Vai al contenuto

Giacomo Favretto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Giacomo Favretto

Giacomo Favretto (Venezia, 11 agosto 1849Venezia, 12 giugno 1887) è stato un pittore italiano.

Nato a Venezia da Angela Brunello e il falegname[1] Domenico, abbandonata la bottega paterna apprende le prime nozioni artistiche dai pittori Gerolamo Astolfoni e Antonio Vason[2], alternando le lezioni al lavoro di garzone in una bottega di cartolaio, dove mostra presto abilità nella riproduzione dei clienti.

Dal 1864 frequenta l'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove è allievo dei corsi di elementi di figura del pittore Pompeo Marino Molmenti, di Scuola del Paesaggio di Domenico Bresolin, di Napoleone Nani e Michelangelo Grigoletti ed è compagno di corso di Guglielmo Ciardi, Fausto Zonaro, Luigi Nono e Alessandro Milesi; qui Favretto viene influenzato dalle innovative idee di apertura alla riproduzione dei paesaggi dal vero di Molmenti del quale Favretto, conclusa la carriera studentesca, diventa assistente[3].

Negli anni Settanta raggiunge i primi importanti riscontri di pubblico e critica con La lezione di anatomia, La famiglia Guidini e La moglie gelosa, grazie anche alle recensioni positive del critico Camillo Boito[4].

Nel 1878 compie un viaggio a Parigi con Guglielmo Ciardi, in occasione dell’Esposizione Universale del 1878, dove viene influenzato dalle correnti sperimentali orientate al recupero di temi e soggetti del Seicento e Settecento in chiave moderna, promossa da artisti quali Ernest Meissonier[5] e Hans Makart.

Da questo momento, Favretto focalizza la propria arte sulla trasposizione di temi e soggetti tratti dalla quotidianità popolare, dalla vita delle piazze e delle botteghe, che culmina nel 1878 con un ulteriore grande successo di pubblico ottenuto all'Esposizione di Brera con Il sorcio[6], nonostante la perdita della vista da un occhio causata da una patologia.

Del 1880 è il grande successo di Vandalismo, premiata a Brera con il premio Principe Umberto[7] e lo stesso anno all'Esposizione nazionale di belle arti di Torino Stampe e libri e La fruttivendola, opere ispirate alla vita popolare di Venezia[6].

L'anno seguente consegue un altro notevole successo a Brera con El difeto xé nel manego[8].

Negli anni successivi le opere di Favretto assumono una crescente luminosità e una struttura sempre più naturalistica.

Muore prematuramente di febbre tifoide, che nel 1877 gli aveva provocato la perdita di un occhio, il 12 giugno 1887[9], a trentasette anni, nel corso dell'Esposizione nazionale artistica tenutasi nella città lagunare nella quale l'artista, all'apice della notorietà, espone Il ponte di Rialto, Il traghetto della Maddalena e Il Liston moderno, rimasto incompiuto e ritenuto da sempre per giudizio unanime il capolavoro della sua maturità[10]. L'elogio funebre viene tenuto dall'amico Domenico Morelli[11].

È sepolto nel cimitero di San Michele a Venezia (Recinto II, portico sud).

Il padre Domenico ne eredita il complesso di opere, cedendo Il liston moderno a re Umberto I di Savoia dopo averlo presentato all'Esposizione Nazionale di Bologna.

Nel 1899 la Biennale di Venezia gli dedica una retrospettiva, esponendo un'ampia scelta di opere.

«...nella semplicità dei suoi quadri aveva qualcosa di intimo, di commovente, di affascinante. Non volle dipingere che il suo paese, le sue case, le persone che amava, la vita che ha vissuto»

Pittore di genere ed eccellente colorista, è identificato come il fondatore del Verismo veneto, corrente alla quale partecipano Guglielmo Ciardi, Luigi Nono, Silvio Rotta e Luigi Mion, che proseguiranno nella divulgazione del realismo popolare veneziano contribuendo ad accrescere la sua fama e la sua memoria.

Nella fase matura della sua attività affronta soggetti di scene di vita familiare o popolari, con un realismo tratto dall'attenta analisi delle opere di Federico Zandomeneghi e Michele Cammarano e dall'ammirazione per Giovanni Battista Tiepolo, del quale ripropone l'acceso cromatismo con nuove ricerche tecniche

Il tema ricorrente è la quotidianità popolare, la vita delle piazze e dei mercati, gli interni domestici, le dichiarazioni d’amore tra le calli, la confusione delle botteghe.

Galleria d'immagini

[modifica | modifica wikitesto]

Opere principali

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Storia della pittura del secolo XIX, Léonce Bénédite, Società editrice libraria, Milano, 1915, pp. 486
  2. ^ a b Ritratto di bimbo, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 4 aprile 2022.
  3. ^ Lezione di anatomia, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 4 aprile 2022.
  4. ^ Il talento di Favretto che sedusse l'800, su ricerca.repubblica.it. URL consultato l'11 aprile 2022.
  5. ^ Il sorcio. Autore: Giacomo Favretto, su finestresullarte.info. URL consultato il 4 aprile 2022.
  6. ^ a b Storia della pittura del secolo XIX, Léonce Bénédite, Società editrice libraria, Milano, 1915, pp. 489
  7. ^ Roma artistica, Léonce Bénédite, Roma, Anno VI, Numero 1, 1880, pp. 178
  8. ^ Cronaca minima, Anno I, 26 giugno 1887, pp. 194
  9. ^ Giacomo Favretto [collegamento interrotto], su musei.regole.it. URL consultato il 4 aprile 2022.
  10. ^ GIACOMO FAVRETTO (1849-1887). Venezia, fascino e seduzione, su correr.visitmuve.it. URL consultato il 4 aprile 2022.
  11. ^ Cordelia, Licinio Cappelli Editore, 1895, pp. 302-303
  12. ^ Conversazione tra donne e bambine nella cucina di una casa contadina, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 4 aprile 2022.
  13. ^ Donna con ventaglio, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 4 aprile 2022.
  14. ^ Giacomo Favretto, su museoborgogna.it. URL consultato il 31 marzo 2022.
  • Giacomo Sicco, Giacomo Favretto e le sue opere, Torino, Camilla e Bertolero, 1887.
  • Pompeo Molmenti, Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. Giacomo Favretto, Roma, Malcotti, 1895.
  • Ugo Fleres, Esposizione Artistica Internazionale di Venezia. Mostra retrospettiva del pittore Giacomo Favretto, Roma, Società Editrice Dante Alighieri, 1899.
  • Enrico Somaré, I maestri della pittura italiana dell’Ottocento. Favretto, Novara, De Agostini, 1935.
  • Giandomenico Romanelli, Giuseppe Pavanello, Venezia nell’Ottocento. Immagine e mito, catalogo della mostra, Milano, Electa, 1983.
  • Guido Perocco, Renzo Trevisan, Giacomo Favretto, Torino, Umberto Allemandi, 1986.
  • Renzo Trevisan, Giacomo Favretto (1849-1887), Trevisan, 1999.
  • Federica Millozzi, Giacomo Favretto, Banco Popolare di Verona e Novara, 2004.
  • Paolo Serafini, Giacomo Favretto. Venezia, fascino e seduzione, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2010.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN45109074 · ISNI (EN0000 0000 6634 7163 · SBN RAVV033017 · BAV 495/233234 · Europeana agent/base/44163 · ULAN (EN500018336 · LCCN (ENn86123966 · GND (DE119324687 · BNF (FRcb16258636z (data) · CONOR.SI (SL17852259