Hughenden Manor
Hughenden Manor | |
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Localizzazione | |
Stato | Regno Unito |
Regione/area/distretto | Inghilterra |
Località | Hughenden Valley |
Indirizzo | Hughenden Manor, High Wycombe HP14 4LA |
Coordinate | 51°39′00.72″N 0°45′25.13″W |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1738; 1862 |
Stile | vittoriano |
Realizzazione | |
Architetto | Edward Buckton Lamb |
Hughenden Manor è una casa di campagna in stile vittoriano nei pressi del villaggio di Hughenden Valley, nel Buckinghamshire (Inghilterra sud-orientale), costruito nella forma attuale nel 1862 su progetto dell'architetto Edward Buckton Lamb, ma le cui origini risalgono al XVIII secolo.[1][2][3] Fu per oltre trent'anni (1848-1881) la residenza del primo ministro Benjamin Disraeli.[1][2][3][4][5][6][7] L'edificio è classificato come palazzo di primo grado[1] ed è gestito dal National Trust.[1][6]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La tenuta di Hughenden venne menzionata per la prima volta nel Domesday Book (1086) come Huchedene.[2]
Il primo edificio che sorgeva nella tenuta era una fattoria.[2] In seguito, nel 1738, la fattoria venne riconvertita in una residenza in stile georgiano.[2]
Alla fine degli anni quaranta del XIX secolo[4], la tenuta venne acquisita da Benjamin Israeli, scrittore e politico di origine ebraica, che era membro del partito Conservatore.[1] Israeli riteneva infatti importante per la sua ascesa politica diventare un proprietario terriero.[4]
Israeli incaricò nel 1862 l'architetto Edward Buckton Lamb di rimodellare l'edificio preesistente in una residenza in stile vittoriano.[1][2][3][4] La moglie di Israeli, Mary Anne, progettò poi i giardini che circondano il palazzo, che sarebbero stati successivamente modificati.[4][7]
Benjamin Disraeli visse a Hughenden Manor fino al 1881, anno della sua morte.[3][4] In seguito, agli inizi del XIX secolo, il suo erede, Coningsby Disraeli, fece realizzare all'interno della tenuta l'ala occidentale.[1]
Nel corso della seconda guerra mondiale, venne progettata a Hughenden Manor un'operazione militare nota in codice come "Operazione Hillside".[5]
Architettura
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio presenta una facciata in mattoni rossi[5] ed è costituito da tre piani.[1]
All'interno dell'edificio è presente un'ampia collezione di ritratti della famiglia Disraeli.[3]
Nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]Hughenden Manor è stato utilizzato come location di alcuni film, tra cui Johnny English con Rowan Atkinson e Natalie Imbruglia (2003), W.E. - Edward e Wallis (2011), diretto da Madonna, Mistero a Crooked House (2017) con Glenn Close, ecc.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h (EN) Hughenden Manor - A Grade I Listed Building in Hughenden, Buckinghamshire, su britishlistedbuildings.co.uk, British Listed Buildings. URL consultato il 23 aprile 2023.
- ^ a b c d e f (EN) The history of Hughenden Manor, su nationaltrust.org.uk, National Trust. URL consultato il 23 aprile 2023.
- ^ a b c d e (EN) The history of Hughenden Manor, su nationaltrustcollections.org.uk, National Trust Collections. URL consultato il 23 aprile 2023.
- ^ a b c d e f (EN) Ross, David, Hughenden Manor, su britainexpress.com, Britain Express. URL consultato il 23 aprile 2023.
- ^ a b c (EN) Hughenden Manor, su livinghistoryarchive.com, Living History Archive. URL consultato il 23 aprile 2023.
- ^ a b c (EN) Sophie Drew, From murder mysteries to terrible spies: 6 films and TV shows shot in Buckinghamshire’s Hughenden Manor, in Buckinghamshire Live, 20 febbraio 2021. URL consultato il 23 aprile 2023.
- ^ a b Gran Bretagna da scoprire p. 86.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vari, Gran Bretagna da scoprire, Dorling Kindersley, London, 2010 - Mondadori, Milano, 2011
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Hughenden Manor
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su nationaltrust.org.uk.
- (EN) Sito ufficiale, su nationaltrust.org.uk.
- (EN) Hughenden Manor, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.