Ida Marcheria
Ida Marcheria (Trieste, 13 agosto 1929 – Roma, 3 ottobre 2011) è stata una scrittrice, attivista e superstite dell'Olocausto italiana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nata a Trieste, era figlia di Ernesto, nato a Venezia e Anna Nacson,[1] di famiglia ebraica originaria dell'isola di Corfù.[2] Nel 1943 la famiglia fu la prima ad essere arrestata a Trieste dai tedeschi, su segnalazione delle autorità italiane.[3] Furono reclusi nel carcere di Coroneo di Trieste e da lì deportati nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau . Ida venne marchiata con il numero identificativo 70412. All'arrivo ad Auschwitz, i genitori e il fratello Raffaele furono condotti alle camere a gas, mentre i fratelli Giacomo, Ida e Stella sopravvissero, scampando anche alle marce della morte[3]. Come molti altri sopravvissuti, incapace di sopportare il fardello dell'esperienza vissuta[4], Stella morirà suicida negli anni settanta[5][6]. Ad Auschwitz Ida fu destinata al campo di lavoro chiamato "Canada"[7], addetta alla raccolta degli indumenti e degli effetti personali sottratti ai deportati e da lì fu testimone anche della rivolta del "sonderkommando". Dopo il ritorno in Italia alla fine della guerra, nel 1951 si sposò e si stabilì a Roma dove, sulla spinta del ricordo della fame patita nel campo, divenne titolare col marito di un'attività di produzione artigianale di dolciumi e cioccolato di buon successo[8][9]. Argomento, quello della fame, legato nel suo caso anche all'infantile innocente desiderio di dolci, che sarà il tratto distintivo della sua attività di testimonianza e attivismo che affronterà a partire dal 1994, dopo numerosi anni di silenzio sulla sua esperienza, grazie alla pubblicazione di libri di memorie "La ragazza che sognava il cioccolato"[8], "Non perdonerò mai"[10][11] e "Judenrampe"[1]. Fece anche opera di informazione nelle scuole, dibattiti pubblici e celebrazioni ufficiali[2] e descrisse la sua esperienza in film e documentari.
È fra i protagonisti dei film-documentario Memoria di Ruggero Gabbai e "Auschwitz e la cioccolata" di Roberto Olla.[12][8]
La notizia della morte, avvenuta a Roma il 3 ottobre 2011 è stata riportata dalle maggiori testate giornalistiche e televisive, a testimonianza dell'importanza della sua figura di testimone e memoria storica dell'olocausto.[13][3][14][15][16]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Anna Segre e Gloria Pavoncello, Judenrampe: Gli ultimi testimoni, LIT EDIZIONI, 20 gennaio 2010, ISBN 9788861927674. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ a b Donne e Uomini della Resistenza: Ida Marcheria, in ANPI. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ a b c Si è spenta Ida Marcheria, era sopravvissuta ad Auschwitz, su tg1.rai.it. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Il paradosso della vergogna del sopravvissuto - Centro Internazionale di Studi Primo Levi, su primolevi.it. URL consultato il 7 settembre 2017 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2017).«studiata in psicologia come "Sindrome del sopravvissuto"»
- ^ Museo Yad Vashem, Ida Marcheria (PDF). URL consultato il 16 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2017).
- ^ ANED, Marcheria (PDF).
- ^ Auschwitz: Canada, su theholocaustmuseum.info. URL consultato il 16 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2017).
- ^ a b c Deportata ad Auschwitz a 14 anni: Ida Marcheria racconta la sua storia. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Aa.Vv, La liberazione dei campi nazisti, Gangemi Editore spa, 3 febbraio 2016, ISBN 9788849299984. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Ida Marcheria: Libri dell'autore in vendita online, su ibs.it. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Aldo Pavia, Antonella Tiburzi e Ida Marcheria, Non perdonerò mai, Nuova dimensione, 2006, ISBN 9788889100325. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ il manifesto, su ilmanifesto.it. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Shoah, muore Ida Marcheria addio a un'altra testimone dell'orrore - Roma - Repubblica.it, in Roma - La Repubblica. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Addio a Ida Marcheria - Corriere Roma, su roma.corriere.it. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Addio a Ida Marcheria, testimone della Shoah, in National Geographic. URL consultato il 16 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2017).
- ^ Video Rai.TV - TG1 - Shoah morta ida Marcheria, su rai.it. URL consultato il 16 agosto 2017.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Olocausto in Italia
- Bibliografia sull'Olocausto
- Libri di memorie sull'Olocausto
- Campo di concentramento di Auschwitz
- Bambini dell'Olocausto
- Bambini di Auschwitz
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ida Marcheria, su CDEC Digital Library, Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea.
- Ida Marcheria, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 12077332 · ISNI (EN) 0000 0000 4278 2662 · SBN RMBV187591 · LCCN (EN) no2007013460 · BNF (FR) cb17103524d (data) · J9U (EN, HE) 987011294216705171 |
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