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Guardia, ladro e cameriera

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Guardia, ladro e cameriera
Gabriella Pallotta e Nino Manfredi in una sequenza del film
Lingua originaleItaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1958
Durata85 min
Dati tecniciB/N
Generecomico
RegiaSteno
SoggettoSandro Continenza, Lucio Fulci, Steno
SceneggiaturaSandro Continenza, Lucio Fulci, Steno
ProduttoreIsidoro Broggi, Renato Libassi
Casa di produzioneD.D.L.
Distribuzione in italianoCineproduzioni Astoria
FotografiaRiccardo Pallottini
MontaggioGisa Radicchi Levi
MusicheLelio Luttazzi
ScenografiaAlberto Boccianti
CostumiGiuliano Papi
TruccoGuglielmo Bonotti
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Guardia, ladro e cameriera è un film del 1958 diretto da Steno.

Una banda di ladri maldestri, guidati dal "Professore" (Carotenuto), con Otello (Manfredi) reclutato, suo malgrado, al bar e al suo primo furto, organizza un colpo in un appartamento della Roma-bene nella notte di San Silvestro. Otello deve fare da apripista entrando dalla finestra, ma incappa nell'avvenente cameriera Adalgisa (Pallotta), costretta dai padroni di casa a non uscire per curare il loro cane che ha la tosse. Otello, pasticcione e impacciato nel ruolo di ladro, che non è il suo, si fa scoprire da Adalgisa che, dopo un iniziale spavento, capisce la bontà e l'onestà di fondo di Otello. I due si piacciono ed è amore a prima vista. Ma Adalgisa aveva chiesto aiuto urlando dalla finestra, attirando l'attenzione della guardia giurata in servizio (Cigliano), che sale e suona alla porta dell'appartamento. Adalgisa nasconde Otello ma, da quel momento, inizia una serie di equivoci in cui viene coinvolta tutta la banda di ladri. Adalgisa, al centro delle varie scene che si susseguono, è anche attirata dal fascino serio della guardia ed è indecisa tra lui e Otello, provando attrazione per entrambi. Alla fine sceglie Otello e la guardia lo lascia libero per amore di Adalgisa. Il "Professore", che millanta grandi strategie da capobanda esperto, finisce per compiere un furto... di polli! Marginale i ruoli di una giovane Bice Valori, all'epoca ancora sconosciuta, e di un Luciano Salce abbastanza alle prime armi, con la sua tipica maschera da caratterista che poi lo rese famoso.

«Convenzionale commediola gialla» per il Mereghetti, 1994.

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