Unione Esercizi Elettrici

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Unione Esercizi Elettrici
StatoItalia (bandiera) Italia
Fondazione1905 a Roma
Chiusura1962
GruppoSME
SettoreElettricità, trasporti
ProdottiProduzione e distribuzione di energia elettrica, trasporto pubblico urbano

La Unione Esercizi Elettrici (UNES), azienda fondata nel 1905, fu un protagonista di primo piano nella storia dell'elettrificazione in Italia[1].

Rispetto agli altri grandi operatori del settore attivi fino alla costituzione dell'Enel quali Edison, SADE, SIP, Centrale e SME, quest'ultima legata da accordi societari, la UNES si caratterizzò per operare in aree rurali e nelle città minori del centro-sud, per le quali rappresentò l'emblema stesso della modernità dopo aver acquisito produttori e distributori locali.

Settori di attività

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Distribuzione di energia elettrica

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L'UNES operava come produttore e distributore di energia elettrica prevalentemente zone agricole, considerate "potenziali centri di sviluppo", con un territorio distribuito su 50.000 chilometri quadrati[1].

In virtù degli accordi con i produttori di energia e con gli altri distributori nazionali, il raggio di azione della UNES includeva Umbria, Lazio, Piemonte, Liguria, Toscana, Marche e Abruzzi, con forniture elettriche che coprivano dalla Valle di Susa, le valli del Tanaro ed alta Bormida, il Lago Maggiore, l'Alto Savio[2].

Reti tranviarie

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Sulmona, piazza XX Settembre

Fra le attività collaterali, come già in uso da parte di imprese concorrenti europee, UNES operò altresì reti di trasporto urbano a trazione elettrica, gestendo due importanti tranvie urbane:

  • La tranvia di Perugia fu inaugurata nel 1899, contestualmente all'illuminazione elettrica cittadina, per collegare il centro storico di Perugia con la stazione ferroviaria di Fontivegge. Esercita inizialmente dalla Società Anonima Elettricità Umbra (SAEU), la tranvia passò alla UNES nel 1929[3]. Nel 1943 l'impianto fu soppresso per far posto ad una filovia
  • La tranvia di Sulmona si caratterizzò per un percorso breve, lungo meno di 3 km, e per un'altrettanto breve esistenza, rimanendo in funzione solo dal 1909 al 1943, anno in cui gli eventi bellici misero definitivamente fuori uso l'impianto. La UNES, che già gestiva l'impianto di illuminazione elettrico cittadino[4], subentrò alla Società Elettrotecnica Italiana (SEI), originario gestore, nel 1910[5].

L'11 febbraio 1905[6] alcuni ingegneri laureatisi nei politecnici di Milano e Torino fondano a Milano la UNES; fra essi Emilio De Benedetti, che ne divenne amministratore delegato[7].

I capitali necessari per gli investimenti erano apportati inizialmente da banche europee e in seguito da istituti di credito nazionali fra i quali si distingueva la banca Commerciale italiana[8].

Colonia UNES di Senigallia

La crescita della UNES fu repentina: già all'indomani della fondazione in diverse realtà si assiste alla sostituzione di UNES rispetto alle preesistenti realtà come, nel caso delle Marche, leaziende private Società Litoranea di Elettrici, la Società Marchigiana di Elettricità di Recanati e le diverse municipalizzate. Furono altresì acquisiti alcuni impianti di produzione locali, come la centrale idroelettrica di Pedaso, lungo la Statale Adriatica e la centrale idroelettrica di Venamartello, alimentata dalle acque del Tronto, costruita dalla Società Industriale Italiana ed entrata in servizio nel 1907, quest'ultima acquistata dall'UNES, nel 1929[9].

Nel 1939 la UNES venne incorporata nella Società Meridionale di Elettricità (SME) che due anni prima era entrata nel neocostituito IRI.

Nel secondo dopoguerra principali gruppi del centro sud, ossia Gruppo la Centrale (SELT, Valdarno e SRE), SME, ACEA e UNES si accordarono per unificare gli acquisti di energia elettrica presso i produttori settentrionali, anche per far fronte alle difficoltà di produzione della società Terni allora impegnata nella produzione di energia elettrica; nel 1950 tali accordi portarono a ripartire equamente i prelievi effettuati[10].

L'UNES cessò formalmente ogni attività nel 1962, anno in cui queste vennero assorbite dall'Enel nell'ambito del processo di nazionalizzazione del settore[1], per scomparire definitivamente il 12 marzo 1964, quando avvenne la fusione con Italsider[6]. La SME, ritiratasi anch'essa dal mercato elettrico, divenne invece un colosso dell'industria alimentare.

Dati societari

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Certificato UNES

L'Unione Esercizi Elettrici fu costituita come società anonima con sede in Milano e capitale sociale di Lire 325.000.000; la sede fu successivamente portata a Roma e l'azienda divenne Società per Azioni[11]

La descritta acquisizione piccole realtà del territorio consentì di esercitare oligopolio in un settore caratterizzato da costi fissi elevati, arrivando a servire un sesto del territorio italiano[12]

I libri sociali UNES sono stati conservati presso archivio storico Italsider e, in seguito, dalla Fondazione Ansaldo[13]


  • Unione Esercizi Elettrici , Rassegna dei principali impianti: nel cinquantenario della fondazione della società: 1905 1955, Staderini.
  • Roberto Balzani, Giorgio Mori, Storia dell'industria elettrica in Italia, 6 volumi, Laterza, 1992-1994.

Voci correlate

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Altri progetti

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  1. ^ a b c Ciro Daniele, Storia di una grande impresa elettrica, dimenticata. La Unione Esercizi Elettrici Archiviato il 29 novembre 2014 in Internet Archive., 27 maggio 2010. URL consultato nel novembre 2014.
  2. ^ UNIONE ESERCIZI ELETTRICI. Società anonima - Sede in Milano . XXII° esercizio. 1926 = 1927, Stabilimento Edoardo Pizzi, Milano, 1 gennaio 1926.
  3. ^ Marco Penchini, Nascita e sviluppo del servizio di elettricità a Perugia: la Società Anonima Elettricità Umbra (1899-1929), in Uomini, economie, culture. Saggi in memoria di Giampaolo Gallo, a cura di Renato Covino, Alberto Grohmann, Luciano Tosi, Esi, Napoli, 1997, vol. II, pp. 217-241. Il
  4. ^ A. Di Iorio, Il tram di Sulmona, op. cit.
  5. ^ Ezio Mattiocco, C'era una volta un tram, Università Sulmonese della Libera Età, Sulmona, 2013, p. 54. ISBN 978-88-87952-59-9
  6. ^ a b Unione esercizi elettrici - UNES, in SIUSA - Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato nel novembre 2014.
  7. ^ Emilio De Benedetti, in Enciclopedia Treccani. URL Consultato nel novembre 2014.
  8. ^ Si confronti su Google Books United Electric Service Company (of Italy): (Unione Esercizi Elettrici) ("Unes") American Shares. J.A. Sisto & Co., Depositor, Banca Commerciale Italiana Trust Company, Depository, United Electric Service Company ... and Holders of Certificates. Deposit Agreement, 1 marzo 1929.
  9. ^ Alessia Monti, Polo Brugè, Miscellanea, in Archeologia industriale nelle marce - L'architettura, Ancona. Consultabile sul sito www.cultura.marche.it. URL consultata nel novembre 2014.
  10. ^ Stefano Battilossi, Acea di Roma 1909-2000. Da azienda municipale a gruppo multiservizi], Franco Angeli, 2001, pp. 217-218. Codice ISBN 978-88-464-2952-0. Consultabile in parte su Google Books
  11. ^ Si confrontino le comunicazioni periodiche apparse sulla Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia relativa all'emissione di obbligazioni durante i diversi anni di esercizio.
  12. ^ Aleandro Fanucci, Storia di una grande impresa elettrica dimenticata. La Unione Esercizi Elettrici dalle origini alla seconda guerra mondiale], Tesi di Laurea, Università degli Studi di Ancona, 1992. Abstract consultabile su Tesi on Line. URL consultato nel novembre 2014.
  13. ^ Sistema Informativo unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato nel novembre 2014.