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Parassitismo (sociologia)

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Iosif Aleksandrovič Brodskij (1940-1996) venne accusato nel 1964 e condannato a cinque anni di esilio da Leningrado verso l'Oblast di Arcangelo per "parassitismo sociale". Nel 1987 vinse il Nobel per la letteratura.

Parassitismo sociale è un dispregiativo usato contro un gruppo o una classe che si considera essere dannosa alla società. Il termine deriva dal greco antico παράσιτος (parásitos).[1]

Per esempio, il poeta russo Iosif Aleksandrovič Brodskij fu accusato di parassitismo sociale dalle autorità sovietiche. Nel 1964 un processo ritenne che la sua lista di lavori saltuari e il suo ruolo di poeta non fossero un contributo sufficiente alla società.[2]

A seconda del punto di vista, il termine parassita sociale può descrivere gruppi o classi diverse:

  • Per i socialisti sono i membri dei ceti alti. Ciò può essere osservato nel testo russo dell'inno socialista "L'internazionale", il quale include una citazione ai parassiti[3]
  • Per i nazisti erano coloro che erano visti come sub-umani, i quali andavano eliminati.[4]
  • In epoca contemporanea, e a detta di almeno un commentatore, "parassita sociale" potrebbe essere il nuovo paradigma sociale, che comporta la guerra di classe e lo sfruttamento dei processi elettorali, di una miriade di diversi paesi nel mondo.[5] Vedi Oligarchia, Cleptocrazia ed élite.

Unione Sovietica

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Nell'Unione Sovietica, la quale si dichiarava uno stato di lavoratori, ogni cittadino doveva lavorare fino all'età della pensione. Ne consegue che la disoccupazione fosse ufficialmente e teoricamente debellata. Chi si rifiutava di lavorare o studiare veniva accusato di parassitismo sociale (in russo: тунеядство?, тунеядцы).[6]

Nel 1961, 130.000 persone vennero identificate come parassiti nell'URSS.[7] Le accuse venivano mosse nella maggior parte dei casi a dissidenti e refusenik, molti dei quali intellettuali.[8] Dal momento che i loro scritti erano considerati contro il regime, lo stato faceva sì che essi non trovassero lavoro. Al fine di evitare di essere processati per parassitismo, molti di loro si facevano assumere per lavori non specializzati, ma non particolarmente dispendiosi, i quali gli davano modo di continuare le loro altre attività.[9]

Nel 2015 venne introdotta una tassa in Bielorussia, ex paese del blocco sovietico, contro coloro che erano definiti "parassiti sociali".[10] Venivano identificati con questo titolo le persone che lavoravano meno di 183 giorni all'anno, escludendo casalinghe e agricoltori di sussistenza. L'impiego di questa tassa contro il parassitismo è stato sospeso a causa di proteste in numerosi grandi centri urbani.[11]

  1. ^ Classical Receptions, su web.archive.org, 19 dicembre 2016. URL consultato il 1º marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2016).
  2. ^ (EN) David Remnick, Gulag Lite, su The New Yorker. URL consultato il 1º marzo 2020.
  3. ^ Traduzione dal testo russo: "Solo noi, i lavoratori dell'esercito mondiale del lavoro, abbiamo il diritto di possedere la terra, ma i parassiti, mai!"
  4. ^ Nazi Ideological Theory, su nazism.net. URL consultato il 1º marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2020).
  5. ^ (EN) Parasitism and the fight for the wrong century, su finance.yahoo.com. URL consultato il 1º marzo 2020.
  6. ^ Questions of criminal responsibility for the parasitic way of life (in russo) Archiviato il 18 settembre 2020 in Internet Archive., by B.G. Pavlov, Jurisprudence, Università statale di San Pietroburgo
  7. ^ Yevgenii Zhirnov, Внушить полезный страх (To inflict helpful fear), (in russo), Kommersant, 2011-04-25
  8. ^ "Злоупотребления законодательством о труде" Archiviato il 2 maggio 2015 in Internet Archive. Documento del Gruppo Helsinki di Mosca.
  9. ^ Главная | Московская Хельсинкская группа, su mhg.ru. URL consultato il 1º marzo 2020.
  10. ^ (EN) Amanda Erickson, Belarus wanted to tax its unemployed ‘parasites.’ Then the protests started., su Washington Post. URL consultato il 1º marzo 2020.
  11. ^ (EN) Belarus suspends 'social parasite' tax, in BBC News, 9 marzo 2017. URL consultato il 1º marzo 2020.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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