Utente:Datolo12/Sandbox
Altre pagine di prova
[modifica | modifica wikitesto]- SANDBOX/2
- Utente:Datolo12/Particella (fisica)
- Utente:Datolo12/Sistema di radici
- Utente:Datolo12/Impatto ambientale dell'energia nucleare
Teoria perturbativa
[modifica | modifica wikitesto]In matematica e matematica applicata, la teoria perturbativa o teoria delle perturbazioni comprende i metodi per trovare una soluzione approssimata di un problema, partendo dalla soluzione esatta di un problema correlato e più semplice.[1][2] Una caratteristica cruciale della tecnica è un passaggio intermedio che suddivide il problema in parti "risolvibili" e "perturbative".[3] Nella teoria delle perturbazioni, la soluzione è espressa come una serie di potenze in un piccolo parametro .[1][2] Il primo termine è la soluzione nota del problema risolvibile. I termini successivi della serie a potenze maggiori di diventano solitamente più piccoli. Una "soluzione perturbativa" approssimata si ottiene troncando la serie, di solito mantenendo solo i primi due termini, la soluzione del problema noto e la correzione perturbativa del "primo ordine".
La teoria delle perturbazioni è utilizzata ampiamente in fisica e in particolare in meccanica quantistica e in teoria quantistica dei campi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Carl M. Bender e Steven A. Orszag, Advanced mathematical methods for scientists and engineers I: asymptotic methods and perturbation theory, New York, NY, 1999, ISBN 978-1-4757-3069-2, OCLC 851704808.
- ^ a b Mark H. Holmes, Introduction to Perturbation Methods, 2ª ed., New York, Springer, 2013, ISBN 978-1-4614-5477-9, OCLC 821883201.
- ^ William E. Wiesel, Modern Astrodynamics, Ohio, Aphelion Press, 2010, p. 107, ISBN 978-145378-1470.
Mobilità condivisa
[modifica | modifica wikitesto]La mobilità condivisa o trasporto condiviso è un sistema di trasporto in cui i viaggiatori condivide un veicolo o nello stesso momento (es. car pooling) o in tempi diversi (es. bici o auto condivise), creando così un ibrido tra il veicolo privato e il trasporto pubblico.
Each shared mobility service has unique attributes that have a range of impacts on travel behavior, the environment, and the development of cities and urban areas. Some impacts of shared mobility include enhanced transportation accessibility as well as reduced driving and decreased personal vehicle ownership.[1][2] Shared mobility programs often yield a variety of environmental, social, and transportation system benefits. These are primarily related to personal vehicle usage and ownership, and vehicle miles or kilometers traveled (VMT/VKT).[3] Shared mobility networks also retain the potential to expand the reach of public transportation by addressed gaps in existing public transportation systems. They can also provide economic benefits to users in the form of cost savings in some cases.[1]
Shared transport systems include carsharing (also called car clubs in the UK), bicycle sharing (also known as PBS or public bicycle systems), carpools and vanpools (aka ride-sharing or lift-sharing), real-time ridesharing, slugging (casual carpooling), community buses and vans, demand responsive transit (DRT), paratransit, a range of taxi projects and even hitchhiking and its numerous variants.[4][5]
Shared transport is taking on increasing importance as a key strategy for reducing greenhouse gas and other emissions from the transport sector in the face of the global climate emergency by finding ways of getting more intensive use of vehicles on the road.[senza fonte]
A somewhat different form of shared transport is the "shared taxi", a vehicle which follows a predetermined route and takes anybody waiting for it, more like a bus than a taxi.
Incidenti e attentati
[modifica | modifica wikitesto]Incidenti
[modifica | modifica wikitesto]Gli incidenti nucleari sono classificati secondo la scala INES con un numero da 0 (comportamento anomalo che non pone rischi alla salute) fino 7 (incidente grave con effetti diffusi). Ci sono stati 3 incidenti di livello 5 o superiore: l'incidente di Three Mile Island al livello 5 e gli incidenti di Cernobyl e di Fukushima al livello 7. L'incidente di Fukushima, provocato dal maremoto del Tohoku, sebbene portò a una contaminazione radioattiva delle aree circostanti, non ha causato alcuna morte dovuta alle radiazioni. Si prevede che i complicati lavori di cleanup costeranno decine di miliardi di dollari nel corso di 40 o più anni.[8][9] L'incidente di Three Mile Island del 1979 è stato un incidente di scala più piccola e non causò morti né direttamente né indirettamente.[10]
L'impatto degli incidenti nucleari è controverso. Secondo Benjamin K. Sovacool, gli incidenti all'energia da fissione sono al primo posto tra le fonti di energia in termini di costo economico totale, rappresentando il 41% di tutti i danni materiali attribuiti agli incidenti energetici. Un'altra analisi ha scoperto che gli incidenti al carbone, al petrolio, al gas di petrolio liquido e all'idroelettrico (principalmente a causa del disastro della diga di Banqiao) hanno avuto un impatto economico maggiore rispetto agli incidenti all'energia nucleare. Lo studio confronta le morti latenti per cancro attribuibili al nucleare con le morti immediate da altre fonti di energia per unità di energia generata, e non include il cancro legato ai combustibili fossili e altre morti indirette create dal consumo di combustibili fossili nella sua classificazione di "incidente grave" (un incidente con più di 5 morti). L'incidente di Chernobyl nel 1986 ha causato circa 50 morti per effetti diretti e indiretti, e alcune lesioni gravi temporanee per la sindrome acuta da radiazioni. La mortalità futura prevista per l'aumento dei tassi di cancro è stimata a circa 4000 nei decenni a venire. Tuttavia, i costi sono stati grandi e stanno aumentando.
Gli eventi meteorologici estremi, compresi quelli resi più gravi dal cambiamento climatico, diminuiscono l'affidabilità dell'energia nucleare. I nuovi tipi di reattori e l'indebolimento degli standard di sicurezza per aumentare la competitività dell'energia nucleare possono aumentare i rischi o avere nuovi rischi di incidenti.
L'energia nucleare funziona sotto un quadro assicurativo che limita o struttura le responsabilità degli incidenti secondo le convenzioni nazionali e internazionali. Si sostiene spesso che questo potenziale deficit di responsabilità rappresenta un costo esterno non incluso nel costo dell'elettricità nucleare. Questo costo è piccolo, pari a circa lo 0,1% del costo livellato dell'elettricità, secondo uno studio del Congressional Budget Office negli Stati Uniti. Questi costi di assicurazione oltre il normale per gli scenari peggiori non sono unici per l'energia nucleare. Le centrali idroelettriche, allo stesso modo, non sono completamente assicurate contro un evento catastrofico come il cedimento di una diga. Per esempio, il cedimento della diga di Banqiao ha causato la morte di circa 30.000-200.000 persone, e 11 milioni di persone hanno perso le loro case. Poiché gli assicuratori privati basano i premi assicurativi per le dighe su scenari limitati, l'assicurazione contro i grandi disastri in questo settore è ugualmente fornita dallo stato.
The impact of nuclear accidents is controversial. According to Benjamin K. Sovacool, fission energy accidents ranked first among energy sources in terms of their total economic cost, accounting for 41 percent of all property damage attributed to energy accidents.[11] Another analysis found that coal, oil, liquid petroleum gas and hydroelectric accidents (primarily due to the Banqiao Dam disaster) have resulted in greater economic impacts than nuclear power accidents.[12] The study compares latent cancer deaths attributable to nuclear with immediate deaths from other energy sources per unit of energy generated, and does not include fossil fuel related cancer and other indirect deaths created by the use of fossil fuel consumption in its "severe accident" (an accident with more than 5 fatalities) classification. The Chernobyl accident in 1986 caused approximately 50 deaths from direct and indirect effects, and some temporary serious injuries from acute radiation syndrome.[13] The future predicted mortality from increases in cancer rates is estimated at about 4000 in the decades to come.[14][15][16] However, the costs have been large and are increasing.
Extreme weather events, including events made more severe by climate change, decrease the reliability of nuclear energy.[17][18] Novel reactor types[19] and weakening of safety standards to increase competitiveness of nuclear energy may increase risks or have new risks of accidents.[20]
Nuclear power works under an insurance framework that limits or structures accident liabilities in accordance with national and international conventions.[21] It is often argued that this potential shortfall in liability represents an external cost not included in the cost of nuclear electricity. This cost is small, amounting to about 0.1% of the levelized cost of electricity, according to a study by the Congressional Budget Office in the United States.[22] These beyond-regular insurance costs for worst-case scenarios are not unique to nuclear power. Hydroelectric power plants are similarly not fully insured against a catastrophic event such as dam failures. For example, the failure of the Banqiao Dam caused the death of an estimated 30,000 to 200,000 people, and 11 million people lost their homes. As private insurers base dam insurance premiums on limited scenarios, major disaster insurance in this sector is likewise provided by the state.[23]
Attacchi e sabotaggi
[modifica | modifica wikitesto]I terroristi potrebbero prendere di mira le centrali nucleari nel tentativo di rilasciare contaminazione radioattiva nella comunità. La Commissione dell'11 settembre degli Stati Uniti ha detto che le centrali nucleari erano potenziali obiettivi originariamente considerati per gli attacchi dell'11 settembre 2001. Un attacco alla piscina del combustibile esaurito di un reattore potrebbe anche essere grave, poiché queste piscine sono meno protette del nucleo del reattore. Il rilascio di radioattività potrebbe portare a migliaia di morti a breve termine e a un numero maggiore di vittime a lungo termine.
Negli Stati Uniti, l'NRC effettua esercitazioni "Force on Force" (FOF) in tutti i siti di centrali nucleari almeno una volta ogni tre anni. Negli Stati Uniti, le centrali sono circondate da una doppia fila di alte recinzioni che sono controllate elettronicamente. L'area della centrale è pattugliata da una notevole forza di guardie armate.
Anche il sabotaggio interno è una minaccia perché gli insider possono osservare e aggirare le misure di sicurezza. I crimini insider di successo dipendono dall'osservazione e dalla conoscenza delle vulnerabilità della sicurezza da parte degli autori. Un incendio ha causato 5-10 milioni di dollari di danni all'Indian Point Energy Center di New York nel 1971. Il piromane si rivelò essere un addetto alla manutenzione dell'impianto.
Terrorists could target nuclear power plants in an attempt to release radioactive contamination into the community. The United States 9/11 Commission has said that nuclear power plants were potential targets originally considered for the September 11, 2001 attacks. An attack on a reactor's spent fuel pool could also be serious, as these pools are less protected than the reactor core. The release of radioactivity could lead to thousands of near-term deaths and greater numbers of long-term fatalities.[24]
In the United States, the NRC carries out "Force on Force" (FOF) exercises at all nuclear power plant sites at least once every three years.[24] In the United States, plants are surrounded by a double row of tall fences which are electronically monitored. The plant grounds are patrolled by a sizeable force of armed guards.[25]
Insider sabotage is also a threat because insiders can observe and work around security measures. Successful insider crimes depended on the perpetrators' observation and knowledge of security vulnerabilities.[26] A fire caused 5–10 million dollars worth of damage to New York's Indian Point Energy Center in 1971.[27] The arsonist turned out to be a plant maintenance worker.[28]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Shaheen, S., et al., "Shared Mobility: Definitions, Industry Developments, and Early Understanding." Transportation Sustainability Research Center, Innovative Mobility Research. July 2015.
- ^ Cohen, Adam and Susan Shaheen, “Planning for Shared Mobility.” Planning Advisory Service (PAS) 583, American Planning Association, Washington, D.C.. July 2016.
- ^ A Review on Energy, Environmental, and Sustainability Implications of Connected and Automated Vehicles., in Environmental Science & Technology, vol. 52, n. 20, 2018, pp. 11449–11465, DOI:10.1021/acs.est.8b00127.
- ^ Anne Eisenberg, Need a Ride? Check Your iPhone, in The New York Times, December 21, 2008.
- ^ EcoPlan.org article, su ecoplan.org, 2008. URL consultato il 24 giugno 2009.
- ^ Fukushima Retiree Leads Anti-Nuclear Shareholders at Tepco Annual Meeting, in Bloomberg, 27 giugno 2011.
- ^ Mari Saito, Japan anti-nuclear protesters rally after PM call to close plant, in Reuters, 7 maggio 2011.
- ^ Richard Schiffman, Two years on, America hasn't learned lessons of Fukushima nuclear disaster, in The Guardian, 12 marzo 2013.
- ^ Martin Fackler, Report Finds Japan Underestimated Tsunami Danger, 1º giugno 2011.
- ^ The costs of failure: A preliminary assessment of major energy accidents, 1907–2007, in Energy Policy, vol. 36, n. 5, 2008, pp. 1802–1820, DOI:10.1016/j.enpol.2008.01.040.
- ^ A Comparative Analysis of Accident Risks in Fossil, Hydro, and Nuclear Energy Chains, in Human and Ecological Risk Assessment, vol. 14, n. 5, 10 October 2008, pp. 947–973, DOI:10.1080/10807030802387556.
- ^ Chernobyl at 25th anniversary – Frequently Asked Questions (PDF), su who.int, World Health Organisation, 23 April 2011.
- ^ Assessing the Chernobyl Consequences, su iaea.org.
- ^ UNSCEAR 2008 Report to the General Assembly, Annex D (PDF), su unscear.org, 2008.
- ^ UNSCEAR 2008 Report to the General Assembly (PDF), su unscear.org, 2008.
- ^ (EN) Nuclear power's reliability is dropping as extreme weather increases, in Ars Technica, 24 July 2021.
- ^ (EN) Increase in frequency of nuclear power outages due to changing climate, in Nature Energy, vol. 6, n. 7, July 2021, pp. 755–762, DOI:10.1038/s41560-021-00849-y.
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatoreadva1
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore10.1016/j.erss.2014.04.015
- ^ Publications: Vienna Convention on Civil Liability for Nuclear Damage, su iaea.org, International Atomic Energy Agency.
- ^ Nuclear Power's Role in Generating Electricity (PDF), su cbo.gov, Congressional Budget Office, May 2008.
- ^ Availability of Dam Insurance (PDF), su damsafety.org, 1999.
- ^ a b The Future of Nuclear Power in the United States (PDF), su fas.org, 2012.
- ^ Nuclear Security – Five Years After 9/11, su nrc.gov, U.S. NRC.
- ^ Matthew Bunn, A Worst Practices Guide to Insider Threats: Lessons from Past Mistakes, su amacad.org, The American Academy of Arts & Sciences, 2014.
- ^ (EN) Robert D. McFadden, Damage Is Put at Millions In Blaze at Con Ed Plant, in The New York Times, 14 novembre 1971.
- ^ (EN) Michael Knight, Mechanic Seized in Indian Pt. Fire, in The New York Times, 30 gennaio 1972.
Tennistavolo
[modifica | modifica wikitesto]Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nascita in Inghilterra
[modifica | modifica wikitesto]Il tennistavolo trova le sue origini nell'Inghilterra di fine Ottocento. La storia più comune circa la sua nascita vuole che, durante una cena, un gruppo di notabili vittoriani stava discutendo di tennis e voleva mostrare alcuni diagrammi del gioco sul tavolo. Usarono un tappo di champagne per la pallina, scatole di sigari per le racchette e libri per la rete.[1]
La sua crescente popolarità spinse i produttori di giochi a vendere attrezzature. Nel 1890, l'inglese David Foster introdusse il primo gioco di tennis da tavolo, seguito da Jacques Gossima nel 1891.[2] I primi campionati nazionali furono organizzati in Ungheria nel 1897.[3] Secondo altre fonti, fu l'inglese John Jaques a inventare il Ping Pong nel 1901, portando l'azienda di famiglia a produrre attrezzature. All'epoca il nuovo gioco era conosciuto come gossima.[4] Si dice che il tennis da tavolo sia stato introdotto in Cina, a Tianjin, nelle concessioni europee, già nel 1901.[senza fonte]
Nel 1901, James Gibb, un inglese appassionato del gioco, riportò da un viaggio negli Stati Uniti una pallina di celluloide, più leggera delle palline di gomma usate in precedenza.[5] Nel 1902, E.C. Gould, un altro britannico, introdusse per la prima volta delle racchette rivestite di gomma e dotate di pomi di gomma.[5] Nel 1902 apparve per breve tempo una rivista di tennistavolo.[2]
Con la crescita della popolarità del tennis da tavolo, furono organizzati numerosi tornei. Le prime partite pubbliche furono disputate alla Queen's Hall di Londra,[5] e un campionato mondiale ufficiale si tenne nel 1902, lo stesso anno della creazione dell'English Table Tennis, la federazione britannica. Nello stesso periodo, la popolarità di questo sport cresceva in Germania e nel 1907 si tennero i primi campionati europei. Tuttavia la prima guerra mondiale mise le attività sportive in secondo piano.
Sviluppo delle strutture
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1921, la Table Tennis Association («Associazione di tennistavolo») fu creata in Inghilterra, seguita dalla federazione internazionale, l'International Table Tennis Federation (ITTF),[6] di cui il primo presidente fu il britannico Ivor Montagu.[7] I primi campionati mondiali ebbero luogo a Londra nel 1926.[8] La federazione raggruppava allora l'Inghilterra, l'Ungheria, l'Austria, la Germania, la Cecoslovacchia e la Svezia.[9] Il primo campione del mondo maschile è l'ungherese Roland Jacobi e la prima campionessa femminile è Maria Mednyanszky.[6]
In questo periodo, non era raro vedere tennisti gareggiare anche nel tennistavolo, come il britannico Fred Perry che oltre a vincere numerosi tornei del grande Slam è stato il campione mondiale di tennistavolo nel 1929. Anche Ann Haydon-Jones vinse sette titoli del grande Slam (di cui tre in singolare) e fu tre volte vicecampionessa di tennistavolo.
Viktor Barna, ungherese naturalizzato britannico arrivò in Francia nel 1931, è in larga parte responsabile dello sviluppo che il tennistavolo conobbe in quell'epoca.[10]
Alla fine del 1940, la federazione francese FFTT fu bandita dal regime di Vichy per via dell'ideologia della rivoluzione nazionale, così fu fusa con la federazione di tennis nel 1941. Il tennis da tavolo non è mai stato vietato in Unione Sovietica, ma è stato in gran parte abbandonato dopo l'emergere della teoria secondo cui era dannoso per la vista, e solo nel 1945 ha iniziato a riacquistare popolarità.[11]
Uno dei grandi campioni della prima storia del tennis da tavolo fu l'austro-britannico Richard Bergmann, uno dei suoi più grandi difensori, che fu campione del mondo nel 1937, 1939, 1948 e 1950. Un giocatore emblematico di quest'epoca è il franco-polacco Alojzy Ehrlich, tre volte vicecampione del mondo, o l'americano Marty Reisman, che rimase fedele alle racchette senza gommapiuma.
Tra le giocatrici si ricorda la rumena Angelica Rozeanu, con un palmarès impressionante: 12 volte campionessa del mondo in singolare e in doppio, di cui 6 consecutive in singolare femminile (dal 1950 al 1955), 5 volte campionessa mondiale a squadre, 2 volte campionessa europea in doppio femminile. Ha gareggiato a livello internazionale dal 1936 al 1960.
Dominio dei paesi orientali ed espansione in Asia
[modifica | modifica wikitesto]Le tennis de table est dominé par les pays de l'est de l'Europe dans les années 1930, en particulier les Hongrois avec des joueurs comme Viktor Barna ou Miklos Szabados, puis par les Japonais dans les années 1950, ce qui s'est concrétisé par leur domination lors des Championnat du monde par équipes de tennis de table entre 1954 et 1959.
Les Japonais innovent en introduisant la mousse, qui permet des effets jusque-là inédits avec les raquettes classiques. La suprématie chinoise commence dans les années 1960, seulement interrompue par les Hongrois comme Tibor Klampar en 1979 et surtout les Suédois dans les années 1990 avec Jan-Ove Waldner et Jörgen Persson en particulier. Chez les femmes la roumaine Angelica Rozeanu domine la spécialité en remportant six titres consécutifs entre 1950 et 1955, record inégalé à ce jour. Entre 1952 et 1957, les Japonais fournissent plusieurs champions du monde dont le premier est Hiroji Satō, et réalisent même le podium parfait (les quatre demi-finalistes étant japonais) en 1956 à Tokyo. Les années 1960 voient apparaitre une première vague de champions chinois dont Zhuang Zedong, triple champion du monde en 1961, 1963 et 1965, impliqué dans la diplomatie du ping-pong[12] qui a contribué à l'amélioration des relations sino-américaines à cette période.
En 1977, une évolution importante se produit, avec l'utilisation pour la première fois lors des championnats du monde de Birmingham du service lancé, appelé d'ailleurs « service chinois »[13] : le service devient un élément tactique essentiel alors qu'il n'est auparavant le plus souvent qu'une mise en jeu. C'est d'ailleurs lors de ces championnats du monde que la paire française Jacques Secrétin/Claude Bergeret emmenée par l'entraineur national Pierre Grandjean bat la paire japonaise en double mixte, et offre à la France son 1er de Champion du Monde, le titre en simple étant remporté par le japonais Mitsuru Kōno.
À cette période se produit aussi la révolution de la colle : les Yougoslaves et les Hongrois commencent à utiliser de la colle avec solvants pour les revêtements appelée « colle rapide », ce qui procure une vitesse plus importante à la balle et raccourcit la durée des échanges. Par la suite les Hongrois dominent la discipline, avec István Jonyer qui introduit la technique du topspin, et Tibor Klampár qui est parmi les premiers à utiliser la colle rapide. Ce type de colle est interdite en 2008[14], à cause des effets nocifs des solvants. L'histoire du tennis de table peut être vue comme une succession d'avancées techniques (apparition du topspin, améliorations du matériel, méthodes d'entraînements, etc.) et de réajustements des règlements (règle d'accélération, passage aux sets de 11 points, règle du service le rendant plus lisible, augmentation de la taille de la balle, interdiction de la colle, etc.)
L'école suédoise
[modifica | modifica wikitesto]L'équipe de Suède, emmenée par Jan-Ove Waldner, Jörgen Persson et Mikael Appelgren, remporte les championnats du monde par équipes en 1989 à Dortmund devant la République populaire de Chine, ainsi qu'en 1991 à Chiba et en 1993 à Göteborg, et une dernière fois en 2000 à Kuala Lumpur, intermède dans la domination chinoise qui ne s'est pas démentie depuis. L'école suédoise innove dans les méthodes d'entraînement[13], produisant des joueurs comme Truls Moregard, Stellan Bengtsson, champion du monde en 1971, Peter Karlsson, champion d'Europe ou Erik Lindh, médaillé olympique.
Reconnaissance olympique
[modifica | modifica wikitesto]Le tennis de table est devenu un sport olympique en 1988 à Séoul, et voit les premières médailles d'or attribuées au Coréen Yoo Nam-kyu et à la Chinoise Chen Jing, la Chine remportant le double messieurs, la Corée du Sud le double dames. En 1992, c'est le suédois Jan-Ove Waldner qui s'est imposé devant le français Gatien. La discipline s'est professionnalisée avec l'apparition du Pro Tour en 1996, et est dominée par les Asiatiques depuis 1995, avec comme représentant emblématique Wang Liqin, qui est une véritable star dans son pays, triple champion du monde en simple et longtemps numéro 1 mondial. L'histoire du tennis de table actuel compte des champions européens comme le Belge Jean-Michel Saive, le Croate Zoran Primorac, l'Allemand Timo Boll, le Biélorusse Vladimir Samsonov, l'Autrichien Werner Schlager, champion du monde en 2003 ou encore le Danois Michael Maze, champion d'Europe en titre. Le tennis de table est dominé au niveau mondial par les Asiatiques, dont le Coréen Ryu Seung-min, mais surtout par les Chinois Ma Lin, Wang Liqin, Wang Hao, Ma Long Template:Numéro en 2010, ou Zhang Jike champion du monde en 2011 et en 2013 à Paris, champion olympique en 2012 à Londres, et Wang Nan ou Zhang Yining chez les femmes.
Le meilleur joueur du monde est en 2010 le Chinois Ma Long, la meilleure joueuse est la Chinoise Liu Shiwen. Il y a régulièrement cinq ou six Chinois dans les dix premiers mondiaux aussi bien chez les hommes que chez les femmes[15], ce qui concrétise la domination des Chinois dans ce sport actuellement. En 2016 on trouve en tête du classement mondial Ma Long, Fan Zhendong, Xu Xin et Zhang Jike, le premier non Chinois étant l'Allemand Dimitrij Ovtcharov.
Campagna di Crécy
[modifica | modifica wikitesto]La campagna di Crécy fu una serie di grandi incursioni (dette chevauchée) condotte dal Regno d'Inghilterra in tutta la Francia settentrionale nel 1346 che devastarono la campagna francese su un ampio fronte e culminarono nella battaglia di Crécy. La campagna rientra nella guerra dei cent'anni.
La campagna iniziò il 12 luglio 1346, quando le truppe inglesi sbarcarono in Normandia, e si concluse il 3 agosto 1347, con la capitolazione di Calais. L'esercito inglese era guidato dal re Edoardo III, mentre quello francese dal re Filippo VI.
Edoardo era sotto pressione da parte del parlamento inglese affinché ponesse fine alla guerra tramite negoziati o con una vittoria. Mentre le sue forze si radunavano, Edoardo vacillò su dove sarebbe atterrato in Francia. Alla fine decise di salpare per la Guascogna, per soccorrere il duca di Lancaster, che stava affrontando il principale esercito francese, molto più numeroso. Ostacolato da venti contrari, Edoardo fece invece un atterraggio a sorpresa nella parte più vicina della Francia, la penisola settentrionale del Cotentin.
Gli inglesi devastarono gran parte della Normandia e presero d'assalto Caen, saccheggiandola e massacrando la popolazione. Fecero poi scorrerie nei sobborghi di Rouen prima di tagliare una fascia lungo la riva sinistra della Senna fino a Poissy, a 20 miglia (32 km) da Parigi. Svoltando a nord, gli inglesi rimasero intrappolati in un territorio che i francesi avevano privato del cibo. Sono fuggiti combattendo a Blanchetaque attraverso un guado nel fiume Somme contro una forza di blocco francese. Due giorni dopo, su un terreno di loro scelta, gli inglesi inflissero una pesante sconfitta ai francesi nella battaglia di Crécy il 26 agosto 1346, prima di passare all'assedio di Calais. Dopo un assedio durato undici mesi, che mise a dura prova le risorse finanziarie e militari di entrambi i paesi, la città cadde.
Poco dopo fu concordata la tregua di Calais; durò nove mesi fino al 7 luglio 1348, ma venne ampliato più volte nel corso degli anni fino a quando venne formalmente accantonato nel 1355. I combattimenti continuarono durante la tregua, ma non nella stessa misura del periodo chevauchée. Calais servì come portofranco inglese nel nord della Francia per oltre duecento anni.
Contesto
[modifica | modifica wikitesto]Legami inglesi in Francia
[modifica | modifica wikitesto]Sin dalla conquista normanna del 1066, i monarchi inglesi avevano detenuto titoli e terre in Francia, il cui possesso li rendeva vassalli dei re di Francia. La condizione dei feudi francesi del re inglese fu una delle principali fonti di conflitto tra le due monarchie durante tutto il Medioevo. I monarchi francesi cercarono sistematicamente di controllare la crescita del potere inglese, strappando via le terre quando se ne presentò l'occasione.[16] Nel corso dei secoli, i possedimenti inglesi in Francia avevano variato di dimensioni, ma nel 1337 erano rimaste solo la Guascogna nel sud-ovest della Francia e Ponthieu nel nord della Francia.[17] I Guasconi preferivano la loro relazione con un lontano re inglese che li lasciava soli a quella con un re francese che avrebbe interferito nei loro affari.[18][19] A seguito di una serie di dissapori tra Filippo VI di Francia (r. 1328–1350) e Edoardo III d'Inghilterra (r. 1327–1377), il 24 maggio 1337 il Gran Consiglio di Filippo a Parigi concordò che la Guascogna e Ponthieu dovessero essere riprese nelle mani di Filippo sulla base del fatto che Edoardo aveva violato i suoi obblighi di vassallo. Ciò segnò l'inizio della guerra dei cent'anni, che sarebbe durata 116 anni.[20]
Inizi della campagna
[modifica | modifica wikitesto]Sebbene la Guascogna fosse la causa della guerra, Edoardo poté risparmiare poche risorse e ogni volta che un esercito inglese conduceva una campagna nel continente operava nel nord della Francia.[21] Edoardo decise all'inizio del 1345 di attaccare la Francia su tre fronti: una piccola forza sarebbe salpata per la Bretagna, sotto il comando di Guglielmo, conte di Northampton; una forza leggermente più grande procederebbe verso la Guascogna sotto il comando di Enrico, conte di Derby; e la forza principale avrebbe accompagnato Edoardo nel nord della Francia o nelle Fiandre.[22][23] All'inizio del 1345 i francesi decisero di mettersi sulla difensiva nel sud-ovest. Le loro spie avevano scoperto il piano inglese per offensive nei tre teatri, ma non avevano i soldi per formare un esercito significativo in ciascuno. Avevano previsto, correttamente, che gli inglesi intendevano compiere il loro sforzo principale nel nord della Francia. Così indirizzarono lì le risorse che avevano, progettando di riunire il loro esercito principale ad Arras il 22 luglio. La Francia sudoccidentale fu incoraggiata a fare affidamento sulle proprie risorse.[24]
L'esercito principale di Edoardo III salpò il 29 giugno. Ancorò al largo di Sluis nelle Fiandre fino al 22 luglio, mentre Edoardo si occupava degli affari diplomatici.[25] Quando le navi salparono, probabilmente con l'intenzione di sbarcare in Normandia,[26] furono disperse da una tempesta e trovarono la strada verso i porti inglesi nella settimana successiva. Dopo più di cinque settimane a bordo della nave, uomini e cavalli dovettero essere sbarcati. Ci fu un'ulteriore settimana di ritardo mentre il re e il suo consiglio discutevano sul da farsi, ma a quel punto si rivelò impossibile intraprendere qualsiasi azione con il principale esercito inglese prima dell'inverno.[27] Consapevole di ciò, Filippo inviò rinforzi in Bretagna e Guascogna.[28] Durante il 1345 Derby aveva condotto una vorticosa campagna attraverso la Guascogna a capo di un esercito anglo-guascone.[29] Sconfisse in modo decisivo due grandi eserciti francesi nelle battaglie di Bergerac e Auberoche, conquistò città e fortificazioni francesi in gran parte del Périgord e nella maggior parte dell'Agenais e diede profondità strategica ai possedimenti inglesi in Guascogna. Verso la fine dell'anno conquistò la città strategicamente e logisticamente importante di Aiguillon,[30] "la chiave per la Guascogna".[31] In ottobre il conte di Northampton iniziò una campagna nel nord della Bretagna, ma questa fallì a causa di una serie di fallimenti nel catturare le città bretoni controllate dai francesi,[32] e Northampton e la maggior parte delle sue forze furono richiamate in primavera.[33]
Preludio
[modifica | modifica wikitesto]Preparazioni francesi
[modifica | modifica wikitesto]Come sempre, nel 1346 i francesi scarseggiarono di soldi. Nonostante il prestito di oltre 330.000 fiorini dal Papa, furono impartiti ordini ai funzionari locali di: "Accumulare tutto il denaro che potete per il sostegno delle nostre guerre. Prendetelo da ogni singola persona che potete ...” [34] Era un chiaro indizio dello stato disperato delle finanze francesi.[34] Tuttavia si formarono due eserciti, a Orléans e a Tolosa. Il duca Giovanni di Normandia, figlio ed erede di Filippo VI, fu incaricato di tutte le forze francesi nel sud-ovest della Francia, come lo era stato l'autunno precedente.[34][35]
Nel marzo 1346 i francesi, in numero compreso tra 15.000 e 20.000 e comprendenti un grande treno d'assedio e cinque cannoni,[36] enormemente superiori a qualsiasi forza che gli angloguasconi potevano schierare, [22] marciarono su Aiguillon e l'assediarono il 1° aprile.[36] Il 2 aprile per il sud della Francia è stato annunciato l'aribanno, la chiamata formale alle armi per tutti i maschi abili.[36][23] Gli sforzi finanziari, logistici e di manodopera francesi erano concentrati su questa offensiva.[34] Derby, ora conosciuto come Lancaster dopo la morte di suo padre,[N 1] inviò una richiesta urgente di aiuto a Edoardo. [25] Edoardo non solo era moralmente obbligato a soccorrere il suo vassallo, ma anche costretto da un contratto; il suo contratto (indentura) con Lancaster affermava che se Lancaster fosse stato attaccato da un numero schiacciante, allora Edoardo "lo salverà in un modo o nell'altro". [26]
Preparazioni inglesi
[modifica | modifica wikitesto]In Inghilterra, nel 1344, il Parlamento aveva votato per un ingente sussidio di guerra. Gran parte di questo era stato speso, ma una parte del ricavato era ancora in fase di raccolta. [27] La capacità di riscuotere ulteriori entrate dai contribuenti inglesi era esaurita. [28] A corto di soldi come i francesi, gli inglesi esigevano 15.000 sterline in prestiti forzati dai funzionari della chiesa; importi commisurati dalle città inglesi; inoltre confiscarono il reddito di un anno da tutti i benefici ecclesiastici detenuti in Inghilterra da stranieri. Furono effettuati ingenti ordini di equipaggiamento militare e vettovaglie [N 2] e molto fu acquistato obbligatoriamente. Da tempo era il caso che tutti gli inglesi in età militare potessero essere chiamati alle armi per difendere il paese dagli invasori; all'inizio del 1346 a ciò fu esteso l'obbligo di prestare servizio oltremare.[37] Il popolo inglese era stanco di questa guerra giudicata inutile e infruttuosa, e il precedente Parlamento, del giugno 1344, aveva chiesto che Edoardo "ponesse fine a questa guerra, o con la battaglia o con una pace adeguata". [31] [32]
Gli inglesi intendevano radunare nel 1346 un esercito ancora più numeroso che nel 1345: oltre 20.000 uomini. [33] Avrebbe dovuto riunirsi nei pressi di Portsmouth a febbraio, ma la data fu posticipata di due mesi e poi di un altro mese. Gli scozzesi, incitati da Filippo, erano da tempo percepiti come una minaccia dagli inglesi; due anni prima il Cancelliere d'Inghilterra aveva detto al Parlamento che gli scozzesi "dicevano apertamente che romperanno la tregua non appena il nostro avversario [la Francia] lo desidera e marceranno in Inghilterra". [34] Edoardo esentò le contee a nord del fiume Humber dall'invio di uomini per unirsi alle forze d'invasione e furono presi nei loro confronti alcuni impegni finanziari limitati. [35] [36] Si temeva anche che con le risorse militari impegnate in Francia, la costa meridionale dell'Inghilterra sarebbe stata esposta alle depredazioni francesi, come era stato nel 1338 e nel 1339. Sono state adottate ampie misure per prevenire ciò, incluso il collocamento di tutti coloro che vivono entro 15 miglia (24 chilometri) dal mare sotto il controllo dei comandanti locali. Entrambe queste misure ridussero la forza a disposizione di Edoardo, così come un certo grado di resistenza al nuovo regime di coscrizione. Nel tentativo di recuperare numeri, è stato ripetuto l'espediente dell'anno precedente di consentire ai criminali condannati di arruolarsi con la promessa di grazia se avessero prestato servizio per la durata della campagna: vennero così reclutate quasi un migliaio di persone. [37] [38] [39] Edoardo aveva radunato forse la metà del totale sperato entro la fine di giugno. [36] [40]
Preparazioni navali
[modifica | modifica wikitesto]Nonostante gli sforzi inglesi per nascondere i loro preparativi, i francesi ne erano a conoscenza. Data l'estrema difficoltà di sbarcare un esercito non in un porto e siccome gli inglesi non godevano più di porti nelle Fiandre, ma avevano porti amici in Bretagna e Guascogna, presumevano che Edoardo avrebbe salpato per uno di questi ultimi; probabilmente la Guascogna, per sollevare Aiguillon. [41] [42] Per proteggersi dalla possibilità di uno sbarco inglese nel nord della Francia, Filippo fece affidamento sulla sua potente marina. Si trattava di navi mercantili requisite e galee da guerra noleggiate. Le navi mercantili erano cocche, con un pescaggio profondo e uno scafo rotondo, azionate da un'unica grande vela posta su un albero a centro nave. Furono convertite in navi da guerra con l'aggiunta di "castelli" di legno a prua e a poppa e con l'erezione di piattaforme a coffa in testa d'albero. Almeno 78 furono prese al servizio reale e allestite come navi da guerra nella Bassa Normandia, e altre in Piccardia e Alta Normandia. [43] Le galee erano dotate di propulsione a remi ed erano altamente manovrabili, il che le rendeva efficaci per le incursioni e i combattimenti tra navi, ma relativamente costose e difficili da spostare su lunghe distanze. I francesi avevano noleggiato una flotta di almeno 32 navi da Genova, [44] che secondo contratto sarebbe dovuta arrivare a Boulogne entro il 20 maggio. In realtà all'inizio di luglio non era riuscito ad andare oltre la rada del Tago, al largo del Portogallo. [45] È stato suggerito che il progresso estremamente lento dei genovesi potrebbe essere stato il risultato della corruzione inglese. [46]
Edoardo requisì la più grande flotta assemblata dagli inglesi fino a quella data: 747 navi. [44][47] L'assemblea era prevista per il 1° marzo; questo è stato prima rinviato al 1° maggio e poi il 15 maggio. Secondo il diritto inglese, il re era tenuto a risarcire i proprietari delle navi costrette in servizio, ma in pratica pagava poco e in ritardo, il che faceva sì che gli armatori fossero riluttanti a rispondere alla convocazione. [48] [49] Lo stesso Edoardo arrivò a Porchester il 1° giugno. [50] Inizialmente aveva pianificato di sbarcare in Bretagna, ma era frustrato dal fallimento di Northampton nel catturare un porto. Si concentrò quindi sulla Guascogna e decise di rinforzare Lancaster e affrontare il duca Giovanni di Normandia fuori Aiguillon. La flotta imbarcò rifornimenti sufficienti per il viaggio verso Bordeaux e salpò da Portsmouth il 28 giugno. Non tutte le navi avevano raggiunto il punto di raduno e Edoardo si fermò al largo di Yarmouth per consentire l'arrivo dei ritardatari. Quando lo fecero, il vento era cattivo e la flotta rimase ferma al largo dell'angolo nordorientale dell'isola di Wight per due settimane. Questa era la durata normale dell'intero viaggio e le navi erano a corto di cibo e acqua. Dopo la disfatta dell'anno precedente, Edoardo decise di non rischiare di sbarcare il suo esercito con l'intenzione di rifornirsi e partire nuovamente per Bordeaux. Era consapevole che con i francesi concentrati su Aiguillon, la Francia settentrionale sarebbe stata praticamente indifesa. [51] Così, l'11 luglio, con il vento che ancora impediva il movimento lungo il Canale della Manica, cambiò i suoi piani e navigò verso sud e approdò a Saint-Vaast-la-Hogue, a 20 miglia (32 km) da Cherbourg, il 12 luglio. [44] [52] [53] [54] La flotta delle galee genovesi era ancora ben a sud del principale porto francese di La Rochelle, sul golfo di Biscaglia. Le cocche francesi convertite in navi da guerra o in procinto di essere convertite non erano ancora state radunate. [55]
Campagna in Francia
[modifica | modifica wikitesto]Devastazione del Cotentin
[modifica | modifica wikitesto]Si stima che l'esercito inglese comprendesse dai 7.000 ai 10.000 uomini e fosse composto da soldati inglesi e gallesi combinati con specialisti e ufficiali. [50] Si ritiene che fosse insolitamente ben equipaggiato per un esercito medievale e comprendesse minatori, fabbri e interpreti dal gallese all'inglese. [56] [57] Comprendeva diversi baroni normanni che erano scontenti del dominio francese, [58] tra cui Geoffroy de Harcourt, visconte di Saint-Sauveur. La regione in cui sbarcarono, la penisola del Cotentin, era praticamente indifesa e gli inglesi poterono sbarcare agevolmente sulle lunghe spiagge sabbiose. Trascorsero sei giorni scaricando, organizzandosi, saccheggiando le campagne e cuocendo il pane. Questa pausa serviva principalmente a rinfrescare i cavalli, che avevano bisogno almeno di qualche giorno per riprendersi dopo essere stati rinchiusi a bordo della nave per due settimane. [59] L'esercito comprendeva un considerevole treno di rifornimenti che trasportava munizioni, provviste, armi a polvere da sparo e cibo; quest'ultimo poteva essere sostituito da fonti locali per mantenere una riserva per quando l'esercito aveva bisogno di concentrarsi e non era in grado di procurarsi il cibo. [60] In una cerimonia preparativa per la campagna, più di cinquanta uomini erano stati vestiti cavalieri, incluso il Principe Nero, figlio maggiore di Edoardo.[61]
Il comandante francese locale, Robert Bertrand, guidò 300 miliziani in un attacco inefficace contro lo sbarco. [62] [63] Fino a pochi giorni prima dello sbarco aveva avuto al suo comando anche 500 mercenari professionisti, ma questi avevano disertato diversi giorni prima perché avevano paghe in arretrato. [64] Gli inglesi ottennero una completa sorpresa strategica e marciarono verso sud, [65] organizzati in tre divisioni, o "battaglie". [37] Lo scopo di Edoardo era quello di condurre una chevauchée, un'incursione su larga scala, attraverso il territorio francese per ridurre il morale e la ricchezza del suo avversario. [53] [66] Diversi storici hanno sostenuto che Edoardo desiderasse portare i francesi in battaglia e che la sua chevauchée avesse lo scopo di indurre Filippo ad accettarne una. [67] [68]
Pur desiderando impossessarsi delle ricchezze mobili delle aree che attraversava, Edoardo diede rigide istruzioni affinché nessuna proprietà ecclesiastica dovesse essere saccheggiata, nessun civile dovesse essere ferito e nessun edificio dovesse essere bruciato; istituì un chiaro meccanismo affinché queste istruzioni venissero seguite. Tuttavia, l'esercito inglese e gli equipaggi delle navi erano fuori dal controllo suo e dei suoi nobili dal momento in cui sbarcarono. Prima ancora che l'esercito partisse da St. Vaast la Hogue, l'abbazia di Notre-Dame-du-Vœu vicino a Cherbourg, una fondazione di Matilde, figlia di Enrico I d'Inghilterra, fu bruciata dagli inglesi per la terza volta in 50 anni; Anche la stessa Hogue fu bruciata. [69] [70] Una volta in marcia, i soldati inglesi appiccarono il fuoco a ogni città sul loro cammino, saccheggiarono tutto ciò che potevano alla popolazione e alle istituzioni private ed ecclesiastiche e spesso violentarono le donne. Le città di Cherbourg, Carentan, Saint-Lô e Torteval furono bruciate al passaggio dell'esercito, insieme a molte località più piccole. Le popolazioni di alcune città furono sistematicamente massacrate, mentre in altre lo spargimento di sangue fu più casuale. La maggior parte dei francesi non combattenti sulla via degli inglesi fuggirono a sud e le città di tutta la Normandia furono intasate di profughi in miseria. La flotta inglese seguì parallelamente la rotta dell'esercito, devastando il paese fino a 5 miglia (8 km) nell'entroterra e prendendo grandi quantità di bottino; molte navi abbandonarono, poiché gli equipaggi avevano riempito le stive. [71] [72] [73] Catturarono o bruciarono anche oltre 100 navi; 61 di queste erano state convertite in navi militari. [65] La distruzione di queste navi diminuì molto, almeno temporaneamente, le incursioni francesi contro le zone costiere inglesi e gli attacchi alle navi mercantili inglesi. [74]
Bertrand ruppe i ponti davanti all'esercito inglese nel tentativo di ritardarlo, [55] ma furono rapidamente riparati dalla squadra di 40 carpentieri che accompagnava l'esercito inglese. [75] La resistenza agli inglesi fu più debole di quanto avrebbe potuto essere poiché gran parte dei combattenti della Normandia erano con il duca Giovanni davanti ad Aiguillon. [76] Raoul, conte d'Eu, che era il Gran Connestabile di Francia, la posizione più alta nella gerarchia militare francese, era stato frettolosamente trasferito a nord da Aiguillon. [76] Decise di resistere agli inglesi a Caen, il centro culturale, politico, religioso e finanziario della Normandia nordoccidentale, più grande di qualsiasi città inglese tranne Londra. [77] Ogni uomo disponibile fu inviato lì e furono spedite grandi scorte di cibo. [55]
Quando arrivarono gli inglesi, la mattina del 26 luglio, la città era difesa da 1.500 soldati, rinforzata dalle milizie cittadine. Gli inglesi immediatamente presero d'assalto e catturarono la città, saccheggiandola successivamente per cinque giorni. Circa 5.000 francesi, soldati e civili, furono uccisi mentre gli inglesi imperversavano nella città. Un piccolo numero riuscì a scappare, fuggendo nei boschi vicini, inseguito dalla cavalleria. Le perdite inglesi furono lievi. Tra i pochi prigionieri presi c'era Raoul d'Eu. [78] Gli inglesi scoprirono un proclama di Filippo che ordinava alle squadre d'incursione normanne di saccheggiare la costa meridionale dell'Inghilterra. L'arcivescovo di Canterbury avrebbe poi pubblicato tale proclama come prova che Edoardo stava proteggendo il regno,[79] e fu utilizzato per diversi anni anche dai partiti di reclutamento inglesi per fomentare sentimenti antifrancesi. [80]
Il 29 luglio Edoardo rimandò la sua flotta in Inghilterra, con una lettera in cui ordinava che rinforzi, rifornimenti e denaro fossero rispettivamente raccolti, imbarcati e caricati e inviati all'appuntamento con il suo esercito a Crotoy, sulla riva settentrionale della foce del fiume Somme. [81] [82] In particolare il denaro scarseggiava: alcune unità non avevano ricevuto lo stipendio di aprile, nessuna aveva ricevuto lo stipendio per il trimestre di giugno. [82] La direzione del viaggio di Edoardo era chiara; alcuni storici moderni sostengono che il suo obiettivo finale fosse già Calais. [83] [84] Gli inglesi marciarono verso la Senna il 1° agosto. [85] Furono lasciate guarnigioni in diversi luoghi, tra cui Caen e Carenten, ma furono rapidamente sopraffatte dai francesi una volta che la principale forza inglese si fu spostata. [86]
Marcia su Parigi
[modifica | modifica wikitesto]La posizione militare francese era complicata. Il loro esercito principale era impegnato nell'intrattabile assedio di Aiguillon. Dopo il suo sbarco a sorpresa in Normandia, Edoardo stava devastando alcune delle terre più ricche della Francia e ostentando la sua capacità di marciare a piacimento. Il 2 agosto una piccola forza inglese comandata da Hugh Hastings e sostenuta da molti fiamminghi invase la Francia dalle Fiandre, dove le difese francesi erano completamente inadeguate. [87] Il tesoro era tutto fuorché vuoto. Filippo richiamò immediatamente il suo esercito principale, sotto il duca Giovanni, dalla Guascogna. Dopo una furiosa discussione con i suoi consiglieri e, secondo alcuni resoconti, con il messaggero di suo padre, il duca Giovanni si rifiutò di trasferirsi finché Aiguillon non fosse caduta e il suo onore non fosse stato soddisfatto; il principale esercito francese rimase bloccato nel sudovest. [88] [89]
Il 29 luglio Filippo proclamò l'aribanno per la Francia settentrionale, ordinando a tutti i maschi abili di riunirsi a Rouen, dove Filippo arrivò il 31. [90] Si spostò immediatamente a ovest contro Edoardo con un esercito mal organizzato e mal equipaggiato. [91] Cinque giorni dopo tornò a Rouen e ruppe il ponte sulla Senna dietro di lui. Il 7 agosto gli inglesi raggiunsero la Senna, 12 miglia (20 km) a sud di Rouen, e fecero scorrerie fino ai suoi sobborghi. [92] Filippo, sotto la pressione di due cardinali inviati da papa Clemente, inviò degli emissari per proporre la pace sostenuta da un'alleanza matrimoniale; Edoardo rispose che non era disposto a perdere tempo di marcia in futili discussioni e li congedò. [93] Entro il 12 agosto, l'esercito di Edoardo era accampato a Poissy, a 20 miglia da Parigi, dopo aver lasciato una fascia di distruzione di 64 km lungo la riva sinistra della Senna, bruciando villaggi nel circondario di 2 miglia (3 km) da Parigi. [94] [95] La popolazione, in subbuglio e colma di sfollati, si preparava a difendere la capitale strada per strada. [96] I carpentieri inglesi costruirono un ponte sulla Senna dopo che un distaccamento si assicurò la sponda opposta contro una forte opposizione. [97] [98]
Filippo inviò nuovamente al duca Giovanni di Normandia l'ordine di abbandonare l'assedio di Aiguillon e marciare con il suo esercito verso nord. Il 14 agosto il duca Giovanni chiese la sospensione formale dell'assedio. Lancaster, ben consapevole della situazione nel nord e negli accampamenti francesi intorno ad Aiguillon, rifiutò. Il 20 agosto, dopo oltre cinque mesi, i francesi abbandonarono l'assedio e si allontanarono in notevole fretta e disordine. [99] C'era confusione nel consiglio di Filippo sul motivo per cui non guidò l'esercito francese per tentare di respingere gli invasori. [100] [101] Invece Filippo inviò una sfida il 14 agosto suggerendo che i due eserciti si scontrassero in un momento e in un luogo concordati di comune accordo nell'area. Edoardo indicò che avrebbe incontrato Filippo a sud della Senna, senza effettivamente impegnarsi. Il 16 agosto i francesi presero posizione; Edoardo prontamente bruciò Poissy, distrusse il ponte lì e marciò verso nord. [102] [103]
Marcia a nord
[modifica | modifica wikitesto]In previsione di una simile mossa, i francesi avevano portato via tutte le scorte di cibo dalla regione in cui stavano avanzando gli inglesi, costringendoli a distendersi su una vasta area per procurarsi il cibo, cosa che li rallentò notevolmente. Bande di contadini francesi attaccarono alcuni dei gruppi più piccoli di raccoglitori. Filippo raggiunse il fiume Somme un giorno di marcia prima di Edoardo e si stabilì ad Amiens; inviò grandi distaccamenti a presidiare ogni ponte e guado sulla Senna tra Amiens e il mare. Gli inglesi erano ora intrappolati in un'area priva di cibo. I francesi lasciarono Amiens e avanzarono verso ovest verso gli inglesi. Ora erano disposti a dare battaglia, sapendo che avrebbero avuto il vantaggio di poter stare sulla difensiva mentre gli inglesi sarebbero stati costretti a cercare di farsi strada combattendo. [104] [105]
Edoardo aveva bisogno di rompere il blocco francese della Somme e sondò in diversi punti, attaccando invano Hangest e Pont-Remy prima di spostarsi a ovest lungo il fiume. [104] La sera del 24 agosto gli inglesi erano accampati a nord di Acheux mentre i francesi erano a 6 miglia (10 km) di distanza ad Abbeville. Durante la notte gli inglesi marciarono su un guado mareale chiamato Blanchetaque. La sponda opposta era difesa da una forza di 3.500 francesi. Arcieri inglesi e uomini d'arme a cavallo entrarono nel fiume mareale e dopo un breve e aspro combattimento misero in rotta i francesi. Il principale esercito francese aveva seguito gli inglesi e i loro esploratori avevano catturato alcuni ritardatari e diversi carri, ma Edoardo si era liberato dall'inseguimento immediato. I francesi erano così sicuri che gli inglesi non potessero sfondare la linea della Somme che non avevano spogliato l'area e la campagna era ricca di cibo e bottino. Gli inglesi riuscirono così a rifornirsi, Noyelles-sur-Mer e Crotoy in particolare fornirono grandi scorte di cibo, che furono saccheggiate e le città poi bruciate. [106] [107] [108] [109]
Nel frattempo, i fiamminghi, essendo stati bloccati dai francesi al ponte di Estaires, assediarono Béthune il 14 agosto. Dopo diverse battute d'arresto si scontrarono tra loro, bruciarono le loro attrezzature d'assedio e rinunciarono alla spedizione il 24 agosto. [110] Edoardo ricevette la notizia che non sarebbe stato rinforzato dai fiamminghi poco dopo aver attraversato la Somme. Non c'era neanche la sua flotta con rinforzi alla foce della Somme. [38] Decise di ingaggiare l'esercito di Filippo con la forza di cui disponeva. Dopo essersi temporaneamente scrollato di dosso l'inseguimento francese, approfittò della tregua per preparare una posizione difensiva a Crécy-en-Ponthieu. [107] [109] I francesi tornarono ad Abbeville e si misero di nuovo ostinatamente all'inseguimento degli inglesi. [112]
Battaglia di Crécy
[modifica | modifica wikitesto]Avendo deciso di dare battaglia a Filippo, Edoardo scelse una posizione difensiva tra Crécy e Wadicourt, ognuno dei quali proteggeva con cura uno dei suoi fianchi. [113] [114] Mentre aspettavano che i francesi li raggiungessero, gli inglesi fortificarono il loro accampamento, scavarono fosse davanti alle loro posizioni e installarono diverse armi primitive a polvere da sparo. [115] Verso mezzogiorno del 26 agosto la carovana francese giunse in vista degli inglesi. In un consiglio di guerra gli alti ufficiali francesi, completamente fiduciosi nella vittoria, consigliarono un attacco, ma solo il giorno successivo. Alla fine i francesi attaccarono più tardi quello stesso pomeriggio; non è chiaro dalle fonti contemporanee se questa sia stata una scelta deliberata da parte di Filippo, o perché troppi del gran numero di cavalieri francesi continuarono ad avanzare e la battaglia iniziò contro la volontà di Filippo. [116]
I numeri francesi sono riportati in modo incoerente, ma è chiaro che il loro esercito era molto numeroso per il periodo e molte volte più grande della forza inglese. [117] I francesi spiegarono il loro sacro stendardo di battaglia, l'orifiamma, indicando che nessun prigioniero sarebbe stato preso. [118] Una grande forza di balestrieri italiani si fece avanti per ingaggiare gli arcieri inglesi in un duello con l'arco. [119] Gli arcieri con l'arco lungo superavano la distanza dei loro avversari [120] e avevano una cadenza di fuoco più di tre volte maggiore. [121] Anche i balestrieri erano senza i loro pavesi protettivi, che erano ancora con i bagagli francesi. [122] Gli italiani furono rapidamente sconfitti e fuggirono. [123]
I francesi lanciarono quindi cariche di cavalleria contro i fanti inglesi, che erano smontati per la battaglia. Queste cariche furono disordinate a causa della loro natura improvvisata, dovendo farsi strada tra gli italiani in fuga, in un terreno fangoso, in salita e pieno di fosse scavate dagli inglesi. [114] Gli attacchi furono ulteriormente spezzati dal fuoco pesante ed efficace degli arcieri inglesi, che causò pesanti perdite. [124] Quando le cariche francesi raggiunsero la fanteria inglese, avevano perso gran parte del loro slancio. [125] Un contemporaneo descrisse il combattimento corpo a corpo che ne seguì come "omicida, senza pietà, crudele e molto orribile". [126] Le cariche francesi continuarono nella notte, tutte con lo stesso risultato: aspri combattimenti seguiti da una respinta francese. Lo stesso Filippo fu coinvolto nel combattimento, fece uccidere due cavalli sotto di lui e ricevette una freccia nella mascella. [120] L'orifiamma fu catturata dopo che il suo portatore fu ucciso. I francesi fecero irruzione e fuggirono; gli inglesi, stremati, dormirono dove avevano combattuto. [126]
La mattina successiva consistenti forze francesi stavano ancora arrivando sul campo di battaglia, per essere caricate dagli uomini d'arme inglesi, ora a cavallo, messi in rotta e inseguiti per miglia. [127] [128] Le perdite francesi furono molto pesanti e all'epoca furono registrati 1.200 cav alieri uccisi e oltre 15.000 altri. [129] La stima contemporanea più alta delle vittime inglesi arrivava a 300. [130]
La portata della vittoria inglese è descritta dallo storico moderno Andrew Ayton come "senza precedenti" e "un'umiliazione militare devastante". [131] Jonathan Sumption la considera “una catastrofe politica per la Corona francese”. [121] La battaglia fu riferita al Parlamento inglese il 13 settembre in termini entusiastici come segno del favore divino e come giustificazione per l'enorme costo della guerra fino ad oggi. [132]
Assedio di Calais
[modifica | modifica wikitesto]Dopo aver riposato per due giorni e aver seppellito i morti, gli inglesi, bisognosi di rinforzi e rifornimenti, marciarono verso nord. Continuarono a devastare il territorio e a mettere a fuoco diverse città, tra cui Wissant, il normale porto di sbarco per le navi inglesi verso la Francia nordoccidentale. [121] Fuori dalla città in fiamme Edoardo tenne un consiglio che decise di catturare Calais; un portofranco ideale dal punto di vista inglese, poiché era già fortemente difeso, possedeva un approdo sicuro e strutture portuali consolidate, e si trovava nella parte della Francia più vicina ai Cinque Porti dell'Inghilterra sudorientale. Era anche vicino al confine delle Fiandre e agli alleati fiamminghi di Edoardo. [133] [134] Gli inglesi arrivarono fuori città il 4 settembre e l'assediarono. [135]
Calais era fortemente fortificata e il suo circondario disseminato di paludi, alcune soggette a marea, rendeva difficile trovare piattaforme stabili per trabucchi e altre artiglierie in grado di sfondare le sue mura. [136] Calais era adeguatamente presidiata e rifornita e poteva essere rinforzata e rifornita via mare. [137] [138] Il giorno dopo l'inizio dell'assedio, le navi inglesi attese a Crotoy arrivarono al largo e rifornirono, riequipaggiarono e rinforzarono l'esercito inglese. [39] Gli inglesi si stabilirono per un lungo soggiorno, stabilendo un fiorente accampamento a ovest, Nouville, o "Città Nuova", con due giorni di mercato ogni settimana. [140] Un'importante operazione di rifornimento attinse a fonti in tutta l'Inghilterra e nel Galles per rifornire gli assedianti, nonché via terra dalle vicine Fiandre. Il Parlamento accettò a malincuore di finanziare l'assedio. Edoardodichiarò che era una questione d'onore e dichiarò la sua intenzione di restare fino alla caduta della città. I due cardinali che rappresentavano il Papa viaggiavano tra gli eserciti, ma nessuno dei due re parlava loro. [141]
Disordine francese
[modifica | modifica wikitesto]Filippo vacillò: il giorno in cui iniziò l'assedio di Calais sciolse la maggior parte del suo esercito, per risparmiare denaro nella convinzione che Edoardo avesse terminato la sua chevauchée e si sarebbe recato nelle Fiandre rispedendo il suo esercito a casa. Il 7 settembre o poco dopo, il duca Giovanni entrò in contatto con Filippo, avendo poco prima sciolto il proprio esercito. Il 9 settembre Filippo annunciò che l'esercito si sarebbe riunito a Compiègne già il 1° ottobre, un intervallo fin troppo breve, per poi marciare in soccorso di Calais. [142] Tra le altre conseguenze, questo equivoco permise a Lancaster nel sudovest di lanciare offensive nel Quercy e nel Bazadais; e lui stesso condusse una chevauchée 160 miglia (260 km) a nord attraverso Saintonge, Aunis e Poitou, catturando numerose città, castelli e luoghi fortificati più piccoli e prendendo d'assalto la ricca città di Poitiers. Queste offensive sconvolsero completamente le difese francesi e spostarono il centro dei combattimenti dal cuore della Guascogna a 60 miglia (97 km) o più oltre i suoi confini. [143] [144] [145] Poche truppe francesi erano arrivate a Compiègne entro il 1° ottobre e mentre Filippo e la sua corte aspettavano che i numeri aumentassero, arrivarono le notizie delle conquiste di Lancaster. Credendo che Lancaster si stesse dirigendo a Parigi, i francesi cambiarono il punto di raduno per tutti gli uomini non già impegnati a Compiègne ad Orléans, e li rinforzarono con alcuni di quelli già radunati, per bloccarlo. Dopo che Lancaster virò a sud per tornare in Guascogna, quei francesi già presenti o diretti verso Orléans furono reindirizzati a Compiègne; La pianificazione francese crollò nel caos. [146]
Filippo aveva chiesto agli scozzesi di adempiere ai loro obblighi secondo i termini dell'Auld Alliance e di invadere l'Inghilterra da giugno. Il re scozzese, Davide II, convinto che le forze inglesi fossero concentrate interamente sulla Francia, accosentì il 7 ottobre. [147] [148] Fu portato in battaglia a Neville's Cross il 17 ottobre da una forza inglese più piccola reclutata esclusivamente dalle contee settentrionali dell'Inghilterra. La battaglia si concluse con la disfatta degli scozzesi, la cattura del loro re e la morte o la cattura di gran parte dei loro capi. [149] Strategicamente questo liberò significative risorse inglesi per la guerra contro la Francia, e le contee inglesi di confine furono in grado di proteggersi dalla restante minaccia scozzese con le proprie risorse. [150] [151]
Anche se a Compiègne si erano riuniti solo 3.000 uomini d'arme, il tesoriere francese non fu in grado di pagarli. Filippo annullò tutti gli accordi offensivi il 27 ottobre e disperse il suo esercito. [152] Le recriminazioni furono diffuse: i funzionari a tutti i livelli della Camera dei conti (il tesoro francese) furono licenziati e tutti gli affari finanziari furono affidati a un comitato di tre abati anziani. Il consiglio del re dedicò i propri sforzi ad incolparsi a vicenda per le disgrazie del regno. L'erede di Filippo, il duca Giovanni, litigò con suo padre e si rifiutò di presenziare alla corte per diversi mesi. Giovanna II, regina di Navarra, figlia di un precedente re di Francia (Luigi X), e in precedenza partigiana di Filippo, dichiarò neutralità e firmò una tregua privata con Lancaster. [153]
Operazioni militari
[modifica | modifica wikitesto]Tra la metà di novembre e la fine di febbraio Edoardo fece diversi tentativi di aprire una breccia nelle mura con trabucchi o cannoni e di prendere d'assalto la città, sia dalla terra che dal mare: tutti fallirono. [154] Durante l'inverno i francesi fecero grandi sforzi per potenziare le proprie risorse navali. Ciò includeva galee francesi e mercenarie italiane e navi mercantili francesi, molte adattate per uso militare. Nei mesi di marzo e aprile, oltre 1000 tonnellate dei rifornimenti arrivarono a Calais senza opposizione. [155] Filippo tentò di scendere in campo alla fine di aprile, ma la capacità dei francesi di radunare tempestivamente il proprio esercito non era migliorata dall'autunno e a luglio non si era ancora completamente radunato. [156] Le tasse si rivelarono sempre più difficili da riscuotere. [157] Diversi nobili francesi valutarono l'idea di trasferire la loro fedeltà a Edoardo. [158] In aprile e maggio si verificarono combattimenti inconcludenti: i francesi tentarono, senza riuscirci, di tagliare la via di rifornimento inglese alle Fiandre, gli inglesi tentarono, senza riuscirci, di catturare Saint-Omer e Lille. [159] A giugno i francesi tentarono di proteggere il proprio fianco lanciando un'importante offensiva contro i fiamminghi; questo fu sconfitto a Cassel. [160]
Alla fine di aprile gli inglesi stabilirono una fortificazione all'estremità della lingua di sabbia a nord di Calais, che consentì loro di controllare l'ingresso al porto. [161] A maggio, giugno e luglio i francesi tentarono di forzare il passaggio dei convogli, senza successo. [162] Il 25 giugno il comandante della guarnigione di Calais scrisse a Filippo dicendogli che il cibo era esaurito e suggerendo che avrebbero potuto ricorrere al cannibalismo. [163] Nonostante le crescenti difficoltà finanziarie, gli inglesi rafforzarono costantemente il loro esercito fino al 1347, raggiungendo un picco di 32.000 effettivi. [N 3] Oltre 20.000 fiamminghi furono radunati a meno di un giorno di marcia da Calais. [164] 24.000 marinai, su un totale di 853 navi supportarono questa forza. [47] [N 4] Il 17 luglio Filippo guidò l'esercito francese a nord. Avvisato di ciò, Edoardo chiamò i fiamminghi a Calais. Il 27 luglio i francesi arrivarono in vista della città, 6 miglia (10 km) di distanza. Il loro esercito era composto da 15.000 a 20.000 uomini; un terzo delle dimensioni degli inglesi, che avevano preparato terrapieni e palizzate lungo ogni approccio. Essendo chiaramente inattaccabile la posizione inglese, Filippo ammise finalmente in udienza i cardinali del Papa. A loro volta organizzarono dei colloqui, ma dopo quattro giorni di discussioni questi non portarono a nulla. Il 1° agosto la guarnigione di Calais, dopo aver osservato per una settimana l'esercito francese apparentemente a portata di mano, segnalò che era sul punto di arrendersi. Quella notte l'esercito francese si ritirò. [166] [167]
Il 3 agosto 1347 Calais si arrese. L'intera popolazione francese fu espulsa. All'interno della città è stata trovata una grande quantità di bottino. Edoardo ripopolò la città con inglesi e alcuni fiamminghi. [168] Calais fu vitale per lo sforzo dell'Inghilterra contro i francesi nel resto della guerra, poiché era ritenuto pressoché impossibile sbarcare una forza significativa senza un porto amico. Permetteva anche di avere un luogo dove fare accumulo di rifornimenti e materiale prima di una campagna. Fu rapidamente costruito un anello di consistenti fortificazioni a difesa degli accessi a Calais, che segnavano il confine di un'area conosciuta come Pale di Calais. La città aveva una guarnigione permanente estremamente numerosa di 1.400 uomini, praticamente un piccolo esercito, sotto il comando generale del Capitano di Calais. [169] [170] Edoardo concesse a Calais numerose concessioni e privilegi commerciali e divenne il principale porto d'ingresso per le esportazioni inglesi nel continente, posizione che mantiene tuttora. [171] Il periodo della chevauchée, dallo sbarco in Normandia alla caduta di Calais, divenne noto come l'annus mirabilis di Edoardo III. [47]
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]Non appena Calais era capitolata, Edoardo ripagò gran parte del suo esercito e liberò i suoi alleati fiamminghi. Diverse migliaia di grazie sono state concesse ai criminali al termine del loro servizio militare. [39] Filippo a sua volta sciolse l'esercito francese. Edoardo lanciò prontamente forti incursioni fino a 30 miglia (48 km) in territorio francese. [172] Filippo tentò di richiamare il suo esercito, fissando la data del 1° settembre, ma incontrò gravi difficoltà. Il suo tesoro era esaurito e le tasse per la guerra dovettero essere riscosse in molti luoghi con la forza. Nonostante queste esigenze, non arrivò liquidità pronta. [173] L'esercito francese mal vedeva ulteriori conflitti e Filippo si ridusse a minacciare di confiscare le proprietà dei nobili che si rifiutavano di radunarsi. [173] Posticipò di un mese la data in cui avrebbe dovuto riunire il suo esercito. [173] Anche Edoardo ebbe difficoltà a raccogliere fondi, in parte a causa della tempistica inaspettata della necessità; impiegò misure draconiane, estremamente impopolari. [174] Gli inglesi subirono anche due battute d'arresto: una grande incursione fu sbaragliata dalla guarnigione francese di Saint-Omer; e un convoglio di rifornimenti in rotta verso Calais fu catturato dai predoni francesi di Boulogne. [173] I cardinali in qualità di emissari papali trovarono ascoltatori disponibili a settembre e il 28 fu concordata una tregua, nota come tregua di Calais. [175]
Si ritiene che la tregua abbia favorito maggiormente gli inglesi. Per tutta la sua durata gli inglesi confermarono il possesso delle loro estese conquiste territoriali in Francia e Scozia; fu confermata l'indipendenza di fatto dei fiamminghi, e a Filippo fu impedito di punire quei nobili francesi che avevano cospirato, o anche combattuto contro di lui. [175] Edoardo era così apprezzato in tutta Europa alla luce della sua chevauchée che gli fu offerta la corona del Sacro Romano Impero da un gruppo di elettori; Edoardo rifiutò. [176]
Poco dopo fu concordata la tregua di Calais; durò nove mesi fino al 7 luglio 1348, ma venne ampliato più volte nel corso degli anni fino a quando venne formalmente accantonato nel 1355. I combattimenti continuarono durante la tregua, ma non nella stessa misura del periodo chevauchée. Calais servì come porto inglese nel nord della Francia per oltre duecento anni.
Calais fu infine persa nel 1558 dal monarca inglese Maria I, in seguito all'assedio della città. La caduta di Calais segnò la perdita dell'ultimo possedimento inglese nella Francia continentale. [179]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ notretemps.com, http://www.notretemps.com/plaisir/2221981-balles-clubs-et-raquettes-le-tennis-de-table.html . .
- ^ a b ittf.com, http://www.ittf.com/museum/indextech2.html . .
- ^ Template:Lien archive
- ^ jaqueslondon.co.uk, http://www.jaqueslondon.co.uk/table-tennis/history . .
- ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatorewoj502
- ^ a b rmc.fr, http://www.rmc.fr/inc/jo/tennis-de-table . .
- ^ ittf.com, http://www.ittf.com/stories/Stories_detail.asp?ID=15450&Category=&General_Catigory=general%2C+media%2C+Waiting___& . .
- ^ (EN) ittf.com, http://www.ittf.com/museum/history.html . .
- ^ Le Robert des Sports, Dictionnaire de la langue des sports, 1982, ISBN 2-85036-098-8
- ^ Encyclopédie des sports 1961
- ^ Why was Ping Pong Banned in the Soviet Union?, su expertbeacon.com.
- ^ (EN) butterflyonline.com, http://www.butterflyonline.com/2007/07ZZedong.asp . .
- ^ a b Tactique et stratégie en tennis de table, Dominique Bodin, 2000, ISBN 2-7027-0653-3
- ^ (EN) ittf.com, http://www.ittf.com/museum/ColinEvolution.pdf . (PDF).
- ^ ittf.com, http://www.ittf.com/_front_page/ittf1.asp?category=wr . .
- ^ Prestwich 2007, p. 394
- ^ Harris 1994, p. 8
- ^ Crowcroft e Cannon 2015, p. 389
- ^ Lacey 2008, p. 122
- ^ Sumption 1990, p. 184
- ^ Rogers 2004, p. 95
- ^ Sumption 1990, p. 453
- ^ Prestwich 2007, p. 314
- ^ Sumption 1990, pp. 455–457
- ^ Lucas 1929, pp. 519–524
- ^ Ayton 2007b, p. 54
- ^ Prestwich 2007, p. 315
- ^ Sumption 1990, pp. 461–463
- ^ Gribit 2016, p. 1
- ^ Fowler 1961, p. 215
- ^ Fowler 1961, p. 232
- ^ Sumption 1990, pp. 472–473
- ^ Ayton 2007b, p. 56
- ^ a b c d Sumption 1990, p. 484
- ^ Gribit 2016b
- ^ a b c Template:Sfn
- ^ Sumption; Ormrod.
- ^ Harari, p. 387; Ayton
- ^ Harari, p. 387; Sumption, p. 537.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Christopher Allmand, The Hundred Years' War: England and France at War, c.1300-c.1450, Cambridge, Cambridge University Press, 1989, ISBN 978-0521319232.
- Andrew Ayton, The Battle of Crécy: Context and Significance, in The Battle of Crécy, 1346, Boydell Press, 2007, pp. 1–34, ISBN 978-1843831150.
- Andrew Ayton, The Crécy Campaign, in The Battle of Crécy, 1346, Boydell Press, 2007b, pp. 35–108, ISBN 978-1843831150.
- Andrew Ayton, The English Army at Crécy, in The Battle of Crécy, 1346, Boydell Press, 2007c, pp. 159–251, ISBN 978-1843831150.
- The Development of Battle Tactics in the Hundred Years War, in Arms, Armies and Fortifications in the Hundred Years War, Woodbridge, Suffolk, Boydell & Brewer Ltd, 1999, pp. 69–82, ISBN 978-0851157559.
- Alfred Burne, The Crécy War, Ware, Hertfordshire, Wordsworth Editions, 1999, ISBN 978-1840222104.
- Ivy, The Medieval City Under Siege, Woodbridge, Suffolk; Rochester, NY, Boydell Press, 1999, ISBN 978-0851157566.
- Gascony, in The Oxford Companion to British History, Oxford, Oxford University Press, 2015, ISBN 978-0199677832.
- Anne Curry, The Hundred Years' War 1337–1453, Oxford, Osprey Publishing, 2002, ISBN 978-1841762692.
- Kelly DeVries, Infantry Warfare in the Early Fourteenth Century: Discipline, Tactics, and Technology, Woodbridge, Suffolk; Rochester, New York, Boydell Press, 1998, ISBN 978-0851155715.
- Template:Cite thesis
- Kenneth Alan Fowler, The King's Lieutenant: Henry of Grosmont, First Duke of Lancaster, 1310–1361, New York, Barnes & Noble, 1969.
- Nicholas Gribit, Henry of Lancaster's Expedition to Aquitaine 1345–46, Woodbridge, Suffolk, Boydell Press, 2016, ISBN 978-1783271177.
- Nicholas Gribit, Siege and Conquest by Sword: The Second Campaign, 1346, su cambridge.org, Cambridge University Press, 2016b.
- Yuval Noah Harari, Inter-frontal Cooperation in the Fourteenth Century and Edward III's 1346 Campaign, in War in History, vol. 6, 4 (November 1999), 1999, pp. 379–395.
- Robert Hardy, Longbow: a Social and Military History (PDF), Yeovil, Somerset, Haynes Publishing, 2010, ISBN 978-185260-620-6.
- Robin Harris, [ Datolo12/Sandbox. Valois Guyenne] , London, Boydell Press, 1994, ISBN 978-0861932269.
- Ann Hyland, The Medieval Warhorse: from Byzantium to the Crusades, Dover, Alan Sutton Publishing, 1994, ISBN 978-0862999834.
- Tony Jaques, Dictionary of Battles and Sieges, Westport, Conn., Greenwood Publishing Group, 2007, ISBN 978-0313335372.
- Robert Lacey, Great Tales from English History, London, Folio Society, 2008.
- Craig Lambert, Edward III's Siege of Calais: A Reappraisal, in Journal of Medieval History, vol. 37, n. 3, 2011, pp. 245–256, DOI:10.1016/j.jmedhist.2011.05.002.
- The Road to Crécy: The English Invasion of France, 1346, Harlow, Pearson Education, 2005, ISBN 978-0582784208.
- Henry S. Lucas, The Low Countries and the Hundred Years' War: 1326–1347, Ann Arbor, University of Michigan Press, 1929.
- Robin Neillands, The Hundred Years War, Revised, London; New York, Routledge, 2001, ISBN 978-0415261319.
- Ranald Nicholson, Scotland: The Later Middle Ages, Edinburgh, Oliver and Boyd, 1974, ISBN 978-0050020388.
- Charles Oman, A History of the Art of War in the Middle Ages: 1278–1485 A.D, London, Greenhill Books, 1998, ISBN 978-1853673320.
- W. Mark Ormrod, Edward III, New Haven, Yale University Press, 1990, ISBN 978-0300055061.
- Michael Penman, David II, East Linton, East Lothian, Tuckwell Press, 2004, ISBN 978-1862322028.
- Christophe Piel, The Nobility of Normandy and the English Campaign of 1346, in The Battle of Crécy, 1346, Boydell Press, 2007, pp. 253–264, ISBN 978-1843831150.
- M. Prestwich, The Three Edwards: War and State in England, 1272–1377, 2nd, Routledge, 2003, ISBN 978-0415303095.
- M. Prestwich, Plantagenet England 1225–1360, Oxford, Oxford University Press, 13 September 2007, ISBN 978-0199226870.
- N.A.M. Rodger, The Safeguard of the Sea, London, Penguin, 2004, ISBN 978-0140297249.
- Clifford J Rogers, Edward III and the Dialectics of Strategy, 1327-1360, in Transactions of the Royal Historical Society, Vol. 4, Cambridge, Cambridge University Press on behalf of the Royal Historical Society, 1994, pp. 83–102, DOI:10.2307/3679216.
- Clifford J. Rogers, The Efficacy of the Medieval Longbow: A Reply to Kelly DeVries (PDF), in War in History, vol. 5, n. 2, 1998, pp. 233–42, DOI:10.1177/096834459800500205.
- War Cruel and Sharp: English Strategy under Edward III, 1327–1360, Woodbridge, Suffolk, Boydell & Brewer, 2000.
- The Bergerac Campaign (1345) and the Generalship of Henry of Lancaster, Woodbridge, Boydell Press, 2004, ISBN 978-1843830405.
- Clifford J Rogers, Aiguillon, Siege of, in The Oxford Encyclopedia of Medieval Warfare and Military Technology, Volume 1, New York, Oxford University Press, 2010, ISBN 978-0195334036.
- Jonathan Sumption, Trial by Battle, London, Faber and Faber, 1990, ISBN 978-0571200955.
- Jonathan Sumption, Trial by Fire, London, Faber and Faber, 1999, ISBN 978-0571138968.
- John A. Wagner, Auberoche, Battle of (1345), in Encyclopedia of the Hundred Years War, Woodbridge, Suffolk, Greenwood, 2006a, ISBN 978-0313327360.
- John A. Wagner, Calais, Truce of (1347), in Encyclopedia of the Hundred Years War, Woodbridge, Suffolk, Greenwood, 2006b, ISBN 978-0313327360.
- John A. Wagner, Neville's Cross, Battle of (1346), in Encyclopedia of the Hundred Years War, Woodbridge, Suffolk, Greenwood, 2006c, ISBN 978-0313327360.
- James Alexander Williamson, The Evolution of England: A Commentary on the Facts, Oxford, Clarendon Press, 1944.
Errore nelle note: Sono presenti dei marcatori <ref>
per un gruppo chiamato "N" ma non è stato trovato alcun marcatore <references group="N"/>
corrispondente