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Lidia Martorana

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Lidia Martorana
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
GenereMusica leggera
Periodo di attività musicale1935 – 1968
EtichettaCetra, Odeon, Phonorex

Lidia Martorana (Torino, 1º dicembre 1928Torino, 8 agosto 2018) è stata una cantante italiana.

Nata da una famiglia di origine siciliana, Lidia Martorana aveva 7 anni quando fu scelta come voce bianca per accompagnare un'esibizione di Beniamino Gigli a Torino.

Durante la Seconda guerra mondiale costituì, insieme a Claudia Dell'Aglio e Pina D'Adduzio, il Trio Aurora, nato su iniziativa del Maestro Carlo Prato, che si pose come rivale del già noto Trio Lescano.

Nel 1946 il Trio Aurora si sciolse ma la Martorana ne mantenne vivo il nome, incidendo Il mio nome è donna col nome Lidia Aurora. Nel 1947 riprese il proprio vero nome per partecipare al concorso Voci Nuove della Canzone Italiana indetto dal Radiocorriere: giunse seconda su 5.200 candidati, dietro al cantante Elio Lotti che sposò nel 1948 e dal quale ebbe una figlia, Elvira.

Nel 1947 incise Amore baciami composta da Carlo Alberto Rossi su testo di Gian Carlo Testoni. Il suo successo fu così travolgente che nei soli primi sei mesi del 1947 fruttò a Rossi 1.400.000 lire in diritti d'autore.

La Martorana raddoppiò il successo l'anno seguente (1948), con Addormentarmi così, con musica di Vittorio Mascheroni, testi di Biri e arrangiamento di Pippo Barzizza (uno dei re dello swing all'italiana). Il testo ha espressioni struggenti e sensuali, audacissime per l'epoca: sottolinea il contatto "bocca a bocca" e la voluttà di "morire insieme", "labbra sulle labbra". In seguito la canzone fu interpretata da numerosi cantanti: Luciano Tajoli, Gigliola Cinquetti, Adriano Celentano. Con esso Teddy Reno si impose alla fine del 1948, ma la Martorana ha tenuto a precisare: "L'ha cantata anche lui, ma il lancio di quella canzone è soltanto mio".

Un altro suo successo fu, nel 1949, Ma cos'è mai l'amore, scritta dal maestro barese Vito Vittorio Crocitto ed incisa con l'orchestra del maestro Piero Pavesio.

La cantante prese ad esibirsi con le orchestre Gorni Kramer e Pippo Barzizza, allora ai vertici della popolarità. Ma la notorietà non era destinata a durare: nel 1950 cominciò a lavorare con Lelio Luttazzi, ma nel 1951 ebbero termine le sue fortune alla Rai, poiché fu esclusa con modalità molto simili a quelle che avrebbero tanto nuociuto nel 1943-44 al Trio Lescano. Dichiarò in seguito la Martorana: "Mi raccontarono che Luttazzi aveva ricevuto una lettera nella quale si ordinava che la Martorana doveva essere allontanata perché quella voce ricordava un misto di americano e di francese. Qualcuno mi aveva fatto lo sgambetto e Carla Boni prese il mio posto"[1].

«Lidia Martorana aveva una voce modernissima, calda e sensuale, ed eccelleva tanto nelle canzoni d'amore quanto nell'esecuzione di canzoncine allegre e disimpegnate: si pensi, nel primo caso, ad Addormentarmi così ("tra le tue braccia, mentre tu mi baci, mi baci sempre più"); nel secondo, alla malia erotica che riuscì ad immettere nell'interpretazione di un brano tra i più insignificanti di Gorni Kramer e Tata Giacobetti, Che mele del 1949: "Che mele, che mele vi voglio mostrar…"»

Continua però l'attività discografica, passando alla Odeon e classificandosi al terzo posto al Concorso Carisch nel 1954 con With you, incisa con l'orchestra del maestro Enzo Ceragioli.

Dopo la nascita delle due figlie si ritira a vita privata, tornando nuovamente a cantare soltanto negli anni novanta, chiamata da Paolo Limiti in uno dei suoi programmi televisivi.

Nel marzo 1992 debutta su Canale 5 il programma Guerra o pace, la cui sigla, Il mio nome è donna, è cantata dalla Martorana[2].

Negli ultimi anni partecipa, in parti minori, ad alcuni film e miniserie televisive girate a Torino (Fuoriclasse, Due mamme di troppo e L'amore non basta (quasi mai...)).

Nel 2014 pubblica il libro autobiografico "Una voce una vita. Lidia e la storia della canzone italiana", in cui ripercorre tutta la sua carriera musicale[3].

Muore a Torino l'8 agosto 2018, a 89 anni, e viene sepolta nel Cimitero Parco di Torino.

Discografia parziale

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  1. ^ Everardo Dalla Noce, Solo me ne vo per la città, Augusto Ferrara Editore
  2. ^ Costanzo il confessore
  3. ^ Copia archiviata, su lastampa.it. URL consultato il 26 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2017).

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN14957095 · ISNI (EN0000 0000 0293 5003 · GND (DE1081432977 · BNF (FRcb13832900j (data)