Narciso nero (film)
Narciso nero (Black Narcissus) è un film del 1947 diretto da Michael Powell ed Emeric Pressburger.
La pellicola è ispirata all'omonimo romanzo di Rumer Godden del 1939.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Una missione di suore cattoliche dell'Ordine dei Servi di Maria è invitato dal generale Toda Rai, il Rajput sovrano di uno stato principesco sull'Himalaya, per istituire una scuola e un ospedale. Il convento sarà situato a Mopu, un palazzo fatiscente in alto su un dirupo dove in precedenza il padre del generale teneva il suo harem. Un ordine di monaci aveva già tentato senza successo di stabilirsi lì, e l'agente del generale, il sig. Dean, rende loro chiare le difficoltà sociali e ambientali che dovranno affrontare. L'ambiziosa suor Clodagh viene nominata Madre Superiora e inviata con altre quattro suore: suor Philippa per l'orto; suor Briony per l'infermeria; suor Blanche, meglio conosciuta come "suor Soave", per insegnare la lavorazione del merletto; e sorella Ruth, emotivamente instabile, per le lezioni generali. Il sig. Dean non è impressionato da loro e prevede che riusciranno a rimanere solo fino all'inizio della stagione dei monsoni.
Durante l'allestimento del convento, le monache affrontano vari problemi con il vecchio edificio, che presenta molti dipinti a sfondo erotico, e con la popolazione locale indù, scontrandosi spesso con la custode nativa dell'edificio Angu Ayah. Hanno difficoltà ad accettare un santone nei pressi del convento (zio del generale) che passa tutto il tempo a fissare le montagne. Accolgono una ragazza del posto di nome Kanchi per cercare di controllare il suo spirito erratico e impartiscono lezioni all'attuale erede del generale, denominato Giovane Generale, per fargli comprendere la cultura occidentale prima di un viaggio in Gran Bretagna. Kanchi viene frustata da Ayah per aver rubato, ma il Giovane Generale la ferma e finisce per innamorarsene.
Ogni sorella sembra soffrire problemi personali causati dall'ambiente circostante, che pare amplificare le emozioni. Briony soffre di problemi di salute e Philippa si perde nella bellezza dell'ambiente circostante piantando fiori nell'orto invece di primizie. Ruth, già instabile, diventa sempre più gelosa di Clodagh e passionalmente ossessionata dal sig. Dean. Suor Clodagh ricorda una storia d'amore fallita in Irlanda che l'aveva effettivamente spinta a unirsi all'ordine. Il crescente attaccamento di suor Soave ai bambini finisce in tragedia quando dà una medicina a un bambino gravemente malato. La morte del bambino fa infuriare la gente del posto, che incolpa la missione, mettendo a dura prova le suore. Il sig. Dean cerca senza successo di persuadere suor Clodagh ad andarsene prima che accada qualcosa di spiacevole.
Una notte suor Clodagh affronta l'ormai insana suor Ruth, che la informa di aver rinunciato ai voti, trovandola vestita con un abito femminile rosso che aveva ordinato per sedurre il signor Dean. Dopo aver sbeffeggiato suor Clodagh mettendosi un vistoso rossetto rosso davanti a lei, Ruth sfugge alla sua veglia recandosi dal sig. Dean. Quando questi rifiuta le sue avance, lei ha un completo crollo mentale e torna alla missione con l'intento di uccidere suor Clodagh. Quando suor Clodagh sta suonando la campana per il servizio mattutino situata sul bordo di un dirupo, Ruth tenta di spingerla oltre nel vuoto. Nella lotta, Ruth precipita e muore. La missione parte proprio all'inizio della stagione dei monsoni, con l'ultima richiesta di Clodagh al sig. Dean di prendersi cura della tomba di Ruth.
Critica
[modifica | modifica wikitesto]Definito «insolita fantasia erotica»[1], Pietro Bianchi, annotò, all'epoca, come Narciso nero avesse «suscitato furibonde polemiche negli Stati Uniti perché giudicato irriverente nei riguardi della cattolicità». Scrisse inoltre che il film in Italia circolò liberamente nelle sale.[2] «(...) il fatto che questo film giri liberamente nella terra che ospita il Papa e dove è al comando un governo cattolico, ci sembra un'ottima dimostrazione di un liberalismo culturale che non può che far onore al giovane onorevole Andreotti, accusato proprio in questi giorni (non possiamo dire se a torto o a ragione) di oscurantismo culturale o peggio nei riguardi delle cose di cinema».[3]
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Il film fu prodotto dalla The Archers (con il nome A Production of the Archers) e dall'Independent Producers che non viene accreditata nei titoli. Tra i produttori appare anche la Metro-Goldwyn-Mayer per aver concesso l'autorizzazione a Deborah Kerr - sotto contratto con la compagnia di Culver City - di partecipare al film.
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]Distribuito dalla General Film Distributors (GFD), il film uscì in prima a Londra il 24 aprile 1947, uscendo poi nelle sale cinematografiche britanniche il 26 maggio. Negli Stati Uniti, il film ebbe una prima a New York il 13 agosto 1947, distribuito dall'Universal Pictures[4].
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- 1947 - New York Film Critics Circle Awards
- Premio alla miglior attrice protagonista a Deborah Kerr
- 1948 - Premio Oscar
- Premio alla miglior fotografia di un film a colori assegnato a Jack Cardiff
- Premio alla migliore scenografia di un film a colori assegnato ad Alfred Junge
- Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito al 44º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.[5]
Promozione
[modifica | modifica wikitesto]La realizzazione dei manifesti, per l'Italia, fu affidata al pittore cartellonista Anselmo Ballester di Roma.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Emanuela Martini, Michael Powell, sta in Cinema di tutto il mondo. I registi e le loro opere, Oscar Studio Mondadori, Milano 1978, p. 356.
- ^ Pietro Bianchi, L'occhio di vetro. Il cinema degli anni 1945-1950, Prefazione di Oreste del Buono, Edizioni il Formichiere, Milano, 1979, pp. 182-183.
- ^ Pietro Bianchi, Candido, 11 gennaio 1948..
- ^ IMDb release info
- ^ (EN) The BFI 100, su bfi.org.uk. URL consultato il 18 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2009).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Powell & Pressburger, Bergamo Film Meeting 1986, pagg, 118-119.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Narciso nero
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Black Narcissus, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Narciso nero, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Narciso nero, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Narciso nero, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Narciso nero, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Narciso nero, su FilmAffinity.
- (EN) Narciso nero, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) Narciso nero, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) Narciso nero, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).
- (DE, EN) Narciso nero, su filmportal.de.
- Narciso nero, su screenonline.org.uk.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 227371381 · LCCN (EN) no2006052106 · GND (DE) 4849293-0 · BNF (FR) cb146643165 (data) · J9U (EN, HE) 987007289797205171 |
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