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico, Documento Preliminare Maggio 2009 Tavola QC5-9 (PDF), su beniculturaliepaesaggistici.files.wordpress.com. URL consultato il 4 gennaio 2013.
  2. ^ Regione Calabria - Mare pulito 2008 - (quiCalabria.it), su quicalabria.it. URL consultato il 18 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2009).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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