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Mirka (film)

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Mirka
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia, Francia, Spagna, Regno Unito
Anno2000
Durata107 min
Generedrammatico
RegiaRachid Benhadj
SoggettoPaolo Boccio Rachid Benhadj
ProduttorePaolo Boccio
Produttore esecutivoAnnamaria Gallone
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Mirka è un film del 2000 diretto da Rachid Benhadj.

In un terreno di confine, una decina di anni prima, c'è stata una guerra cruenta. Gli abitanti sono di pelle chiara e, quasi tutti, con gli occhi azzurri, una notte si presenta un bambino con la pelle ambrata e dei bellissimo occhi scuri: è Mirka, sta cercando sua madre che non ha mai conosciuto ed è giunto nella casa sperduta tra i monti dove vive l'anziana Kalsan con la nipote Elena. Elena sta per sposare il fabbricante di maschere Helmut. Il bambino viene accettato nella loro casa ma gli altri valligiani diffidano del piccolo straniero, come di chiunque non sia nato dalle loro parti. Si lega d'amicizia con la piccola Lilli e il gigantesco Strix, una specie di nuovo Papageno che, sapendo imitare il canto di tutti gli uccelli, cantando riesce a metterli in gabbia.

La gente inizia a parlare e a fare risorgere il ricordo sopito di una strage liberatoria che richiede un rito di purificazione. Quando Elena capisce che Mirka è suo figlio, i compaesani lo hanno già identificato come il diverso, è lui che rappresenta il pericolo. Nasce una decisa ostilità, poi la decisione di allontanarlo in quanto "bastardo". Mirka è costretto a nascondersi. Elena chiede aiuto a Strix. Quando avviene l'incontro tra madre e figlio sembra che tutto sia risolto.

«[…] Tra gli altri meriti di Mirka, la fotografia di Vittorio Storaro e il cast, pieno di talenti: la veterana Vanessa Redgrave impegnata, sullo schermo e nella vita, in battaglie a difesa della civiltà; un Depardieu in versione Papageno, metà uomo metà uccello; la bella Barbora Bobulova; il nostro Sergio Rubini; il piccolo Karim Benhadj, figlio del regista, che presta un visetto severo e privo di leziosità al personaggio del titolo. Se un limite c'è nel film del cineasta-pittore algerino, è l'aver raccontato una storia reale con toni da fiaba, anziché sottrarsi all'atteggiamento di reticenza che accomuna quasi tutti i film ispirati al dramma etnico della ex-Jugoslavia. Benhadj l'ha ambientata in un contesto senza precisi riferimenti geografici o temporali: dove si festeggia, ad esempio, un carnevale pagano che potrebbe appartenere indifferentemente a epoche e luoghi diversissimi.»

«[…] Eppure c'è uno sguardo di bambino e alcuni passaggi - come quell'agghiacciante appellativo «maledetti bastardi», rivolto ai propri figli - che non ci permettono di rimanere indifferenti. Mirka punta il dito - in silenzio, in modo meno convenzionale, ma forse anche più crudo - sui rancori mai sopiti, sugli odi inveterati, sulla legge di Caino che forse regola anche la nostra vita.»

«[…] Il cast internazionale è qua e là spiazzante (Barbora Bobulova è azzeccatissima, Vanessa Redgrave è brava ma spesso ha l'aria spaesata), qualche sottolineatura di dialogo è eccessivamente poetica e la fotografia di Vittorio Storaro è, credeteci, sorprendentemente brutta. Ma il figliolo di Benhadj, Karim (nome del quale Mirka è un anagramma: un caso?), è bravissimo ed intenso, e nel complesso il film è generoso e doveroso. L'attesa non è stata vana.»

«[…] Dopo ogni dialogo, il regista si affida a corde e archi languorosi di tal Safy Boutella, ma talora lascia dei silenzi, come se aspettasse l'applauso, non foss'altro per avere fra i comprimari Gérard Depardieu, che porta in giro gabbie di canarini appese a un bilanciere preso da Jean de Florette; e poi perché affida la "cinematografia" - una volta era la "fotografia" - al multioscar Vittorio Storaro. La freccia migliore all'arco di Benhadj sarebbe il bel seno della Bobulova, cui è possibile appendere la giacca; ma le riprese sono avvenute sotto le Pale di San Martino, in Trentino, così l'unico nudo è in vasca da bagno.»

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