Ritratto di Cristina di Danimarca
Ritratto di Cristina di Danimarca | |
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Autore | Attribuito a Tiziano Vecellio o Tintoretto |
Data | 1548 |
Tecnica | olio su tavola |
Dimensioni | 110×83 cm |
Ubicazione | Museo nazionale di Serbia, Belgrado |
Il ritratto di Cristina di Danimarca è un olio su tavola attribuito a Tiziano[1][2]. Il dipinto raffigura la duchessa di Lorena Cristina di Danimarca (1522-1590) e fu realizzato nel 1548, forse durante il soggiorno di Tiziano ad Augusta presso la corte asburgica[1]. La sua attribuzione a Tiziano non è certa e potrebbe essere stato eseguito anche da un allievo del maestro[1][2]. Recentemente è stata proposta come probabile l'attribuzione al Tintoretto o alla sua bottega[3]. Il dipinto misura 110 x 83[2][1] e attualmente si trova presso il Museo nazionale di Serbia a Belgrado.
Altri ritratti di Cristina di Danimarca sono:
- un ritratto di Hans Holbein il Giovane del 1538, conservato presso la National Gallery a Londra;
- un ritratto, che nel 1556 si trovava nella collezione di Maria d'Ungheria (zia di Cristina) e andò distrutto nel 1604 in un incendio[2];
- un ritratto (olio su tavola, 71 x 55 cm) del 1545, opera firmata e datata di Michael Coxcie, nell'Allen Memorial Art Museum di Oberlin in Ohio[4].
Tra il 1941 e il 1942 il dipinto fu acquistato dalla collezione Contini Bonacossi di Firenze, insieme ad altri, dal mercante d'arte tedesco Walter Hofer, per ordine del ministro nazista Hermann Göring, che lo fece portare illegalmente in Germania[1]. Nel 1948 fu trafugato da Monaco di Baviera, dove era stato portato dagli alleati in un "collecting point", da Ante Topic Mimara, con la connivenza della curatrice Wiltrud Mersmann, poi divenuta sua moglie, insieme ad altre opere d'arte. L'opera rimase di sua proprietà fino al 1988 e quindi passò al Museo nazionale di Belgrado[5][1].
Tra il novembre 2004 e il febbraio 2005, l'opera fu prestata per la mostra Da Carpaccio a Canaletto. Tesori d'arte italiana dal Museo nazionale di Belgrado, presso la Pinacoteca nazionale di Bologna[2][6][5] e dal 3 marzo al 24 aprile 2005 presso il Castello svevo di Bari[7].
Dal 2014 sono state avviate indagini del Nucleo tutela patrimonio culturale dei Carabinieri[6][8][5] e l'Italia ha in seguito avviato trattative diplomatiche per ottenerne la restituzione[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g Walter Musizza, "Si lavora per riportare in Italia un'opera trafugata del Tiziano", in Corriere delle Alpi, 20 marzo 2018 (testo on line)
- ^ a b c d e Christophe Brouard, "Capolavori da Belgrado Archiviato il 19 dicembre 2007 in Internet Archive." (recensione alla mostra Da Carpaccio a Canaletto. Tesori d'arte italiana dal Museo nazionale di Belgrado, Bologna, Pinacoteca nazionale 28 novembre 2004 - 13 febbraio 2005), sul sito "VeneziaCinquecento.it.
- ^ (FR) Marcin Latka, Portraits oubliés des Jagellon - partie V (1552-1572), su artinpoland.weebly.com, 15 marzo 2022.
- ^ Scheda sul ritratto di Cristina di Danimarca di Michiel Coxcie sul sito ufficiale dell'Allen Memorial Museum.
- ^ a b c Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi, "La Serbia tiene in ostaggio otto capolavori italiani trafugati da Hitler" in Il Sole 24 ORE, 5 dicembre 2017 (testo on line).
- ^ a b Andrea di Carlo, "Alla ricerca delle tele perdute tra Italia ed ex-Jugoslavia", ArtSpecialDay. L'arte nel tuo quotidiano, 6 dicembre 2016 (testo on line Archiviato l'8 settembre 2018 in Internet Archive.).
- ^ Titti Tummino, "Tiziano, Canaletto e Carpaccio. Al castello i capolavori riscoperti", in La Repubblica, 1 marzo 2005 (testo on line)
- ^ "Quadri rubati dai nazisti, da Bologna l'inchiesta per recuperarli", articolo in il Resto del Carlino (Bologna, cronaca), 26 novembre 2016 (testo on line)